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Autore: Rota    15/02/2010    4 recensioni
Parlava, lo Shinigami. Parlava continuamente, senza mai interrompersi.
Ciarlava di cose senza senso – assolutamente senza senso – intonando una cantilena lamentosa e melanconica degna di un commediante drammatico. Se mai lo sguardo si fosse posato sulla sua persona, avrebbe potuto constatare che persino i gesti richiamavano tale professione, così teatrali e maestosi, privi di pudore alcuno, plateali nel loro essere senza la minima cognizione.

[A Red, perché ha riso per prima xD A Saeko, perché spero possa riderci sopra (L)]
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Grell Sutcliff, Sebastian Michaelis
Note: What if?, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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tonque Io sono dissacrante xD
Non doveva essere comica, sta cosa xD
Doveva essere una pwp, non altro che una pwp.
E’ nata così, mi spiace xD Ho cercato di fare la persona seria, non ci sono riuscita xD
Spero almeno di non aver sprecato tempo xDxD




Tonque




Parlava, lo Shinigami. Parlava continuamente, senza mai interrompersi.
Ciarlava di cose senza senso – assolutamente senza senso – intonando una cantilena lamentosa e melanconica degna di un commediante drammatico. Se mai lo sguardo si fosse posato sulla sua persona, avrebbe potuto constatare che persino i gesti richiamavano tale professione, così teatrali e maestosi, privi di pudore alcuno, plateali nel loro essere senza la minima cognizione.
La parola non mancava mai tra quelle due labbra, continuava ad uscire a fiumi dalla gola rossa del suo proprietario senza che questi trovasse un valido motivo per interrompere la sua orazione.
Che Sebastian stesse riordinando, che stesse cucinando, che stesse potando un’aiuola, che stesse facendo qualsiasi altra cosa… Grell, uguale a se stesso in ogni singola occasione, si concedeva il lusso di torturare fino all’esaurimento il suo povero udito – nonché metteva a notevole prova la sua stoica indifferenza.
Che il Maggiordomo conoscesse l’uso non consono di quell’astuto organo di comunicazione – il giovane conte Phantomhive certo dava prova con estrema dedizione di quanto la parola potesse essere usata a scopi impropri – certo non significava che lo sopportasse di buon grado. Specialmente se non era costretto a farlo da alcun Contratto.
Per quello l’istinto gli aveva suggerito più e più volte di far tacere quell’irriverente quanto irritante Shinigami molesto, magari farlo a brandelli partendo direttamente dalla lingua che si ritrovava in bocca e poi, piano a piano, riversare a terra tutte le interiora che erano contenute dentro il suo corpo mingherlino.
Ecco, sarebbe stata una grande idea – sicuramente molto utile all’intera comunità, viva, morta o immortale che fosse.
Ma la fatica che avrebbe comportato l’atto in sé e quelli successivi, ricordandosi poi che le macchie di sangue sono qualcosa di altamente tragico e ostico da pulire nonché la trippa qualcosa di assolutamente non commestibile, lo frenava ogni volta, facendolo limitare a qualche parola grondante veleno o a un’occhiata che faceva ben trasparire ogni intento.
Eppure, lo Shinigami non si arrendeva, incurante della morte atroce che gravava sulla sua persona. Francamente non si capiva se era scemo o completamente folle – e nessuna delle due ipotesi era tanto lusinghiera.
Il fatto era che Grell seguitava a parlare, con entusiasmo sempre crescente.
A quel punto, qualsiasi cosa il Demone stesse facendo, si liberava le mani di ogni arnese inutile, si avvicinava con qualche passo particolarmente pesante al Dio della Morte e, piantatigli gli occhi addosso, senza la minima gentilezza lo prendeva e si imponeva su di lui. Baciandolo.
E occupando quella inutile lingua in altre attività che non fosse seviziare il suo povero udito.
Naturalmente, che questo includesse l’implicita vittoria da parte di Grell, in fondo in fondo, non interessava a nessuno – specialmente non al Maggiordomo che con tanta passione lo zittiva. Solo, tra quei suoni umidi che erano il semplice preambolo di una qualche occupazione più intima e profonda, quella malefica lingua rossa si compiaceva d’attività improprie e decisamente indecenti.
E altro non la occupava più.
   
 
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