Anime & Manga > Bleach
Ricorda la storia  |      
Autore: fiammah_grace    14/02/2010    4 recensioni
Una semplice e piccola storia dedicata al giorno di San Valentino con protagonisti Uryu Ishida ed Orihime Inoue. I hope you enjoyed and Happy Valentine day!
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inoue Orihime, Ishida Uryuu, Un pò tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

My chocolate is overmuch [Ishida x Orihime – Valentine style!]





Questa è una piccola oneshot dedicata al giorno di San Valentino. Ci tenevo molto a scrivere qualcosa a tema e per qualche motivo mi sono venuti in mente Orihime e Ishida. Sarà per la loro ingenuità o per la semplicità del pairing. Stesso io mi sono sorpresa, perchè Orihime la ci vedo bene con qualcun altro XD Però è una coppia che mi ha fatto sempre tenerezza, soprattutto da parte di Ishida che secondo me è palesemente invaghito della bella Hime XD
Beh, spero vi piaccia! O per lo meno vi faccia sorridere in questo giorno tutto da “cioccolata”! Auguri a tutti!





I passi rimbombavano per i corridoi ancora vuoti.
C’era una straordinaria quiete in giro e un silenzio che sembrava rendere ancora più vuoto e spazioso quell’ambiente.
L’aria era pulita ed emanava nell’ambiente quel solito profumo tipico dei posti ben arieggiati.
Una sensazione a cui lui era abituato, visto che era sempre solito recarsi a scuola con discreto anticipo.

Presto li dentro ci sarebbe stato il putiferio.
Tra ragazzi ritardatari, gruppetti appartati in tutti gli angoli del cortile, ragazzi vicino ai loro armadietti o sulle scale intenti a dare un’ultima sbirciata ai compiti per casa svolti dai compagni più bravi.
Un affollamento a cui non era abituato e al quale non voleva abituarsi.
Non sopportava la natura caotica dei suoi coetanei, almeno non il primo mattino, il momento della giornata in cui preferiva agire con calma per poter riordinare le sue idee sul da farsi e preparasi per affrontare la giornata.
Quindi impostare la sveglia qualche minuto prima non era un problema per lui, visto che andava incontro alle sue esigenze.

Uryu Ishida compose la combinazione per aprire il suo armadietto e raccolse i libri che aveva intenzionalmente lasciato il giorno prima.
Chiuse con cura lo sportello, ma il rumore rimbombò ugualmente per l’edificio, per effetto dell’eco creato dalle aule chiuse.
Con passo lento arrivo in classe e prese posto.
Sistemò sul banco la sua roba come era solito fare.
Il libro della prima lezione, un quaderno per gli appunti, e la penna già pronta per l’utilizzo.
Guardò l’orologio.
“Otto e trenta minuti. Perfetto. Le lezioni iniziano alle otto e cinquanta. Ho tutto il tempo.”
Costatò soddisfatto di riuscire sempre a essere puntuale agli orari che calcolava di rispettare.
Nessuno lo obbligava, era lui stesso che si imponeva delle regole ed era a se stesso che doveva rispondere. Un piccolo allenamento mentale che faceva fin da piccolo quello di calcolarsi le ore della giornata e programmare i suoi impegni al minuto.
Giusto il tempo di rivedere la lezione che la campanella scolastica suonò.
Con essa cominciarono a sentirsi dei forti rimbombi. Quei corridoi che Uryu aveva percorso pochi minuti prima, adesso affollavano di ragazzi urlanti che correvano in ogni direzione.
Il ragazzo fece finta di nulla e non stacco il naso dal libro che stava consultando, con fare non curante tipico di lui. Intanto la classe cominciava a popolarsi.
“Inoue! Inoue!”
Fu solo sentendo quel nome che i suoi occhi si distaccarono dalle pagine e li rivolse altrove. La voce proveniva dal corridoio, ed era probabilmente di una delle sue folli compagne di classe. Sentì la voce di Orihime rispondere a quel richiamo.
“Oh, buongiorno Honsho.” Disse con il suo solito timbro di voce infantile e gioviale.
Chizuru Honsho le saltò letteralmente addosso, entusiasta di poter accarezzare le curve dalle formosissima Orihime fin dalle prime ore del mattino.
“La vuoi piantare, tu? Depravata!”
Tatsuki, compagna storica di Orihime, intervenne tempestivamente allontanando bruscamente la ragazza, che si prendeva troppe libertà nei confronti di una ragazza così dolce come Hime.
“Tatsuki!” la salutò la rossa  agitando le mani, per niente turbata dal comportamento di Chizuru, come al solito.
“Orihime, non ci sarò sempre io a staccarti i maniaci da dosso. Lo sai no?”
“Oh, ma no…” disse piagnucolando, come se Tatsuki dovesse sparire in quel momento dalla sua vita.
Come al solito, la sua immaginazione lavorava troppo.
“Ehi, ehi! Fintanto che ci sono è tutto okay!” la tranquillizzò l’amica.
“Sì!” annuì felice Orihime.

