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Autore: Kirby    15/07/2005    4 recensioni
Com'è nata la storia d'amore tra Diana Barry e Fred Wright? Com'è andata avanti la vita per Diana dopo che Anna è andata all'accademia? Leggete e lo saprete. Grazie a chi legge.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sentimenti contrastanti

Dopo aver salutato Diana ed i suoi genitori, Fred s’incamminò verso casa.

Cosa mi sta succedendo… Perché voglio vedere Diana felice? Perché è così importante per me che lo sia? queste erano le domande che assillavano il povero ragazzo dacché aveva lasciato casa Barry.

Dopo quasi un quarto d’ora arrivò a casa. Entrò ed andò in cucina: come d’abitudine, sua madre era ai fornelli.

“Ciao mamma, sono rientrato” disse dandole un bacio sulla guancia.

“Ciao figliolo, tra un’ora si cena” disse dolcemente la donna, dando un’occhiata alla pendola appesa al muro.

Fred guardò la madre: era una donna piccola aveva i capelli castani e profondi occhi nocciola. Nonostante avesse appena quarant’anni, era riuscita a mantenere una forma fisica perfetta ed invidiabile. I capelli erano legati in una crocchia, ma qualche ciocca tendeva sempre a scapparle, ingentilendole i lineamenti, resi severi dalla pettinatura.

I pensieri del giovane iniziarono a vorticare verso un’altra direzione… Una casa… delle pentole sulla stufa…una ragazza con i capelli neri come la notte e gli occhi dello stesso colore… intenta a preparare la cena… per lui… per loro… Diana…

“Fred? Ehi Fred? Sei sicuro di stare bene?” disse la madre apprensiva vedendo il figlio tornare in sé solo dopo numerosi richiami.

“Scusa mamma… Ero soprappensiero…” disse il giovane per giustificarsi.

“C’è tempo per la cena… Se vuoi puoi andare a riposare… Ti vengo a chiamare quando è pronto in tavola…” disse la donna

“Seguirò il tuo consiglio. Grazie.” disse Fred stava per andarsene quando, osservando meglio la cucina “Ma… hai messo mano anche qui?” chiese facendo fatica a trattenere un sorriso.

“Fredrerick Wright! Ho solo migliorato la cucina, che ti ricordo è il mio regno!” disse la donna, assumendo un’aria battagliera.

“Va bene! Non agitarti…” si arrese Fred.

La cucina aveva mantenuto solo il tinteggio che gli era stato dato all’inizio del trasloco. Se si escludeva l’acquaio che, per ovvie ragioni, non era possibile spostare, il resto del mobilio era stato spostato.

Doveva ammetterlo: sua madre era riuscita a rendere ancor più pratica una già pratica cucina.

Aveva anche aggiunto alle pareti delle mensole, sopra le quali ci aveva messo dei barattoli contenenti spezie e biscotti, e delle pentole in rame che davano un tocco di colore e di decoro alla sala. 

“Vado in camera prima di rischiare di rimanere senza cena… E non mi sembra il caso visto il buon odorino che proviene da quelle pentole” disse il giovane con aria furba.

“Ti conviene giovanotto!” disse la donna minacciando il figlio con il mestolo e scoppiando a ridere subito dopo.

 

Arrivato in camera, si stese sul letto e tornò a perdersi nei suoi pensieri.

Adesso non ho più la scusa per andarla a trovare, come farò?… sospirò il giovane.

Si avvicinò alla finestra ed osservò la casa che s’intravedeva accanto al lago “Diana… Cosa mi hai fatto…” sussurrò.

Che sia amore? pensò Fred. Amore per una ragazza che ho incontrato meno di dieci giorni fa… Non può essere… E se così fosse?

Un leggero bussare alla porta lo distolse dai suoi pensieri. Andò ad aprire la porta e trovò sua sorella minore Katherine.

