Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Ricorda la storia  |      
Autore: Clou Jeevas    13/02/2010    0 recensioni
Se c'era un giorno in cui Francis era insopportabile, più del
solito, quel giorno era il giorno di San Valentino. Più di una
volta era andato a scocciare Arthur con i suoi anedoti
sull'amore e quant'altro ,oppure, gli chiedeva semplicemente di
uscire, e di tutta risposta l'inglese gli sbatteva la porta in
faccia urlando un sonoro "Go to Hell" sbraitando. Ma questa
volta non c'era nessuna porta da sbattergli in faccia ed il
francese aveva pensato bene di invitare il biondo a Parigi
proprio il giorno di San Valentino, per non farselo sfuggire
come al solito.
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

«Signor Kirkland la posso disturbare qualche minuto?E' arrivata una lettera per lei».Ad Arthur bastò una semplice occhiata alla calligrafia sul retro della busta per capire chi era il mittente: Francis. Che cosa voleva da lui? Molto semplice: invitarlo a Parigi per stilare alcuni documenti importanti. La cosa puzzava di bruciato, conoscendo Francia, sicuramente avrebbe tentato -tanto per cambiare- di mettere in ridicolo l'inglese o quant'altro. Oppure ,semplicemente,era uno scherzo per far scomodare il biondo e farlo arrabbiare ed innervosire. Francia lo diceva sempre, "Angelterre è molto più jolie da arrabbiato", e renderlo furioso ,ormai, era ormai diventato il suo hobby.
«Se lo può scordare quel mangiarane» si ripeteva Inghilterra «Non intendo andare in quella specie di buco pieno di francesi come lui».
Ancora Arthur non si spiegava quello che stava facendo. Sarà perchè era terribilmente annoiato dalle chiacchere della regina, sarà che quel giorno suo fratello Scozia sarebbe dovuto andarlo trovare, sarà perchè infondo era curioso anche lui,ma aveva deciso di prendere un battello diretto per la Francia. Attraversare lo stretto della Manica con una dozzina di nobil donne inglesi, intente a spettegolare e bere il thè, fu una prova davvero difficile per Arthur, avvolte si chiedeva "Ma chi me lo ha fatto fare" oppure "Sicuramente queste ladys avranno qualche parente in Francia, non è possibile che siano totalmente britanniche". E più il tempo passava, più una massa di domande tempestavano la mente dell'inglese , e più non riusciva a darsi risposta, più diventava teso e nervoso.
Alcune ora dopo -sopravvisuto alle chiacchere delle vecchie- raggiunse Parigi o come la chiamava Francia "La città dell'Amour". «Pft, e questa sarebbe Parigi? Non è un granchè». mormorò l'inglese mentre camminava per le strade della capitale con il suo tipico fare altezzoso. Che era inglese lo avevano capito tutti: infatti, alcune persone si fermavano per la strada scrutandolo e ridacchiando a bassa voce, probabilmente per le sue buffe sopracciglia. E questo ad Arthur dava più che fastidio. Percorse la strada velocemente guardando il marciapiede cercando di non incrociare lo sguardo di nessuno, d'altronde, chi li poteva biasimare? Un inglese a Parigi era come un coniglietto in una tana di volpi affamate, pronte a divorarlo da un secondo all'altro.
Scacciò via questo brutto pensiero e continuò a camminare fino a raggiungere il cuore della città e si bloccò appena dopo fissando la scena davanti a lui.
Rose,musica sdolcinata,addobbi decisamente frù frù qua e la, milioni di coppiette mano nella mano.
«O my God, What the Hell...» riuscì solo a dire letteralmente basito e impietrito davanti a quel rivoltante spettacolo amoroso. Ancora immobilizzato fece scorrere la sua mano destra fino a raggiungere la tasca dei pantaloni, dalla quale estrasse un piccolo apparecchio elettronico somigliante ad un cellulare.
Sperò con tutto se stesso che si fosse sbagliato, ma purtroppo quando lesse sullo schermo luminoso la data 14 Febbraio gli si formò un nodo allo stomaco e gli si paralizzarono le gambe. Inglutii silenziosamente rimanendo ancora fermo mente il suo viso iniziava ad arrossarsi e le sopracciglia si corrugarono accentuando la sua espressione pazza.
«Damn it.... Quel maledetto VINOFILO MANIACO ME L'HA FATTA UN'ALTRA VOLTA!». spolmonò rilascindo tutta la sua ira in un colpo. Se c'era un giorno in cui Francis era insopportabile, più del solito, quel giorno era il giorno di San Valentino. Più di una volta era andato a scocciare Arthur con i suoi anedoti sull'amore e quant'altro ,oppure, gli chiedeva semplicemente di uscire, e di tutta risposta l'inglese gli sbatteva la porta in faccia urlando un sonoro "Go to Hell" sbraitando. Ma questa volta non c'era nessuna porta da sbattergli in faccia ed il francese aveva pensato bene di invitare il biondo a Parigi proprio il giorno di San Valentino, per non farselo sfuggire come al solito.
