Il rumore di
una sveglia risuonò tutt’intorno. Suonò una, due, tre volte, ma niente, e dopo
poco si spense, rigettando tutta la stanza nel silenzio.
“umph che
ore sono?” la figura nel letto si girò stancamente e aprì le palpebre guardando
l’orario segnato sul display luminoso della sveglia: 7:30 “7:30? E’
TARDISSIMO!!!!” il ragazzo si alzò in
piedi di corsa e scattò verso il bagno. Era un ragazzo castano chiaro, capelli
azzurri e statura media; fisico non molto robusto, ma ben bilanciato. Dopo cinque
minuti riuscì e si vestì in fretta “maledizione, alle 8 devo essere alla
ShinRa!! Non posso far tardi il primo giorno di lavoro” prese un cornetto al
volo dalla cucina, le ultime cose di cui aveva bisogno e poi uscì di casa. La
stazione del treno non era lontana per fortuna, ma se non si sbrigava rischiava
di perdere il treno e allora nulla lo avrebbe più salvato da un ritardo
colossale. La fortuna volle che quel giorno il treno ritardasse di due minuti,
consentendogli di prenderlo al volo. Sospirando e ringraziando mentalmente il
cielo, il giovane si sedette su un sedile. Da casa sua al settore 8, dove era
situata
“Mi
compiaccio…generalmente nessuno è a conoscenza dell’identità dei Turks
all’infuori dei più alti gradi della ShinRa…ma evidentemente dovevo
aspettarmelo da un abile hacker come te..”
Già, ora
ricordava: aveva visto la sua foto quando era riuscito, con uno sforzo immane,
ad entrare nel sistema informativo della ShinRa. Tuttavia la visita fu breve,
venne bloccato quasi immediatamente, ma fece in tempo a vedere appunto, Tseng
“oh grazie…a cosa devo la convocazione e i complimenti?” il ragazzo cercò di
mostrarsi spavaldo, ma doveva fare attenzione, forse lo avevano cercato per
catturarlo. Il moro, con la sua solita calma, si avvicinò
“sai…sono
rimasto particolarmente colpito quando mi hanno informato che qualcuno era
riuscito a entrare nel nostro sistema da un abitazione civile. Colpito in senso
positivo ovviamente: doveva essere davvero un abile hacker quello che era
riuscito in tale impresa…così abile che sarebbe stato un peccato farlo sparire”
Kevin lo guardò non capendo dove voleva andare a parare “e…quindi?”
“Nel nostro
lavoro abbiamo bisogno di gente brava in qualsiasi campo ci possa essere utile
alle nostre attività spionistiche e non..oltr a una discreta abilità nel combattimento
per evitare di fare la fine del nostro ultimo hacker..”
“mi
stai…offrendo di entrare nei Turks??”Kevin era scioccato
“precisamente”
Un posto nei
Turks?? Lui?? Non credeva alle sue orecchie. Insieme al gruppo dei Soldier, I
turks erano il corpo più importante della ShinRa, e il fatto che fossero
segreti lo rendeva assai più affascinante di quello da combattimento, di cui
lui non nutriva particolare stima. In più, nonostante lui fosse stato abituato
a diffidare di tutti, Tseng gli sembrava affidabile, anche se verificare la sua
sincerità era difficile con quegli occhi inespressivi. Dopo una pausa di quasi
cinque minuti, Tseng sembrava sul punto di ricominciare a parlare, ma venne
interrotto da Kevin che lo anticipò
“e sia…mi
interessa. Dopotutto hacker migliori di me non ce ne sono in giro per Midgar. E
credo che un rifiuto a questa offerta mi comporterebbe un incontro ravvicinato
con i due scagnozzi dietro al muro di destra”
Tseng non lo
diede a vedere, ma era sorpreso e compiaciuto di ciò “Rude, Reno, venite fuori”
“maledizione,
come diavolo ha fatto il pivello” un ragazzo rosso, con una lunga coda e una
specie di bastone metallico in mano, comparve sulla soglia piuttosto
contrariato, mentre l’altro in completo silenzio lo aveva seguito
“Questione
di allenamento amico” ridacchiò Kevin
“Ti aspetto
fra due giorni alla ShinRa, dai alla reception il codice D45 e ti daranno una
chiave. Entra nell’ascensore e inseriscila. Ti porterà automaticamente al piano
dove sono situati i nostri uffici.” Tseng sorrise e fece un cenno agli altri
”ci vediamo” i tre sparirono dalla vista rapidamente, lasciando il ragazzo da
solo a pensare all’incredibile occasione che gli si era presentata. Il treno
fermò alla stazione del settore 8 e Kevin scese, dirigendosi verso l’enorme
edificio del’azienda, e verso la sua nuova vita.