06/02/2010
2 recensioni
-Lucky Strike-
*} Dedicata a Mitsu {*
«Ti va di fare un tiro?»
[Shounen-ai - Tyki x Lavi]
*} Dedicata a Mitsu {*
«Ti va di fare un tiro?»
[Shounen-ai - Tyki x Lavi]
-Title: Lucky Strike
-Autor: XShade-Shinra
-Manga: D.Gray-man
-Pairing: TxL (Lucky)
-Genre: Shounen-ai, AU
-Rating: Giallo
-Chapters: One Shot
-Disclaimer: Tutti i personaggi di questa storia sono maggiorenni e comunque non esistono/non sono esistiti realmente, come d’altronde i fatti in essa narrati. Inoltre questi personaggi non mi appartengono (purtroppo...), ma sono proprietà dei relativi autori; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro ma solo per puro divertimento! ^^
-Note: Sono contraria al fumo. Ci tenevo a dirlo.
- Lucky Strike -
Tutti possiedono un luogo speciale all'interno dell'Istituto scolastico che frequentano.
Delle volte è semplicemente la propria aula, per altri potrebbero essere le scale o, per qualcun altro, l'ingresso con gli armadietti per riporre le scarpe e scambiarsi le lettere d'amore.
Per Lavi, invece, il posto ideale era la terrazza della scuola, oltre la soffitta.
Anche quel giorno era salito fino all'ultimo piano ed era uscito per prendere un po' di sole e depurarsi i polmoni dall'aria chiusa della sua aula, inspirando profondamente mentre il vento gli scompigliava i ribelli ciuffi color fuoco.
Non poteva certo immaginare che proprio quello stesso luogo fosse il posto preferito anche da un altro studente, il quale arrivò alle sue spalle con passo silenzioso, come quello di un felino a caccia.
«Ehy, matricola!» lo chiamò, facendolo voltare dalla parte sinistra, dato che il suo lato destro era cieco.
«Yo!» lo salutò, girandosi completamente verso il ragazzo più grande, appoggiandosi con i gomiti alla ringhiera. Lo riconobbe subito: si trattava di Tyki Mikk, uno studente dell'ultimo anno.
Per uno come Tyki non era difficile passare inosservato, data la sua bella presenza, ma Lavi lo aveva riconosciuto semplicemente perché poteva vantare una memoria di ferro, capace di tenere archiviati anche i più piccoli dettagli. Molti, per questo suo talento, lo equiparavano ad un piccolo genio.
E poi, a dirla proprio tutta, non c'erano altri studenti portoghesi in quella scuola, a parte Mikk, né qualcun altro che potesse vantare un colore delle iridi così raro e prezioso, il colore di un filone in una miniera aurifera.
«Mi chiamo Lavi.» si presentò il rosso, sorridendo cordiale.
Il ragazzo dagli occhi ambrati si sistemò accanto al guercio appoggiandosi a sua volta con i gomiti alla balausta e la faccia rivolta verso la città.
«Tyki.» si presentò telegrafico.
«Conosco il tuo nome.» disse l'altro, alzando il volto al cielo terso.
«Oh, e come mai mi conosci?» domandò, cercando di fare il brillante, pensando che Lavi lo avesse "notato", visto che la matricola non era affatto male.
«Perché ho sentito sbraitare la professoressa Emilia nell'andito contro di te e di altri due ragazzi truccati pesantemente e che portavano la divisa sbrindellata.» spiegò semplicemente.
Anche Lavi non portava la giacca della divisa in maniera ordinata e, sommato ai capelli rossi, ciò gli dava un'aria da teppistello. Tyki, invece, vestiva perfettamente a puntino, senza un solo particolare fuori posto. E' proprio vero che l'abito non fa il monaco!
Un po' depresso per la risposta, il portoghese si frugò in tasca, tirando fuori un pacchetto di Lucky Strike ed uno zippo.
«Chi ci fai qua?» domandò alla matricola, portandosi una sigaretta alla bocca.
«Come hai fatto a portare dentro la scuola delle sigarette?» chiese, invece, stupito.
«Ho chiesto qualcosa io, prima.» gli fece notare, facendo ballare la stecca, che reggeva con le labbra, ad ogni sillaba.
«C'era compito d'algebra alla terza ora.» rispose, con aria annoiata.
«Ah, hai consegnato in bianco?» chiese, guardando l'orologio da polso e notando che la terza ora di lezione era incominciata da poco più di trenta minuti.
