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Autore: ilGhiro    01/02/2010    3 recensioni
Mi accascio lentamente a terra, strisciando la schiena contro al muro.
"Io non ho aspettato altri che lui, tutta la vita."
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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                                                                  .succo di frutta.

                                     [Catch my body,eat my skin,drink my control and then love me,like never one before.]

 

 

 

 Semplicemente,avevo voglia di scrivere qualcosa di romantico e sdolcinato all'ennesima potenza,e credo di esserci riuscita perfettamente;l'amore fa brutti scherzi,e questa storia da coma diabetico ne è la prova,direi.Chissà,forse potrebbe esserci un seguito...In ogni caso,buona lettura!

 

“Succo di frutta?”

E’ alla pesca,il mio preferito…Chissà come fa a saperlo.

“Sì,grazie mille.”

Ma che carino.

“E così tu saresti il ragazzo di Minata,vero?”

“Già.Piacere,io sono Takahashi,e tu?”

“Marie.”

“Non sei giapponese,immagino…”

“Mia madre era francese.E’ morta pochi giorni dopo la mia nascita e mi hanno dato il suo nome,ma sono nata in Giappone.”

“Uhmmm.”

Takahashi,seduto di fronte a me,mi osserva con perizia,soffermandosi sui capelli scarlatti che scendono con leggerezza sulla mia schiena sottile,come una criniera arruffata e fulgida.

“Minata è una stupida.”

“Lo so.”

Sorride,stupito dalla mia risposta.

“E’ una stupida,sì,ma è una bella ragazza,non si fa problemi con il sesso e ti adora,quindi perchè non potrebbe andar bene?”

“Sono stufo di ragazze insignificanti.Non voglio farla soffrire,ma non ho assolutamente intenzione di combinare qualcosa di serio con lei…”

“Però potrebbe essere un ottimo passatempo,in attesa di trovare di meglio,no?Pensaci bene.”lo guardo intensamente,cercando di trovare le parole giuste.”Sì,insomma…Quando ti ricapita una ragazza così ingenua e accondiscendente?Lei c’è quando vuoi,ma non è invadente,non ti sarà mai di peso e tiene davvero molto a te,le basterebbe anche solo un po’ del tuo tempo…”

“Marie,per me sarebbe solo un hobby.Sicura che la tua amica non soffrirà ancora di più dopo aver capito i miei reali sentimenti?”

“Minata non se ne accorgerà,credimi.Tu sai recitare molto bene,a quanto pare,e lei non è così sottile da smascherarti.Non potresti almeno provare?”

Takahashi sorseggia in silenzio il suo caffè,fissandomi.

“Ma sì,perché no?Proviamo.”

 

 

“Ah sì?!E poi?!Cosa ti ha detto?!”

“Che gli piaci,Minachan.Tantissimo.”

Io e Minata ci conosciamo da qualche anno,ma ancora adesso non capisco perché io ami così tanto la sua compagnia.Forse perché solo lei riesce a distrarmi dai pensieri caotici che attanagliano la mia mente giorno e notte,forse perchè con i suoi discorsi stupidi ritrovo un po’ di calma e di normalità,anche se si tratta di momenti molto brevi.

Andiamo a scuola e torniamo a casa insieme,spesso ci vediamo per studiare,a volte ci scambiamo persino i vestiti,sebbene lei sia decisamente più prosperosa.

Credo di volerle bene,e in ogni caso non mi va che soffra,quindi sarà meglio tenere d’occhio Takahashi.

“Io lo amo tanto,Marie!E poi…A letto è un dio,sai?”

“Oddio,risparmiami i dettagli,per favore!”

Minata,ignorando la mia espressione corrucciata,mi parla del suo pomeriggio di sesso(anche se lei lo chiama”romantico”)con Takahashi.

Sorrido lieta all’arrivo del prof,non prima di aver saputo che il suo aitante principe azzurro l’aspetterà all’uscita da scuola.

 

Al termine delle lezioni,Minata finisce di spiegarmi quello che aveva dimenticato di dirmi,per nulla imbarazzata dagli studenti che ridacchiano ascoltando la sua accurata preparazione in anatomia maschile.

“Almeno parla a bassa voce,Minachan…”

“Ma sì,certo!Dicevo…”

“Ehi.”

Takahashi la coglie alle spalle,non prima di avermi accarezzato distrattamente i fianchi,e la bacia con una passione quasi spontanea.

“Ok,io vado…”

“Ma dai,Marie!Devo solo comprare un Cd,vieni con noi!Andiamo!”Minata prende il suo ragazzo per mano e lo trascina verso il centro;io li seguo di malavoglia,pochi metri più in là.

Il negozio è pieno di scaffali ,e cerco di allontanarmi verso quelli più distanti dalla coppia,guardando distrattamente le copertine degli album.

“Di cosa è morta tua madre?”

Non mi stupisco della sua presenza,né delle braccia che mi cingono delicatamente i fianchi;mi sposto con disinvoltura,senza voltarmi a guardare Takahashi.

“Cancro.Sono nata per miracolo,mio padre me lo dice ancora adesso.”

“Mi dispiace.”

“Ero troppo piccola,di lei non mi è rimasto niente.”

“Tranne il nome.Marie…Marie…E’ un nome bellissimo.Suona come di onde all’alba,e conchiglie sulla battigia.”

“Sono la sua migliore amica.Lasciami stare,per favore.”

Se ne va senza una parola.Saluto Minata e torno a casa,un po’ confusa sui sentimenti che nutro verso di lui.

