La
mia vita con te.
Ciao…
Sono nuova del sito e anche se questa non è la mia prima
fanfic vi chiedo di
essere clementi e di andarci piano con le critiche. Sono un
po’ permalosa, ma
se avete dei consigli per vari miglioramenti sarò contenta
di sentirli.
Vi
dico già che questa fanfic potrebbe essere un po’
confusa, forse strana, ma spero che vi piaccia.
Buona lettura!
Come
in un sogno
Corro
immersa nel verde dei prati. L’aria è fresca,
limpida e frizzante.
Mentre mi muovo velocemente, all'improvviso mi appare la visione di una
donna. È
certamente molto bella, ma non so chi sia.
Non riesco a spiegarmi bene i come e i perché.
Non so di cosa sia frutto, né se esista veramente.
E,
come in un attimo è
apparsa, in un attimo scompare.
Che mi sta succedendo?
La vedo in lontananza che si avvicina verso di me.
Che strano, non sta guardando né il terreno né
qualcuno. Fissa il cielo.
Sembra sempre così distratta; insomma potrebbe inciampare da
un momento
all’altro.
- Kagome -
Ora i suoi occhi riprendono vigore e fissano qualcosa di terreno.
Come sempre indossa un vestitino tutto colorato che le arriva alle
ginocchia.
I suoi capelli neri adagiati sulle spalle si agitano dondolati dal
vento.
- Ciao, Inuyasha -
- Ciao. Credevo che mi avessi fatto uno scherzo -
- Sono così in ritardo? -
- No, non ti preoccupare. Allora cosa volevi dirmi stamani? -
- Bene, ti chiedo nuovamente scusa, ma mi ero completamente dimenticata
che ore
fossero, ero a giocare con Rin e così… -
Vedo le sue gote arrossire. Com’è buffa quando
s’imbarazza.
Un leggero sorriso si dipinge sul suo viso. Che avrà da
ridere? Mi sento
leggermente accaldata e anche un po’ a disagio. È
una sensazione che provo
spesso questa e, non che mi dia noia, però non mi sento in
grado di gestirla o
di controllarla. Non riesco a frenare questo rossore che so di avere
sul viso.
E i suoi occhi divertiti ne sono la prova.
Sono rossa come un peperone.
- Allora. Me la dici o no questa cosa? -
- Io… -
- …tu? -
- Ehm -
- Che c’è ti vergogni di me? -
-No, no é che -
I suoi occhi ora mi fissano seri e rigorosi.
Non c’è che dire, è proprio bravo a
impietrire le persone quando fa così.
Vorrei dirti tutto. E non è vero che mi vergogno, se potessi
lo direi subito.
Mi toglierei questo peso dalla coscienza una volta per tutte. Potrei
soffrirci
davvero tanto. Poi potresti arrabbiarti con me e… forse
finiremmo per litigare
e non come tutti i giorni, ma sul serio. Poi io non so come dirtelo.
Come
fartelo capire, io ti voglio bene. E non riesco a negare il fatto che
tu sia
anche molto carino. Io volevo dirtelo. Ma non ho mai pensato a come
avresti
potuto reagire. Ed ora, non sapendo cosa aspettarmi da te sono un
po’
intimorita. Mi dispiace di essermi resa conto di questo rischio solo
ora che tu
mi fissi così severamente e impazientemente . Ma dovrai
perdonarmi.
- Potresti darmi aiutarmi con le rune antiche? Altrimenti
rischierò di far
arrabbiare il mio maestro. Visto che è già molto
arrabbiato con me per storia,
non vorrei peggiorare la mia situazione. -
- Ah, certo. Ma che stupida a farti tanti problemi per una cosa
così banale -
- Ehi stupida a chi? -
- Certo che non capisci proprio nulla. Farti tanti problemi per una
stupidaggine.
Ah, le donne! -
- La vuoi smettere! -
- Ma d’altronde non tutti sono furbi -
- MI STAI RIDANDO DELLA STUPIDA? -
Tutt’altro che sciocca la ragazza. Questa volta lo sguardo
severo non ha
funzionato.