Katherine era l’ultima nata in casa Wright: aveva undici anni, capelli castani, raccolti in una morbida treccia, e dolci occhi castani: era la copia in miniatura della madre, ma, fortunatamente, non caratterialmente. Nulla, infatti, sembrava farla arrabbiare ed era la gentilezza fatta persona. 

“La cena è pronta” disse sorridendo, ed insieme s’incamminarono al piano di sotto.

 

Tutti fecero onore alla cena. La signora Wright però osservava, senza farsi troppo notare, il figlio. Era da qualche giorno che lo vedeva strano, migliorava solo a sera. Ne aveva dedotto che, a farlo felice, era qualcosa che accadeva nel pomeriggio, ma cosa? si domandava la donna apprensiva.

Ormai la cena era finita. Mentre stava rigovernando le stoviglie, iniziò a pensare al figlio ed al suo strano comportamento.

Fred era il classico figlio perfetto, ovviamente aveva combinato anche lui le sue marachelle da piccolo, ma crescendo era diventato un ragazzo dolce e premuroso.

Era alto, fortunatamente non aveva preso dalla sua famiglia, ed aveva i capelli castani, come i suoi, gli occhi erano color nocciola, aveva un viso squadrato ma ciò non gli toglieva fascino anzi. Poteva essere di parte, in quanto era sempre la madre, ma a Charlottetown le era capitato spesso di sentire brusii di ammirazione rivolti all’indirizzo di suo figlio e, come madre, ne era orgogliosa.

Eppure da qualche tempo era cambiato… E più precisamente dal giorno in cui suo marito era andato a presentarsi al reverendo di Avonlea… Che ci fosse dietro una ragazza? Anche a Charlottetown Fred aveva avuto delle simpatie ma nessuna l’aveva ridotto così. E se fosse una crisi passeggera, dovuta al trasloco? Magari il cambiamento dalla città ad un paese l’aveva reso malinconico… Meglio lasciar passare ancora qualche tempo. Già, solo il tempo le avrebbe dato ragione o torto…

 

Fred, dopo essersi preparato per la notte, osservò un’ultima volta casa Barry “Buonanotte Diana” disse mettendosi a letto. Fisso il soffitto per un po’, dicendosi che non poteva essere amore, in quanto l’amore a prima vista non esiste e se esiste non dura. Con questi tristi pensieri scivolò in un sonno profondo.

 

Diana non se la passava molto meglio di Fred. Purtroppo, con il suo lavoro, non le sarebbe stato facile trovare il modo d’incontrarlo. Una bella amicizia già finita, pensava tristemente la ragazza mentre aiutava sua madre a rigovernare la cucina.

Un aiuto insperato venne dalla signora Barry “Diana, stavo pensando… Se non hai impegni, domani pomeriggio potremmo passare dalla famiglia Wright, sai sono nostri vicini, ed ho saputo, giusto oggi dalla signora Lynde, che hanno ultimato il trasloco… E poi Fred è stato così gentile con te! Pensa che è venuto a trovarti ogni pomeriggio questa settimana…” disse la signora Barry guardando la figlia.

“Certo! Per domani non ho impegni” disse la giovane, ed un meraviglioso sorriso le illuminò il viso.

“Potremo andare verso le 15.00 cosa ne pensi?” propose la madre.

“Benissimo!” disse felice.

 

Finito di riordinare augurò la buonanotte ai suoi genitori ed andò in camera sua a prepararsi per la notte. Si avvicinò alla finestra ed, anziché volgere il suo sguardo verso il Tetto Verde, com’era sua abitudine dacché Anna era andata all’accademia, guardò verso la Casa sul Fiume: così ai tempi era chiamata casa Hamilton.

Perché si sentiva così strana, pensava la ragazza cercando di fare chiarezza nel suo cuore, ogni volta che accanto a me c’è Fred… mi sento così… bene. Ho la sensazione che mi ascolti davvero e con interesse. Beh! Come dice la signora Allan… Se sono rose fioriranno! pensò fissando la casa di Fred.