Tatsuki era una ragazza fantastica. Forte, autoritaria…era come una sorella mancata per lei. Non avevano molto in comune, ma la loro sintonia andava al di la delle affinità.

Orihime era una ragazza ingenua, buona, sembrava non potesse conoscere il male.
Esteticamente poi era come una principessa. I capelli lunghi, di un color miele tra il rosso e l’arancione, gli occhi grandi e luminosi, e un corpo minuto eppure molto formoso. Non era difficile immaginarsela su una carrozza trainata da dei bellissimi unicorni bianchi.
Sarebbe stato un contesto in cui nessuno si sarebbe sorpreso di vederci una elegantissima Orihime.

Tatsuki invece era un po’ un maschiaccio.
Capelli scuri, corti e sparati all’aria. Occhi severi e un portamento molto fiero e sicuro di sé.
Non mancava però di sensibilità, e si sentiva sempre iper protettiva nei confronti di Orihime, ai suoi occhi così delicata che anche un fiore avrebbe potuto farle del male.

Videro Chizuru alzarsi e riavvicinarsi ad Orihime, e prontamente Tasuki stese un braccio fra di loro.
“Inoue, mia cara!” annunciò con una voce innamorata “Volevo soltanto farti i miei più sentiti auguri di San Valentino. Ti prego, accetta questo!!” disse porgendole la tipica scatola di cioccolatini a forma di cuore.
La ragazza la guardò esterrefatta. Poi i suoi occhi si illuminarono e un’espressione di gioia allargò le sue labbra in un delizioso e spontaneo sorriso di bambina.
“Oh, grazie Honsho!” allungò le braccia sotto gli occhi increduli di Tatsuki di fronte una scenetta disgustosamente mielosa come quella.
“Li…accetti?”
“E’ un gesto molto carino. E a me piacciono i cioccolatini di questa marca!”
“Visto?” intervenne Chizuru. “Io conosco tutto di te. I tuoi gusti, cosa ti piace, come ti piace, se li preferisci al latte, o fondente, o con le nocciole…!!”
Continuava a parlare mentre Tatsuki se la trascinava fuori contenendo la rabbia chissà grazie a quale forza interiore.
“Eh, eh!” rise sinceramente divertita Orihime. “Uhm…sarà vero che conosce i miei gusti? Vediamo…” pensò tra sé al alta voce mentre scartava il pacchetto ricevuto.
Alzò gli occhi e incrociò il riflesso di delle lenti a lei familiari.
“Ishida! Già in classe anche tu?”
“Buongiorno Inoue. Tutto bene?” chiese cortesemente.
Non era bravo ad aprire i discorsi con le persone, ancora di più se queste erano del sesso opposto.
Uryu non aveva spesso a che fare con le ragazze dunque non sapeva mai se preferire un tipo di comportamento all’altro. Ma ormai conosceva Orihime, quindi da un po’ non sentiva più disagio quando era solo con lei. Almeno non più come prima.
“Oh, tutto bene! Guarda, mi hanno regalato la cioccolata!” gli mostrò entusiasta la piccola confezione mezza scartata.
“Sì, avevo sentito. E’ impossibile non sentire le vostre urla fino a qui.” Sistemò gli occhiali sul naso e riprese a guardare i suoi libri.
“Che vergogna, caspita! Forse dovrei essere più come te. Un po’ più tranquilla…”
“No, Inoue. Tu vai benissimo così.” Uryu le rivolse giusto un piccolo sguardo per poi tornare nuovamente sulle sue cose.
“Davvero? Sono felicissima che pensi questo!”

Una persona normale non avrebbe sopportato il comportamento fin troppo spontaneo e bambinesco di Orihime, ma chi la conosceva sapeva che lei era proprio così. Non c’era da sorprendersi se usava esclamazioni puerili o la si vedeva battere le mani felice.

Non perchè fosse immatura. No.

Questo lo pensava solo chi non si era mai sforzato minimamente di conoscerla.
La rossa era una ragazza semplice e molto naturale, ma non per questo non era complessa o era frivola.
Orihime aveva tutto un mondo dentro se che pochi conoscevano. Lo stesso Ishida sapeva ancora ben poco di lei.
Tuttavia avevano avuto molte occasioni per parlare e il loro rapporto era molto migliorato pur appartenendo a mondi e mentalità quasi opposte.
Per questo non si riteneva presuntuoso nel pensare che la conoscesse.
L’aveva più volte vista ferma a pensare, darsi da fare anche nelle situazioni in cui era impotente. Orihime aveva una grande forza di volontà ed era una ragazza intelligente, molto.

