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Autore: LaDyPrIdE    04/02/2010    2 recensioni
Quando a notte fonda realizzi cosa davvero è importante per te cosa ti resta da fare se non tentare di proteggerlo con tutte le tue forze? (
Genere: Romantico, Sentimentale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Best He's Ever Had Una manata in faccia, e Ludwig ci mise un istante a svegliarsi.
Il suo corpo scattò prima del suo cervello, e si tirò su a sedere, fissando ad occhi spalancati il buio della stanza davanti a se.
Un peso sulle gambe lo avvertì che quello che cercava era più in basso, e gli occhi seguirono quel pensiero, scivolando lungo il lenzuolo candido, fino ad intravedere la sagoma di un braccio.
Ludwig sospirò pesantemente, e lo seguì fino al proprietario: Feliciano occupava quasi tutto il letto, dormendo a braccia e gambe larghe, e russando, un filo di bavetta all'angolo della bocca. Come sempre.
"Pastaaa..."
Mugugnò a voce talmente bassa che Ludwig fece fatica a distinguere le parole. Ma dopotutto non ne aveva bisogno, quando Feliciano parlava nel sonno quello che diceva riguardava sempre la pasta. Che fossero maccheroni, spaghetti, o qualsiasi altro tipo sembravano essere la cosa più importante che affollava la mente di quel ragazzo.
Il biondo fece un sospiro, e scansò la mano di Feliciano, riavvicinandola al suo corpo, e con il piede fece lo stesso con la sua gamba, sperando di recuperare un pò del suo letto.
A quel pensiero Ludwig sospirò ancora, maledicendosi per quando aveva ceduto alle insistenti richieste dell'Italia di dormire con lui. Era meglio di no, gli aveva detto, ma il ragazzo aveva insistito talmente tanto che alla fine era diventato rosso e aveva ceduto per esasperazione. Come sempre, dopotutto.
Era deprimente vedere quanto era debole quando si trattava di Feliciano. In qualsiasi situazione riguardasse lui, qualsiasi, Ludwig ne perdeva completamente il controllo. Era impossibile darsi un contegno, ogni tentativo di ripristinare la calma dentro se stesso era perfettamente inutile.
Era deprimente, perchè lui sapeva di essere sempre stato forte. Non c'era niente che la potente Germania non potesse fare, conquistare, costruire... niente. E lo aveva sempre saputo.
Eppure... eppure da quando si era alleato con quel ragazzo tonto, sempre con la testa fra le nuvole, debole e ingenuo, qualcosa in lui era cambiato. E perfino doverlo ammettere solo a se stesso lo terrorizzava.
Aveva passato notti insonni a guardarlo dormire, come stava facendo anche adesso, chiedendosi cosa in Feliciano lo scombussolasse così tanto; e mai, mai era riuscito a trovare una risposta.
L'Italia si sdraiò su un fianco, mugolando di nuovo qualcosa che suonava molto come 'lasagne', e la bavetta inumidì la stoffa della federa del suo cuscino; passarono un paio di minuti, poi Feliciano sorrise, e Ludwig si sorprese a sorridere con lui, senza un motivo apparente. La realtà era che alla Germania piaceva vedere sorridere il ragazzo, lo trovava uno dei suoi migliori pregi, il saper stare sempre allegro... e anche se lo faceva impazzire quando cominciava discorsi senza senso, quando non lo ascoltava, quando tutto uello che sapeva fare quando si trovava nei guai era sbandierare la prima cosa di stoffa bianca che trovava, lui...
Il filo dei suoi pensieri si interruppe all'improvviso. Sventolare bandiera bianca...
"Pastaaa..."
Stavolta la voce un pò più alta scandì bene la parola, e Ludwig sorrise ancora, osservandolo con un sopracciglio inarcato agitarsi, aprire e chiudere le mani, spostarsi sull'altro fianco, poi di nuovo verso di lui. Nel muoversi il lenzuolo gli scivolò via dalla pelle, scoprendo la pelle liscia. Il biondo sospirò, e lo coprì di nuovo; di certo non faceva freddo in quel periodo, ma dormire scoperto era il modo più rapido per beccarsi la febbre, soprattutto considerato che Feliciano dormiva nudo.
Ludwig, guardò il suo viso ancora, poi appoggiò la schiena alla spalliera del letto, e fissò il soffitto. Ora che aveva capito ogni cosa era ancora più terrorizzato.
Se non altro adesso gran parte delle cose aveva un senso.
Aveva capito perchè era cambiato così tanto quando aveva firmato il Patto con l'Italia e il Giappone. Kiku sapeva difendersi perfettamente da solo... Feliciano no. Lui aveva la sua bandierina bianca.
Lui era ingenuo, rischiava sempre di finire in mano all'Inghilterra o peggio ancora alla Francia -Ludwig non osava immaginare cosa sarebbe potuto accadergli in quel caso- e aveva paura di tutto. Era stato questo a distruggere l'equilibrio della Germania fino a quel momento.
Rispetto al passato, dove aveva sempre pensato solo a se stesso, adesso aveva qualcuno da proteggere.
E quando si arrabbiava, quando impazziva a stargli aprresso, quando lo rimproverava fino a farlo piangere per poi chiedergli scusa, quando lo copriva la notte, la ragione per la quale lo lasciava dormire nel suo letto...
Erano solo i suoi goffi tentativi di proteggerlo.
Si sentì mancare il terreno sotto i piedi, ma quella sensazione venne coperta da una nuova: la sensazione di un corpo che rabbrividiva contro il suo, e poi il tiepido caldo di un abbraccio. Nel sonno, sentendo freddo, Feliciano aveva percepito il calore proveniente dal suo corpo, e si era avvicinato a quella fonte.
Ludwig spalancò gli occhi, e abbassò lo sguardo. Si chiese quante volte fosse già successo mentre lui dormiva, che il ragazzo lo abbracciasse in cerca di un rimedio contro il freddo. E alla sua mente si affacciò il dispiacere per non essere stato sveglio, quelle volte.
Ma stavolta, stavolta non lo respinse, come accadeva di solito.
Perchè ora aveva capito cosa gli stava succedendo.
Lentamente, nel silenzio più assoluto, gli passò un braccio attorno alle spalle, stringendo quel corpo gracile al suo, e scivolò giù, lasciando che la testa di Feliciano trovasse posto sul suo petto. Arricciò il suo ciuffetto fra le dita, provocando all'Italia un mugolio, e un pò di colore sulle guance, e soffocò una piccola risata.
Poi avvicinò il viso al suo, e il suo sorriso si allargò mentre il profumo dei capelli castani del ragazzo gli colpiva il naso. Un attimo, uno solo, pensò... e la sua bocca si posò su quella di Feliciano per un istante, una lieve e casta carezza. Poi si allontanò di nuovo, e poggiò la testa sul cuscino e chiuse gli occhi.
Ci aveva provato di nuovo.
Solo un altro dei suoi goffi tentativi di proteggere la cosa più importante che aveva mai avuto...


Nota: Ecco qui il ritorno in grande stile di LadyPride! XD Ebbene si, dopo secoli ho finalmente ritrovato la pass (o meglio, scoperto che c'era il tastino per resuperarla), e sono tornata a spargere panico! Questa fic è la prima che scrivo dopo tanto, quindi siate clementi!
  
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