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Autore: SarasaFrance    01/02/2010    0 recensioni
Una donna che ha sacrificato la sua vita per vendicare il suo uomo... la sua vita mascherata e tormentata, alla ricerca della propria identità, accompagnata dai suoi tre fidati amici.
Genere: Romantico, Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Quattro giorni prima, il capitano De Tréville non smetteva di pensare alla partenza precipitosa della giovane donna che aveva accolto sei anni prima tra i suoi moschettieri. Avrebbe dovuto pensare al ritorno delle truppe adesso che la battaglia era finita ma il suo malessere cresceva da quando Aramis era partita... Qualche cosa gli sfuggiva... Quando Athos penetrò nella tenda, con un'espressione di panico puro nei suoi occhi arrossati, comprese infine.

- Dov'è andata? chiese senza un preambolo il moschettiere.

- Di chi parlate, Athos?

- Aramis! Dove è partita?

Gridava quasi.

Il suo cervello così ponderato e così posato gorgogliava. Doveva ritrovare Aramis. Lui la amava. Lei lo amava. Non poteva lasciarle ignorare più per molto tempo i suoi sentimenti.

- L'ultima volta che vi ho visti, l'insultavate. Penso che mi dovete una spiegazione.

Il capitano aveva afferrato perfettamente ciò che era accaduto ma l'atteggiamento sfrenato di Athos l'inquietava. Voleva permettergli di calmarsi. Athos non gli sembrava in stato di attraversare da solo tutta la Francia.

Tuttavia quando Athos ebbe finito, era sempre molto frenetico...  Una sola persona poteva acquietarlo. Tréville schizzò un sorriso. Olivier e Renée si erano trovati dunque. Questi due esseri contusi che avevano soffocato così molto tempo i loro cuore sotto l'uniforme si erano uniti. Il capitano non aveva voluto anticipare quest’unione imponendo loro i ruoli del conte e della contessa di La Fère, ma aveva l'anima di un padre per i suoi uomini e questi due gli erano particolarmente cari.

Un'ora più tardi, Athos lasciava l'accampamento sotto lo sguardo attento dei suoi compagni, in direzione della Normandia.

Cavalcava a briglia abbattuta. Gli era difficile costringersi a fermarsi per evitare che il suo cavallo cadesse sfinito.

La rivelazione dell'amore di Aramis non l'aveva acquietato. Tutto il suo essere provava solamente il vuoto della sua assenza. Era partita. Era partita a causa dalla sua vigliaccheria e del suo accecamento. L'idea che fosse partita con il cuore rotto per colpa del suo errore gli era intollerabile.

Aramis era una donna fiera e solida. Esternamente, sembrava non avere mai bisogno di nessuno, tuttavia Athos sapeva ora che non era così. Contrariamente alle altre donne che conosceva, sapeva difendersi da sola e non aveva bisogno che la si proteggesse ma aveva ancora più bisogno di amore rispetto agli altri. Aveva la fragilità delle donne forti. Sembrava dura come roccia, nessuno immaginava che lei potesse avere bisogno di una spalla comprensiva per sfogare il suo cuore, per confortarla quanto stava male, per asciugare le sue lacrime quando lei piangeva.

Athos sapeva che il suo cuore era ardente e fragile, un cuore che provava tutto con una tale passione ed una tale intensità che doveva essere così facilmente ferito, anche se non lo avrebbe riconosciuto mai... Ed egli che sognava solamente di renderla felice, le aveva fatto probabilmente più male di chiunque.

Era stato talmente idiota. Ripensava a quella incredibile notte... Sarebbe bastata una parola di amore affinché lei adesso potesse essere tra le sue braccia al risveglio e non lo lasciasse più. Al posto di ciò, aveva detto quella stupida frase l'indomani lasciandole sentire che era stata solamente uno smarrimento di una notte. Ciò l'aveva dovuta lacerare... Era fuggita davanti alla violenza dei suoi sentimenti. Aramis poteva nascondere il suo sesso sotto l'uniforme ma non sapeva dissimulare le sue emozioni.

Se Athos poteva nascondere il suo amore, lei non avrebbe potuto vivere mai tacendo il fuoco che bruciava nella sua anima allora aveva preferito fuggire. Come Athos aveva creduto che lei non avrebbe mai più amato nessuno dopo François, Aramis doveva pensare che lui era incapace amare dopo Anne. Non le aveva lasciato neanche mai sentire che poteva desiderarla, ben al contrario...

Doveva ritrovarla. Doveva dissipare la nebbia di incomprensione che li divideva. Era la sua anima gemella, era evidente ora. Si ricordava del primo sguardo che aveva posto su di lei nella scuderia della compagnia. Era stato subito colpito dagli occhi tristi e volontari del giovane ragazzo fragile e timido dai tratti così delicati. Se non aveva visto la donna dietro l'apprendista non ancora uscito dall'adolescenza, aveva visto un'anima che rispondeva alla sua. Si erano intesi subito.

