Videogiochi > Final Fantasy VII
Ricorda la storia  |      
Autore: shining leviathan    03/02/2010    4 recensioni
Lo guardava. E in quel momento erano talmente vicini da risultare uniti (ZackxCissnei)
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cissnei, Zack Fair
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Crisis Core
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

- On Air: Stronger (Mary J Blige)

 

Era da qualche tempo che lo osservava. Soprattutto mentre si allenava.

Le piaceva vederlo concentrato sulle mosse che compiva, tendendo i muscoli delle braccia per reggere l’enorme spada che Angeal gli aveva donato.

La fronte e la schiena nuda impregnate di sudore rilucevano alla luce abbagliante dei neon, nell’aria polverosa della palestra dove si allenava sempre da solo.

Cissnei lo fissava ammirata, nascosta dietro l’anta semi chiusa  della porta. Spiava ogni suo movimento, illuminata solo dalla sottile striscia di luce che entrava dallo spioncino e si allargava sulla parete dietro di lei, ingombra di attrezzi ginnici ormai arrugginiti e inutilizzabili.

Si soffiava sulle mani per scaldarle, rabbrividendo quando uno spiffero d’aria entrava dalla finestra

 rotta e le congelava la schiena. Ma per osservarlo in quei momenti che, affettuosamente, aveva chiamato i “ suoi attimi di paradiso” avrebbe affrontato anche il gelo più terribile, traendo calore da quel corpo che, sinuoso, si muoveva ad un ritmo immaginario. Scaldandosi alla semplice vista di un suo sorriso soddisfatto.

Era bello.

Era forte.

Ma soprattutto era buono.

Tutti i Soldier con cui aveva lavorato non erano neanche lontanamente paragonabili a lui. Avevano desideri che somigliavano più ad ambizioni, e il loro coraggio appariva tale solo davanti alle telecamere. Dimostrandosi molto scarso durante le missioni, in cui ,spesso, aveva dovuto tirarli fuori dai guai, ricevendo in cambio nemmeno un grazie.

La brutta opinione che aveva sui Soldier si protrasse fino alla sua adolescenza, periodo di grandi trasformazioni e brutte esperienze.

Non le piaceva il suo corpo. Odiava il suo seno, che invece gli altri uomini sembravano apprezzare, ed era sola quando il menarca le sporcò le mutandine di quella sostanza viscida, che solitamente vedeva sgorgare dalle ferite degli uomini che uccideva. Urlò talmente tanto che Tseng sfondò la porta della sua camera, trovandola raggomitolata per terra mentre il sangue le scivolava lungo le gambe. Tremava, sotto shock, e il Turk se ne andò quasi subito, imbarazzato da quella situazione, dicendole che era normale. Basta.

In quel momento desiderò una madre, per la prima volta in vita sua. Una persona che le dicesse che crescere non faceva così schifo come pensava lei. Invece rimase sul pavimento, piangendo tutte le lacrime a sua disposizione.

Ma più difficile fu accettare l’opinione che gli altri avevano di lei.

Sopportava a malapena le persone che facevano un apprezzamento fisico poco elegante, fischiando e sghignazzando al suo passaggio. I Soldier prima di tutti.

Bambocci riempiti di mako che si credevano padroni del mondo, e per questo si sentivano in dovere di molestare ogni singola donna incontrassero sul loro passaggio.

Persone senza onore e morale da cui preferiva guardarsi.

Anche se non l’avrebbe mai ammesso, le facevano paura i loro occhi. Così azzurri e brillanti ma… così poco umani, sempre ravvivati da scintille avide e pericolose.

Zack non l’aveva spaventata.

I suoi occhi non avevano baluginii sinistri, solo una traboccante bontà. Una bontà che inizialmente l’aveva spiazzata.

La sua voce roca e sbarazzina l’aveva ammaliata da subito, così come i suoi modi. Sbruffone e insistente, ma in una maniera infantile, immatura, che la faceva sorridere ogni volta che le chiedeva un appuntamento.

Le piaceva, ma non era sicura di amarlo e quando ne ebbe certezza lui era già di un’altra. Di una ragazza che lei non avrebbe mai potuto equiparare e di cui era fortemente gelosa.

