Da qualche parte nel Tojiku,
molti anni prima
-Mia signora il bambino piange!-
-Datemelo!-
La
fanciulla scostò la veste lasciando libero il seno, l’ancella le porse
il bambino e lei lo attaccò.
-Hai sempre fame tu, vero?-
Aveva la
voce morbida e dolce mentre cantava una ninna nanna, allattando il piccolino:
un bambino con i capelli biondissimi e insoliti occhi color indaco.
-Fino a quando dovremo continuare
a fuggire? Sono così stanca, così stanca. -
-Mia signora vostro padre vi
cerca e gli uomini del vostro promesso sposo, dovrete fuggire sempre voi e il
vostro bambino, il frutto del vostro...-
La voce
dell’ancella ripeteva ogni volta la stessa storia.
-Non osare serva! Mi sarei dovuta
sposare con quel vecchio? Io la prima principessa del regno dello Shandong! Mai
e poi mai! Non è colpa mia se mi sono innamorata, non è colpa mia!-.
Il tono
della voce della ragazza si era improvvisamente alterato e il bambino si era
messo a piangere.
-Non hai nessuna colpa tu,
piccino mio, nessuna. -
E nel vedere sorridere la madre, il piccolo sorrise e si rimise beatamente a succhiare.
Ai-Li
era di una bellezza stupefacente. Il viso piccolo e ovale, gli occhi
elegantemente piegati all’insù color della giada. Bella e altera. Fin da
piccola aveva dimostrato un caratterino tutto suo. Testarda come un mulo e
cocciuta come un bue tibetano, ma quando sorrideva, faceva dimenticare ogni
spigolo del suo carattere.
Era
stata promessa in sposa appena nata, come da tradizione, per mantenere i buoni
rapporti con il regno vicino. Cresciuta nel lusso, aveva conosciuto il suo
promesso compiuti i quindici anni. Un vecchio.
Subito
aveva puntato i piedi e detto no: no a suo padre, a sua madre e al gran
ciambellano. No e poi no. Non si sarebbe sposata, sarebbe diventata una monaca
buddista piuttosto, sarebbe scappata in al di là del mare, nel regno del Sol
levante.
E poi
c’era lui, il figlio del console di Britannia. Anche lui la guardava, di
nascosto, fra le grate dei padiglioni femminili e quando durante le feste partecipava
ai banchetti. Così come si guardano i fiori rari e preziosi in un giardino.
James Ewan,
futuro lord di Wessex, era capitato nello Shandong per caso, al seguito di suo
padre, durante l’ennesimo viaggio per stabilizzare i commerci via mare. Era
successo tutto una sera, mentre stava tranquillamente fumando una sigaretta sotto
un salice piangente. Un singhiozzo sommesso l’aveva distratto dai suoi
pensieri. Dietro ad un cespuglio c’era una ragazza che piangeva. Da gentiluomo qual
era James aveva esordito con uno “scusate
signorina posso” ma la giovane aveva risposto con un secco e piagnucoloso “
No, non potete aiutarmi, nessuno può”
e avrebbe incenerito con lo sguardo il suo interlocutore, solo che Ai-Li si era
immediatamente persa nello sguardo quasi violetto di James e lui con stupore,
si era accorto che la ragazzina non era altri che la prima principessa dello
Shandong. Si erano guardati a lungo, ma non c’era voluto molto tempo per tutto
il resto. James fantasticava di rapirla e portarla in Britannia, dove sarebbe
diventata lady Wessex. Le parlava in continuazione di come fosse verde la sua
patria e di come sarebbero stati felici. Dovevano solo scappare. Insieme. Solo
che Ai-Li era scappata da sola, non appena si era accorta di essere incinta.
Aveva minacciato la sua vecchia ancella e l’aveva costretta a seguirla. Due
lettere, una a suo padre nella quale diceva che piuttosto che sposare quel
vecchio preferiva fare la vagabonda per il mondo e una a James in cui diceva
che se avessero scoperto la sua gravidanza per lui sarebbe stata morte sicura.
A cavallo e con i gioielli cuciti nelle vesti e nelle bisacce della sella,
aveva preso dall’armeria una pistola e anche se era scarica, era stata sufficiente
mostrarla alla vecchia per convincerla a salire sul mulo al suo seguito.
Prima in
montagna, poi verso il deserto e poi ancora in montagna. E poi era nato il
piccolo Xuànzang.
Ai-Li
era diventata meno prudente. Non si fidava a lasciare il bambino alla vecchia e
scendeva nei villaggi a comprare il cibo e tutto quello che le poteva servire.
Nascondeva il piccolo vicino alle piccole edicole votive del Buddha nei
dintorni del villaggio e velocemente faceva acquisti. Poi recuperava il suo
piccolo e tornava dalla vecchia che aveva fatto accampare nelle vicinanze. Non poteva
passare inosservata, nonostante Ai-Li vestisse abiti dimessi da povera
contadina. Era sempre la prima principessa dello Shandong. Fu una pattuglia di
mercenari a scoprirla. Vicino a un fiume, mentre cullava il piccolo Xuàn.
Il capo
dei mercenari quando la vide capì ogni cosa: sapeva che se avessero scoperto
Ai-Li con il bambino sarebbero morti entrambi. A lui però serviva la principessa
viva per la ricompensa.
-Principessa, potete salvare voi
stessa e sperare per questo bambino, ma non potete sperare di salvare entrambi
tornando a Palazzo.-
Ai-Li
sapeva che aveva ragione. Pianse, urlò mentre prendevano Xuànzang e lo
mettevano dentro ad una cesta, per affidarlo alla corrente del fiume. Nella
cesta Ai-Li mise la pistola che aveva rubato nell’armeria di suo padre. Non
volle guardare mentre il mercenario affidava la cesta al fiume. Ostinatamente rimase
con le spalle girate, mentre il fiume si prendeva suo figlio.