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Autore: Mick Bles    08/02/2010    0 recensioni
« I presagi non esistono: il destino è troppo saggio e
troppo crudele per mandarci degli araldi. »
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Attori film
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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« I presagi non esistono: il destino è troppo saggio e

Nato da una idea di: D.Gray
Scritto da: D.Gray, Rika83 (che si ringrazia molto per l'aiuto che sta dando per la storia)


« I presagi non esistono: il destino è troppo saggio e
troppo crudele per mandarci degli araldi. »



Tomohisa stava passeggiando in un viale alberato, Si sedette su una panchina, si mise a guardare il paesaggio.
Il paesaggio che stava guardando consisteva, in un bellissimo bosco davanti a lui, le foglie essendo in autunno assumevano tonalità sul marrone, sul rosso e arancione, giallo scuro e poi davanti al bosco scorreva il fiume, l’acqua sembrava cristallina.
Vide che una ragazza si appoggiò alla ringhiera, guardava l’ acqua del fiume mentre scorreva, vedendola, li sembrava di vedere un dipinto di Raffaello da quanto era bella.
Prese il coraggio e li si avvicinò, vicino a lei appoggiò la mano sinistra alla ringhiera e disse:

Bellissimo il paesaggio in questa stagione!?

Lei lo guardò e rispose;

Si veramente!

Lui la guardò;

Adoro questa stagione, mi chiamo Yamashita Tomohisa!


Kristin Laurent, mi piace molto anche a me l’ Autunno.


Francese?


Metà francese e metà Americana, adesso devo andare!


Ci rivedremo?

Lei sorrise a quella domanda.

Mi troverà qui spesso, adoro questo paesaggio!

Era ancora incredulo, nella risposta che aveva ricevuto, gli sembrava impossibile di averla conosciuta, le sembrava un’ angelo.
Tomohisa andò a casa, aspettava con impazienza che arrivasse il giorno per poterla incontrare, si coricò sul letto, chiudendo gli occhi vedeva ancora il volto di lei.

Kristin non poteva credere che dopo aver passato un'intera settimana a cercare di attirare la sua attenzione, finalmente era riuscita a farsi notare da lui.
Il cuore le batteva all'impazzata al solo ricordo di quello sguardo angelico.
- Dio mio non posso rederci, si è accorto di me, mi sembra di sognare.-
All'improvviso una mano si posò sulla sua spalla, lei si voltò e sorrise.
- Ciao mamma, aspetta ti do una mano con le buste della spesa.-
- Ti ringrazio tesoro sei sempre cosi attenta con la tua povera madre.allora racconta, cos'è quella strana luce che hai negli occhi?-
- Sapessi...Ho incontrato il ragazzo più bello del mondo.-
- Dai retta a me, lascia perdere gli uomini sono tutti uguali.-
- Ti sbagli, lui è diverso, lo sento, lui è quello giusto.
detto ciò si incamminarono verso casa.
Il giorno dopo Kristin si alzò presto, voleva farsi bella per il loro secondo incontro.

Nella notte mentre dormiva Tomohisa ebbe degli incubi, vedeva occhi nella oscurità, ali nere e bianche, sentiva delle voci che lo chiamavano.
Si svegliò di soprasalto , ansimando, e tutto sudato.
Non era la prima volta che faceva questi sogni, e non era in grado di dare una spiegazione a questa cosa.
Dopo un pò riprese a dormire, alla mattina presto si svegliò, si ricordò che dopo il lavoro come ieri avrebbe incontrato di nuovo Kristin.
Nel suo volto si levò un delicato sorriso, preparò dei French toast per colazione, dopo aver mangiato, prese la valigetta e andò al lavoro.
Arrivato in ufficio si sedette alla sua scrivania, avviò in Internet una ricerca sui i suoi incubi ma non risultò niente nel suo caso, e quindi lasciò perdere.
Le ore passarono, ma nella sua mente per tutto il tempo che trascorse al lavoro non andò mai via il volto e la voce di lei.

Kristin arrivò al parco che era ormai quasi mezzogiorno, ma di lui nessuna traccia.
Dopo averlo cercato per un pò decise di rimettersi nella stessa posizione e nello stesso punto del giorno prima e come ogni giorno, da quando lo aveva incontrato per la prima volta, rimase incantata dal panorama che le si presentava davanti agli occhi.
Era meravigliosa la sensazione che provava,il vento tra i capelli, il sole che le riscaldava persino il cuore,e il rumore dell'acqua, le davano l'impressione che tutto il mondo attorno si fermasse per un istante e questo la riempiva di gioia.
I suoi pensieri, volarono al giorno prima, al ricordo dei suoi occhi che la guardavano come se lei fosse la creatura più bella che esistesse, non si era mai sentita così, e questo fece aumentare in lei il desiderio di rivederlo anche solo per un'ultima volta.

