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Autore: MrEvilside    11/02/2010    1 recensioni
Arthur si era preoccupato che tra Galles, Scozia, Irlanda ed America potesse scoppiare una guerra, ma non aveva calcolato che ciò avrebbe potuto implicare la semidistruzione della cucina e l’uso abusivo di scones.
Irlandesi fluffosi, geni del male scozzesi e gallesi amanti degli scones sparsi un po' in tutta la fanfiction. E un accenno Francia x Inghilterra, circa.
Genere: Commedia, Mistero, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Inghilterra/Arthur Kirkland, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Naithí [pronuncia inglese: "Nohy"]: Irlanda
Aiden: Scozia
Charles: Galles

C’è un Mostro in Cucina.


Non era qualcosa di particolarmente sorprendente che a casa di zio Inghilterra ci fosse un mostro.
Ciò che più turbò Scozia furono l’espressione intimorita di Irlanda, il fil di voce con il quale glielo disse, aggrappandosi ad un suo braccio – tra i nipoti di Arthur, Naithí poteva definirsi il più avvezzo allo stringere amicizie con le creature magiche –, ed in particolar modo il fatto che il mostro si trovasse in cucina – gli scones potevano anche passare, tuttavia doveva ammettere che persino il più infimo dei goblin si teneva ben lontano dal resto del repertorio culinario dello zio.
-Un mostro?- ripeté, inarcando un sopracciglio.
-Sì, l’ho sentito anche io.- intervenne Galles. -Ieri notte: scendeva le scale facendo un sacco di rumore – mi domando come tu, zio Inghilterra e America abbiate potuto continuare a dormire – e poi ho sentito la porta del frigorifero che si apriva-.
-C’è stato un suono terrificante, una specie di rigurgito.- riprese Irlanda, strattonando la manica di Scozia. -Non sono riuscito a dormire, con quella cosa che rubava dalla nostra cucina. Ho avuto tanta paura, fratellone! Credi che potesse essere un lepricano?-.
-Non lo so.- ammise Scozia.
Non gli piaceva non conoscere qualcosa e di conseguenza aveva sviluppato la dubbia convinzione che quel che non sapeva non dovesse saperlo nessun altro, con conseguenze spesso poco simpatiche per il qualcosa di sconosciuto e chiunque altro nel raggio d’un centinaio di chilometri – zio Inghilterra ed i suoi calzini preferiti, quelli con le bandierine britanniche, prestavano particolare attenzione a questa sua opinione da quando Aiden li aveva quasi inceneriti nel tentativo di distruggere un libro di antiche rune che Galles era in grado di tradurre meglio di lui.
-Ma non può permettersi di saccheggiare il nostro frigorifero e non subire la tortura degli scones.- aggiunse con fare minaccioso.
-E se fosse un altro pezzo di mondo esterno?- piagnucolò Irlanda. -Se fosse come America?- ipotizzò, tremante – non era ancora del tutto certo che la saliva di Alfred non stesse provocando nel suo corpo una qualche sorta di strana malattia che le lacrime di Fenice non potevano curare.
-Se gli piacessero gli scones? La tortura non sortirebbe alcun effetto.- obiettò Galles in tono pratico – che poi, se la tortura non fosse stata fattibile, avrebbe sempre potuto mangiarli lui, quegli scones.
-A nessuna creatura magica piacciono gli scones.- puntualizzò Irlanda. -Non lo sai che è stato l’unico motivo di discussione fra loro e zio Inghilterra nel corso dei secoli?- domandò con candida ingenuità – era il più giovane, ancora troppo innocente per poter comprendere che in merito a taluni argomenti, tra i quali gli scones, suo fratello Charles era particolarmente sensibile, o per avvedersi del gelo presente nello sguardo che questi gli scoccò.
-Ergo,- Scozia si sentiva più grande quando faceva uso di quella parola dall’aroma di conoscenza che zio Arthur pronunciava di frequente, sebbene non fosse totalmente sicuro del suo significato -la tortura degli scones funzionerà perfettamente-.
-Non dovremmo chiedere il permesso a zio Inghilterra per usare gli scones?- obiettò Irlanda.
-Zio Inghilterra dice sempre che gli inglesi sono molto cortesi con chi è cortese con gli inglesi.- dichiarò Aiden. -E quel mostro non è affatto cortese-.
-Ma…-. Naithí non era del tutto certo che quella regola potesse applicarsi anche agli scones – ai quali lo zio era legato quanto Galles –; solitamente, quasi tutte le regole non si applicavano agli scones, in particolar modo quelle che comportavano un loro utilizzo differente dal mangiarli, e Inghilterra non amava particolarmente che gli scones gli venissero toccati – era piccolo per rendersi conto dei sottili sentimenti di Charles, tuttavia era abbastanza grande per accorgersi della mania, che poteva essere qualsiasi cosa fuorché sottile, di Arthur.
-Se vuoi che il mostro si trasferisca definitivamente nella cucina puoi semplicemente non prendere parte al piano.- l’interruppe Scozia, scrollando le spalle. -Potresti offrirgli il the: spero solo che non reagisca come America-.
Irlanda deglutì: aver fatto assaggiare il the ad Alfred era stato anche peggiore dell’avergli fatto mangiare gli scones – ci aveva messo due ore, dopo, a lavarsi la faccia, che era rimasta ugualmente bollente d’infuso alle erbe.
-Lo zio non si arrabbierà tanto, penso. In fondo il frigorifero è pieno di scones.- mormorò.
E poi, zio Inghilterra sarebbe stato molto più contento se il mostro non avesse mangiato gli scones.