“Beh, vado a mettermi a posto. Ciao Ishida!” lo salutò con la mano e prese posto sulla fila alla sua sinistra, vicino alla finestra, giusto un paio di banchi più indietro.
Ishida la seguì con lo sguardo mentre la ragazza prendeva posto, ma subito scosse la testa cercando di affogare i suoi pensieri su altro.
Alzò il librò all’altezza del viso e prese a consultarlo senza leggere in realtà neanche una parola.
Avvertiva uno strano batticuore che gli irrigidiva i nervi e lo rendeva sempre più inquieto.
Ormai aveva perso la concentrazione, ma non era solo per colpa di Orihime Inoue.
Era anche per il gran casino che i suoi compagni di classe stavano facendo con quel dannato cioccolato.
Non riusciva proprio a capire come la gente non capisse che il quattordici febbraio fosse solo una trovata commerciale.
Poteva anche avere il suo significato, ma tutto sommato era solo la gioia dei negozianti che solamente in giorni come quello potevano vendere le cianfrusaglie che solitamente pochi acquistavano.
Eppure c’era una strana aria in giro. Chi credeva in questo genere di tradizioni aveva una strana luminosità negli occhi…o forse era semplicemente il fatto che fossero innamorati…

Innamorati…

“OH! Finalmente!!”
Vide prendere posto davanti a lui una vivace capigliatura arancione.
Quella voce poi ancora da ragazzo ma con il timbro ormai più rauco ed adulto era inconfondibile.
“Che ci fai seduto qui, Kurosaki?” disse gelido, non potendo concepire un Ichigo seduto al primo banco.
“Ishida? Ah, ciao. Beh…qualche problema?” Ichigo Kurosaki si sdraiò sul banco e sembrava letteralmente esausto.
“Non lo sai perché?” Mizuhiro si intromise timidamente nella conversazione, seguito come al solito dall’esuberante Keigo, che gli mise una braccio attorno alle spalle strattonandolo.
Uryu alzò le ciglia assumendo un’espressione corrucciata.
“Non starli a sentire…” mugugnò Ichigo mettendosi le mani sulle orecchie.
“Eh,eh,eh…agli ultimi banchi c’è sempre confusione il giorno di San Valentino. Ichigo è un lupo solitario, eh?” cercò di incitarlo Keigo pizzicandolo con un gomito. “Perché non ci provi, dai?”
“Piantala!” sbuffò e alzò la cartella da terra per poi buttarla svogliatamente sul banco.
Uryu rimase a guardarli scherzare.
Non immaginava che Ichigo, come lui, non festeggiasse il giorno di San Valentino.
Beh…dopotutto era normale.
Per quanto ne sapeva, neanche lui aveva la ragazza.
Stranamente, quel pensiero lo sollevò. Sarà stata una riflessione egoistica, ma lo tranquillizzava pensare che non fosse l’unico in classe a provare sdegno per quell’atmosfera. E non era solo per questo.
In una classe spesso era normale sentirsi a disagio perché “diversi”…in questo caso diversi perché si era senza ragazza.
Immaginava che per il suo carisma Ichigo riscuotesse successo e magari ne fosse anche lusingato.
Invece si annoiava forse più di lui.

Questo perché…

Uryu sbirciò nella sua cartella.
Dentro tutto era perfettamente in ordine e a portata di mano.
I libri e i quaderni erano legati con un elastico proprio per far in modo che non si muovessero o che si piegassero.
Sul lato vi era una tasca, chiusa con una zip. La aprì e da questa si intravide una delicata carta colorata che copriva un pacchetto.
Il ragazzo guardò come incantato quell’ involucro.
Cominciò a sentire l’amaro in bocca e le sue labbra arricciarsi in una smorfia non voluta.

Sì, perché la sera prima, senza farsi vedere da nessuno, era sceso apposta da casa sua per comperare quello che era avvolto in quella carta: una scatola di cioccolatini.

Quella smorfia pian piano si trasformò in un’espressione divertita.
Cosa diavolo gli era venuto in mente? Poteva cercare di essere almeno un po’ coerente.
Lui non aveva nulla da festeggiare a San Valentino, ne comunque trovava dignitoso regalare dei cioccolatini.
Insomma, finché qualcuno facesse un regalo alla persona amata comperandole qualcosa di suo gusto poteva anche essere un bel gesto.
Ma questa conformità di tutti verso questo unico articolo…lo trovava banale.
Forse anche per questo almeno aveva scelto una confezione non a forma di cuore.

