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Autore: _KyRa_    14/02/2010    5 recensioni
«Tutti i compiti che ti ho affidato fino ad ora li hai portati a termine senza ulteriori complicazioni. Ma questa volta ti sto assegnando un compito molto più serio. Eliminare un umano. Sei libera di rifiutare, qualora non te la sentissi. Ma nel momento in cui dovessi accettare, ricordati: non puoi tirarti indietro». Quelle sue parole così perfettamente pesate, così mirate, mi fecero riflettere. Eliminare un umano. Senz'altro la cosa più orribile del mondo. Ma io non avevo uno scopo diverso nella vita, se non quello di ubbidire agli ordini di Sean e di dimostrargli quanto valessi.
Genere: Erotico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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cap

» Just pull the trigger ;

... Premi il grilletto ...



Prologo


Take a breath...

«Spara».

Take it deep...

La mia mano tremante stringeva la pistola con immensa insicurezza.

Take the gun...

Le mie dita sudate sul grilletto.

And count to three...

«Spara, ce l'hai davanti».

I'm sweating now...

Deglutii mentre una gocciolina di sudore marcò la mia tempia.

L'ordine di Sean mi arrivava dritto alle orecchie come un'eco lontana.

No time to think...

Non potevo farlo, non ci riuscivo.

My turn to go...

«Spara».

Sentivo alle mie spalle che si stava innervosendo, ma i miei muscoli erano immobili, scossi solamente da forte tremore.

I'm terrified...

Volevo rifiutarmi di guardare negli occhi la persona di fronte a me, ma fu tutto inutile.

Di nuovo quello sguardo dolce.

Di nuovo quegli occhi nocciola, inondati di una strana malinconia.

He says “Close your eyes... sometimes it helps...”

Serrai i miei.

Non volevo vedere la loro delusione.

«Cazzo, Rei, spara!».

So just pull the trigger...




Capitolo 1


Tre mesi prima...


«Puoi aiutarmi?» la voce di quella strana ed inquietante ragazza risuonò speranzosa nella stanza semibuia. Sean la osservò attentamente in viso, scrutandone ogni minimo dettaglio.

«Cos'è che vuoi precisamente, Perrine?» fu l'unica domanda del ragazzo. Il mio sguardo si sollevò sulla diretta interessata, attendendo una risposta. Intanto il mozzicone della sigaretta si stava lentamente consumando tra le mie dita.

«Vendetta» pronunciò quella parola come se fosse l'unica sua ragione di vita. «Voglio vendetta» ripetè. Notai, in penombra, un ghigno piuttosto soddisfatto sul volto di Sean. Sapevo che non desiderava altro.

«D'accordo. Potrei aiutarti in qualche modo. Ma tutto ciò ha un prezzo» esortò. Spensi la sigaretta nel posacenere e mi sistemai meglio sulla poltrona. Il mio silenzio persisteva, essendo interessata a quel discorso così serio.

«Tutto quello che vuoi» sorrise malvagiamente Perrine. Sean prese a sfiorare la pistola, poggiata davanti a sé sulla scrivania, con le sue dita; delicatamente, come avesse paura di romperla, come fosse un gioiello prezioso.

«Il prezzo di una vita umana» chiarì. Perrine annuì più volte.

«Non è un problema» rispose impaziente. «Ma pagherò solamente a lavoro ultimato» aggiunse. Sean sorrise nuovamente.

«Bene» si alzò dalla sedia girevole e fece lentamente il giro della scrivania, raggiungendo la ragazza. «Ho la persona giusta a cui affidare un incarico così importante e delicato» esortò. Voltò il suo sguardo verso di me. «Sono sicuro che Rei riuscirà a portare egregiamente a termine quest'operazione» continuò. Io lo osservai ancora qualche secondo e poi annuii convinta. Ero abituata ormai a lavorare per Sean. La maggior parte dei miei incarichi era piuttosto pesante e pericolosa. Ma io amavo il pericolo ed amavo sfidarlo.

«Lei?» domandò Perrine con espressione alquanto scettica. Io, in risposta, la fulminai con lo sguardo.

«Sì, io» affermai con decisione.

«Perrine, ci lasceresti da soli per qualche minuto?» intervenne Sean. Perrine annuì e, rivolta un'ultima occhiata di sfida a me, uscì dalla stanza semibuia. Il mio sguardo si andò a posare su Sean, che mi osservava serio. «Te la senti?» mi chiese con tono pacato. Io annuii convinta.

«Lo sai che non mi sono mai tirata indietro» asserii.

«Ed è proprio per questo che ti tengo con me. Sei brava, Rei. Non ho mai avuto occasione di dirtelo esplicitamente. Tutti i compiti che ti ho affidato fino ad ora li hai portati a termine senza ulteriori complicazioni. Ma questa volta ti sto assegnando un compito molto più serio. Eliminare un umano. Sei libera di rifiutare, qualora non te la sentissi. Ma nel momento in cui dovessi accettare, ricordati: non puoi tirarti indietro». Quelle sue parole così perfettamente pesate, così mirate, mi fecero riflettere. Eliminare un umano. Senz'altro la cosa più orribile del mondo. Ma io non avevo uno scopo diverso nella vita, se non quello di ubbidire agli ordini di Sean e di dimostrargli quanto valessi.

«Accetto» una semplice parola che sigillò definitivamente il mio patto col diavolo.