“Buonanotte Fred” sussurrò Diana prima di infilarsi sotto le coperte ed addormentarsi.

 

Un raggio di sole svegliò Diana che, lentamente, aprì gli occhi: oggi l’avrebbe rivisto! pensava felice.

Si vestì e si preparò a scendere al piano di sotto a fare colazione con i suoi genitori.

Aiutò sua madre nelle faccende domestiche.

“Portiamo un dolce ai Wright questo pomeriggio? Magari potrei preparare una crostata di fragole” ricordando quanto accaduto qualche giorno fa, in occasione del picnic.

Mary Anne aveva interrotto la loro conversazione per portarle dei fiori selvatici ed aveva detto che Diana era buona come la crostata di fragole che faceva sua madre… Fred non aveva replicato, ma l’aveva guardata senza capire.

“Per questa crostata ti dovrai accontentare di marmellata anziché di fragole fresche caro Fred” disse un po’ dispiaciuta Diana stando attenta a non farsi sentire dalla madre.

Era molto brava in cucina, specie nel preparare i dolci, e poco dopo aver trovato tutto l’occorrente, iniziò ad impastare gli ingredienti.

Quando la crostata fu pronta, riordinarono e prepararono il pranzo.

“Non stancare troppo il piede Diana. Finisco io qui” disse la madre dopo pranzato.

“Va bene allora. Ne approfitto per andare a prepararmi” le rispose

Salì in camera e si avvicinò all’armadio, pensando a cosa mettersi: voleva essere bellissima per Fred quel pomeriggio.

Passò in rassegna l’armadio da cima a fondo per ben due volte senza decidersi, poi optò per un vestito rosso, regalo di zia Giuseppina, ed iniziò a prepararsi con cura.

Si pettinò e si acconciò i capelli, come al solito, cambiando solo il colore dei due nastri, che si intonavano con il vestito.

Si mise gli stivaletti e si osservò con occhio critico allo specchio: era perfetta.

Scese al piano di sotto, dove sua madre sembrò approvare l’abbigliamento della figlia.

“Stai davvero bene Diana!” disse sua madre con trasporto.

Quando furono pronti, salirono sul calesse e si diressero verso la Casa sul Fiume.

 

Cosa ne dite di questo capitolo? Mi raccomando fatemi sapere. Non pensate che la storia sia già al temine, perché ne accadranno ancora delle belle.

 

Ringraziamenti (in ordine alfabetico):

Daphne: grazie stellina! Non ti preoccupare, lascia un commentino quando puoi, magari fammi sapere cosa ne pensi anche delle altre mie storie. Il capriccioso dovrebbe essere Robbie Pie: sta sulle scatole anche a me, ma ad Avonlea ci sono parecchi Pie e non potevo non metterne qualcuno a tormentare la dolce Diana. Però ho anche messo Fred a difenderla. Penso che quella risposta si farà parecchio attendere… Povero Fred… come sono cattiva con lui… Ma sappi fin d’ora che farà grandi cose in questa fanfiction. Non aggiungo altro per non svelare di più… Ciao stellina!

 

Nisi Corvonero: grazie a te che mi lasci costantemente un commento e mi correggi dove sbaglio, ho riletto il capitolo incriminato e l’ho corretto: spero di non aver fatto altri danni. Non so se per la Montgomery Fred era un diminutivo o meno. Io l’ho fatto diventare tale. Fammi sapere cosa ne pensi di questo. Ciao bella!

 

Zebrona: ciao tesorino, mi fai arrossire! Addirittura due recensioni una dopo l’altra. Wow! Cosa dirti se non GRAZIE!! Magari fammi sapere cosa ne pensi delle altre mie storie. Aggiorna presto anche la tua fanfiction: voglio sapere cosa succede e se anche gli altri sogni si avverano… O se è stato un semplice caso… Ma mi sa tanto di no… Ciao tesorino!

 

 

  
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