Ma a chi Uryu Ishida aveva deciso di regalare quella cioccolata?
Guardò dietro di sé.

Orihime parlava allegramente con le sue compagne e la vedeva gesticolare e sorridere con il suo solito modo di fare dolce e spontaneo.
Anche dopo averla vista sorridere così tante volte, non si abituava mai.
Era una nota che, pur comune a tante persone, riusciva a caratterizzare solo lei. Il suo sorriso rappresentava la sua forza, la sua volontà di guardare in faccia la vita e decidere di viverla.
“Signor Ishida, vuole girarsi avanti, cortesemente?”
La voce pungente dell’insegnante lo richiamò.
Uryu, imbarazzato di avere addosso gli occhi dei compagni, si girò tenendo il viso basso e scusandosi con la professoressa mormorando qualcosa.
Non amava essere al centro dell’attenzione, se non quando voleva essere ammirato per la sua serietà, il suo impegno a scuola… perciò essere richiamato così, alla stregua di qualsiasi ragazzo, lo mandava su di giri e lo faceva chiudere ancora di più.
Eppure ciò non fu sufficiente nel non farlo girare più volte a guardare la bella compagna di classe.

Metà mattinata. Ora di pranzo.

Uryu salì sul terrazzo della scuola, proprio per poter stare in pace.
Non ne poteva più di quelle coppiette che non risparmiavano a nessuno di vederli pomiciare. Eppure erano a scuola, diamine!
C’erano delle rigide regole comportamentali da rispettare.
Si sedette e cominciò a consumare il pasto mentre la sua mente si perdeva in pensieri vaghi ed indefiniti che pian piano andarono a focalizzarsi sulla persona che più lo stava mettendo in ansia quella mattina.
A dire la verità pensava spesso ad Orihime.
Forse lei non lo sapeva, e neanche gli altri, ma lei lo aveva cambiato molto.
Era partito col considerarla una sempliciotta. Una brava ragazza, certo, ma una che non combinava nulla di buono.
Però il destino, o il caso, come preferir si voglia, aveva creato le circostanze giuste per fargliela conoscere.

Con imbarazzo ricordò quando l’aveva vista in reggiseno.
In realtà era da dietro, non aveva visto proprio nulla se non l’attaccatura dell’indumento.
Però nel suo piccolo era la prima volta che vedeva una ragazza spogliarsi davanti a lui.
Li per li lo trovò estremamente imbarazzante ed audace come gesto, rappresentando la ragazza in questione.
Però più passava il tempo e più trovava divertente quell’episodio.

Orihime era una strana ragazza.
Forse la prima che effettivamente frequentasse in maniera così costante. Era per questo che aveva pensato a lei per il quattordici febbraio.
Non riusciva a chiedersi se l’amasse, ma non poteva negare di non essere per niente interessato a lei. Era difficile da  spiegare…
Lei era come un…una scatola! Rifletté mentre sbirciava ancora il suo regalo nella borsa.
Fuori c’è una carta luminosa e scintillante. Ma tolto quel involucro, c’era un contenitore con tanti cioccolatini dentro. Per lui, Hime era così.
Una bella ragazza, molto bella. Dotata di un carattere gioioso e sereno. Ma dentro?
Dentro c’erano tanti pezzi che nell’insieme facevano quell’Orihime che tutti conoscevano.
Ma nel profondo, come tutti del resto, Orihime era tante cose.

Sospirò.

Non si sentiva in grado di andarle vicino e porgerle il suo dono.
Insomma…come avrebbe mai potuto? La ragazza avrebbe frainteso, anzi…il problema era che avrebbe capito piuttosto bene!
Forse era questo quello che più spaventava Uryu.

Se avesse potuto farle capire che lei era importante senza essere così esplicito, se avesse avuto a disposizione qualcosa che suscitasse il dubbio e non una certezza…forse le avrebbe già fatto trovare quei cioccolatini sul banco.