«No.» rispose con un sorriso «In realtà l'aveva terminato subito e mi annoiavo, così ho chiesto il permesso di uscire.»
Tyki sgranò gli occhi a quella affermazione. Per lui era una cosa del tutto inconcepibile! Contando i tempi per consegnare i moduli ed il fatto che Lavi doveva essere già là da almeno qualche minuto, avevo svolto il compito in meno di venti minuti! E dire che Tyki era stato sbattuto fuori dall'aula visto che si era addormentato sul banco...
«Ah.» sbuffò, facendo scattare lo zippo per accendersi la sigaretta.
«Allora, come hai fatto a far entrare qui quella roba?» gli richiese. Era risaputo che quel genere di cose non erano permesse all'interno dell'Istituto, e la vigilanza, inoltre, era molto severa.
«Si vede che sei ancora una matricola...» ghignò, porgendogli il pacchetto aperto come ad offrirgli una delle sue Luckies.
«No, grazie.» declinò educatamente l'invito.
A quel rifiuto, Tyki ripose il pacchetto nella tasca e si accese la sua agoniata sigaretta, chiudendo gli occhi ed inspirandone il bianco veleno che espirò subito dopo dalle perfette labbra, tenendo la stecca tra l'indice e il pollice.
Lavi rimase a guardare il portoghese mentre era intento in quel suo personalissimo rito e i loro occhi si incrociarono per una frazione di secondo quando quelli del ragazzo più grande si riaprirono.
«Perché non vuoi provare?» gli domandò da buon diavolo tentatore.
«Non mi piacciono le cose che provocano dipendenza.» rispose.
La sua filosofia di vita era la più semplice del mondo: "Non avere nessun tipo di legame con niente e nessuno".
«Devo dedurre che non ti piace nemmeno il sesso?» domandò, assottigliando gli occhi e ghignando, prendendo poi un'altra boccata di fumo.
La matricola si imbronciò, incrociando le braccia al petto e guardando dalla parte opposta, con le guance gonfie.
Il portoghese rise a quella scena, avvicinandosi a lui e poggiandogli le dita di una mano sulle guance per poi premere, sgonfiandogli così le gote.
«Uhn?» fece il rosso, guardando il bel viso del moro, mentre egli faceva scorrere le proprie dita sul suo volto, fino a pizzicargli il mento con delicatezza.
Lo sguardo del guercio divenne ancora più interrogativo, ma non fece in tempo a porre domanda alcuna ché si ritrovò le labbra del moro sulle proprie, in un bacio delicato come il battito d'ali di una farfalla.
Per la sorpresa schiuse le labbra, sentendo così il fumo invadergli direttamente la bocca assieme alla lingua di Tyki che accarezzò quella della matricola, invitandola a danzare per pochi ma intensi secondi, dopo dei quali si allontanò da lui a passo lento, dandogli la schiena e riportandosi la sigaretta alla bocca per l'ultimo tiro prima di buttarla a terra e spegnerla con la punta della scarpa mentre camminava verso l'entrata esterna per la soffitta.
Tutto successe così velocemente che Lavi non riuscì né a dire, né a fare niente.
«Ci vediamo domani alla pausa pranzo, guercino.» lo salutò, togliendo nuovamente il pacchetto delle sue sigarette dalla tasca, posandole sul basso corrimano delle scale interne «Te le regalo.» disse «E, chissà, magari tra qualche giorno ti farò provare qualcosa di molto più appagante di una sigaretta. Tanto qui non ci viene mai nessuno...» e, con un gesto di saluto con la mano, scese al piano inferiore, lasciando la matricola con le labbra arricciate in un sorriso.
"Lucky Strike, Tyki Mikk."
§Owari§
XShade-Shinra
XShade-Shinra
-Note: Se volete leggere un bell’articolo sulle famose sigarette “Lucky Strike”, vi consiglio di dare uno sguardo su wikipedia.
Ho scelto questa marca perché “Lucky” è il nome con il quale viene chiamato il pair Tyki x Lavi, e “Strike” è il tipico Strike! che ha Lavi! XD
Risposte alle Recensioni:
x Mistu: *^* Sono davvero contenta che ti sia piaciuta! <3 Per i termini "aulici" non so che dire! xD E' il mio stile, lo sai. Sinceramente avevo pensato anche io che forse arei dovuto spiegare il motto di Lavi, ma nn volevo allungare troppo il brodo! xD Grazie ancora per i complimenti! ^^