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Autore: medea nc    09/02/2010    4 recensioni
Ranma sente di essere più adulto e maturo, nonostante sia ancora un ragazzo. Percepisce che qualcosa è cambiato ed analizzando il suo rapporto con Akane, ha bisogno di chiarimenti.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ranma Saotome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ora voglio dire, non che sia stata una persona sempre intelligente o all’apice delle mie facoltà mentali; non sono mai stato manco troppo deciso su certe cose, meno ancora posso ammettere di sentirmi un tipo onesto. Per la verità è da molti anni a questa parte che credo di aver perso il senso dell’irreprensibilità, sovente con molte persone, sempre con lei!

Ma non mi è nata apposta questa disonestà…la colpa mi verrebbe di attribuirla proprio alle circostanze, per quanto banale sia confessare questa cosa…però dentro di me, sento che è così!

Dovevo proteggermi, tutelarmi, in una maniera o nell’altra, dal giudizio del mondo, che anche se me ne possa fregare, a tutti frega; ma in special modo, per sfuggire, no, ingannare le mie paure, la mia paura!

E la mia unica paura è sempre stata quella di farle capire che l’amavo, che in fondo stravedevo per lei, che senza di lei era come vivere da vegetale.

L’ho offesa? L’ho ferita? L’ho fatta soffrire? Sì, certo che l’ho fatto! Non avrei dovuto? E come avrei potuto evitarlo?! E’ anche per lei che le dicevo quelle cose. Perché è sempre stata restia al nostro rapporto, perché si è messa subito, da principio contro il volere del padre; per carità, non contesto questo aspetto diciamo “esuberante” e “furente” del suo carattere, è una donna emancipata.

Ma se fosse stata solo con me, non dico con o davanti agli altri, più morbida, beh?! Di certo mi avrebbe agevolato un po’ il lavoro! Forse è anche per questo che sono ancora qui, in questa casa, a litigare con lei perché non ha ancora capito che da anni dorme con un tipo strafissato di lei trasformato in un porco, e la cosa, scusate se è poco, ma mi fa salire il nervoso!

Però sono sincero, io questa faccenda la devo proprio risolvere, e non perché ormai è finito il tempo della pacchia, perché mi sono stancato di tutte queste cinesi, cuoche, fioraie malefiche e compagnia bella che mi rompono letteralmente le palle ogni sacrosanto giorno, non lo faccio perché qualche mio amico mi ha confessato di avere la ragazza e di divertirsi parecchio con lei, o perché ho bisogno di sfogare un po’ della mia possente energia in un sano rapporto di coppia dentro un comodo letto, no, non per questi motivi...ma solo perché…la voglio! La esigo…il mio corpo la vuole, il mio cuore la vuole…perfino le mie mutande la vogliono!

Non resisto proprio più dallo starle a distanza di sicurezza, insomma è la mia fidanzata porco cacchio! Lo è dai tempi del liceo, se ci fossimo messi insieme da allora, a quest’ora avremmo fatto passi avanti da gigante rispetto a questi imbranati che conosciamo, ed invece, per un’ostinazione dei miei coglioni, gli anni se ne sono andati così! Non me ne pento, è stato stupendo viverli con lei, ma che volete, io ora desidero godermela sotto altri e più profondi aspetti.

E’ mia! Lei mi spetta di diritto, me l’ha concessa il padre, e anche se lei si opponesse, io farei valere il mio diritto di proprietà, sì! Posso anche sembrare retrogrado ma utilizzerei pure questo mezzo affinché rimanga con me.

E sapete la verità…? in questo preciso istante, proprio ora che sto parlottando con voi, la mia più grossa intenzione, è proprio quella di prendermi ciò che è mio!

“Akane?!”

“Akane?!?!”

“Niente paternali sul fatto che P-chan ha dormito con me, stanotte, Ranma!”

“ Ah tranquilla! Tanto P-chan si dovrà trovare presto un altro letto!”

“Cioè? Non gli farai mica qualcosa di malefico, brutto sadico!” Cercando di colpirlo, ma le bloccò il braccio con una mano.

“Smettila di tentare ogni volta di colpirmi, tanto già sai che non è nelle tue capacità!” senza aria di presunzione.

“Ci diamo delle arie, eh?”

“Arie? Akane è da una vita che ti batto, è da una vita che schivo i tuoi colpi, è da una vita che quelle poche volte che mi hai colpito è stato perché io te l’ho lasciato fare!” Disse calmo suscitando l’incredulità della ragazza.

“Cosa?...Ma che farnetichi? Perché non combatti per davvero, spocchioso?!”

“Spocchioso ha lo stesso significato di darsi delle arie?”

“Sì!” Lo tranquillizzò Akane.

“ Lo ammetti anche tu che sei ripetitiva allora?”

“Io non ammetto un bel niente!”

“E’ questo il punto!”Concluse mesto.

“Che vuoi dire?” Teneva ancora il pugno in aria, tra le dita di Ranma.

“Che dovresti smetterla di non essere più onesta con te stessa!...Nessuno può capirti meglio di me…Io e te non abbiamo praticamente nulla in comune, ma questo è lampante…stesso modo di essere ipocriti!”

“Ranma?!...Tu detesti il sakè…ma non è che hai bevuto?”

Il ragazzo sorrise.

“No…Purtroppo no!”

“Non ti capisco!”

“Allora te lo spiego in parole semplici, per non scioccarti!...C’è una cosa, una soltanto…che da quando ti conosco ti ho tenuto nascosta…Non ho mai mentito con te, in nulla, soprattutto quando ti sottolineavo il fatto di non importarmene delle tipe che mi vengono dietro. Ma c’è una cosa, grave per la sua mole, che ti ho celata e che implicitamente mi ha spinto a mentire anche agli altri sul nostro conto! Tu già sai cosa…” Accennando ad un sorriso.