“Ehiii?”
Uryu sbandò vedendo piantata davanti a sé la faccia di Ichigo.
“Ku-kurosaki?! Che…” farfugliò mentre richiudeva velocemente la cartella “…che accidenti ci fai qui?!!”
“Che modi!” sbuffò il ragazzo facendo finta di calciare qualcosa. “Sapevo semplicemente che qui potevo starmene per i fatti miei o nel peggiore dei casi, c’eri solo tu.” Disse senza troppe remore.
“Quindi io sarei il peggiore dei casi, eh?” disse accigliato da quella battuta, ma non prese realmente a male le parole di Ichigo. Sapeva bene cosa intendeva dire.
“Comunque…anche a te non piace tutto quel casino di giù, vero?”
“Uh?”
“Intendo…niente, va!” Uryu incrociò le braccia capendo che aveva fatto male ad introdurre un simile discorso con lui.
A sua sorpresa però Ichigo gli diede corda. Portò le mani dietro la nuca e cominciò a camminare nei dintorni.
“A me non interessano queste cose. Spesso sono una scocciatura.”
“Sì, lo penso anche io.” Rispose. “Anche tu, insomma…solo?” azzardò il moro.
“Magari!”
Ichigo prese la sua borsa e la rovesciò facendo cadere il suo contenuto.
Ovvero diverse scatole di cioccolatini impacchettate nei modi più svariati.
Uryu lo guardò esterrefatto aggiustandosi nuovamente le lenti sul naso.
“Tu?? E questa roba…da chi viene?”
“Boh, non ne ho idea! Mi sono allontanato per andare in bagno e le ho trovate sul banco. Alcune erano anche ai piedi del mio armadietto, figurati! Non hanno lasciato neanche un biglietto.”
Osservò Ichigo che guardava quelle confezioni quasi con disgusto, probabilmente perché non riusciva ad apprezzare il gesto di un “anonimo”. Ne prese una e dopo averla roteata fra le mani, la scartò e cominciò a mangiarla. Poi sgranò gli occhi e si rivolse a Ishida.
“Oh, scusa. Ne vuoi?” chiuse ingenuamente.
“Eh? No, no, no! Non mi va.”
“Ce n’è tanto.”
“Non faccio i complimenti, solo che non condivido il cioccolato di San Valentino di qualcun altro!”
Detto questo si alzò e poggiò le mani sulla grata posta a protezione della ringhiera. La afferrò e cominciò a stringerla con sempre più forza mentre una domanda gli rimbombava sempre più nella testa.
Intanto Ichigo, che stava ad osservarlo, cominciò a pensare di averlo ferito. Sapeva che Ishida era suscettibile, però non capiva perché sembrasse più turbato del solito.
“Ehi, è tutto apposto? Non volevo mica offenderti!” cercò di scusarsi in maniera indiretta. Non aveva voglia di fare discussione.
“Ichigo…tra…quel cioccolato…”
“Sì?” lo incoraggiò il ragazzo a continuare.
Ishida riprese aria e riformulò la frase sperando di adoperare un tono disinteressato.
“Mi chiedevo se tra quel cioccolato c’è anche quello di Inoue.” Buttò fuori tutto d’uno fato.
Ichigo lo guardò perplesso, cercando di intendere le parole dell’amico. Guardò di nuovo nella borsa per poi scuotere la testa. “No, non credo. Se avesse avuto qualcosa da darmi, sarebbe venuta di persona, non credi?”
Uryu abbassò lo sguardo, poi si rivolse nuovamente a Ichigo. “Sì, certo. Era solo una curiosità.”

Si accorse dello sguardo non convinto del rosso, ma non aveva alcuna intenzione di confidarsi con lui per quel che riguardava Orihime.
Uno perché non voleva.
Due, soprattutto, perché non era certo neanche lui dei suoi sentimenti. Quel cioccolato lo aveva comprato impulsivamente, cavolo!
Si avviò verso le scale per scendere in aula.
Non stava scappando, figuriamoci! Perché avrebbe dovuto, poi?
Eppure aveva considerevolmente accelerato il passo e sentiva il sangue pulsare più velocemente nelle vene.

“Devo riguardare la lezione, a dopo.”

Ichigo rimase a guardarlo mentre spariva velocemente dalla sua vista, poi con non curanza riprese ad addentare il suo “pranzo”.


[…]


Sei un idiota Uryu! Cosa pensi di ottenere comportandoti così?
Neanche tu sei sicuro di cosa vuoi, e te ne esci con queste domande assurde? E se gliela metti tu le pulce nell’orecchi? Bravo, così ecco che ti freghi da solo.

Uryu si fermò.

