Anime & Manga > Slayers
Ricorda la storia  |      
Autore: Makari Metallium    13/07/2005    6 recensioni
Zelgadiss torna a Seilunne dopo una lunga assenza, e scopre che molte cose sono cambiate. Intanto, qualcuno si ricongiunge ad una persona molto importante...
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Into Your Arms

INTO YOUR ARMS

 

Nota: le parti tra “…..” sono i pensieri dei personaggi; le parti tra << ….. >> le loro parole.

 

Zelgadiss Greywords camminava silenzioso lungo le vie di Sailunne, capitale della Magia Bianca, guardandosi intorno con aria smarrita. Non era quella la città che conosceva. Le strade erano deserte, le porte e le finestre serrate, alcuni edifici erano crollati, altri erano inesorabilmente in rovina, ed ovunque potevano vedersi i segni di quelli che dovevano essere stati combattimenti recenti.

Lo stesso spettacolo che gli si era presentato quando era giunto a Dills.

Strinse in pugno il braccialetto che Amelia gli aveva regalato anni prima. Era quello tutto ciò che gli era rimasto del suo passato, quando si era risvegliato solo e ferito su una spiaggia deserta. Senza ricordare né chi fosse, né da dove venisse, o il perché delle sue ferite. Incapace anche solo di dare una spiegazione al suo mostruoso aspetto fisico.

Continuò a camminare per le vie della città.

Il suo corpo bruciava di febbre, eppure non aveva trovato nessuno disposto a dargli aiuto; erano tutti terrorizzati da quello che nemmeno lui sapeva di essere. Una chimera.

Quante volte aveva maledetto Rezo per quello che gli aveva fatto? Eppure, in fondo, era stato proprio per merito suo che aveva intrapreso quel lungo viaggio alla ricerca di una Cura – il viaggio che poi sarebbe stato la sua vita – permettendogli di conoscere coloro che erano stati i suoi più grandi amici – Lina, Gourry, ed Amelia.

Ma allora non poteva ricordare. Solo il buio; il vuoto. Era stato accolto da un gruppo di pazzi visionari (o ameno così la gente li definiva) che affermavano di aver visto una misteriosa terra rimasta per millenni isolata a causa dei Mazoku. Anche lui doveva provenire da lì. Ed era oltre oceano.

Lunghe, interminabili notti popolate da incubi, volti di cui non conosceva il nome, stregoneria, un terribile combattimento, urla e sangue dappertutto. E dei meravigliosi occhi blu…. Chi era, da dove proveniva,  perché gli riaffioravano alla memoria frammenti di testo di cui non ricordava il senso, ma che invocavano un antico potere… E quel braccialetto… A chi era appartenuto….

Zelgadiss continuava a camminare silenzioso. Da una finestra proveniva il pianto di un bambino, ed il canto sommesso di una madre che intonava una ninna nanna.

Lui doveva sapere.

Dicevano che si trovava oltre Oceano, in quelle terre non era arrivata la Magia, e lui ci aveva messo non poco per rimettersi in forze. Gli avevano consigliato di tornare alla Penisola dei Demoni, dove avrebbe certamente trovato qualcuno in grado di aiutarlo, e magari di restituirgli quel passato che gli apparteneva, ma che era rimasto confinato chissà dove nella sua memoria.

E così era stato.

Sollevò lo sguardo verso il cielo, osservando i pallidi raggi della luna che illuminavano le rovine di quella che era stata una delle barriere magiche che reggevano lo scudo di Sailunne. Posò una mano sopra la pietra: poteva ancora sentire la magia che scorreva la suo interno. Poi la su attenzione venne colpita da un suono: si voltò e vide un giovane che suonava un’ocarina. Si fermò ad osservarlo.

Si era imbarcato per un viaggio che nessuno sapeva con precisione quanto sarebbe durato. Avevano navigato per giorni, settimane, mesi, ed infine erano giunti sulle coste di un paese. Il regno di Dills.

Anche Dills era una città fantasma, ormai. Le mura erano crollate, interi quartieri erano quasi del tutto rasi al suolo. Strinse i pugni, ricordando i mucchi di cadaveri ammassati agli angoli delle strade.

Riprese a camminare con aria mesta, imboccando la via principale che portava al palazzo reale di Sailunne, che si ergeva maestoso davanti a lui.

Aveva trovato aiuto nel Saggio a capo della Gilda dei Maghi di Dills: ormai solo pochi di loro erano rimasti a custodire i tesori della città. Gli avevano fatto bere uno strano e disgustoso liquido, poi avevano compiuto su di lui un incantesimo. E lui aveva lentamente ricordato.