L'inglese stava per girare i tacchi ed andarsene in Inghilterra senza "passare dal via" quando si ritrovò il bellinbusto francese proprio davanti al naso con un sorriso tipicamente beota e un mazzo di rose rosse nella mancina.
«Angelterre, Sei arrivato!» cinguettò felice avvicinandosi ulteriormente al ragazzo e circondandogli con una mano le spalle
«Tu! Maledetta rana, stammi lontano! » urlò di tutta risposta l'inglese arrossendo di rabbia e divincolandosi dalla presa dell'altro «Come siamo jolie, oggi Arthur, mi bastava un semplice "ciao"». 
«Va al diavolo!» sbraitò il biondo ancora furioso prendendolo per il colletto della camicia color lilà «Mi vuoi spogliare quì davanti a tutti mon amour ~? Come sei sbrigativo» lo provocò l'altro accendendosi in un sorrisetto che non prometteva nulla di buono. L'inglese emise un urlo talmente forte e furioso che tutti i piccioni della cattedrale di Notrà Dame volarono via in un colpo solo.
«Calmati Arthur, tranquillo, respira con calma» pronunciò il francese vedendo l'amico respirare affannosamente per l'urlo che aveva appena cacciato mentre il suo viso ormai era sempre più bordò «Ti odio Francis» sibillò tra una soffiata e l'altra. Francia sorrise soddisfatto «Lo sò, ma sono qui per farti cambiare idea cherì» cinguettò prendendolo sottobraccio e trascinandolo per Parigi. Inghilterra non aveva neanche la forza di opporsi e fu costretto a seguirlo standosene zitto e senza controbattere, ma una cosa la promise: la prossima volta che Francis sarebbe venuto a Londra lo avrebbe talmente fatto arrabbiare che la salma della regina madre si sarebbe svegliata infastidita da quel rumore stridulo emesso dal francese.
«Come si dice in inglese andare a fare una romantica passeggiata?»
«Sì chiama "Francis va al diavolo"»
 ironizzò Arthur ancora arrabbiato mentre veniva trascinato come un marito che fa shopping con la propria moglie.
«Sei ancora arrabbiato per quello che ho detto prima?» chiese cauto Francia mentre con una mano toccava il fianco di Inghilterra «Non intendevo metterti in imbarazzo cherì» si scusò il biondo facendo finta di niente.
Il biondo parlottò qualcosa in inglese infastidito incrociando le braccia e voltandosi dall'altra parte. Passarono le ore, e ormai era quasi buio.
«Cos'è quella cosa storta che si vede da lontano ranofilo?» domandò l'inglese a Francia al quale venne quasi un colpo: come si permetteva di definire storta la sua amata Tour Eiffel?
«E' il simbolo di Parì, la Tour Eiffel. Sbaglio o avete qualcosa ti simile a Londra? »ribattè il biondo mentre osservava con ammirazione la costruzione di ferro «Non c'è confronto: Il Big Ben è molto meglio. » ribattè Inghilterra ridacchiando sfottente.
«Uhlala, ma non è romantico baciarsi sotto un pendolo » pigolò Francis facendo avvicinare Arthur a se. Lo guardò divertito prendendogli con la mancina il mento «non trovi?» gli sussurrò mentre una ad una, in rapida successione, le luci della Tour Eiffel si illuminavano sotto di loro. Arthur si imbarazzò parecchio e tentò di alzare gli occhi al cielo imponendosi di non guardare Francia -il minimo contatto con gli occhi del francese e il suo cervello ragionevole sarebbe andato in pappa- ma questo ormai gli stava adosso.
«Dimmi che mi ami» gli cantinelò Francis cercando di attirare l'attenzione la sua attenzione, ma Arthur fece una smorfia «Scordatelo» affermò convinto
e dopodichè arrossì violentemente «Dimmelo prima tu.» Neanche lui sapeva dove aveva avuto la forza di dire quella parole a quell'odioso ranocchio, fattosta che Francia non si lasciò sfuggire l'occasione e si avvicinò all'orecchio del biondo.
«Je t'aime» gli sussurrò dolcemente e Inghilterra riguardò gli occhi azzurri del francese «I love you, damn it.» Lentalmente, ma inevitabilmente, fece avvicinare le sue labbra a quelle di Francia e le premette dolcemente contro di le sue. «Buon San Valentino ,Angelterre~»

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: Clou Jeevas