Ma cosa dico…?
Penso che Kurosaki sia a conoscenza dei sentimenti di Inoue. Solo che…non capisco. Perché si comporta sempre come se non sapesse nulla. Non pensa ai suoi sentimenti? O comunque, come fa? Come fa ad essere indifferente?
Mah…forse sono soltanto io che non so come stanno le cose fra di loro…chissà. Magari loro…

“Ishida!!”
“Ah!!”
Uryu sbandò a quella vocetta gioiosa che aveva interrotto così i suoi pensieri.
Per un attimo andò nel panico più totale e la sua espressione si fece molto allarmata. Poi tirò un sospiro e aggiustò le lenti con l’indice, tornando padrone di sé.
“Inoue. Non urlare in questo modo.”
“Oh? Ti ho spaventato? Scusami!” disse portando le mani vicino la bocca.
“Kurosaki è sopra se lo vuoi.”
Non seppe perché, ma gli venne naturale informare la ragazza. Tanto lo sapeva che a San Valentino si aveva solo voglia di avere accanto la persona amata, e lui non era certo tipo da illudersi fino a questo punto.
“Eh? Ma io non cerco Kurosaki.”
“Cosa?” sbandò preso alla sprovvista.
Uryu Ishida era un ragazzo dalla mentalità molto rigida ed organizzata.
Se le cose non andavano come supponeva o pianificava, andava nel pallone. Senza darlo a vedere, quando riusciva a controllarsi.
E stranamente con Orihime accadeva sempre.
Le sue fantasie adolescenziali lo portarono a pensare che magari lei stesse cercando lui. La cosa lo fece deglutire, ma l’idea lo abbandonò velocemente.
“No, no. Io stavo scappando.” Disse furtiva e si posizionò dietro di Uryu guardandosi intorno. “Io non lo sapevo mica che impazzissero tutti in questo modo. Non ce la faccio più! Guarda quante letterine d’amore ho trovato! E non solo!”
Cacciò da qualche parte una grandissima busta piena di pacchetti e lettere d’amore.
“OH! Sto impazzendo! Non posso tornare a casa con tutta questa roba!”
Uryu rimase sbigottito.
Immaginava che Orihime avesse successo con i ragazzi, ma lei sembrava sempre così disinteressata a tali attenzioni visto che era innamorata di Ichigo. Quindi era strano vedere tangibilmente quanto fosse corteggiata in realtà.
In realtà Uryu rimase in imbarazzo anche per un altro motivo.

Il suo cioccolato.

A questo punto, era totalmente inutile anche darglielo in amicizia.
Forse la cosa l’avrebbe disturbata visto le quantità già ricevute.
Cercò di non farci a caso e di lasciarsi scivolare tutto addosso, però l’amarezza era tanta finché avrebbe avuto addosso del piccolo regalo per lei che non faceva che richiamare la sua coscienza.
“Accidenti, eccone un altro! Vieni Uryu!”
Senza che Uryu potesse associare le parole di Orihime alla situazione, lei già lo aveva afferrato e buttato con lei dentro il ripostiglio delle scope che era alle loro spalle.
Uryu si ritrovò così con Orihime attaccata al suo corpo, con le mani ben serrate sulla sua camicia, nel buio completo di quello stanzino.
Bloccò il respiro e rimase in apnea per più di qualche secondo, incapace di fare altro.
Ad un certo punto Orihime accostò lo porta e sbirciò fuori, controllando le azioni dei suoi fastidiosissimi spasimanti.
Poi si rivolse ad Uryu, facendo un piccolo sorriso che si vedeva a malapena nel buio.
“Scusa.” massaggiò la testa con una mano. “Non solo ti ho strattonato con me, ti ho anche chiamato per nome.”
“Ah…sì…?” cercò di rispondere il ragazzo che sinceramente non ci aveva fatto neanche caso visto che era già parecchio a disagio per “altro”.
“Solo che non ne posso più!” sbuffò in maniera davvero buffa. Poi ritornò a lui e lo guardò con i suoi bellissimi occhi “Grazie, Ishida.”
Uryu si riprese e la guardò anche lui con più dolcezza.
Cercò di parlare, di rispondere in qualche modo, ma per qualche motivo, pur movendo le labbra, non uscì alcun suono.
Rimase lui stesso sconcertato dalla reazione che stava avendo e uno strano impulso dentro di lui gli aveva già fatto allungare la mano verso la borsa, pronta ad estrarre il piccolo regalo che le aveva fatto.
Era il momento. La sua mente non lo sapeva ma il suo corpo si stava già movendo da solo.
Senza saper che dirle, senza sapere se l’avrebbe imbarazzata, senza sapere cosa avrebbe dedotto…

“Oh! Sono andati! Scusami ancora. Ci vediamo in classe!” si allontanò così velocemente da lui che la ragazza non fece nemmeno in tempo a notare il pacchetto colorato che ormai lui aveva fra le mani e che era pronto a porgerle.
La luce della porta aperta lo abbagliò per qualche attimo dopo quel lungo minuto di buio, lasciandolo con la bocca semiaperta e gli occhi fissi a guardare il vuoto.
Sospirò e abbassò il viso.
Evidentemente era destino che le cose andassero così.