Arthur si era preoccupato che tra Galles, Scozia, Irlanda ed America potesse scoppiare una guerra, ma non aveva calcolato che ciò avrebbe potuto implicare la semidistruzione della cucina e l’uso abusivo di scones.
Nel corso della sua vita centenaria era sopravvissuto a tante cose – ed aveva creduto che Francia fosse stato l’apice delle sue disgrazie –, tuttavia, quando varcò la soglia della cucina e scoprì Galles, Scozia ed Irlanda vestiti d’una tuta mimetica che riprendeva il tema a piastrelle color scones del pavimento ed America, con il viso imbrattato di scones – tanto che sembrava più uno scones che un volto –, disteso a borbottare qualcosa su quanto gli scones fossero poco eroici davanti all’anta aperta del frigorifero, che presentava uno scempio raccapricciante di generi alimentari, d’improvviso i secoli pesarono gravemente sulle sue spalle, costringendolo su una sedia, ed ebbe appena la forza di sibilare un Argh spezzato dalla disperazione e di prendersi la testa fra le mani.
Galles, Scozia ed Irlanda non avevano mai visto tanta tristezza contrarre i lineamenti del volto dello zio, facendolo apparire infinitamente più anziano; si era immerso in una depressione simile quando aveva temuto che nemmeno la sua capacità di ricamo avrebbe potuto salvare i suoi calzini dalla quasi bruciatura alla quale Aiden li aveva sottoposti o quando era tornato a casa ed aveva ripetuto per ore Francia, bacio e, con particolare enfasi, lingua da rana, però non aveva mai stretto il capo fra i palmi con tanta angoscia.
Irlanda guardò Scozia, comunicandogli un palese Te l’avevo detto, poi si accostò ad Arthur e gli tirò dolcemente la manica del pigiama.
-Ma perché gli scones?- sentì che Inghilterra domandava in tono tormentato.
E, pur non essendo sicuro che si stesse rivolgendo a lui, Irlanda mormorò, esitante: -Noi… ecco, pensavamo che fosse un mostro e, lo sai, ai mostri non piacciono gli scones-.
Arthur posò un braccio sulla superficie lignea del tavolo, di modo che Naithí potesse incrociare i suoi occhi verdi. -Perché non me ne avete parlato, prima?- replicò, mordendosi il labbro tremante.
Irlanda non lo aveva mai visto così. Forse non era uno scherzo, quando lo zio diceva che gli scones erano questione di vita o di morte per un buon cuoco inglese od un inglese buongustaio.
-Il mostro avrebbe potuto rubare dal frigorifero e tu saresti stato triste.- rispose Irlanda. Premette la guancia contro la gamba di Inghilterra e gli cinse teneramente la vita quanto più poteva con le braccia corte ed esili. -Non volevo che tu fossi triste perché non ti abbiamo chiesto il permesso, però.- sussurrò in tono sconsolato contro il tessuto del suo pigiama.
Ed Arthur divenne un po’ più rosso di quando gli insulti gli gonfiavano le guance un istante prima di vomitarli addosso a Francia ed un po’ meno di quando quel maniaco l’aveva baciato.
Un po’ come il rosso della bandiera britannica, più o meno.
Quel rosso che – Scozia e Galles lo sapevano bene – significava che non vi sarebbe stata alcuna punizione.



Risposte ai commenti di "Il Mondo Esterno avrebbe dovuto dormire per terra.":

Akrois: Uh hu uh, ti ho fatta rotolare, signorina Undertaker <3. Che bella cosa <3.
Se hai trovato Irlanda puccio nella prima, se leggerai questa fanfiction che cosa farai? Mi morirai di diabete XD? Ah, ma spero di no, eh: saperti rotolare come un dado ai miei piedi mi riempiva troppo d'orgoglio XD.
E la tua opinione è sempre importante :sisi: Non badare a quel cretino di Jack *picchia l'amico immaginario*
wolvie91: Eh, già, Arthur XD. Povero, caro Arthur. Mi diverto troppo a tormentarlo di notte; non si nota, vero? *innocente* XD
Lieta che la fanfiction ti sia piaciuta <3.
RedFraction: Oh, buone! Irlanda è mio :sisi: *coccola Irlanda*
Quanto all'errore, più o meno ci siamo già chiarite XD.
E... uff, non so che cosa dire, se non il solito grazie per i mille e più complimenti - non so quanto meritati.
Ti amo metaforicamente, Madame; ti amo senza metaforicamente XD, Sebas-chan <3.
ballerinaclassica: Io e te abbiamo chiarito :sisi:
Comunque, sono felice che ogni tanto fai capolino da me, anche se ti odio, eh.
Ciaofigliaguardacomemidivertoeridodite! <3



Riconosco che qui possa non essere chiaro di quale America si tratta, come mi faceva notare ballerinaclassica: mi premeva chiarire che gira tutto attorno al "What If?", perciò la caratterizzazione è un misto tra l'Alfred post e l'Alfred pre-rivoluzione <3.
"[...] gli scones potevano anche passare, tuttavia doveva ammettere che persino il più infimo dei goblin si teneva ben lontano dal resto del repertorio culinario dello zio." - cit. La frase sembra discordare con l'affermazione che fa poi Irlanda in merito all'odio delle creature magiche per gli scones, ma qui mi riferisco ai gusti personali di Scozia, a cui gli scones piacciono, non ai gusti degli esseri mitologici, nel caso non fosse chiaro.
Per il resto... non so che cosa dire XD. Non era davvero previsto un altro capitolo, ma è nato e così... Penso ve ne saranno altri <3.
Spero vi piaccia, signori e signore <3.
Lasciate un commentino, se vi va <3.
Chu.

Saeko no Danna
  
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