Le sette facce dell’amore
Perché iniziare un racconto con un titolo del genere?
Be’ ve lo spiego subito:
L’amore ha mille facce, forse
anche di più. Ma io ne analizzerò solamente sette, le
più importanti, le più evidenti. Quelle che - in quasi ogni rapporto - tale sentimento ci mostra.
L’amore è inaspettato.
L’amore è intrigante.
L’amore è misterioso.
L’amore è meraviglioso.
L’amore è imprevedibile.
L’amore è tragico.
L’amore è… stronzo (e in questa caratteristica ne racchiudo mille
altre, ma tralasciamo i dettagli).
C Scrive: E se non dovessi piacerti?
M Scrive: Dovrei porti io questa domanda.
C Scrive: Sarà comunque una
piacevole colazione.
M Scrive: Indubbiamente.
Il destino è strano, folle,
dispettoso. Ancora mi chiedo cosa sarebbe successo se, quella mattina, non mi
fossi presentato all’incontro.
Ma ora datemi un parere: Se vi
trovaste nella situazione di dover incontrare una persona per un “appuntamento
al buio” e questa vi indirizzasse ad un locale la cui
insegna riproduce un enorme punto interrogativo, voi cosa pensereste?
Be’… Io pensai: O mi sta prendendo per il culo, o mi sta prendendo per il culo.
Nonostante ciò, mi sedetti su di uno sgabello a fissare il vuoto
riflettendo sulla mia stupidità.
Erano ormai mesi che sentivo
questa ragazza e, sinceramente, avevo ipotizzato spesso di incontrarla ma senza
mai crederci davvero. Insomma, tra complimenti vari e parole dolci ho sempre sospettato che si stesse divertendo alle spalle di
un povero ventisettenne depresso.
Studiavo all’università e la
mia vita sociale era quasi inesistente, passavo la maggior parte delle giornate
vittima dell’apatia tra una passeggiata su internet o la lettura di un qualche
libro bizzarro.
Conobbi Claire
su un giochino stupido online
e da allora diventammo inseparabili, o meglio, virtualmente inseparabili. Avevo
avuto il piacere di chiacchierare anche con diversi suoi amici (sempre via
internet) che mi chiesero come avessi fatto ad
attirare l’attenzione di una ragazza che – dopo la sua ultima tragica storia –
aveva smesso di considerare gli uomini se non per una semplice botta e via.
Sinceramente, non ne ho idea.
Lei mi considerava “ambiguamente sexy” e a dirla tutta questo
titolo non mi è mai dispiaciuto. Quando mi disse di avere diciotto anni rimasi di sasso, perché, insomma, ero uno
stupido. L’amore non ha età e, forse, Claire, a
volte, poteva considerarsi più matura di me.
Il punto è che… avevo intravisto lei in una foto di messenger,
ed era sembrata una ragazza molto carina. Mentre io, be’… io, non sono il classico ventisettenne che attira l’attenzione.
Molti mi dicono che appaio come un professore e dimostro molti più anni. Non
sono bello. Non sono muscoloso.
E tra le mie varie e – non so
quanto – sensate riflessioni vidi una sagoma camminare
in mia direzione. Più si avvicinava più i suoi passi
echeggiavano sull’asfalto, più proseguiva verso di me più le sue fattezze mi
apparivano visibili. La vedevo. Mi sembrò un misto tra una modella e un’attrice,
aveva dei perfetti capelli biondi che infiniti e lisci la accarezzavano fino al
bacino. Un lungo cappotto nero le vorticava intorno alle caviglie, abbottonato
fino al ventre, così da darmi una visuale – anche se parziale – della sua vita
stretta e dei suoi fianchi invisibili. Un paio di jeans aderenti le attorniavano le gambe sottili e lunghe mettendo in risalto
quella forma perfetta e sfociando in un paio di stivali neri con la punta.
Ricordo ogni dettaglio. Era bellissima. Volevo scappare dall’imbarazzo, ma l’unica
cosa che riuscii a fare in tempo fu imboscare la pipa.
Feci finta di niente mentre il cervello implorava le gambe di mettersi in moto,
senza risultati.
Ma lei sembrava decisa,
difatti si avvicinò a me e mi sedette di fronte
scrutandomi con due penetranti occhi azzurri perfettamente truccati, investendomi
col suo profumo dolce amaro.
“Scusa il ritardo, lo sai che
mi muovo con i mezzi.” Mi sorrise e a quel punto mi
vidi costretto a scegliere tra due risposte in meno di dieci secondi.
Opzione uno: “Mi scusi, credo abbia sbagliato persona”
Opzione due: “non preoccuparti”
Penso che voi siate già
consapevoli di ciò che le dissi.
“Cosa
ordiniamo?” la sua voce soave mi irrigidì ancora, e nessun commento
aveva fatto sul mio aspetto nonostante fosse una ragazza aperta, capace della
più tagliente risposta, sempre pronta a sottolineare ogni dettaglio con un
commento sincero.
“Un caffè, direi. Un luogo
sinistro comunque, cosa sta a significare quel punto
di domanda?”
“Credo possa avere diverse
interpretazioni, o meglio, questo è quello che ho
sempre sostenuto. Secondo me, non c’è nulla di più appropriato. Tu sapevi chi
ero? Sapevi se sarei venuta davvero? Sapevi se ero realmente una donna? Sai
quello che accadrà quando avremo finito il caffè?”
Rimasi di stucco. Improvvisamente
cominciai a vedere un senso in quel punto di domanda.
“Nemmeno io” Mi anticipò.
“Ma
come hai fatto a capire che quello seduto qui ero io?” Mi azzardai a chiederle.
“Mera intuizione. Ti immaginavo così, diciamo. Su per giù.”
Rimanemmo a parlare ore,
bevendo il caffè e camminando verso il centro della città, nel quale si erigeva
– e si erige tutt’ora – una fortezza
simile ad un castello con accesso limitato.
Claire non era come me la immaginavo, era molto di più, la
ragazza più bella che avessi mai visto. Elegante,
solare, dolce, bastarda. Il suo profumo mi annebbiava la
mente, tanto che, non riuscivo ad oppormi ad alcuna sua stravagante richiesta.
Quel pomeriggio avevo perfino comprato un palloncino ad elio a forma di
coniglio. Lo ammetto, mi divertii, mi divertii a stare
con lei anche se ero piuttosto imbarazzato, Claire mi
prendeva la mano e mi portava con sé raccontandomi le sue avventure e
incitandomi a raccontarle qualsivoglia peripezia. Era come se la conoscessi da
anni ma solo ora avessi capito di avere davanti un
angelo. Maximilian aveva trovato il suo angelo.
L’amore è inaspettato.