Ora, dopo due anni, era ancora qui. Ad assaporarlo  in un momento che Aeris Gainsborough non avrebbe mai potuto godere come ne godeva lei. Soli, vicini e lontani al tempo stesso.

Mentre la mente del giovane First Class viaggiava tra ricordi di battaglie passate, quella della Turk immaginava una vita alternativa. Una vita in cui Zack l’amava. Una vita in cui lui le si avvicinava ad allenamento finito e le passava un braccio lungo i fianchi, attirandola a se per baciarla dolcemente.

Un sospiro sfuggì dalle labbra di Cissnei, e abbassò lo sguardo sui piedi, lasciando che la realtà tornasse inesorabile ad avvolgerla.

Zack non l’avrebbe mai amata.

Non l’avrebbe baciata.

Non l’avrebbe cercata dopo le sfiancanti missioni.

Per lui era solamente un’amica. E questo la faceva soffrire.

I passi del ragazzo la riscossero, e si nascose velocemente dietro un materassino logoro.

La porta si aprì, e la luce illuminò il ragazzo da dietro, lasciando la parte davanti in ombra. Le goccioline di sudore scivolarono dalla pelle lattea come minuscoli diamanti. I capelli corvini si confondevano nella penombra, lucidi e ribelli come sempre.

Cissnei trattenne il fiato, temendo addirittura che il battito del cuore la facesse scoprire, e si sporse un poco per vederlo portarsi la Buster Sword alla fronte e mormorare alcune parole che lei non comprese.

Ma vederlo in quelle vesti non potè che confermare ciò che aveva sempre pensato di lui.

Era un grande Soldier.

E lei non avrebbe mai smesso di amarlo.

 

 

 

-On Air: Broken Hearted Girl (Beyoncè)

 

 

 

L’aveva seguito di nuovo.

Si era accucciata dietro un albero, ispirando l’aria dolce del bosco, e l’aveva osservato mentre si toglieva la maglia per rimanere a petto nudo.

Vide i muscoli fremere al tocco fresco dell’aria notturna e sorrise, grata di avere la possibilità di ammirare il suo corpo statuario, innaturalmente niveo ai pallidi raggi lunari che lo illuminavano.

Cissnei si sedette sull’erba umida, poggiando la spalla sulla corteccia e piegando le gambe al petto, in un atteggiamento tipico che possedeva sin da quando era bambina.

Socchiuse gli occhi quando la possente Buster Sword venne sollevata verso il cielo, in un tacito saluto rivolto alle stelle del firmamento. Zack portò il freddo metallo alla fronte e la ragazza capì che stava di nuovo facendo quel rito che propiziava l’inizio di ogni allenamento. Ma questa volta fu diverso.

Notò che le mani di Zack stringevano convulsamente l’elsa, e che le sue spalle si alzavano e abbassavano ritmicamente, seguite da singhiozzi sommessi e profondi.

Quando allontanò il piatto dell’arma si accorse che le sue guance erano rigate di lacrime.

Le si strinse il cuore. Non l’aveva mai visto piangere, e si augurò di non vederlo più così. C’era un qualcosa di terribilmente sbagliato a vedere i suoi occhi offuscarsi dal dolore quando normalmente erano luminosi e allegri. La faceva star male vederlo così vulnerabile, schiavo di un destino che non era più suo.

Come lei. Ma lei non era mai stata padrona del proprio destino.

Si alzò lentamente, e fece per andarsene, ma un rametto secco sotto il piede rivelò la sua posizione, e Zack si voltò di scatto verso di lei.

“ Chi c’è?” esclamò asciugandosi velocemente gli occhi.

Cissnei non rispose, sperando che il buio la coprisse nella sua fuga. Ma ,stranamente, non si mosse. Rimase a fissarlo mentre piantava la spada del terreno, desiderando con tutto il cuore che venisse verso di lei, che la scoprisse. Per una volta voleva essere notata.

“ Chi c’è?” ripetè Zack quasi con rabbia “ Fatti vedere!”

I suoi piedi si mossero da soli, e spuntò da dietro il tronco nella quale si era nascosta, accennando un piccolo sorriso.

Zack spalancò gli occhi “ Cissnei?”

