Titolo:
Quelle creature non esistono! [Logic &
Coeur]
Fandom: Hetalia
Personaggi: France (Francis Bonnefoy), England/UK
(Arthur Kirkland)
Genere: Generale, sentimentale
Rating: Verde
Avvertimenti: One-shot, shonen-ai, what if?
Citazione:
L'essere
è e non può non essere.
(Parmenide)
Una conferenza degli Alleati
noiosissima.
Francis beveva e non ascoltava America minimamente; ogni
tanto stuzzicava il vicino Inghilterra come poteva:
- Oh, Angleterre, sei così bruttino, che ti sto vicino solo
per migliorare la tua figura. –
- Cosa?! –
Francia intanto si era addormentato.
- Finisco di sistemare qui –
- Ok! –
Inghilterra rimase al tavolo. Silenziosamente gestiva i
rapporti visto che quello stupido di Alfred non lo sapeva fare e non ne
aveva
voglia,tanto lui era l’eroe non c’era bisogno di
preoccuparsi, no?
Arthur borbottava imbronciato come al solito, mentre
rigirava i fogli tra le mani. Ogni tanto gettava un’occhiata
alla chioma bionda, buttata sulla
superficie del tavolo.
Persino mentre dormiva Francis lo irritava: ma ci si poteva
addormentare sul tavolo?
E poi durante una riunione, come se la guerra non lo
riguardasse.
Lo stava maledicendo mentalmente per le sue maniere, ci fu
per lui una sorpresa gradita: un unicorno azzurro gli si
avvicinò seguito da
altri esseri fatati.
Quelle creature erano i suoi amici ed erano simpatici, a differenza di qualcun
altro lì vicino.
Accompagnò quelle parole con uno sbadiglio e un ultimo sorso
di vino dal bicchiere ormai vuoto.
Arthur si chiedeva se quel bellimbusto provasse una certa
perversione nel provocarlo.
Francia in effetti faceva sempre del suo meglio per – oltre a mostrarsi
splendido -
far arrabbiare Inghilterra, quasi si divertisse.
Era, però, vero che fosse insopportabile, ma, anche, che
Inghilterra
ci metteva del suo: sorseggiava tè, reputava America un
idiota e aveva un look
a dir poco démodé.
- Con chi stavi parlando? -
C’erano solo loro due, il tavolo e la lavagna con i disegni
da poco cancellati. Nemmeno la presenza di Canada si sentiva.
- Avanti, dillo che stavi preparando un discorso per me. –
- Eh? You are crazy!
–
- Non ti capisco, Angleterre
–
- Shut up! –
Lo faceva imbestialire!
Ma chi era? Il suo ragazzo, per impicciarsi sempre dei fatti
suoi?
Inghilterra si alzò e se ne andò seccato.
Non si poteva nemmeno parlare in santa pace.
Ma era pronto a spiarlo il giorno dopo: quanto lo divertiva
Arthur!
Così andò a bere il suo amato vino, compagno
gradito e
fedele.
Si sdraiò sul divano portandosi il bicchiere alle labbra; il
liquido rosso gli scendeva in gola, bruciandola e lasciando impresso il
sapore,
come fuoco al passaggio.
Ripensò nel frattempo ad Arthur, alle sue sopracciglia
fastidiose che si incurvavano ogni qual volta si arrabbiava. Il vino,
con
quell’immagine nella sua testa, assumeva un sapore
leggermente più amaro, ma di
certo gliela avrebbe fatta dimenticare.
* * *
Inghilterra aveva le allucinazioni.
Inghilterra era in questo stato eppure non aveva bevuto
nulla.
Inghilterra si bloccò, rimase immobile per qualche secondo,
poi lentamente si voltò:
- Ma… ma con chi stai parlando? –
- Con le creature. Anche io ho degli amici. –
- Non… non è questo il punto. –
Gli posò una mano sulla spalla e sospirò.
Povero Angleterre! Doveva aiutarlo: non bastava un aspetto
penoso, anche i pensieri erano ridicoli.
- Tutto quello che vedi è la tua immaginazione. Ci sei solo
tu. –
- Come puoi dirlo con certezza? – si impuntò
l’inglese.
- Tutto
ciò che non è
non può essere. –
- Ma se io le fate e le altre creature sono in grado di
vederle e di pensarle vuol dire che queste sono.
Esistono –
- Nella tua testa. Ragiona! Non dire choses
insensés! –
- Non per questo non hanno esistenza, altrimenti non sarei
nemmeno in grado di pensarle. Damn,
Francis sei così superficiale! Se tu non le puoi vedere vuol
dire che non ti
vogliono! –
- Tu me la fai da una vita, Italia numero due! –
- Quella è una storia vecchia! Guarda piuttosto come sei
conciato tu! –
Tacquero alcuni secondi, poi Arthur sbottò:
- Ma io voglio solo aiutarti, mon petite
Angleterre. –
- Da dove tutta questa solidarietà? E che sarebbe questo
“mio”?! –
- Sei tutto rosso. –
- Per la rabbia! – gli rispose brusco.
Una nuvola coprì il sole e la stanza si oscurò.
Gli occhi verdi catturarono l’ultimo raggio morente e
flebile.
Schiuse di poco la bocca per liberare un sussurro:
- Cosa siamo noi, se non amore? –
- Stai cercando di dirmi una cosa intelligente? Siamo vita, semplice
esistenza. Non approfittare del discorso principale per le tue
perversioni! –
- Noi siamo amore. Nudità è essere
tutt’uno con Dio e
mostrarsi come lui ci ha fatto. –
- Piantala! Noi siamo tutto ciò che è –
voleva ridergli in
faccia:- Come puoi dire che siamo amore? –
- Semplicemente non ci rimane nulla se non l’ amour.
–
- Francis, tu non usi la logica! Mi chiedo se hai un
cervello, tu e America dovreste andar d’accordo in quanto a
stupidità! -
- America, sempre America metti in mezzo! Non essere ridicolo,
Angleterre. –
- Ridicolo io? Tu sei irritante! –
- Ascoltami e pensaci bene: l’ amore non è
eppure… esiste. –
Fece un sospiro e in un’occhiata veloce guardò a
terra,
scorgendo casualmente qualcosa: una rosa rossa che era stata lasciata
lì.
Forse a Francia era caduta, forse l’aveva messa lì
apposta
per lui – e conoscendolo era più probabile.
“Ascoltami e pensaci bene: l’ amore non
è eppure… esiste ”
Ad Arthur non serviva rifletterci:
Pensava solo al vino, a
dire stupidaggini e al sesso.
Raccolse
il fiore e annusò il suo profumo, rimanendo
accigliato.
Quelle creature non
esistono!
[Logic & Coeur]
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