Naturalmente, avevano cercato la compagnia dell'altro. Non avevano avuto, molto rapidamente, più bisogno di parole per comprendersi...  Tutti questi anni, aveva creduto che era solamente la marca di un'amicizia profonda, del tipo di quella di Montaigne ed Il Boétie. Avrebbe potuto dire a proposito di Aramis la frase del pensatore a proposito di questa amicizia:  " perché era egli;  perché ero io".  Poteva dirlo ancora tranne che “lui” era in realtà “lei”...

Erano fatti uno per l'altra. Le loro anime erano state forgiate nello stesso metallo, i loro spiriti erano fatti per completarsi, i loro cuori per amarsi, i loro corpi per unirsi. Era la donna della sua vita ed sarebbe andato fino all'inferno per ritrovarla.

Più la strada sfilava sotto i suoi occhi, più la mancanza di Aramis diventava pesante. Non si era reso neanche conto a che punto aveva bisogno di essere accanto a lei quando cavalcava. Spesso, si rigirava macchinalmente per verificare che questo bel viso incorniciato di capelli dorati era dietro lui prima di realizzare che era proprio al suo inseguimento. Tutti questi anni, era stata come una parte di sé. Aveva bisogno di lei per essere di nuovo completo... Ed egli spronò il suo cavallo.

Una vecchia griglia in ferro battuto che avrebbe necessitato di essere ridipinta segnava da anni l'entrata della residenza dei d'Herblay.  Era aperta. Attraversandola, Athos si chiese se non era troppo arrugginita per essere chiusa.

Un lungo viale polveroso conduceva ad una residenza tipica da piccolo aristocratico di provincia. Semplice, quasi vetusta, era modesta più delle case borghesi. Era cinta da un largo giardino poco curato ed una scuderia attigua indicava un gusto certo per i cavalli. Athos vide anche un altro edificio dietro la casa.

Scese dal suo cavallo e si diresse verso la casa. Attraverso la porta invetriata, una donna l'osservava dietro le tende... Il suo cuore balzò dal suo petto. Era Aramis! Malgrado l'abito, aveva riconosciuto il suo profilo magro e slanciato. La donna aprì la porta ed un'amara delusione l'afferrò. Era molto più vecchia di Aramis.  Aveva la stessa andatura ed i tratti del suo viso anche invecchiato somigliavano incredibilmente a quelli della giovane donna, ma i suoi lunghi capelli di un biondo smorto cosparso da leggeri capelli bianchi non avevano la luminosità della capigliatura dorata di Aramis e nei suoi occhi chiari, Athos non vedeva il fuoco di vita che animava gli occhi della donna che amava. Somigliava fisicamente ad Aramis ma le mancava la fiamma e l'energia che emanavano dalla giovane donna. Doveva essere sua madre, considerò il giovane uomo. Strano come la madre e la ragazza sembravano al tempo stesso così simili e così differenti.

- Signore?

Julie d'Herblay esaminava il giovane cavaliere sporco che si teneva davanti a lei. Il suo cavallo fangoso indicava che aveva attraversato una lunga strada davanti.  Era ancora più sporco di Renée quando era arrivata ma Julie notò che i suoi vestiti molto ben tagliati sarebbero stati eleganti se fossero stati propri. Malgrado la polvere e la stanchezza, il suo viso angoloso sembrava tagliato nella roccia e si liberava da esso una nobiltà ed una forza poco comune. Dopo un buono bagno, questo cavaliere avrebbe sicuramente avuto una fiera andatura.

- Signora, dice inclinandosi rispettosamente. Desidererei vedere Renée.

Gli occhi di Julie si spalancarono di sorpresa. Erano sei anni che questa casa era morta dall'assenza di Renée e questa bambina non era ritornata da ventiquattro ore che già un uomo si affrettava alla sua porta, dando l'impressione di avere attraversato tutta la Francia per ritrovarla...Decisamente, ella si sorprese come sempre.

- Renée non è qui.

La paura si infranse nel cuore di Athos... Poteva non essere mai arrivata dai suoi genitori? Sarebbe stata attaccata dai briganti sulla strada? Le strade della Francia erano pericolose, anche per lei... Immaginò il corpo insanguinato di Aramis giacente in un fossato...

- Volete aspettarla qui? chiese la madre di Aramis che aveva dovuto leggere il panico nel suo sguardo.

- Io...

- Chi è, Julie?

Una voce veniva dall'alto della scala. Athos sollevò la testa e vide due immensi occhi blu... gli occhi abbaglianti di Aramis... Il potere di questo sguardo faceva sì che non si notasse subito l'aspetto quasi cadaverico dell'uomo.

- Non avreste dovuto mai alzarvi, Renaud! esclamò la donna con collera ed inquietudine. Siete incosciente!

- Chi è quest' uomo? persisté egli.

- Vuole vedere Renée.

Un sorriso, così simile a quello di Aramis, illuminò il viso corrugato di Renaud d'Herblay mentre scrutava Athos...

 

 

  
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