“ Non volevo spiarti” si affrettò a specificare la Turk, memore delle coincidenze in cui la Compagnia li faceva incontrare “ Ero, ero qua attorno e…”

“ Non fa niente” la interruppe Zack dandogli le spalle. Raccolse la maglia da terra e se la rimise.

Cissnei abbassò lo sguardo, sentendosi in colpa per aver violato quel suo piccolo angolo di intimità.

“ Zack, mi dispiace”

“ Non fa niente” il tono era sbrigativo,secco e la rossa sentì le lacrime premere prepotenti per uscire. Le ricacciò indietro e respirò profondamente, cercando di reprimere il nodo che si era formato all’altezza della gola.

“ Ti manca, vero?”

Zack si irrigidì, punto sul vivo, e voltò lentamente la testa all’indietro.

“ Cosa?”

“ Angeal..”

Una mossa azzardata. Ma non sapeva che altro dire.

Sapeva bene che Zack non parlava mai volentieri di Angeal, eppure la sua mente continuava a formulare pensieri sul mentore del moro. Voleva togliergli un peso dal cuore, rendersi partecipe del suo dolore. Stargli vicino, se non per sempre, per una notte.

Uniti da un filo fragile, che sarebbe durato per l’eternità.

Si avvicinò a lui, cercando di guardarlo negli occhi. Ma lui rifuggiva dal suo sguardo, interessandosi alle felci e ai fiori notturni intorno ai suoi stivali.

“ Zack” cominciò lei abbassandosi un po’ per poter vedere almeno la sua espressione “ Non devi reagire  in questo modo. Credi che lui vorrebbe vederti in questo stato?”

Il ragazzo non rispose.

“ Le persone che abbiamo amato non ci abbandonano mai. Vegliano su di noi, ci proteggono e soffrono con noi. Angeal si sentirebbe male a sapere che la causa delle tue sofferenze è proprio lui” lo superò e si mise davanti alla spada, ammirando gli elaborati intarsi nell’elsa.

“ Angeal ti ha lasciato questa. Insieme ai suoi sogni e al suo onore” allungò una mano e afferrò l’impugnatura dalla stoffa leggermente consunta,  e la tirò verso l’alto “ Sei il suo lascito vivente”

L’altra mano si unì alla gemella nel tentativo di estrarre la spada dal terreno, senza successo.

I muscoli delle braccia si tesero fino allo spasimo nello sforzo, ma l’arma si mosse solo di pochi millimetri, come a volersi prendere gioco della ragazza.

Cissnei strinse i denti, mettendoci più forza. Niente da fare, era decisamente troppo pesante per lei.

Sospirò. Stava per rinunciare quando due mani circondarono le sue sull’elsa, e l’aiutarono a far uscire la spada dal terreno.

La sua schiena era contro il petto di Zack, e le braccia del ragazzo la circondavano sfiorando le sue, tese verso l’alto nel tentativo di reggere il peso considerevole dell’arma.

I suoi occhi e quelli del Soldier si incontrarono sulla lucida superficie di metallo, che rifletteva i loro volti più vicino di quanto lo fossero in realtà.

Tacquero. Guardandosi intensamente per alcuni minuti che, a Cissnei, parvero ore.

Il cuore le martellava forsennato nel petto, rimbombando nelle sue orecchie ed eliminando ogni suono presente nella radura. A malapena riuscì a sentire Zack che mormorava:

“ Io… sono il suo lascito vivente?”

La ragazza arrossì, riuscendo solo a muovere la testa su e giù.

Il moro sorrise ed accompagnò le braccia di entrambi verso il basso, posando la Buster Sword sull’erba soffice.

La lasciò cadere completamente, avvolgendo i fianchi di Cissnei e tirandola ancora più vicino a sé.

Il contatto con il corpo caldo di Zack le mozzò il respiro, e rimase ancora più sorpresa quando il giovane appoggiò la fronte sulla sua spalla. I capelli neri scesero a solleticarle il collo e lei chiuse gli occhi, godendosi quel contatto tanto bramato.

L’aria fece volare alcuni petali secchi, e le fronde profumate stormirono rumorosamente piegandosi delicatamente al tocco leggero del vento.