No, non è questo che dovevi dirmi. Comunque non voglio
insistere probabilmente
è una cosa banale che ti sei resa conto di non dovermi dire.
E infondo sono affari tuoi, io non ho problemi con nessuno.
Io mi fido di te.
Come a solito abbiamo iniziato a litigare e poi, senza troppi problemi,
ci
voltiamo e ci diamo le spalle per sette minuti abbondanti. È
così testardo!
È così buffa quando si arrabbia.
- Inuyasha -
- Sì? -
- Ti va di giocare un po’? -
Però è davvero bello poter contare su di lei.
È la mia unica amica. L’unica che
accetti la mia natura. O comunque l’unica che mi accetti per
quello che sono
dentro. Lei non mi ha mai chiesto di cambiare. Non mi ha mai detto di
essere
come lei. Lei mi ha fatto sentire orgoglioso della mia natura, da me
tanto
odiata. Ma sento che non saranno anni facili per due giovani, quali
siamo noi.
Dovrò difenderla, lo so già e non so se
riuscirò sempre ad esser…
- Ehi ci sei. Inuyasha. Ti va o no di giocare? -
- Certo. E ti consiglio di iniziare a correre -
- AH! -
E tra urla e risate iniziamo a rincorrerci. È veramente
molto buffo. Quando
corre e poi fa finta di inciampare proprio sul punto di prendermi.
Quando
rimane perplesso se gli poni una domanda troppo difficile. Quando
semplicemente
si rovescia l’acqua sul vestito. O quando si arrabbia se lo
chiamo Inu o quando
si sente in colpa per avermi dato della stupida!
Corre, salta, urla…
È una scatola piena di euforia ed entusiasmo che si
è rotta e che sprigiona
“luce” da tutte le parti.
Passiamo sempre ore ed ore a rincorrerci, a giocare, a parlare, a
scherzare o
anche a prenderci amichevolmente in giro. Come ora che lei corre
più veloce che
può e si gira sorridente ogni tre o quattro secondi per
vedere se sto per
prenderla. Ogni tanto si ferma e dice:
- Fermo, ho bisogno di riprendere fiato per qualche secondo -
E dopo inizia semplicemente a correre e gridare.
Sono lieto che le nostre famiglie siano contente della nostra amicizia
nonostante le loro posizioni.
Poi improvvisamente la sua caviglia vacilla, si guarda in torno assente
con gli
occhi spalancati, perde l’equilibrio e cade a terra poggiando
fortunatamente le
braccia in avanti e distraendomi dai miei pensieri.
- Kagome! -
- Ahi, ahi. Che botta! -
- Ti sei fatta male? -
- Insomma, ad essere sinceri stavo meglio prima -
- Sei sempre la solita -
- Ma perché sempre io devo cadere nel bel mezzo di una lotta
e fare le mie
solite figure? -
- Perché altrimenti non saresti la Kagome che conosco! -
Continua a guardare la caviglia poi alza lo sguardo e si china sul mio
ginocchio che ha iniziato a sanguinare. Lo scruta attentamente e
arriccia il
naso.
- Mi sa che te lo sei anche infettato. La caviglia, ti fa male se
faccio cos...
-
- Ahi! Sì, mi fai male -
- Però non sembra grave, sarà una semplice
distorsione -
- Pazienza, ormai é fatto. Guarirà presto. E poi
io sono una ragazza forte e
non temo niente -
I suoi profondi occhi iniziano a luccicare. Come al solito cerca di
fare la
dura e la forte, ma è fragile e non ci può
riuscire.
- Dai, ora andiamo a cercare qualche erba medica. Oppure ti accompagno
a… -
- NO. Io preferisco rimanere qui e arrangiarmi -
- Ok, come vuoi tu -
Non voglio tornare a casa proprio ora. Voglio stare ancora con lui,
ancora
qualche minuto. Non voglio tornare a casa.
Mi prende in braccio e mi appoggia ai piedi di un albero molto
delicatamente.
Alza il capo e mi guarda.
- Vado a cercare delle erbe, aspettami qui ci metterò una
decina di minuti al
massimo -
- Sì, grazie Inu -
- Ah, io mi impensierisco per te e tu, mi prendi in giro? -
Ecco come ogni volta con quel tono infastidito, ma affettuoso o non
saprei
dirvi come, mi fa scoppiare a ridere, mentre ancora continua a
borbottare tra
sé e sé.