Si mise a guardare il riflesso del sole sull'acqua e cominciò a parlare sovrapensiero;

Dimmi o sole, può essere vero che esista un'uomo cosi?! è un angelo venuto a portarmi via?!

Alle spalle comparve Tomohisa che aveva udito l'ultima frase;

Si sono venuto a portarti via con me!

Dicendo cosi lei si girò di scatto verso di lui, Yamashita la prese in braccio, per un istante si guardarono negli occhi lei li disse;

Sei veramente un'angelo allora!?

Lui non rispose, la sua risposta fu un bacio.
Appena le labbra si staccarono lui disse;

Non sono un'angelo, ma se tu lo vorrai per te lo sarò. Perchè se vuoi il mio scopo nella vita sarà di renderti felice.

- Ti prego mettimi giù-
Il ragazzo la rimise a terra, credendo di essere appena stato rifiutato, ma la realtà era un'altra.
Lei lo guardava dritto negli occhi e gli sorrideva,poi gli accarezzò il viso con una mano, e lui vi appoggiò la guancia, lei gli sorrise ancora una volta.
- Credo di non essere mai stata cosi felice in tutta la mia vita, e non mi importa se sei un angelo o un semplice essere umano... so solo che voglio continuare a vederti ancora e ancora e ancora, almeno sino a quando non sarai tu a stancarti di me.-
Lui le prese la mano e la tirò verso di se abbracciandola più forte che poteva.
- Questo è impossibile.-
A quel punto lei si liberò dal suo abbraccio, gli mise le braccia intorno al collo, e alzandosi sulle punte dei piedi , lo baciò dimenticandosi completamente di tutto ciò che la circondava.

Il tempo sembrò quasi fermarsi in quell' istante, una folata di vento fece cadere delle foglie dagli alberi, che quasi come una pioggia cadde su di loro, in quel momento sembravano in un dipinto.
Lentamente si avviarono alla fine del viale, lui le chiese se le andava di pranzare insieme, lei con un sorriso rispose di si.
Tomohisa le propose di andare al ristorante li vicino dal nome Di Matteo, Kristin rispose che le piaceva molto quel posto, cosi si avviarono per mano.
Arrivati entrarono, il cameriere li fece accomodare nel tavolo con la vista più bella.
Il tavolo era vicino al fiume, lungo argine si vedevano case molto belle con tetti con colori diversi, alcuni li avevano gialli altri verdi, rossi e cosi via come i muri.
Kristin ordinò dei spaghetti al ragù alla bolognese, Tomohisa invece una bistecca di angus con patate.
Lui le chiese se per il week end aveva degli impegni, lei rispose di no, cosi gli propose se voleva andare al lago li vicino.

- Ne sarei felice, è da tanto tempo che programmavo di andarci, ma vuoi per un motivo vuoi per un altro alla fine ho sempre rimandato.-
-Magari era destino che dovessi andarci con me.-
- Chi lo sa! può anche essere.-
- Ne aproffitteremo per conoscerci un pò meglio.-
- Credo che questa sia un'ottima idea. Anche perchè abbiamo bruciato un pò le tappe.-
- La realtà è che ho come l'impressione di conoscerti da tutta una vita,e poi non potevo mica correre il rischio che ti portassero via da me, non credi?-
- Piantala, così mi metti in imbarazzo.-
- Non c'è niente di male, se arrossisci un pò, però ti do un consiglio, non esagerare o potrei perdere il controllo di me stesso.-
Lei arrossi all'inverosimile, mentre lui continuava a fissarla molto divertito.
- Ti prego non guardarmi in quel modo, altrimenti rischiamo che non mi riprendo più.-
- Ok ok hai vinto, la smetto, comunque tornando a noi, cosa ne penseresti, se ti proponessi di passare la notte li, portiamo due tende e il gioco è fatto.-
Lei rimase un pò perplessa davanti a queste affermazioni ma alla fine accettò, in fondo la voglia di stare con lui era maggiore di qualsiasi paura di sbagliare.