“Dovrei?...” Ancora più sbigottita.

Ma Ranma le lasciò il braccio che ora se ne stava penzoloni lungo il fianco. La esortò a procedere con lui.

“Vieni…Siediti qui, esattamente dove stavo io poco fa!” La fece accomodare sul pavimento in legno, con le gambe verso il giardino e lo sguardo buttato lungo il crepuscolo della sera. Da nessun’altra parte in tutto il mondo, ad entrambi, il tramonto da casa loro, poteva essere più bello. Le si accovacciò con il corpo sui calcagni, mentre le sue mani le tenevano le spalle piccole.

“Per anni mi è piaciuto stare qui fuori, godermi la frescura di questo giardino, specie di questi tempi, sentirmi libero di muovermi per casa…come se fosse mia!...come se fosse davvero mia! E la amo, io amo stare qui…Però ho scoperto un’altra cosa, e ci penso in quest’ultimo periodo…Che forse l’idea di essere legato e di sentirmi un po’ padrone di questa abitazione, non derivi da altro modo che…da te!...Questa casa è un po’ anche mia perché…tu sei mia! Se non esistessi tu non esisterebbe tutto questo…Se non esistessi tu, io sarei sbattuto alla deriva di chissà quale mare, se non esistessi tu io non potrei chiamare nessun posto casa!...Tu mi dai quella stabilità che…mi mette al sicuro, mi ripara dai venti contrari…e questo…te lo giuro…mi piace molto!”

Questa volta aveva gli occhi dritti in quelli di Akane.

“Per dirti tutta la verità, compresa quella che ti ho nascosta per anni…Io sono certo di non poter fare a meno di te! Che anche se in questo momento tuo padre dovesse darti ad un altro, vendersi la palestra, bruciare perfino questa casa, a me non importerebbe nulla…Io ti porterei con me, ti rapirei, anche contro la tua volontà, perché sono pazzo di te! E anche se non fosse questa la nostra dimora, per me ovunque, se ci sei anche tu, si può chiamare “casa” e questo tramonto, visto anche da un’altra parte, sarebbe sempre meraviglioso se posso guardarlo con te!”

Si alzò in piedi.

“Ho bisogno di sapere Akane!...Lo so…ti spaventa la verità…ma ho bisogno di sapere se tu vuoi me…o preferisci che questa nostra “turbolenta” storia finisca qui…Non rimpiango nulla, viverla con te è stato meraviglioso! Però non mi basta più…Ed ho urgenza di un po’ di chiarezza, di onestà in questa vita! Credimi vorrei tanto che tu potessi ricambiare quanto io provo per te, e credimi, è tanto, ma se non dovesse essere così, allora non temere di essere troppo crudele nel dirmi la verità!

Bada che egoisticamente non ti lascerei a nessun altro, ti rapirei, ti ho detto, costringerei tuo padre a sposarti a me, ma…a parte questo…vorrei che anche tu provassi quello che provo io per te!”

Se ne andò, lasciandola da sola in mezzo al tramonto.

 

Si sbottonò la giubba rossa, rimase a torso nudo, faceva troppo caldo per tenersi la canotta e si era già allenato da un’ora.

Lo sapeva per certo che era un’ora perché da quando aveva lasciato Akane, stava contando i minuti.

Si ripromise per l’ennesima volta di non calcolare il tempo.

Dietro la palestra, nel giardino, cominciò a sferrare pugni al pezzo di legno piantato nel terreno, in questo modo niente orologi e niente stress.

Si fermò per prendere fiato, i capelli cominciarono a gocciolare.

Sentì i suoi passi, aveva un piede leggero tra l’erba ma lui poteva ancora percepirla.

Essi si avvicinavano sempre di più fino a che non chiusero le distanze quando lo abbracciò, reclinando la testa contro la sua spalla.

“Akane! Sono completamente sudato!” La rimproverò affabilmente.

“ Non mi pare mi sia lamentata?!”

“Mm…!”

“ Non voglio che tu te ne vada, non voglio neanche che tu possa pensare che un’altra casa diversa da questa casa, possa essere la tua. Tu appartieni al Dojo!”

Si girò per guardarla negli occhi.

“Akane, non girarci intorno!...Nessuno mi manderebbe mai via da qui, a partire da tuo padre al quale voglio un bene dell’anima, ma il punto è un altro...!”

“Lo so!” Lo interruppe sorridendo.

Io voglio che tu resta. Lo voglio io. Come vorrei che tu mi rapissi se mio padre non acconsentisse a darmi a te, come vorrei che tu mi portassi via se dovessero presentarsi altri pretendenti. Mi hai chiesto verità…L’hai avuta Ranma…Se tu hai sbagliato nel tenermi nascosta quella cosa così importante…allora ho altrettante colpe anche io!”

“Tu mi ami?” Le domandò.

“Tu mi ami?...Non me l’hai ancora detto!” Gli chiese maliziosa.

“Io?...Ovvio che ti amo!”

“Anch’io ti amo…Scontato!”

La notte calò sul Dojo.

 

 

 

Nota bene: Volevo ricordare che i personaggi e l'ambientazione sopra citati non sono miei ma di Rumiko Takahashi, io li ho solo usati per questa ff senza scopo di lucro. 

Detto ciò, volevo anche aggiungere che se siete interessati a quello che scrivo, vi segnalo altri miei titoli:

1) Vertigine, FFVIII, sezione Videogiochi

2) Innamorarsi un pò, sezione Originali

Buona Lettura...A presto 

 

 

 

 

 

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