Capitolo 11.
Ero rientrata a casa da circa venti minuti, appena entrata mi
ero buttata sul letto senza neanche levarmi la giacca cadendo in uno stato
vegetativo profondo.
Purtroppo il mio stato di meditazione fu interrotto dallo
squillo del telefono. Fui tentata di non rispondere, anche perché dalla mia
posizione il cordless sembrava esageratamente lontano, ma quell’ultima sana
parte del mio cervello mi disse che magari chi era dall’altra parte aveva
qualcosa di importante da dirmi.
Sperando che non fosse né Drew né Keelin ed essendo troppo sfasata per
riconoscere il numero risposi.
-Si?-
-Ehi Crycry!- la voce di Gerard mi fece sobbalzare
-Ger? Che c’è?- chiesi sospettosa
-Ho saputo che sei passata prima, mi dispiace di non averti
vista. Che ne dici se ci vediamo domani? Adesso che
abbiamo finito il grosso del lavoro con la band ho
molto più tempo libero, pensi di poter venire alla stessa ora di oggi?-
A quanto pare aveva già fatto tutti i suoi calcoli.
-Ma…Va bene- dissi poco convinta
-A domani-
-A domani- gli feci eco
Chiusi la conversazione più confusa di prima. Sperai che
parlarne con qualcuno mi avrebbe aiutata, anche se
sapevo bene che era una cosa che dovevo affrontare da sola, comportandomi
almeno una volta nella vita da persona matura.
Se era amore quello che avevo provato per Frank
cosa mi impediva di correre fra le sue braccia e
scordare tutto il resto?
La risposta era semplice: Drew.
Non lo amavo, ma gli volevo molto bene. Mi era stato vicino e
la sua presenza mi faceva stare bene, non potevo fare
finta di nulla e chiudergli la porta in faccia.
Io amavo Frank, non avevo mai smesso
di farlo dal momento in cui mi ero resa conto di provare per lui più che una
semplice amicizia. Anche se nel tempo avevo soffocato il
sentimento sapendo che non era ricambiato, sapendo che il suo posto era con Jamia.
Adesso tutto ciò di cui ero stata
sicura per mesi si era rivelato sbagliato.
Mi era precipitato tutto addosso e io non avevo
idea di come affrontare la situazione. Dovevo scegliere l’amore che mi offriva Frank con tutti i suoi pro e contro o la sicurezza che
rappresentava Drew?
Ripensai a quanto tutto quello che era successo in quei mesi mi
aveva cambiata, facendo di me una persona diversa
dalla Crystal che ero prima di incontrare Frank, ma non ero sicura che questa cosa mi piacesse.
Prima di incontrarlo la mia vita aveva avuto un senso, avevo
sempre inseguito uno scopo e avevo lottato per arrivarci, da
quando era arrivato lui invece avevo mollato tutto, finendo a lavorare
in un negozio di dischi per riuscire a pagarmi l’affitto.
Perché avevo lasciato che la mia vita mi sfuggisse di mano in quel
modo?
Non so quanto rimasi immobile a pensare, ma alla fine la
risposta mi era giunta chiara, la vedevo come se fosse
un grande insegna luminosa.
Finalmente sapevo quello che dovevo fare.
***
Ero stato stupido.
L’avevo ripetuto a me stesso tante di quelle volte che oramai
sembrava che quelle parole non avessero più senso.
Perché avevo mollato tutto così?
Perché avevo sconvolto in quel modo la mia vita?
Per amore di Crystal.
Mi sembrava una risposta sensata, così la
smisi di rincorrere i rimpianti.
La amavo, avrei fatto qualsiasi cosa
per lei, qualsiasi.
Non avevo idea di come avessi fatto a
mentire a me stesso per tutto quel tempo, facendo finta che fra me e lei non ci
fosse stato nulla a parte una scappatella di una notte.
Mi chiedevo come avevo fatto ad abbracciare Jamia,
a stare con lei, quando ormai avevo capito benissimo che amavo solamente Crystal. Semplicemente avevo fatto finta di nulla,
sopprimendo quella fastidiosa vocina che mi diceva che Crys
era il mio unico futuro.