<< Fermo! >>

Delle guardie gli sbarrarono la strada incrociandogli le lame di fronte. Indossavano l’uniforme con lo stemma reale di Sailunne.

Gli erano tornati i ricordi di Lina, Gourry ed Amelia, brevi lampi di memoria; stavano combattendo contro dei Mazoku; un Dark Lord in armatura; Dynast Grausheera. Risuonarono delle esplosioni.

<< LINAAAAA!!!! >>, Gourry aveva urlato, la maga era stata inghiottita da una sfera luminosa, un’onda d’urto terribile…. Aveva cercato Amelia con lo sguardo, aveva urlato il suo nome, le aveva teso la mano. Le loro dita si erano incrociate, poi un terribile boato.

Tenebre. Cercò di mettere a fuoco l’ambiente che lo circondava. Niente. Solo il buio. Silenzio. Poteva sentire il battito del suo cuore, ed il suo ritmo accelerare, farsi sempre più concitato. Voltò disperatamente i capo a destra e a sinistra, si girò intorno, cercò tastoni un appoggio, un muro, qualcosa che li potesse indicare dove si trovava. Niente. Si sentì prendere dal panico, del sudore cominciò a scendergli lungo le tempie. Doveva trovare il modo per andare via di lì. Incominciò a correre urlando qualcosa all’oscurità davanti a lui. Era come se la sua voce risuonasse terribilmente lontana, sentiva solo suoni confusi che gli riecheggiavano nella  testa…. Una voce familiare che lo chiamava dall’altra parte, dicendogli di tornare indietro…. Ma in fondo non importava molto.

Il buio. Calma. E lo scroscio delle onde del mare in lontananza. Solo su una spiaggia deserta.

<< Lasciatemi passare, vi dico che sono un amico! >>. Cominciava a spazientirsi. Quelle due guardie non volevano lasciarlo passare. Avrebbe potuto spazzarle via con un semplice incantesimo, ma non poteva. In fondo, anche loro erano esseri umani; avevano una vita; ed anche la loro vita aveva un enorme valore.

Continuò a correre. Aveva il fiato grosso, sentiva il cuore in gola, ma non poteva fermarsi: da qualche parte doveva esserci una via d’uscita. Poi inciampò in qualcosa e cadde. La terra diventò molliccia sotto di lui, cominciò a sprofondarvi.

<< Ma cosa? >>

Cercò di aggrapparsi a qualcosa di solido, ma finì solo col peggiorare la situazione. Venne inghiottito del tutto; per un attimo gli mancò il respiro; poi cadde su qualcosa di duro. Riprese fiato, provò a rialzarsi, ma si rese conto che qualcosa gli stava immobilizzando le braccia e le gambe. Si dimenò cercando di liberarsi, ma ogni suo sforzo risultava inutile. Era completamente immobilizzato.

Zelgadiss era riuscito a spingersi fino al cortile interno del palazzo; frattanto erano accorse delle altre guardie. Certo che ne stavano facendo, di confusione. Aveva anche dovuto cedere il braccialetto di Amelia ad una guardia, visto che era l’unico sistema per provare la sua identità, e la cosa lo aveva infastidito non poco. Ed ancora non lo lasciavano passare. Possibile che non avesse il diritto il vederla, di parlarle in tranquillità? Perché, in fondo, era per questo che era tornato a Sailunne. Solo per vederla; per incrociare di nuovo i suoi occhi blu; per vedere il suo sorriso. Si rendeva conto di quanto fosse un pensiero egoista, il suo, ma la cosa che più gli premeva in quel momento era sapere che lei stesse bene; tutto il resto, Lina, Gourry, anche la vita del mondo intero, passava in secondo piano. Se ne vergognava profondamente, ma era così, e non poteva più negarlo né agli altri, né a sé stesso. Ed ora poteva capire Lina, quando pur di salvare Gourry aveva accettato di obbedire agli ordini dell’Hellmaster, di castare il Giga Slave, ed infine di offrire la sua stessa vita in cambio.

Era completamente immerso nei suoi pensieri, quando fu scosso da una voce che conosceva bene.

<< Zelgadiss-san! >>

Sentì un sussulto nel petto; le tempie cominciarono a pulsargli.

