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Autore: Shatzy    07/02/2010    2 recensioni
Fanfic scritta per la Befana Challenge.
“Festività religiosa?” chiese, “Siamo noi, l’aldilà, e non abbiamo bisogno di feste attentatrici alla vita di poveri uomini bisognosi d’affetto” e qui pensò bene di tentare la fortuna, avendo l’audacia di accarezzare con la mano il ginocchio di Nanao, che non si scompose più di tanto per pietà nei confronti del superiore. “Sicuramente domani ci ritroveremo il Rukongai stipato di anime morte soffocate da quel coso.”
“Si chiama carbone, Taichou”.

[Shunsui/Nanao]
Genere: Generale, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ise Nanao, Kyouraku Shunsui
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Soft coal and sweet chance


Quando la propria vita dura da diverse centinaia di anni, le cose appaiono sotto un’ottica diversa; le persone, le relazioni, l’idea di vita stessa e tutto il mondo in generale sono diversi.
Il tempo è diverso. Come dilatato, lento, inutile, come se non scorresse più, cristallizzato nell’età della morte nel mondo reale, come se ti ritrovassi vittima di un ingranaggio rotto che nessuno può riparare. Nessuno, nemmeno se sei uno Shinigami.
E Kyouraku Shunsui, capitano dell’ottava divisione del Gotei 13, bevitore incallito e amante delle belle donne, lo sapeva bene. Aveva perso il conto delle stagioni che si erano susseguite, tanto che ormai il suo modo di vivere era così pacato da risultare quasi snervante. Le sue diverse centinaia di anni di vita, però, non giustificavano tutta quella pigrizia agli occhi del suo Tenente.
Ma il Taichou era così, affabile nei modi, quasi delicato nel tono di voce, leggero nei movimenti, attento alle piccolezze che avvenivano nel mondo, tanto che si stupiva davanti alla nascita di un nuovo germoglio in una pianta di riso e si commuoveva leggendo uno specchio iridescente di colori in una goccia distillata di puro liquore.
Shunsui era così, calmo, riflessivo, sorridente. Sempre.
O quasi.

“Nanao-chan!! Nanao-chaaaaaan!”
“Che succede, Taichou?”
“Sto impazzendo, non ce la faccio piùùù!”
“Eh? Si sente male? Ma che-”
“Fammi bere! Sbrigati, sbrigati, sbrigati!!”
“S-sì! Subito, signore!”

“Cos’è questo schifo?!”
“Acqua, Taichou, mi ha detto che…”
“Sake! Portami del sake!”
“Ma-”
“Ora, Nanao-chan! Sto per morire!”
“Subito, signore!”

Kyouraku-Taichou era una persona calma, riflessiva e sorridente. Sempre. Per questo il suo Tenente lo ammirava più di ogni altra cosa al mondo. Perché era affabile nei modi, delicato nel tono di voce, leggero nei movimenti, attento alle piccole cose, a lei.
E Nanao lo avrebbe ammirato sempre, anche se lo ritrovava sdraiato sul portico di legno del suo appartamento nell’ottava divisione, dimenandosi nel suo stesso haori e quasi legandosi con esso, mentre si teneva la gola con entrambe le mani, con le lacrime agli occhi e dei cubetti di carbone che gli uscivano dalla bocca.

“Taichou… Le caramelle erano quelle affianco.”