Avevo continuato a testa bassa, senza seguire il cuore,
continuando la mia solita vita perché sembrava la strada più semplice da
seguire, quella più facile.
Uscire dai binari era troppo rischioso.
Ero sempre apparso al mondo come il vecchio, pazzo Frank, quello che non segue mai le regole e che si ubriaca,
ma che alla fine sanno tutti essere un bravo ragazzo.
Era sbagliato, tutto tremendamente sbagliato.
La verità era che i cambiamenti mi facevano una paura fottuta, nonostante fosse una cosa abbastanza anormale per uno abituato a cambiare letto ogni giorno.
Eppure era così.
Finchè era questione di cambiare albergo o tipo di cibo non era un
problema, potevo stare ogni sera su un palco diverso, davanti a gente diversa,
ma dopo essere stato una vita con Jamia ormai le
ragazze non le guardavo neanche più come se fossero
donne. Erano gente. Non mi importava
cosa facessero o se fossero belle o no, era sempre esistita solamente Jamia per quel ruolo. Delle altre non mi importava.
Fino a quando un giorno mi ero ritrovato davanti una ragazza
con la camicetta macchiata del caffè che aveva buttato addosso anche a me. In
quel preciso istante era cambiato tutto.
Un ingranaggio nel mio cuore aveva cominciato a girare al
contrario e così la mia vita aveva cominciato ad essere sconvolta ogni giorno
di più.
Alla fine cosa avrei dovuto fare? Continuare a stare con Jamia? Sposarla e fare finta di niente?
Avrei vissuto anni, probabilmente felici, al fianco di Jam, senza mai sapere se Crys sarebbe stata veramente quella giusta. Senza mai sapere se
con lei sarei stato realmente felice, senza mai sapere se era veramente lei che
amavo.
Quando però l’avevo sentita cantare, cantare una canzone col
mio nome, avevo ripensato a tutte le volte che mi aveva chiamato Frankie, e come a me avesse fatto piacere, al contrario del
fastidio che mi creava quando era pronunciato da altra
gente.
Di lei mi piaceva tutto. Dal piccolo gesto che faceva ogni
volta che rimetteva una ciocca di capelli color nocciola dietro l’orecchio fino
alla voglia a forma di cuore che solo grazie a quella notte a Londra avevo potuto scoprire.
Cercavo di convincermi in tutti i modi che lasciare Jam ad un passo dalle nozze fosse
stata la cosa giusta, pensando che l’avevo tradita e non ero degno di lei e che
lei a sua volta mi aveva tradito per vendicarsi, che non l’amavo più come
prima… mi bastava dire a me stesso che amavo Crys più
dell’aria e tutto mi sembrava chiaro. Volevo solo lei.
Mi alzai di scatto dal divano.
Volevo lasciarle i suoi spazi, ma non le avevo spiegato la situazione, dirle che l’amavo e poi scappare era
stato un comportamento da vigliacco.
Dovevo tornare da lei e spiegarle come stavano le cose realmente, prima che fosse troppo tardi, prima che
per un mio comportamento sbagliato, prendesse una decisione affrettata.
***
Non appena misi giù il telefono dopo aver avvisato Gee che il giorno dopo non sarei andata, sentii suonare
alla porta. Non sapevo se aprire o no.
In quel momento mi sentivo fragile come una foglia al vento e allo stesso tempo
forte tanto che avrei potuto spostare una montagna.
Avevo un groppo in gola per lo stress di aver dovuto prendere
una decisione così importante e così dolorosa.
Alla fine mi alzai e aprii.
-Frank- sussurrai
-Ciao Crys- mi salutò sorridendomi timidamente
Rimasi in silenzio, non sapevo cosa dire. Non potevo affrontarlo, non così
presto.
Dovevo riuscire a convivere con la decisione che avevo preso,
ma ormai lui era lì, davanti a me.