[…]


Erano ormai le quattro del pomeriggio passate. Le lezioni erano finite.
Uryu passeggiava per la strada lungo il fiume.
Stava tornando a casa, ma aveva deciso di prendere un tragitto più lungo.
Aveva la testa altrove ed aveva bisogno di distrarsi. Era una bella atmosfera.
Il sole già era basso e le tinte azzurrine del primo pomeriggio già stavano assumendo quelle sfumature sull’arancione tipiche del tramonto.
Un accostamento di colori strano, quello dell’azzurro e dell’arancione.
Due tinte che sembravano non potersi avvicinare in nessuno modo, eppure in quei momenti della giornata passavano dall’uno all’altra con un’armonia stupenda.

Incantato da quelle luci, Uryu decise di fermarsi qualche attimo. Posò la borsa sul prato e si sedette.
Il leggero rumore dell’acqua sulle sponde era così rilassante. Rimase diversi minuti a guardare senza pensare assolutamente a nulla.

Sbirciò di nuovo nella sua borsa. Il cioccolato era ancora lì.

Lo prese in mano e cominciò a giocherellarci lanciandolo per aria. Alla fine non ce l’aveva fatta.
Aveva seguito Orihime, la sua giornata, ed aveva avuto le sue occasioni per infilarglielo nella borsa, magari con uno di quei suoi lavori a maglia che lei apprezzava molto, giusto per rendere più grazioso il regalo. Ma infine gli era sembrato inutile.
Hime aveva già ricevuto così tanto cioccolato che avrebbe potuto mangiarci per un mese intero. No, forse no. Dato la ragazza in questione.
Però almeno una settimana…

Sorrise divertito immaginandosi Orihime che, uno dopo l’atro, divorava tutti i cioccolatini.

Non era neanche una fantasia tanto inverosimile, la rossa amava la buona tavola e difficilmente diceva no ad una pietanza “gustosa”.
E per “gustosa” intendeva tutto, anche qui cibi orripilanti che si cucinava da sola!

La giornata si era svolta tranquillamente.
Passata l’ora di pranzo, tutti erano tornati più seri, rimandando i festeggiamenti al doposcuola, probabilmente. La cosa lo aveva sollevato.
Non per qualcosa, ma era snervante quella confusione che già c’era nei giorni normali, figuriamoci poi se ve n’era anche motivo!

Certo che, alla fine non ci sarebbe stato niente di male se glielo avesse dato, quel cioccolato…

“Ciaooo!” una voce alle sue spalle attirò la sua attenzione.
“I-inoue! Tu qui?” chiese sorpreso, costatando che si erano incontrati parecchie volte quel giorno.
“Oh! Ishida!! Hai ricevuto del cioccolato anche tu?” chiese ingenuamente piegandosi verso di lui.
Inizialmente si lasciò nuovamente prendere dal panico vedendo fra le sue mani quel pacchetto che aveva custodito gelosamente aspettando il momento opportuno, ed ora, invece, in bella mostra davanti agli occhi della ragazza a cui era destinato.
“M-mio? Oh, sì certo. Me lo ha…” scosse la testa.
Che senso aveva mentire? Sarebbe stata soltanto un’altra violenza da fare a se stesso.
Poi, figuriamoci se lei ci avesse fatto cosa, con tutti i doni che aveva ricevuto. “No, ehm, era per te, Inoue.”
Orihime spalanco i suoi occhioni in quel momento un po’ verdi per via delle luci del tramonto.
Si inginocchiò di fronte a lui e prese il pacchetto dalle sue mani. Lo girò e lo voltò, improvvisamente mostro un sorriso sgargiante che lo lasciò di stucco.
“Del cioccolato? Io adoro il cioccolato! Che bella confezione poi! A forma di stella!”
“S-Stella?”
Uryu guardò il pacchetto…
Dove la vedeva la stella? La fantasia e lo spirito d’osservazione di Orihime non aveva limiti.
Il suo viso sereno e quell’espressione di gioia in realtà lo lasciarono perplesso. Lo stava prendendo in giro? Con tutta la cioccolata che aveva ricevuto, possibile che fosse davvero così entusiasta?
“E’…soltanto un pensiero. Visto che sei un’amica e mi sembrava, cioè, non è niente. Spero ti piaccia.” Concluse velocemente.
Uryu non era bravo con le parole. Almeno non in questo campo.
Se lo si interrogava su una materia specifica, era il primo a  saper conferire per ore data la sua vasta cultura per la sua giovane età e la sua esperienza.
Ma con le persone aveva ancora le sue difficoltà, e anche Orihime ormai lo sapeva bene, per questo lo guardò con dolcezza.
Comunque era davvero entusiasta.
Ricevere un regalo da degli estranei poteva essere lusingante, ma da un amico la cosa la emozionava tantissimo, per questo si fece prendere dal panico quando si rese conto di non aver nulla con cui ricambiare.
“Ishida, caspita! Io non ho nulla per te!! Nooo! Che brutta figura!” cominciò ad agitarsi e sembrava davvero sul punto da picchiarsi la testa e mettersi a piangere.
“No, figurati! Te l’ho detto, è solo un pensiero!”
“Che c’entra! Sei stato così carino e io devo ricambiare!”
Si mise seduta e poggiò le mani sul prato.
Chinò il capo cercando di meditare e i suoi lunghi capelli si adagiarono lungo la sua figura facendola diventare ancora più bella agli occhi di Uryu.
“Ho un’idea! Chiudi gli occhi!” disse la ragazza sorridente allunano una mano verso di lui.
Uryu sbandò e subito prese a fantasticare.
“C-cosa vuoi fare, Inoue?!”
“Daiii!”
Il suo viso era così angelico che non riuscì a dirle di no, così, con un nodo alla gola, chiuse gli occhi e cercò in tutti i modi di essere disinvolto, aspettandosi da un momento all’altro di sentire il corpo di Orihime vicino al suo.
Orihime gli prese un braccio e gli tirò su la manica fino a scoprirlo. Uryu non riuscì a non sussultare, per questo tempestivamente le si rivolse.
“Cosa vuoi fare?”
“No, devi tenere gli occhi chiusi!” si arrabbiò lei mettendogli le mani sugli occhi mentre premeva sul braccio di lui.