«Perfetto» le labbra di Sean si curvarono in un sorriso soddisfatto. Mi passò affianco, andando ad aprire la porta ed invitando Perrine a rientrare. «Tutto è sistemato. Ora devi solamente darci più informazioni possibili su questo ragazzo, perchè Rei possa cominciare ad agire» le riferì. Perrine annuì e si sedette sulla sedia di fronte a quella di Sean, dall'altra parte della scrivania.

«Fa parte di un gruppo tedesco chiamato “Tokio Hotel”, ha un fratello gemello con il quale è molto unito, vive attualmente assieme a lui ad Amburgo, guida un'Audi R8, veste abiti “hip-hop style”, porta dei cornrows neri ed un piercing al labbro inferiore. Serve altro?» domandò la ragazza.

«Il suo nome» rispose Sean.

«Tom Kaulitz».


*


Uscii dal bagno con solamente un asciugamano attorno al corpo e frizionandomi i capelli ancora bagnati con uno più piccolo. Seduto sul letto matrimoniale, Sean stampava delle foto, a me ancora sconosciute, dal suo computer portatile. Mi avvicinai e mi sedetti accanto a lui.

«Ho stampato un pò di foto: una ritrae il viso di Tom in primo piano, una quello di suo fratello Bill, una la sua auto e una l'accaduto alla pompa di benzina, dove ha “aggredito” Perrine; motivo principale della sua tanto agognata “vendetta”, come la definisce lei» cominciò a parlare. Io presi in mano tutte quelle foto e le guardai una ad una, soffermandomi qualche secondo di più su quella di Tom. Era un ragazzo molto bello, dai lineamenti dolci ma molto mascolini. Ciò che catturò particolarmente la mia attenzione fu quella strana luce malinconica che scorgevo nei suoi occhi nocciola. Non feci in tempo a concludere i miei pensieri che le foto mi vennero tolte di mano da Sean e posate sul comodino affianco a lui. «Quello che voglio che tu faccia è semplice: devi conquistarlo» mi disse, guardandomi dritta negli occhi.

«Cosa?» domandai piuttosto sorpresa.

«Sì. Devi riuscirci in modo tale da far sì che lui si fidi di te. A quel punto sarà più facile eliminarlo, senza che se lo aspetti minimamente» mi chiarì. Io annuii non troppo convinta.

«E tu sei così sicuro che io ci possa riuscire? A farlo cascare ai miei piedi, intendo» domandai dubbiosa.

«Certo che ne sono sicuro. Sei una ragazza così seducente» sussurrò malizioso, giocherellando con una mia ciocca di capelli ancora bagnata. Cominciò a passare le sue labbra sulla pelle del mio collo, annusandomi di tanto in tanto.

In vent'anni della mia vita non avevo mai provato sentimenti per nessuno. Mi ero sempre definita “ragazza dal cuore di pietra”. Non avevo mai provato il sentimento che tutti definivano grande e meraviglioso: l'amore. Quello con la A maiuscola. Non avevo mai provato neanche del semplice bene, a dirla tutta. Avevo sempre passato tutta la mia vita con Sean, di dieci anni più grande di me. L'avevo passata ad eseguire i suoi ordini, a prendere in giro le persone; non avevo mai avuto il tempo di provare del bene a qualcuno in particolare. Nemmeno a lui. Forse, in un certo senso, ne ero semplicemente affezionata, ma era un tipo di sentimento lontano dal voler bene. Mi ero affezionata solamente perchè lavoravo per lui ed in certo senso, il fatto di “servire” a qualcuno mi rendeva quasi soddisfatta. Non mi sentivo importante; semplicemente, utile. Sapevo che non era il massimo delle soddisfazioni, ma a me bastava. Non provavo affetto e le persone non dovevano provarlo per me anche se molte volte mi chiedevo se davvero non fossi capace di voler bene o non volessi.

I baci di Sean diventarono sempre più roventi e, piano piano, lo sentii adagiarsi addosso a me. Repentinamente l'asciugamano che mi avvolgeva cadde a terra.

Solo questo poteva esserci tra di noi: “lavoro” e sesso occasionale. Niente di più.


*


Un accecante raggio di sole mi costrinse ad aprire lentamente gli occhi. Provai un fastidioso bruciore ad essi che mi portò a sfregarmeli con le mani. Sbattei più volte le palpebre, fino a che non focalizzai la figura di Sean, in piedi e di fronte a me, che si abbottonava la camicia.

«Stasera i Tokio Hotel terranno un concerto qui a Berlino» fu la prima cosa che disse. Io mi tirai su, sedendomi sul materasso e coprendomi il petto nudo con il lenzuolo, cercando di fare mente locale. «Tu entrerai nel backstage e ti farai trovare nel camerino di Tom» continuò. Io inarcai un sopracciglio scossa da dubbi imminenti.

«Ma sarà pieno di bodyguard, come farò ad entrare?» domandai perplessa.

«Un paio di bodyguard non sono mai stati un problema per te, dico bene? Conto sulla tua furbizia» rispose semplicemente. Io sorrisi non troppo convinta ed annuii. «Scendo per la colazione, ti aspetto giù» concluse uscendo dalla stanza d'albergo. Sospirai, guardandomi attorno. No, un paio di bodyguard non erano decisamente mai stati un problema per me.

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Ecco qua la mia nuova FF... spero vi piaccia =)
E' un genere completamente diverso dalle altre due, ho voluto sperimentare qualcosa di nuovo =)
Spero mi lasciate tanti commenti, positivi o negativi, per capire se ne vale la pena continuare o meno =)
Baci =)


  
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