-Senti.. io.. devo parlarti, voglio
spiegarti meglio, sono stato uno stupido a scappare in quel modo. Hai tutto il
diritto di avere una spiegazione dece…-
La sua espressione seria mi faceva quasi paura. Non lo feci finire, gli posai un dito sulle labbra.
Respirai profondamente scacciando le lacrime.
-No, Frank. Io ho preso la mia
decisione- vidi i suoi occhi spalancarsi per la sorpresa
mentre mi prendeva la mano fra le sue, allontanandola dalle sue labbra
–non voglio più vederti. Per favore, esci dalla mia vita. E’
troppo complicato stare con te, io voglio vivere in pace. Ti prego, per
favore, fallo per me. Non venire più a cercarmi, non provarci in nessun modo.
Devi fare come se non mi avessi mai conosciuta,
scordati di me. Non amarmi-
Finire la frase fu l’impresa più dolorosa che avessi mai
affrontato. Al limite delle lacrime sfilai la mia mano
dalla sua stretta e richiusi lentamente la porta.
Era giusto così.
Continuavo a ripetermelo, ma non riuscivo a crederci.
***
Rimasi a fissare il numero dorato del sua
appartamento per svariati minuti.
Non amarla?
Avrebbe dovuto dirmi come fare, perché io non ne avevo idea.
Mi portai la mano al petto. Il cuore batteva ancora, più lento
del solito, ma batteva.
Volevo che smettesse, che la smettesse
di infliggermi quel dolore che ad ogni battito si faceva sempre più profondo.
***
Il giorno dopo alzarmi fu la seconda impresa più difficile che
avessi mai affrontato.
Mi ritrovai a pensare amaramente che la prima
era stata solo il giorno prima.
Feci meccanicamente tutti i gesti che facevo
ogni mattina, senza entusiasmo, semplicemente perché lo dovevo fare.
Mi dovevo abituare al pensiero che avrei fatto gli stessi gesti
per molti mesi, se non anni, a venire.
Arrivai di nuovo in anticipo al lavoro. Mi infilai
l’uniforme e salutai Marina come se non fosse successo niente, come se fossi la
solita Crys di sempre.
Dato che dopo aver finito di sistemare le ultime cose era
ancora troppo presto per sperare di vedere arrivare qualche cliente, mi sistemai sul solito puff con la
solita biografia appoggiata sulle gambe.
Rilessi la stessa frase almeno cinque volte, così alla fine
abbandonai l’impresa, perdendo lo sguardo oltre la vetrina, osservando la gente
che, ignara, proseguiva la sua vita.
Una vita monotona, che non sforava dagli schemi.
La stessa vita che stavo accogliendo a braccia aperte.
Vidi la figura di Drew che si
avvicinava e mi rincuorai.
Capii che forse non avevo sbagliato strada, che lui era
veramente la cosa giusta per me.
Quando entrò lasciai che mi abbracciasse e mi baciassi come di
consuetudine.
Lo feci sedere accanto a me e mi accoccolai
fra le sue braccia.
Si, forse, in fondo Drew
rappresentava quello che veramente volevo dalla mia vita.
Qualcuno che mi sarebbe stato sempre vicino e che mi avrebbe
sempre dato sicurezza.
Era quello che volevo, no?
Eeeeehm ehhhm
*tossicchia*
Scusatee! Se c’è ancora qualcuno che legge questa
storia *ne dubita fortemente*
Un messaggio di ‘ioamolacocacola’ mi ha ricordato che avevo ancora questa
storia aperta >.<
Dopo questo
capitolo (che, fra parentesi, è anche l’ultimo) posterò anche l’epilogo, così
la finiremo una volta per tutte u.u
Ero così nel mondo
delle mie nuove storie che avevo totalmente dimenticato questa, che non tocco
da almeno… due, tre anni? Non mi ricordo neanche quando
l’ho scritta xD
In ogni caso,
grazie se c’è qualcuno a cui ancora interessa almeno minimamente, siete grandi u.u (soprattutto ad accettare il
modo tremendo in cui era scritta XD)
Bacini,
Silvia