I due si salutarono, entrambi non vedevano l'ora che arrivasse il week end.
Tomohisa alla sera si coricò sul divano a guardare la tv, ma poco si addormentò, si sognò di Kristin che correva in una foresta, lui che provava a rangiungerla ma non riusciva, la chiamava ma lei non udiva la sua voce.
Ad un certo punto Yamashita cadde a terra una forza lo bloccava non riusciva ad rialzarsi, una voce lo chiamò;

Tomohisaaaaaaaa!

Si svegliò di colpo urlando, si guardò il petto dove nel sogno venne tenuto fermo, vide che si era formato una specie di tattuaggio, il qui disegno erano tre petali di rosa.
Quella notte non riuscì più a dormire mille domande gli si ponevano nella mente, cominciò una nuova ricerca su internet ma non ebbe nessun risultato.
Poi trovò un numero su un sito web di un esperto di sogni.

Mancavana ormai un solo giorno al loro picclo viaggio, ma Kristin che non stava più nella pelle, aveva già tutto pronto.
Si affacciò alla finestra della sua stanza e la sua mente tornò al pomeriggio passato in sua compagni.
"Ma che mi prende? dov'è finita la mia razionalità? Possibile che non riesca a non pensare a lui"
- AAAAAAAAHHH!!!!!!! Accidenti se continuo così alla fine diventerò pazza.-
In quell'istante il suo celllare cominciò a squillare.
- Pronto?-
- Pronto, Kristin Sono Tomohisa, senti mi dispiace ma oggi non posso venire al parco, a causa del lavor devo uscire fuori città-
- Capisco non preoccuparti, vorrà dire che ci rifaremo domani.-
- Non vedo l'ora, orascusami ma devo salutarti.Ti passo a prendere verso l'ora di pranzo, così mangiamo qualcosa prima di partire ok?-
- Mmmhh!!!! Perfetto, allora a domani.-
- Ok, a domani.-
Tomohisa chiuse la comunicazione maledicendosi per averle mentito, - Perdonami Kristin, ma non avrei saputo come spiegarti quello che mi sta succedendo.-
Detto questo prese la giacca, sali in macchina, e partì per raggiungere l'esperto dei sogni con il quale aveva ottenuto un' appuntamento.

L'esperto si chiamava Yurial Antinoks, era seduto sulla sua vecchia sedia, e si stava dondalando.
Si alzò appena suonarono alla porta, andò ad aprirla e vide che era Tomohisa, lo fece accomodare su una poltrona, e li chiese di iniziare a raccontare i suoi incubi chiudendo gli occhi e rilassandosi.
Cominciò a raccontare, arrivò al sogno di Kristin che correva nel bosco, il tavolino con una tazzina di fianco a Yuriel iniziò a tremare, Yamashita cominciò a parlare in una lingua strana;

Arkh yana takm urkh!

Iniziò levitare, e insieme a lui anche le cose vicino a lui, tutto sembrò fermarsi in quel instante.
Yuriel era paralizzato dalla paura, tremava come una foglia, inizo a indietreggiare verso la scrivania lentamente.
Yamashita si avvicinò a lui, e iniziò di nuovo a parlare;

nuth arn volksth brams unut, est yus primh hutk!

Urlò con un verso mai udito fino ad' allora, poi cadde a terra.

Nello stesso momento in cui Tomohisa cadde a terra privo di sensi, una strana sensazione si impadronì di Kristin.
All'improvviso si sentiva in ansia, come se stesse succedendo qualcosa di grave,non riusciva a spiegare bene che genere di preoccupazione le si fosse instaurata nel cuore, l'unica cosa di cui era certa era che doveva assolutamente assicurarsi che Tomohisa stesse bene.
Prese il telefono e provò a chiamarlo diverse volte, ma il telefono risultava spento, a quel punto la sua ansia crebbe a dismisura e gettatasi sul letto cominciò ,senza rendersene conto, a piangere senza però riuscire a capirne il motivo.

Sentiva che il sentimento che provava l'aveva provato anche in passato ma non ne capiva il motivo, poi fra sè penso che fosse solo una paura per il week end.
L'unica certezza che provava era che l'ho amava più della sua stessa vita.

Tomohisa si riprese, si svegliò sopra un letto, Yuriel lo guardò;

Figliolo mi hai fatto prendere quasi un colpo prima!

Come mai cos'è successo?

Ti sei messo a levitare e parlare una lingua mai sentita!

Comunque adesso non so dirti che hai, dobbiamo vederci un'altra volta!

