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Autore: Rota    14/02/2010    3 recensioni
Non è facile, non è per nulla facile piegare la mente a formulare frasi di convenienza perché la parola o il semplice intento venga recepito come dolce e piacevole. Non da parte di chi quello stesso intento l’ha usato solo per spargere sangue a terra nei lunghi anni di guerra.
Sarebbe come chiedere ad uno zoppo di saltellare sul posto, o ad un muto di recitare un canto di letteratura – o anche ad un invalido di correre la maratona e non essere stanco dopo.

[A tutte voi che mi sopportate xD Specialmente a wolvie e alla mia Simon (L) Vi voglio troppo bene, signore mie]
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Simon, Viral
Note: What if?, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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non è facile Io ODIO la festa di San Valentino ò_ò La trovo inutile e insulsa ò_ò
Ma tant’è… Questa è per quelle persone che la leggeranno tentando di trovarci del romantico, per quelle persone che credono – come me – che il VERO romanticismo non sta in frasi fatte e atteggiamenti predefiniti, ma solo nei sentimenti veri e genuini.
A voi, ViralSimon ^^


(*)Una canzone d’amore, 883




Non è facile





Se solo avessi le parole
te lo direi
anche se mi farebbe male
se io sapessi cosa dire/ io lo farei
io farei
io lo farei sai(*)


Non è facile, non è facile davvero parlare di certe cose per chi ha usato la propria bocca solamente per lanciare improperi d’odio puro.
Non è facile per due braccia – per due mani callose e dalla pelle dura  - muoversi con tanta grazia da non far del male a chi davvero non se lo merita. Specialmente in talune situazioni che non prevedono alcuna violenza.
Non è facile, non è per nulla facile piegare la mente a formulare frasi di convenienza perché la parola o il semplice intento venga recepito come dolce e piacevole. Non da parte di chi quello stesso intento l’ha usato solo per spargere sangue a terra nei lunghi anni di guerra.
Sarebbe come chiedere ad uno zoppo di saltellare sul posto, o ad un muto di recitare un canto di letteratura – o anche ad un invalido di correre la maratona e non essere stanco dopo.
Ecco, più o meno l’impresa suona titanica allo stesso modo.
Perché non si può, non si può in alcun modo, pretendere da un mercenario – da un soldato di professione – un sentimento più dolce e remissivo della lealtà per il proprio comandante.
Non c’è possibilità di sorta d’ottenere qualcosa di diverso da personaggi simili.
Figuriamoci parole d’amore.
Tzé.


Se un giorno io riuscissi a entrare
nei sogni tuoi
mi piacerebbe disegnare
sulla lavagna del tuo cuore
i sogni miei
i sogni miei lo sai
e se si potessero suonare
l’inciderei
e poi te li farei ascoltare
se io sapessi come fare
ti scriverei(*)


-Oggi dovrebbe essere la festa degli innamorati… dovrebbe…-
Simon l’aveva guardato quasi ridendogli lui per primo in faccia quando aveva detto quelle cose prive di senso.
Innamorati, già. Come se lui e Viral potessero definirsi tali.
Era così ridicola la faccenda, così dannatamente esilarante. Simon stava già sghignazzando come un’idiota, in effetti, davanti a Viral con in mano un pacchetto di cioccolatini.
Perché gli umani dovevano inventarsi una simile ricorrenza idiota? La Bestia non riusciva a capirlo.
E infatti sputò veleno come suo solito, guardingo e assolutamente diffidente.
-Che grandissima idiozia… Perché dovrebbe esserci un giorno specifico per amare una persona?-
Semplice e diretto: Viral non cambiava di una virgola neppure sotto pagamento.
Simon sorrise, andando a grattarsi la nuca con la mano libera.
-Sai, abbiamo istituito il giorno dei lavoratori, il giorno del papà, quello della mamma… ci voleva anche quello degli innamorati, no?-
Viral continuò a guardarlo male. Non riusciva a capire bene il nesso – o forse Simon semplicemente aveva ignorato la sua domanda retorica.
Si ripeté, tanto per ribadire il concetto.
-Che grandissima idiozia…-
Simon sorrise accondiscendente, semplicemente.
In compenso il pacchetto glielo consegnò lo stesso, allungando di poco la mano verso l’altro, trovando come scusa una cosa patetica quale il saldo.
-Era scontata… e poi aveva un bel colore la carta regalo… e non dirmi che non ti piace la cioccolata!-
Viral non si risparmiò dal guardarlo davvero molto, molto male.


Se io avessi le parole
le potessi immaginare
fosse facile spiegare
si riuscissero a suonare
se potessi raccontare
se sapessi come fare
se sapessi cosa dire allora ti scriverei
Una canzone d’amore(*)


Alla fin fine l’occasione giustifica l’atto, questo almeno secondo i parametri logici degli Esseri Umani. La Bestia l’aveva compreso tempo addietro, più o meno quando aveva capito che ogni 31 Dicembre si festeggiava il semplice passare del tempo con grandi botti e fiumi di alcool. Bastava non farci troppo caso e non fare troppe domande.
Però, quella la trovava davvero una gran cavolata.
E come avrebbe dovuto rispondere, ora? Fare l’amore con quel cretino lì sul posto – mandando al diavolo pacchetto, fiocco e cioccolatini vari – gli sembrava la soluzione immediata più accettabile per il suo ego. Però non era sicuro che anche Simon fosse d’accordo.
Piantarlo lì come un baccalà muto avrebbe privato il suo letto di una compagnia per un bel po’, il suo stomaco di un pasto decente e il suo sguardo di una visuale degna di nota. Per cui anche quello era escluso.
Limitarsi a un semplice grazie sembrava quasi onorevole, per un guerriero come lui – ma a quel punto dove cavolo lo metteva l’orgoglio?
Perché era chiaro che quel pacchetto aspettava una risposta che fosse quantomeno pari in importanza e in brillantezza. Viral non era bravo in queste cose, proprio no.

Prese in mano il pacchetto rosa a vaga forma di cuore, lo scartò con cura in completo silenzio, mentre Simon scrutava il suo viso come un falco la preda, aprì la scatola e si ritrovò davanti almeno una ventina di piccole forme di cioccolato.
La sua proverbiale risolutezza vacillò, ma alla fine le dita presero un cioccolatino dalla rassicurante forma cubica. Lo mangiò senza dire nulla, assaporandone il gusto con lentezza.
Simon, preso dall’ansia del momento, non riuscì proprio a trattenersi.
-… Allora?-
Viral fissò a lungo la scatola tra le sue mani, indeciso su cosa diamine dire.
Alla fine decise di poggiare tranquillamente la scatola sulla prima superficie orizzontale a portata di mano e lì lasciarla – e assaltare Simon come poteva fare solo un amante in astinenza da almeno quattro giorni.

Il tempo per dire quelle santissime parole che non volevano uscirgli dalla gola lo avrebbe trovato.
Tanto, aveva ancora una vita davanti.
Non c’era proprio fretta alcuna.
   
 
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