<< Zelgadiss-san! >>

Deglutì, ordinando categoricamente a sé stesso di restare calmo. Si voltò lentamente, e vide una giovane donna corrergli incontro..Amelia…. I pallidi raggi della luna illuminavano di strani riflessi azzurri i lunghi capelli scuri, che le ricadevano morbidi sulle spalle lasciate scoperte dall’ampia scollatura del vestito bianco; i suoi occhi blu risplendevano nel buio; era come un’apparizione, rivederla dopo tanto tempo…. I due si abbracciarono; lei stringeva in mano il braccialetto che anni prima aveva regalato a Zel.

Non riusciva a spiegarsi cosa stesse accadendo, ma era come se dei fili finissimi lo stessero bloccando da ogni parte, formando una rete. Era come essere finiti intrappolati nell’ enorme tela di un ragno; e la bestia era in agguato da qualche parte, scrutandolo con i suoi occhi fiammeggianti. E lui era la sua preda.

Continuava a lacerare lo spazio vuoto davanti a lui, infine gli sembrò di essersene liberato. Stette qualche minuto in silenzio, ascoltando il suo respiro affannato. Doveva cercare un’uscita. Riprese a correre nel buio, da qualche parte sarebbe dovuto arrivare, magari avrebbe trovato qualcuno che avrebbe saputo dargli una mano, che l’avrebbe aiutato nella sua ricerca…. Doveva ritrovarla…. Ma improvvisamente il pavimento sembrò cedere sotto i suoi piedi; precipitò; si aggrappò al bordo dal quale era caduto; ma anche quello si sgretolò sotto le sue dita; precipitò in un baratro oscuro.

<< NOOOOOOO!!!!!! >>.

La sua voce riecheggiò nelle tenebre.

Zelgadiss si sedette sul tronco di un albero caduto nel giardino del palazzo reale di Seilunne, portandosi la testa tra le mani. Il racconto di Amelia lo aveva scosso profondamente. Dynast Grausheera aveva guidato contro di loro una coalizione di demoni inferiori per vendicare la sua Shella e c’era riuscito; Lina era morta, inghiottita da quell’esplosione che era anche il suo ultimo ricordo, mentre di lui si era persa ogni traccia. Erano rimasti solo lei e Gourry, soli e feriti. Ma lo spadaccino non aveva voluto credere che Lina fosse morta; di lei era rimasto solo il suo bandana nero, lacero e sporco di sangue; così era partito alla sua ricerca; da allora la principessa non aveva più avuto sue notizie; le era giunta voce che fosse impazzito, e che se ne andasse in giro per i villaggi a terrorizzare la gente con la sua spada, ma non sapeva fino a che punto potesse essere vero.

E lei? Amelia era rimasta sola. I mazoku avevano deciso di impossessarsi nuovamente dei luoghi che un tempo erano stati loro, dopo la caduta della barriera, forti di aver tolto di mezzo una potenziale minaccia; ed avevano deciso di farlo con la forza.  Avevano completamente raso al suolo alcuni villaggi ai piedi dei Kataart, la stessa Dills era caduta. Ed i draghi non avevano fatto nulla per difendere gli esseri umani, eccetto per un piccolo gruppo guidato da Milgatia, Philia e Valgarv, che capeggiavano quanti avevano deciso di  ribellarsi ai Dragon Lords. Era merito loro se Sailunne era ancora in piedi. Ma non sarebbe resistita ancora a lungo. Gran parte della popolazione era fuggita, alcuni addirittura erano passati dalla parte dei mazoku. Philionel era stato assassinato. Di Gracia non si avevano più notizie. E lei si era trovata a dover governare un regno in rovina, in una situazione difficilissima. Ma da sola non ce l’avrebbe potuta fare. Così aveva sposato Marius, il figlio  di uno dei funzionari più fidati del padre.

Gli occhi di Amelia erano gonfi di lacrime. Si sedette in silenzio accanto a Zelgadiss, poggiandogli la mano sul braccio.

<< E’ terribile… >>, mormorò la chimera con un filo di voce, << tutto è perduto, ormai…. Per cosa sono tornato…. Solo morte e disperazione…. >>

<< No! >>, Amelia lo abbracciò, delle lacrime cominciarono a bagnarle il viso.

<< Non tutto è perduto, Zelgadiss-san…. Ho sempre sperato che tu fossi vivo, da qualche parte, ed in fondo l’ho sempre saputo, ma non ho avuto la forza di venirti a cercare, come Gourry…. Perdonami, Zelgadiss-san…. >>.

Zelgadiss la guardò stupito.

<< …..perdonami, Zelgadiss-san…… >>, la voce di Amelia era rotta dai singhiozzi.

“Perdonarti per cosa?”