Il tocco delle sue dite era di una dolcezza inebriante.
Una sensazione che forse non poteva esistere se non era una persona come lei a fartela provare.
Sentiva lo stomaco sotto sopra e i suoi nervi contorcersi così tanto che pensava che da un momento all’altro lui, Uryu Ishida, avrebbe perso il controllo di sé.

Poi, improvvisamente sgranò gli occhi e un dolore lancinante lo costrinse a urlare ed a ritirare via il braccio dalla presa di Orihime.

“Ahi!! Si può sapere che stavi facendo?!”
“Scusami! Però guarda, penso sia venuto molto bene!”
Orihime gli indicò una zona del braccio, quella dove aveva sentito il dolore, e proprio in quel punto vide tatuato un piccolo cuore.
Lo guardò con gli occhi spalancati per diverso tempo, poi aggiustò gli occhiali e si rivolse a lei, ma la ragazza lo interruppe.
“E’ carino! Se l’ho fatto bene durerà almeno un mese!”
“Un mese? Ma io sono un ragazzo! Cosa dirò se mi vedono con un cuoricino tatuato sul braccio?!!” disse in preda al panico.
“Dirai che è stato un gesto carino da parte di una persona a me cara.” ammiccò e si alzò.
Uryu rimase a guardarla senza parole a quella affermazione.
“Mi accompagni a casa?” gli propose con gioia la ragazza spezzando la magia di quel momento.

Uryu abbassò il viso e sorrise fra sé.
Forse, non era importante se avesse capito o meno.
Orihime era una ragazza straordinaria, che sotto il suo aspetto ingenuo, sapeva metterti a tuo agio e difficilmente era invadente.
Aveva saputo rendere magica la sua giornata di San Valentino.
Molti forse non avrebbero capito, perché raccontare a parole quel piccolo momento sarebbe sembrato banale, o nulla di che.
Ma per il semplice motivo che ci fosse lei accanto a lui, andava più che bene. Poteva dire di essere felice, ecco.

Le sorrise e i suoi occhiali scintillarono per il riflesso del sole.
Si alzò e insieme presero a camminare per le strade di Karakura, parlando come sempre del più del meno.

“Sai come vorrei mangiare la tua cioccolata? Vorrei scioglierla nel latte e poi aggiungerci anche della panna e dei canditi magari!”
“Non ti sembra esagerato?”
“Esagerato? Tu credi?”
“Vista tutta la cioccolata che hai, potresti anche farci un dolce.”
“Oh, no! Io l’ho già quasi finita!!”
“C-cosa?!”

Uryu cominciò a ridere disperato, non riuscendo a trattenersi in nessuno modo. Orihime, naturalmente, non capì a cosa era dovuta la sua reazione, ma gli sorrise ugualmente felice di vederlo così.








Buon San Valentino!!
FiammahGrace






  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Bleach / Vai alla pagina dell'autore: fiammah_grace