*


“Yachiru-san sarà contenta di sapere che le sue caramelle sono sane e salve…”
“Mh.”
“Non posso credere che quel venditore mi abbia ingannata così…”
“Mh.”
“Eppure le mie fonti mi avevano detto che nel mondo reale mangiano il carbone per questa festa…”
“Mh.”
“Doveva essere dolce, forse era la miniera sbagliata, chissà…”
“Non ti fermare, Nanao-chan.”
La ragazza si riscosse dai suoi pensieri, inumidendo di nuovo la garza di acqua e passandola poi sulla fronte del suo superiore. “Mi scusi, Taichou.”
“Mh…”
“Anche per l’incidente di prima, non pensavo che… Volevo solo portare dei dolci tipici a Yachiru-san dal mondo reale, dopo la mia visita dell’altro giorno, e c’era questa festa che…” si scusò, sinceramente affranta.
“Oh, mia adorabile Nanao-chan” cominciò lui, facendo nascere un sorrisino compiaciuto sulle sue labbra. “Sei così carina a preoccuparti per me, ma io non vorrei mai, mai, che la mia piccola Nanao-chan si agiti così tant-”
“Taichou! C’è davvero bisogno di strofinare la guancia sulle mie gambe mentre parla?” gridò lei, spostandosi e facendogli sbattere la testa sul pavimento in legno del portico.
“Ahi! Ma Nanao-chan, ho rischiato di morire, non essere così cattiva con me” pigolò lui, riavvicinandosi.
Lei sospirò, alzando gli occhi al cielo. “Se lo dice lei…”
Shunsui si limitò a poggiare di nuovo la testa sulle gambe del suo Tenente, sorridendo felicemente come uno che ha appena rischiato la vita non può fare. “Nanao-chan, davvero mangiano quella roba nel mondo reale?” chiese, curioso.
La ragazza ci pensò su per un attimo, sistemandosi meglio gli occhiali e rispondendogli con sicurezza: “Sì, a quanto dicono i libri mangiano le caramelle e il carbone – anche se questo punto lo editerò personalmente dalla bibliografia disponibile in tutta la Soul Society – per una festività religiosa occidentale.”  
Shunsui arcuò le sopracciglia folte. “Festività religiosa?” chiese, “Siamo noi, l’aldilà, e non abbiamo bisogno di feste attentatrici alla vita di poveri uomini bisognosi d’affetto” e qui pensò bene di tentare la fortuna, avendo l’audacia di accarezzare con la mano il ginocchio di Nanao, che non si scompose più di tanto per pietà nei confronti del superiore. “Sicuramente domani ci ritroveremo il Rukongai stipato di anime morte soffocate da quel coso.”
“Si chiama carbone, Taichou” dichiarò, stendendo meglio la manica dell’haori rosa di Shunsui, quasi ben disteso sul pavimento.  
“La mia Nanao-chan sa così taaante cose” sorrise ancora, in perfetto stile ebete.
La ragazza si limitò ad assumere la posizione più seria che potesse, ricomponendosi con un colpo di tosse e portando la ciocca che teneva libera dietro l’orecchio. “Comunque, per dovere di cronaca, la informo che questi dolciumi sono inseriti all’interno di una calza.”
“Una calza?”
“Una calza.”
“Che tipo di calza?”
“Una calza, Taichou, ne esiste solo un tipo” precisò lei, calma come sempre.
“Oh…” e Shunsui sembrò interessato come non mai, tanto che il suo sorriso divenne quasi un sogghigno. “E cosa fanno con questa calza?”
“La lasciano appesa su un caminetto, così che possa essere riempita da chi si occupa di queste cose” spiegò precisa, abbandonando la garza umida per terra e asciugando la fronte di Shunsui con un fazzoletto pulito. “Questa persona infatti entra dalla cappa del caminetto.”
“Ah! E ha una specie di risciò trainato da animali mitologici con quattro zampe e delle strane corna ramificate? E lui veste tutto di rosso proprio come Mayuri-kun è vestito tutto di bianco, ma non fa paura come lui, anzi, i bambini lo amano e-”
“Taichou, quella è un’altra festività” precisò lei, rialzando sul naso gli occhiali. “Non c’entra assolutamente nulla.”
“No? E come fai a saperlo? Magari è la stessa persona e nessuno lo sa, magari inganna gli uomini per avere due feste, magari-” enumerò tranquillamente.
“Per questa festività quella persona è una donna” lo fermò. Nanao Ise odiava essere interrotta durante le sue spiegazioni, soprattutto dai deliri insensati del suo capitano. Anche se ascoltare la sua voce non le dispiaceva poi così tanto.
“Una donna…” sembrò assaporare sulle labbra la parola, facendola rigirare vorticosamente nei suoi pensieri.
“Esatto.”
“Oh, una donna…” ripeté, e di nuovo quel sorrisetto che non prometteva niente di buono. “Allora, dato che questa festa è così importante, potrò avere anche io la mia razione di caramelle, vero Nanao-chan?” chiese, avvicinandosi pericolosamente al viso di lei. “Magari dentro una delle calze in pizzo nero che ti ho fatto comprare l’anno scorso da Rangiku-chan e che tu, mia dolce Nanao-chan, stranamente non hai mai messo. Festeggiamo?”
“Kyouraku-Taichou!” gridò lei, arrossendo suo malgrado. “E’ ora di lavorare!” sbottò, dandogli un colpo sul naso con il suo inseparabile tomo e infilandogli in bocca un restante pezzo di carbone scampato alla strage. “La smetta di scherzare e mi segua” ordinò, alzandosi poi in piedi e dirigendosi verso la porta scorrevole che dava verso l’interno dell’edificio.
Shunsui rimase sdraiato per terra, intrecciato nel suo haori rosa e rantolando qualcosa di simile a: “Nanao-chan, sei così dolce che mi fai dimenticare l’amaro di questo coso! Torna quiiii, mia piccola Nanao-chan! Festeggiamo insieme, non voglio le caramelle se ho te! Mi senti, Nanao-chan? Nanao-chan?!
Forse avrebbe dovuto mangiarlo lei, quel carbone, almeno si sarebbe tolta quel sapore troppo zuccheroso da dosso. O forse avrebbe solo dovuto lasciare il suo Capitano lì, stramazzante dove lo aveva trovato. Ma poi scosse la testa, sorridendo.
Era sicura che il suo Taichou avrebbe gradito molto più di qualsiasi caramella la manifestazione che Nanao aveva in serbo per lui quella sera. Davanti a un caminetto acceso, con una bottiglia di sake in mano. Avrebbero anche potuto festeggiare quella bizzarra festività del mondo reale, ogni anno per tutta l’eternità, soltanto loro due, ma andava fatto come diceva lei – e assolutamente senza calze di pizzo!


Fine




Note: è la mia prima, stupidissima fanfic su Bleach, spero sia passabile.
Per le parole giapponesi, mi sono fidata dei sottotitoli dell’anime.
Questa fanfic è stata scritta per una iniziativa di un altro sito, la Befana Challenge, che prevedeva di scrivere qualcosa inerente a questa festività (ormai passata da un po', quindi sì, sono fuori tema XD) e di inserire delle parole chiave, tra cui carbone, caramelle, caminetto e manifestazione.
Infine, grazie alla mia Lely per avermi fatto passare la tristezza, un giorno, raccontandomi di Shunsui e Nanao.


Disclaimer: tutti i diritti sono dei legittimi proprietari, da parte mia non c’è alcuno scopo di lucro.  
   
 
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