<< Non ho avuto la forza di aspettarti……. >>

“Non hai niente di che rimproverarti….”

<< Ho sposato un uomo che non amavo, solo per avere qualcuno accanto, qualcuno a cui potermi appoggiare, pur sapendo che io….io….. >>

“Cosa vuoi dire? Che mi ami? Un mostro come me? No….”

<< …….Pur sapendo che io ti amo! >>

Zelgadiss sgranò gli occhi, sentì il cuore accelerare violentemente il suo battito, si rese conto di stare arrossendo.

“Splendido, una chimera che arrossisce diventando di un meraviglioso colore vilastro…. Controllati, Zel!”

<< ……Ti amo , Zelgadiss-san, e la sola cosa che adesso conta è che tu sia tornato, e che tu sia qui, insieme a me…. >>.

Zelgadiss sospirò chinando il capo, ed incrociò i suoi occhi lucidi. Aveva sempre desiderato che Amelia gli dicesse qualcosa del genere; era tornato dall’abisso dell’oblio per riprendere la sua vita normale, per quanto potesse definirsi normale, la vita di una chimera, era pur sempre la sua vita, alla perenne ricerca di una Cura, ed in attesa di poter aprire il suo cuore alla principessa.

<< Anche io ti amo…. >>, sussurrò accarezzandole il volto. Da lontano si sentì il rombo di un tuono. Quante volte aveva immaginato quella scena, con lui che non riusciva ad articolare nemmeno una parola davanti ad Amelia, in una radura illuminata dai raggi del sole, e dietro un cespuglio Lina che spiava curiosa insieme a Gourry, magari chiedendosi perché perfino una chimera come Zel aveva trovato quel coraggio di dire poche parole che lei forse non avrebbe mai avuto (perché Zel sapeva bene che Lina amava Gourry, ma lei non l’avrebbe mai ammesso, ed oramai nessuno avrebbe mai potuto saperlo, tutto dissolto in una sfera infuocata, ed in un’esplosione)…. E  poi finalmente avrebbe detto quella che ora sembrava solo una frase dettata dalla pietà, o peggio, dall’opportunismo.

Oramai tutto era cambiato, niente sarebbe tornato più come prima, e la piccola radura felice era scomparsa come dietro il sipario di un palcoscenico.

Fine dello spettacolo.

Fine di tutto?

No.

Lui non voleva fare la stessa fine di Lina, non avrebbe permesso che i suoi sentimenti morissero insieme a lui.

Asciugò le lacrime di Amelia e l’abbracciò.

<< Sono tornato, e sarò sempre qui, insieme a te…. >>, le sussurrò all’orecchio; poi la baciò, mentre cominciavano a cadere le prime gocce di pioggia.

Cadde a terra con un tonfo, strinse gli occhi per il dolore, aveva freddo, e stava piovendo a dirotto. Aprì gli occhi, e con uno sforzo immane si mise in ginocchio. Si guardò intorno stupito: si trovava in un bosco, o qualcosa del genere. Si rialzò barcollando, e si incamminò tra gli alberi ed i cespugli, non sapendo nemmeno lui dove stesse andando. Avanzava inciampando tra le rocce e le pietre, si sentiva debole e spossato, il suo corpo era percorso dai brividi, ed odiava la sensazione dei vestiti bagnati appiccicati addosso. Ma era come se si sentisse vicino a lei: forse l’aveva ritrovata, finalmente, e non poteva mollare proprio adesso. Giunse infine ai piedi di un enorme albero secolare. I suoi rami si perdevano in alto tra le nubi, ed il tronco era ricoperto da muschi e rampicanti. Si avvicinò facendosi largo tra le radici che sporgevano dal terreno: poteva sentire una fortissima aura magica, ed inoltre era come se tutta l’aria intorno a lui stesse vibrando. Quello non era un semplice albero. Poi qualcosa attirò la sua attenzione: tra le radici, vicino al tronco, si apriva come un varco. Si avvicinò per guardare meglio: all’interno era tutto scuro. Poggiò una mano sui bordi dell’apertura, al suo tocco la corteccia sembrò pulsare, poi una voce.

