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Autore: crimsontriforce    14/02/2010    1 recensioni
“The Riftwood Age of Myst”, recitava il quaderno con grafia incerta, più un appunto a margine che un vero titolo, prima che il fuoco lo tingesse di nero: nero come un mondo al margine spento di una galassia, dove gli alberi ancora brillano e muoiono, ma nessuno ricorda che siano mai esistiti.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Catherine
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie '1. Gente che viaggia nei libri'
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Se Watson gioca a fare Catherine, completo di sogni profetici, anch'io gioco a fare Catherine, poffarbacco!
L'origine di questa paginetta nonsense è antica: mi sarebbe sempre piaciuto leggere un diario di Catherine su una sua Era. Qualcosa di libero e maestoso com'è lei qui, lontano dalle ristrettezze del diario di Riven.
Il progetto acquista urgenza e un minimo di corpo quando, a Lucca Comics, Artemisia89 mi dice che il suo personaggio preferito è... “Le Protettrici!” “°_°;;; ...risposta di riserva?” “...Catherine?” “BENISSIMO!” e le prometto un regalino e inizio a pensarci su. Prima o poi arriva anche una Protettrice, magari Caradell, ma... poi^^;
L'iniziativa della Befana di Fanworld chiude la fase di plottaggio: non vi ho partecipato perché non avevo tempo, ma i prompt carbone-oro-stella cometa mi hanno indirizzata come un fulmine su quest'immagine mentale, che dedico ad Artemisia con grande affetto.


Disclaimer: Gli avvenimenti narrati sono frutto di fantasia. Non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere delle persone descritte né offenderle in alcun modo. Se possibile, anzi, il tutto è da intendersi come tributo di affettuosa stima.







Un diario annerito
(The Riftwood Age of Myst)





Il sogno mi ha mostrato il conforto di un cielo nero – l'ho accolto e consegnato all'inchiostro. Mi ha condotta fin qui.
Trovo il mio conforto in questo cielo nero che si affaccia al margine spento di una galassia, un'altra casa lontano da casa, parte di me. Ma c'è altro nell'Era che mi attende. L'aria è ferma e calda; abbandono il mio scialle. Scalza, radicata in questa nuova terra, osservo e cerco.
Non ne ho ancora una percezione definita.
Una sensazione, un mutamento, un–

Cerco in basso, nel profondo.
Il calore si annida nel profondo. Guizza e balena sotto la superficie, protetto. Ricordo appena le parole con cui si è descritto: un mosaico mutevole di colori infuocati, sotto una scorza vetrosa, spessa abbastanza da tenerlo segreto. C'è tensione ad animarlo, moto incandescente – una singola fiamma fugge verso l'alto, oltre la crosta. Ai miei piedi nudi arriva carbone.

Sento i confini del mio sogno, là dove l'occhio non arriva. È una spirale che si allarga da me, scavata col fuoco, che si stende fino a un lago nero. Sul suo letto, il carbone si trasforma. Non ho scritto oltre. Dopo il lago, sento il buio. La terra si estende al di là del mio controllo.

~/~


Cade un lampo. Compie un arco lento, con traiettoria e grazia prese a prestito dalle stelle cadenti delle notti di Myst, e senza rumore: resto testimone di un avvenimento intimo fra troposfera e terra.
Tocca infine il suolo, all'orizzonte. Il globo di luce si espande in un'esplosione silenziosa. Nell'atmosfera, la luce balena e si disperde. Nella terra – saette si allungano lungo le crepe del terreno come vene d'oro in superficie, intrecciandosi, donando fugaci confini al paesaggio. Come un'increspatura sull'acqua, l'onda mi raggiunge.
Di fronte a me, il suolo duro e poroso si leva in un monticello, come la tana di un animale, o il cratere di un minuscolo vulcano. Nell'uno o nell'altro caso, mi aspetto che della vita ne fuoriesca, o dell'energia – non resto delusa. L'onda dorata sale, guadagna la superficie tramite quello sfiatatoio, ne fuoriesce e zampilla in rivoli luminosi. È un albero.
È l'albero di un momento, che mi ha chiamata fin qui per assistere alla sua nascita.
Il pulviscolo brillante resta coeso alla base, nel tronco; all'altezza delle mie spalle, come a porgermi un saluto, si scinde in rami spiraliformi, che si fanno più sottili e scuri sotto il cielo notturno fino a disperdersi del tutto.

Mi volto: è un'intera foresta di luce. Nel tempo di un respiro è appassita e spenta. Resta il conforto di un cielo nero.















Note: nessuna. Ha! Anche perché non c'è veramente nulla da capire, solo idee grafiche che volevo condividere, tramite una sensibilità che adoro e spero di aver reso degnamente.
Con questa fanfic alzo bandiera bianca e inizio un periodo votato alla comprensibilità. Niente avvenimenti moderni, niente DRC, niente personaggi imbucati (la serenata a Phil Henderson sarà per un'altra volta ;_; Giuro però che se lo incoccio in caverna lo glompo), niente nerdate eccessive. Myst, Riven, Exile, Revelation, punto. Spero sia scelta gradita.
Edit mid-writing: CON-I RECENTI AVVENIMENTI, NON SARA' FACILE. Diciamo che non sarà un periodo lunghissimo, ecco...
   
 
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