Le ciocche ramate svolazzarono intorno al suo viso, battendo contro le guance e il capo di Zack, mischiando il rosso con il nero, e aumentando quella sensazione di pace che loro avevano perso da molto tempo.

Improvvisamente si sentì girare, e aprendo gli occhi poco ci mancò che perdesse l’equilibrio.

Il volto del ragazzo era vicinissimo al suo, e l’azzurro profondo delle iridi la stregò, lasciandola ammaliata. Quasi non si accorse di qualcosa di morbido a contatto con le sue labbra.

Si accorse che la stava baciando solo quando sentì la sua lingua premere prepotentemente per entrare nella sua bocca.

Istintivamente, gli prese il volto e rispose a quel bacio con la stessa foga, intrecciando la lingua con quella di Zack. Ma durò poco.

Zack si scostò quasi subito, lasciandola frastornata e volenterosa. Avvicinandosi di nuovo, la ragazza incontrò le resistenze del compagno.

“ Cissnei…io..” mormorò indietreggiando “ Perdonami… non posso”

Il suo cuore si spezzò in due. Un dolore lancinante le squarciò il petto e indietreggiò a sua volta con il viso sconvolto dalla disperazione.

“ M-ma..” sussurrò con sguardo vacuo “ Perché??”

“ Ecco… c’è..”

“ NO! Non dirlo!” proruppe con una voce innaturalmente stridula “È per lei vero?”

La conferma di Zack le diede il colpo di grazia. Come se quel piccolo gesto avesse rotto completamente gli argini in cui aveva rinchiuso il proprio dolore.

Non vide più nulla. Tutto le appariva sfocato e tremulo, ma riuscì a capire che stava scappando. La voce preoccupata di Zack le arrivava sempre più attutita alle orecchie e, a quel punto, scoppiò a piangere.

Con il cuore spezzato e tanti rimpianti.

 

 

-On Air: I see you ( Leona Lewis)

 

 

La landa si apriva desolata davanti ai suoi occhi. Le pale dell’elicottero giravano vorticosamente, sollevando la sabbia in nubi dense e spesse.

Cissnei, seduta di fianco al pilota, studiava attentamente il territorio, nella speranza di vedere un ciuffo di capelli neri e una spada sollevata verso il sole.

Ma ciò che vide fu solo morte.

Cadaveri di fanti,armi gettate nella polvere, proiettili, carcasse di elicotteri e sangue, tanto sangue, che tingeva di un rosso cupo il terreno.

Passando sull’altura, poi, vide quello che non avrebbe mai voluto vedere.

Zack, morto. Immerso in una pozza di sangue mischiato all’acqua piovana del temporale.

Il tempo parve bloccarsi.

Il suo viso perse colore.

Il velivolo atterrò li vicino, e lei si precipitò verso il cadavere.

Lo guardò a lungo, mentre le lacrime scendevano copiose dagli occhi.

Guardò il suo sorriso, l’ultimo che avrebbe visto percorrere le sue labbra, ormai bluastre e fredde.

Cadde in ginocchio, sporcando i pantaloni di sangue, e un gemito si unì al sacrale silenzio della morte, disperdendosi nel cielo azzurro e crudele.

Urlò, urlò a lungo strappandosi le ciocche dei capelli. Il pianto straziante della rossa si attenuò quando si raggomitolò su se stessa, dondolandosi in preda al dolore e alla sofferenza.

Rivisse quell’attimo di passione con Zack, quasi quattro anni prima, e pianse anche per le cose che aveva potuto appena assaporare e che non avrebbe mai potuto avere.

Pianse per se, per lui, per il passato e per il futuro che ormai aveva perso importanza .

Lo rivedeva allenarsi, con quella spada che per lui era tutto, e lo rivide appoggiare la fronte sul metallo e mormorare le stesse parole che Angeal gli ripeteva sempre. Abbraccia i tuoi sogni. E, qualunque cosa accada rimani fedele al tuo onore di soldier.

 

 

Addio Zack, non ti dimenticherò mai.

Oh, veglierai su di me adesso?

 

 

Una piuma volò nel vento.

 

 

Adesso e per sempre.

Ehi, pensi che io sia diventato un eroe?

 

 

THE END

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Final Fantasy VII / Vai alla pagina dell'autore: shining leviathan