<< Gourry! >>

Ritrasse la mano di scatto: non c’erano dubbi: era lei. E lo stava chiamando, da qualche parte lì dentro. Chinò il capo per entrare nell’ apertura tra le radici, e cominciò ad avanzare cautamente nel buio. Sentiva il fango molliccio sotto i piedi, odore di muschio e di umido, e da qualche parte l’eco di gocce di acqua che cadevano in lontananza. Si addentrava sempre più in profondità, mentre le pulsazioni si facevano sempre più forti, facendo vibrare le pareti tutto intorno. Se potevano definirsi pareti, quelle. Erano piuttosto un enorme groviglio di radici e muschio. Man mano che si addentrava all’interno dell’albero, dall’alto cominciava a filtrare un fioco fascio di luce. Gourry si chiese da dove potesse provenire, quando ad un tratto si bloccò, sgranando gli occhi per lo stupore.

Quello che si trovava davanti a lui era un vero e proprio albero nell’albero: un enorme tronco ricoperto da rampicanti si ergeva verso l’alto, e centinaia di rami andavano a piantarsi sulle pareti laterali, formando un groviglio inestricabile.

E poi, al centro, qualcosa che sporgeva dalla corteccia, il corpo di una giovane, Lina, la sua Lina…. I lunghi capelli color rame le incorniciavano il volto, ricadendo sulle spalle e sui ramoscelli che le si insinuavano sotto la pelle, dividendosi in minuscoli capillari pulsanti e portando il loro nutrimento in profondità, fino alle arterie ed ai vasi più grandi.

Era quell’albero che la stava nutrendo, che l’aveva accolta nel suo grembo in attesa che qualcuno la ritrovasse, che lui la ritrovasse.

Le si avvicinò, tendendo il braccio in avanti; le carezzò delicatamente una guancia, scostandole  capelli dal viso; poteva sentire i calore del suo corpo; ora sapeva perfettamente quello che doveva fare. Le afferrò con decisione un braccio, tirandola in avanti. Lei incurvò la schiena, mentre i rami si ritraevano lentamente da sotto la sua pelle, e la corteccia si spalancava in due, rilasciando il suo corpo. Gourry la sorresse prontamente, osservando l’albero che si ritraeva del tutto, lasciandoli come sospesi in uno spazio vuoto.

Lina lentamente riaprì gli occhi, riconobbe lo spadaccino, gli sorrise, i due si abbracciarono. Gourry affondò il volto tra i capelli della giovane, stingendo il suo corpo a sé…… Finalmente l’aveva ritrovata……

Poi la maga si scostò lentamente da lui, guardandolo nei suoi occhi color del cielo.

E così LoN aveva rispettato nuovamente gli accordi. Si sarebbe risvegliata solo quando fosse arrivato anche Gourry. E così era stato. Anche se, in fondo, sperava che quel momento non fosse mai arrivato. Gli sorrise.

<< Mi sei mancato >>

<< Anche tu mi sei mancata, Lina….ti ho cercata a lungo e non….. >>

<< Shh >>, Lina gli poggiò un dito sulle labbra, << ormai non ha più importanza…. >>, sussurrò avvicinandosi a lui; ormai nulla poteva avere più importanza: non importava che posto fosse quello, o quanta sofferenza ci fosse voluta per arrivarci; la sola cosa che contava era che fossero insieme, ed ormai insieme per l’eternità. Così, lontani dalla vita, ma insieme.

Le loro labbra si sfiorarono, le mani intrecciate le une nelle altre, mentre i loro corpi cominciavano a svanire in minuscoli frammenti luminosi.

Sheelfel osservò il corpo di Gourry che giaceva immobile nel letto dell’ospedale dove l’aveva portato dopo averlo raccolto svenuto sul ciglio di una strada. Una volta Lina le aveva raccontato che era lì che aveva incontrato Gourry per la prima volta.

Si girò di spalle, asciugandosi gli occhi col dorso della mano, e si incamminò verso i corridoi bui, a mala pena illuminati dalla fioca luce della luna che penetrava dalle larghe finestre, mentre da una camera vicina si sentiva l’urlo di una madre; odore di sangue, ed il primo vagito di un bambino.

 

THE END

 

Nota dell’autrice: questa fanfic mi è venuta in mente mentre stavo rileggendo per l’ennesima volta RG Veda, quindi non me ne vogliate se la scena in cui Gourry ritrova Lina ricorda quella in cui Ashura-o vede suo figlio in sogno. Tempo fa, è nata una discussione con Luna Drag  in merito all’identità del bambino che nasce nella scena finale. Anche se ho cambiato alcune frasi, ho deciso di lasciare quella parte. In realtà non so bene nemmeno io chi sia. Ma forse non è lì a caso. Fate voi. Volevo ringraziare Mistral, per aver letto e corretto questa fanfic.

Spero che a qualcuno sia piaciuta….!

  
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Slayers / Vai alla pagina dell'autore: Makari Metallium