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Autore: cassiana    04/02/2010    6 recensioni
"Lo sguardo del sindaco continua ad indugiare fastidiosamente sull’involto che Caroline gli ha posato sulla scrivania quella mattina. [...]Gli occhi dardeggiano, Paul posa la penna e una mano comincia la lenta traversata verso il vassoietto di cioccolatini. Goccioline di sudore gli imperlano la fronte. Un discreto bussare alla porta lo fa sobbalzare e l’uomo ritira la mano con espressione colpevole."
Paul de Reynaud/Caroline Clairmont
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Il peccato profuma di cioccolato

Nota: Il racconto è basato sul film Chocolat.  In realtà nasce per partecipare al p0rnfest @ fanfic italia ma poi, non so perchè, si è trasformata in una cosa fluffosa e pucciosa! Perciò astenersi diabetici e cultori dell'angst!

Disclaimer: i personaggi non mi appartengono ma sono dei rispettivi autori. La storia è scritta senza scopo di lucro.



Il peccato profuma di cioccolato

 
            Lo sguardo del sindaco continua ad indugiare fastidiosamente sull’involto che Caroline gli ha posato sulla scrivania quella mattina.
            - Te li manda Vianne: dice che sono i tuoi preferiti.
Gli ha comunicato con uno dei suoi sorrisi eterei. Paul continua a scrivere, imperterrito. Lo sa, sa cosa c’è dentro e odia Vianne che non perde occasione per provocarlo. Perché la proprietaria della chocolaterie conosce il suo punto debole e si è messa in testa di “aiutarlo a superare quel suo piccolo dilemma che gli impedisce di essere felice”, così gli ha sussurrato una volta e spera che capitoli prima o poi. Gli occhi dardeggiano, Paul posa la penna e una mano comincia la lenta traversata verso il vassoietto di cioccolatini. Goccioline di sudore gli imperlano la fronte. Un discreto bussare alla porta lo fa sobbalzare e l’uomo ritira la mano con espressione colpevole. Caroline entra con un fascio di carte in mano.
            - Sindaco, ci sarebbero da firmare queste ordinanze.
Si ferma accanto alla scrivania e aspira l’aria che sa di cioccolato. Paul osserva incantato una vena blu che risalta sulla pelle trasparente della gola, si domanda se anche la pelle dei suoi seni sia così sottile e bianca. Un fremito del ventre lo avverte di essersi incamminato su un terreno pericoloso. Si schiarisce la voce rumorosamente. Caroline, intanto, ha afferrato il tagliacarte e lo avvicina al nastro che racchiude l’involto. La carta che scricchiola richiama l’attenzione di Paul.
            - Cosa fai?
Domanda burbero, con una nota stridula nella voce. Caroline si ferma un po’ sorpresa.
            - Pensavo volessi aprirli.
Si giustifica. Paul si dà mentalmente dell’idiota e si sforza di sorridere. 
            - Aspetta, faccio io.
Aggiunge più pacato sfilandole di mano il tagliacarte e rimane turbato quando le sue dita sfiorano quelle tiepide e morbide di Caroline. Lei solleva le spalle in un piccolo gesto di resa. Paul non può fare a meno di notare come il vestito scuro le metta in risalto le clavicole e la piccola fossetta alla base della gola. Si ferma incantato a fissarla e solo la voce di Caroline che lo richiama alla realtà riesce a spezzare quella malia.
            - Ti senti bene?
Preoccupata.
            - Ma certo, certo!
Risponde Paul riprendendo il controllo su di sé e sfoggiando il tono energico che gli è abituale. La verità è che quando Caroline gli gira intorno Paul non si sente più sicuro di niente. Perché ama il modo che ha di inclinare il capo quando gli parla e come si sistema i capelli con una lieve carezza e adora il suo sorriso lieve e le labbra e gli occhi, ma soprattutto, che Dio lo perdoni, perché la desidera con un’intensità da fargli male. Scarta i cioccolatini e il loro profumo si spande ulteriormente nell’aria, Caroline osserva le piccole cupolette di cioccolato sormontate da una puntina più chiara.
            - Sembrano buonissimi, come si chiamano?
Paul vorrebbe sprofondare, farfuglia qualcosa ma quando la donna gli fa cenno di non aver capito è costretto a rivelare il nome:
            - Capezzoli di Venere.
Maledicendo dentro di sé Vianne. Quando Caroline fa per assaggiarne uno sussulta. Non può staccare gli occhi dai suoi denti che spezzano il guscio croccante, la lingua che lecca via una piccola goccia di cremoso ripieno dal labbro inferiore. Paul non riesce a sopportare oltre quella tensione, balza in piedi non sapendo come altro contenere la smania che si è impadronita di lui. Caroline gli porge un cioccolatino:
            - Provane uno: sono deliziosi!
E in quel momento Paul si sente estremamente vicino a comprendere come dovesse essersi sentito Adamo davanti a quella maledetta mela. Deglutisce, Caroline gli sorride, invitante, per un momento la immagina ricoperta solo di minuscole foglie. No, ora sa esattamente cosa ha provato Adamo in quel momento: allunga la mano e si carica del suo fardello di peccato. Ed è delizioso e voluttuoso e sa di promesse e desiderio. Paul chiude gli occhi, appagato: è così dolce arrendersi alla tentazione dopo che a lungo si è lottato contro di essa!
            - Hai uno sbaffo di cioccolato qui.
Caroline allunga una mano verso le sue labbra, con il pollice accarezza lievemente un angolo dei baffi. E’ un gesto così affettuoso, così intimo che Paul freme e si domanda quando siano arrivati a quel punto. Senza pensarci trattiene la mano della donna e bacia lievemente il palmo. Caroline sospira e sorride, con un passo si avvicina a lui e gli cinge le spalle con l’altro braccio. Le sue labbra sono così invitanti, rosse come piccoli frutti maturi che Paul non può fare a meno di baciarla e i loro respiri si confondono in un solo sospiro. Quando si staccano è stupito, non c’è nessun abisso che si è aperto sotto i suoi piedi.
            - Oh, Caroline, io…
Ma lei gli blocca le labbra con una mano:
            - Pensavo non ti saresti mai deciso, Paul!
Sorridono entrambi e di nuovo tornano a baciarsi come se non fossero mai sazi l’uno dell’altro e Paul per un folle momento desidera avere le branchie così da non doversi mai allontanare da quelle labbra neanche per il breve momento di un respiro.




   
 
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