- Ma guarda un po’! -
In breve tempo scompare tra gli alberi.
Lui è davvero una persona unica. Non ho mai conosciuto
nessuno come lui.
È così semplice, sicuro di sé, dolce,
altruista, allegro, buffo, simpatico e
anche un po’ burbero. Quando parlo con lui mi sento libera
dal peso dei
problemi e delle preoccupazioni. Sento di poter essere me stessa,
perché lui mi
accetta in tutti i modi. Lo conosco da tanti anni, credo che a volte
riesco a
capire quello che pensa. E poi dietro il suo atteggiamento rude
c’è tanto
affetto. È anche il mio punto di riferimento, la sicurezza
fa da punto fisso
per me.
Il semplice fatto che sia sempre disposto ad aiutare tutti, che sia
pronto a
rischiare e che sia tanto premuroso mi rende così felice.
Sì lui mi piace così
com’è, come mezzo-demone.
Lui mi piacerebbe!?
Lui mi piace.
Già credo che lui mi piaccia sul serio.
Credo che vorrei poter sapere che i suoi occhi brillano per me.
Per poter condividere i miei e suoi problemi solo con lui.
Per poter contare sulla sua stabilità e sulla sua forza
interiore.
Per poter donare a lui la mia allegria e i miei sorrisi.
Per poterlo amare.
Ma non posso…
Una lacrima nasce sul mio viso e scompare sotto il mento.
La mia indecisione, la mia fragilità potrebbero danneggiarlo
o addirittura
farlo soffrire. La sua posizione, la mia… le nostre famiglie
potrei essere l’anello
debole che fa rompere la catena
E se anche iniziasse tutto bene, potrebbe finire… e potrei
perderlo anche come
amico.
Non voglio, non posso rischiare di perderlo.
Non riuscirei a esistere senza la sua esistenza.
- Kagome -
- … -
- Ma che fai, sei ancora qua? -
- Dai vieni a ripararti. Non senti che piove? -
Piove?
Alzo lo sguardo e mi accorgo solo ora che sono tutta bagnata e anche
piuttosto
infreddolita.
Possibile che non me ne sia accorta prima?
- Kagome, non dirmi che ti faceva così male da non poterti
alzare -
- No. Io, non me ne ero accorta -
- Cosa? Ma come non te ne eri accorta? Vieni dai andiamo in una grotta-
Aggrappata alla sua casacca rossa, nascondo il mio viso tra la veste e
mi
stringo a lui.
Forse è stanca, meglio fermarsi qui vicino.
Giunti in una caverna illuminata dal celo, infestato dai lampi, mi
accorgo che
si è addormentata.
Cercando di non svegliarla, mi siedo, le faccio una fasciatura alla
caviglia e
poi la faccio stendere sulle mie gambe.
La pioggia continua a cadere turbinante dal cielo provocando un
scroscio che mi
culla.
Mi sveglio e vedo che anche lui dorme, piove ancora e le sue orecchie
si
muovono a ritmo regolare. Poi sento che ha perso calore nelle mani.
Possibile che un tipo come lui abbia freddo? Ma che importa.
L’importante è che
stiamo bene entrambi.
La sua casacca rossa mi mantiene perfettamente calda. E se
può scaldare me, può
scaldare anche noi.
Mi tiro su e seduta accanto a lui mi appoggio al suo petto.
Pendo la casacca e la metto sopra di noi, in modo da coprire entrambi.
Dopo pochi minuti sento il suo braccio avvolgermi la schiena e
stringermi a sé.
Il miei sogni diventano realtà. Quel momento di amicizia
diventa per me, e purtroppo
solo per me, qualcosa di più che so che lui negherebbe
davanti a chiunque e che
forse scorderà già domani. Ma io lo
ricorderò per sempre, ne sono sicura.
Ok,
ammetto che dal primo capitolo non
si capisce molto de contesto narrativo. Ma state certi che nel prossimo
tutto
vi sarà più chiaro e definito.
Ciao
ciao