Ok, a quando la prossima seduta?!

Dopo il weekend!

Va bene.

Yamashita usci dalla studio, il dottore Yuriel disse fra sè quando il giovane uscì;

Caro figliolo non sei ancora pronto per la risposta!

Uscito dallo studio di Yuriel, Tomohisa prese il cellulare in mano e si rese conto che era spento, allora lo riaccese e subito gli arrivarono i messaggi delle numerose chiamata ricevute da Kristin. Il ragazzo preoccupato che le fosse accaduto qualcosa di spiacevole decise allora di richiamarla.
Lei nonostante l'ansia precedente era finalmente riuscita a calmarsi qundo ad un tratto le suonò il cellullare, sicura che fosse lui rispose nel giro di un secondo.
- Tomohisa?
- Ciao bella, come va? E' successo qualcosa?
La ragazza sentendo la voce allegra di Tomohisa scoppiò a piangere per il solievo.
- Perchè piangi? Kristin stai bene?
La ragazza non riusciva a rispondere...
- Kristin mi sta facendo morire di paura,vuoi dirmi chosa è successo?
- Sono io che sono quasi morta di paura...Perchè il tuo cellulare era spento? Ero preoccupatissima per te...
Dall'altra parte della cornetta si senti una risatina...
- Sciocchina... il cellulare si è scaricato e non me ne sono accorto tutto qua.-
- Ma
stai bene? E' successo qualcosa?
Lui non riusciva a credere alle sue orecchie, " Possibile che lei .... NO è assolutamente impossibile che abbia capito qualcosa"
- Tranquilla è tutto ok. Facciamo cosi, io ho terminato e stò rientrando, cosa ne pensi se ti porto a cena fuori cosi ti tranquillizzi un pò?
L'umore di Kristin cambiò di colpo davanti alla proposta del ragazzo.
- Accetto più che volentieri.-
La ragazza sorrise, anche se l'orrenda sensazione che aveva provato continuava a tormentarle la mente.

Lui arrivò a casa di lei, suono il campanello, Kristin capì subito che era lui, si precipitò fuori di corsa e l'abbracciò;

Sono contenta che tu stia bene!

Non è successo niente, tranquilla!

Sapeva che stava mentendo, ma aveva paura che dicendo la verita si spaventasse.
Le alzò i cappelli dietro l'orecchio destro, vide che dietro l'orecchio c'era una voglia a forma di tre petali di rosa.
La testa di Tomohisa cominciò a fargli male, si inginocchio a terra, lei si preuccupò subito;

Che ti succede?

Tranquilla mi è venuto solo un pò di mal di testa!

Vuoi che restiamo a casa?

No no tranquilla...tra un pò passerà! dai andiamo!

Si diressero verso il ristorante dove aveva prenotato lei, nell'ombra vicino alla casa due occhi scarlatti li osservavano.
Sempre di più cresceva il seme del dubbio che aveva Yamashita, piccoli ricordi di un passato riaffiorano in lui.

Mentre
erano in macchina, Tomohisa, aveva l'aria preoccupata e distante, e Kristin lo notò subito.
- Sei sicuro che vada tutto bene?-
Lui la guardò e le sorrise
- Tranquilla ragazzina, sono un uomo io non mi faccio abbattere da un semplice mal di testa.-
- Guarda che io non parlavo di quello, è che ho come la sensazione che tu mi stia nascondendo qualcosa.-
- Ma va la, è solo la tua impressione, non potrei mai nasconderti niente.-
- Ok allora mi fido.-
Lui ripensò al tatuaggio dietro l'orecchio della ragazza e dopo aver preso il coraggio a due mani, decise finalmente di chiederle il significato cercando di non farla preoccupare ulteriormente.
- Kristin, prima ho notato il tuo slendido tatuaggio, sai mi piace molto.-
Poi si voltò verso di lei e le sorrise mentre lei lo guardava con aria interrogativa.
- Tatuaggio? Non so di cosa parli, Non ho tatuaggi?
- Ma dai piantala, e quei tre petali dietro l'orecchio?
Lei scoppiò a ridere lasciando lui senza parola.
- Che c'è di divertente?
- Niente è solo che quello non è un tatuaggio, è una voglia ce l'ho da quando sono nata.
- Eh? Parli sul serio?
- Certo "uomo" adesso pensa a guidare che muoio di fame.-
Il ragazzo rimase stupito dalla sua dichiarazione ma decise che per il momento era meglio non andare oltre.


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