Il freddo tocco delle sue mani sulla mia pelle è qualcosa che nessuno può provare.
Nessuno apparte me.
Ma a te non te ne imorta nulla e continui a servirmi, per il tuo scopo finale.
Quindi obbedisci solo ai miei ordini.
E se io ti ordinassi qualcosa di più?
Qualcosa che non è normale chiedere a un semplice maggiordomo...
Ma tu non sei un semplice maggiordomo vero?
-Sebastian...-
-Si, bocchan?-
Quella voce profonda, la mia incertezza nell'andare avanti, succedeva così, quasi ogni sera.
-Niente...continua pure.-
Mi guardi senza sorpresa, sorridi, il tuo diabolico sorriso, e riabassi lo sguardo per continuare.
Forse hai capito? Vuoi approittare delle mie debolezze?
Ti concentri sullo svestirmi, posso solo godermi questi futili ma intensi attimi.
I brividi lungo la schiena, mentre sfili la camicia per mettermi quella da notte, il freddo della temperatura mi pervade, ma ancor più quella delle tue mani, che continuano a scivolare lungo il mio corpo.
Poi il morbido tessuto mi ricopre le spalle, proteggendomi, tu intento a chiudere i bottoni.
Hai quasi inito, ora puoi andare. Lascii la stanza a modo suo.
E lo fai tutte le sere...
Le tue labbra sfiorano delicatamente le mie, provocandomi un desiderio irrefrenabile di afferrarle, ma tu più veloce dei miei sensi ritorni alla tua posizione in un attimo.
Con quell' espressione divertita e complice.
-Oyasumi Bocchan...-
Quella voce era calda, non come le tue mani...esattamente il contrario.
-Le voglio ricordare che se ha qualcosa da ordinarmi, non deve mai esitare nel farlo...-
Cos'era una provocazione?
Non è importante, quello che ora è importante è che tu te ne stai andando, spegnendo le candele, non cacciando quel corriso dal volto.
E se io ti ordinassi qualcosa di più?