Non posso farlo,però,non a Minata,e con questa certezza mi addormento a notte fonda.

 

 

Non vedo Takahashi da un po’.Minata mi descrive continuamente i loro incontri sdolcinati,ma ormai ci ho fatto l’abitudine; un ragazzo come un altro,mi dico,e cerco di non pensarlo mai.

Però lui torna,cazzo.

“Marieee,Marieee,lo sai che giorno è oggi?!”

“Il 13 Febbraio,Minachan?”

“Esatto!E quindi domani sai che succede?E’ San Valentino!Oh,non sto più nella pelle!”

Ignoro il peso che ho in fondo allo stomaco.Non è amore,mi ripeto,solo attrazione fisica,nient’altro.

Minata inizia a fantasticare sul suo regalo,e nuovamente accolgo l’arrivo dell’insegnante in classe con gratitudine.

Tornata a casa,cerco subito di mettermi a studiare,ma non faccio in tempo a concentrarmi;prima mi arriva un messaggio di Minata,pieno di cuoricini ed emoticon sorridenti,poi un altro,da un numero sconosciuto.Mi si gela l’aria nei polmoni,espiro lentamente.

“Non so cosa comprarle.Ci vediamo domani alle sette davanti alla vostra scuola.”

Lo chiamo,infuriata.

“Non è affar mio,Takahashi.E chi ti ha dato il permesso di scrivermi?”

“Scusami,il tuo numero l’ho preso dal cellulare di Minachan.Comunque non ho voglia di scegliere un regalo,se non mi aiuti non glielo faccio.E la mollo pure,se mi va.”

Metto giù il telefono,frustrata,sapendo di non avere scelta.

 

 

Il mattino dopo mi accoglie con un’espressione divertita.

“Sei venuta,alla fine.Dove si va?”

“A venti minuti da qui c’è negozio di vestiti che le piace molto e apre a quest’ora,sbrighiamoci.Non voglio perdermi neanche un minuto di lezione,per te.”

Il negozio è enorme e affollatissimo,nonostante l’ora.Frugo qua e là e trovo una maglietta adatta a Minata;la poso alla cassa e mi dirigo verso uno scaffale di indumenti scuri,ne ho visto una bellissima.E’ senza maniche,stretta,con dei lacci sul davanti posti a stringere una scollatura a V,ma sono senza soldi e perciò esco dal negozio rassegnata,aspettando che Takahashi finisca di pagare.

Appena apro la porta,mi investe la pioggia e mi stringo al muro,cercando di ripararmi il più possibile.

La coda è molto lunga;Takahashi esce dopo una decina di minuti e impreca contro le nuvole,aprendo un ombrello che aveva nello zaino.

“Devo andare a scuola.Abbiamo finito,no?”

Takahashi mi prende per mano,coprendomi con il suo ombrello,solleva il mio mento e mi bacia sulle labbra,con delicatezza.

Mi defilo e affretto il passo,sollevando il cappuccio della felpa.

“Marie…”

La pioggia è troppo forte,sono già fradicia.Non posso entrare a scuola in queste condizioni,e ho solo voglia di scappare,adesso...

“Marie,casa mia è qui vicino.Vieni a cambiarti,magari arrivi in ritardo,ma così ti ammalerai di sicuro.”

“No.”

“Non puoi fare nient’altro.”

“Se vengo finiamo a letto.”

“Non se non lo vuoi tu.”

Si avvicina di nuovo.Stavolta mi lascio trascinare,senza una parola,verso una piccola via laterale.

Apre il portone,qualche rampa di scale e siamo già dentro.Ho i brividi,mi butto sul divano e cerco di scaldarmi,ignorando la maglietta fradicia che mi si è appiccicata alla pelle;butto la felpa a terra e continuo a tremare.

Takahashi mi indica il bagno,mi chiudo dentro e faccio una doccia calda.Quando esco sono già le otto,stamattina non andrò a scuola,lo sapevo,dannazione.Mi metto un accappatoio,c’è il suo profumo,lo ignoro.Esco e lui mi osserva a lungo,sul divano del salotto,prima di darmi il pacchetto del negozio e dei pantaloni larghi.

"E' il regalo di Minata..."

Takahashi non risponde.Vado in bagno,rassegnata,e apro il pacchetto;al suo interno c’è la maglietta nera.Inspiro profondamente e la metto insieme ai pantaloni,poi esco dalla stanza,furiosa.

“Perchè vuoi farmi questo?Perchè?”

Takahashi perde lo sguardo nell’aria,con espressione assorta.

“Perché ti voglio,semplice.E non mi importa di niente e di nessuno.Ti ho scelto dal primo istante in cui ti ho vista.”

Mi accascio lentamente a terra,strisciando la schiena contro al muro.

Minata,scusami,lui è più importante.

Si alza,mi solleva con le braccia,mi bacia e sono una rosa tra le sue mani,toglie i petali ad uno a uno,slaccia la maglietta a suon di baci,disperde il mio senso di colpa,la mia rabbia,la mia tristezza,e li sparpaglia sul pavimento,insieme al resto dei vestiti.

Io non ho aspettato altri che lui,tutta la vita.

 

L’orologio sul comodino segna mezzogiorno.Ci guardiamo con passione indolente,senza toccarci per un po’.Minata capirà,mi dico,sapendo già che non sarà così,ma non m’importa...Takahashi guarda i miei capelli rossi e lucidi e li scosta dal mio viso,poi sorride e mi chiede,immancabilmente,come in una favola perfetta,”Succo di frutta?”.

 

   
 
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