Ero così arrabbiata.
Sentivo il
sapore amaro delle lacrime nella gola, non riuscivo a trattenere la rabbia.
Era così ingiusto!
Camminavo freneticamente su e
giù per il corridoio. L’odiavo. Tutto quel bianco, io non sopporto il bianco,
l’odiavo… anzi forse lo sopportavo, non so! Ma ora l’odiavo.
Era tutto così tranquillo.
Tutti intorno a me non mi consideravano, le infermiere
passavano con quella espressione impassibile dipinta sul volto, senza degnarmi
di uno sguardo, la gente era seduta con il viso rivolto verso il basso pregando
perché andasse tutto bene. Nessuno mi conosceva ed io non conoscevo nemmeno una
di quelle persone, nessuno sapeva neanche lontanamente la mia storia e nessuno
poteva aiutarmi.
Intanto il tempo scorreva
veloce e irrefrenabile intorno a noi ed io sentivo ogni singolo minuto trascorrere
sulla mia pelle e la tensione aumentare con esso come
in una pentola a gas.
Il mio Yuri
era dietro quelle due porte bianche, quanto avrei voluto sostituirmi a lui, era
tutto così sbagliato, ed ora volevo solo sapere qualcosa di più e nessuno voleva dirmi niente.
Sentivo la sua voce velata
sussurrarmi nell’orecchio
“ Ti voglio bene stupidina!”
com’era successo?
Fu allora che il mio sguardo
si posò su di lei, la porta di una di quelle silenziose stanze lungo il
corridoio era socchiusa.
Era bellissima. Il riflesso
dorato del sole le accarezzava leggero i capelli biondi, lei sbatteva
infrequentemente i suoi dolci occhioni blu e seduta in
quel letto bianco sembrava un angioletto.
Era cosi
debole e fragile.
Fissava assorta nei suoi
pensieri qualcosa al di fuori dalla finestra. Io avanzai
nella stanza e lei si voltò, lentamente, senza paura, allora le dissi – ciao! –
e lei rispose con un cenno della mano.
Ora fissava me, chi sa cosa pensava?
Io mi sedetti su una sedia di
fianco al suo letto e guardai fuori dalla finestra.
Ora capivo. Il cielo mostrava un pallido sole dorato, come un’enorme
biscotto alla crema e le nuvole bianche-grigiastre correvano veloci come
cavalli nella prateria, senza una meta, guidati solo dal vento, vicino alla
finestra intanto su un ciliegio sbocciavano i fiori.
- perché
sei qui?- la domanda mi giunse spontanea, lei si voltò di nuovo - la mamma mi
ha detto di non parlare con gli estranei e tu non sei una dottoressa! - disse
con un tono pacato quasi volesse spiegarmi un concetto
fondamentale. - terribilmente corretto! Piacere io sono Miky!-
non si mosse, continuava a guardare
fuori - Ora mi sono presentata, e come se un po’ mi conoscessi! No? - lei si
voltò e mi lanciò uno sguardo inquisitorio, io le sorrisi, così ci pensò su un
attimo poi mi degnò della sua risposta - io sono Lilian
- -che bel nome!- frasi di circostanza dette e ridette…
- grazie! - - torniamo a noi perché ti trovi qui?- - mamma dice che il mio
cuore non funzione bene, così me ne daranno uno nuovo, mamma
dice che quando avrò un cuore nuovo potrò andare ai giardinetti con Marty - -…ah, - non sapevo cosa dirle, non sapevo cosa
pensare, avevo sentito un migliaio di volte di bambini malati, eppure era tutto
così diverso, così strano, quando una cosa ti colpisce da vicino ti fa sempre
più male.
Così mi avvicinai alla finestra
e colsi uno di quei fiori rosa poi glielo fermai sui
capelli, lei si spostò un ciuffo dalla parte opposta della fronte, portandolo dietro
l’orecchio poi si guardò allo specchio e mi sorrise, allora vidi quella luce
nei suoi occhi che splendeva per la voglia di vivere e tutto mi sembrò più
chiaro. Parlammo a lungo e le raccontai della mia storia, in modo semplice e
sincero, ridemmo del modo buffo con cui la sua insegnante mangiava il cannolo e
di come un suo compagno, una volta, era finito all’ospedale con una penna nel
naso, ed ora mi sembrava tutto così leggero così poco importante, non avevo più paura, perché anche se fa male la vita è così
bella perché è piena di momenti diversi: a volte così meravigliosi e a volte
così tristi, che forse esistono solo per farci apprezzare quelli più felici,
non è incredibile?
Ormai sentivo che sarebbe
andato tutto bene e mi sentivo gioiosa e spensierata
come quel angioletto malato che mi aveva fatto comprendere con la sua
semplicità quanto la vita fosse importante e quanto la morte non fosse altro
che un lungo riposo.
- e
lei la signorina Miky? – un uomo in camice bianco era
in piedi sulla porta il suo viso non tralasciava ne emozioni
ne risposte alle mie domande; io mi voltai ancora verso Lilian
e lei mi disse - te ne devi andare di già? - - si. - le risposi io ora più
seria. - andrà tutto bene?- mi chiese lei ingenuamente - si! Andrà
tutto bene - le dissi io - andrà tutto bene! – ed ora ne
ero convinta perché quella risposta me l’aveva data lei. Non rividi più
quella bambina, eppure mi ricordo la luce della
speranza che brillava nei suoi occhi perché é la stessa che ora brilla anche
nei miei.
Grazie angioletto mio.
Cosa successe a Yuri è un
mistero ma sicuramente ora è con Miky a divertirsi, e
la bambina… in realtà nn è scritto se proviamo ad
immaginare forse però potrebbe essere riuscita ad andare ai giardini con l’amichetta
o ancora potrebbe nn essere mai esistita no? Un vero
angioletto, in fondo ciò che nn è scritto possiamo benissimo immaginarlo usate un po’ di fantasia e
volate un po’ con me nel mio mondo magico dove tutto nn
è detto che vada dalla parte giusta ma sicuramente va dalla nostra parte!!!:)
By ile delle Mitike cugine!!!