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Autore: lyps    15/02/2010    1 recensioni
"È in questi momenti che tutto si rivela. Se c’è un lato positivo di queste brutte esperienze è che rendono le persone più unite... Ora i suoi occhi riprendono vigore e fissano qualcosa di terreno. Come sempre indossa un vestitino tutto colorato che le arriva alle ginocchia. I suoi capelli neri adagiati sulle spalle si agitano dondolati dal vento. ...è lei... ...è lui..." Che dirvi... sarà una bella sfida, questa volta non basterà il coraggio ad affrontare la realtà!!
Genere: Romantico, Triste, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La mia vita con te.




Ciao…
Sono nuova del sito e anche se questa non è la mia prima fanfic vi chiedo di essere clementi e di andarci piano con le critiche. Sono un po’ permalosa, ma se avete dei consigli per vari miglioramenti sarò contenta di sentirli.

Vi dico già che questa fanfic potrebbe essere un po’ confusa, forse strana, ma spero che vi piaccia.
Buona lettura!


Come in un sogno



Corro immersa nel verde dei prati. L’aria è fresca, limpida e frizzante.
Mentre mi muovo velocemente, all'improvviso mi appare la visione di una donna. È certamente molto bella, ma non so chi sia.
Non riesco a spiegarmi bene i come e i perché.
Non so di cosa sia frutto, né se esista veramente.

E, come in un attimo è apparsa, in un attimo scompare.
Che mi sta succedendo?


La vedo in lontananza che si avvicina verso di me.
Che strano, non sta guardando né il terreno né qualcuno. Fissa il cielo.
Sembra sempre così distratta; insomma potrebbe inciampare da un momento all’altro.
- Kagome -

Ora i suoi occhi riprendono vigore e fissano qualcosa di terreno.
Come sempre indossa un vestitino tutto colorato che le arriva alle ginocchia.
I suoi capelli neri adagiati sulle spalle si agitano dondolati dal vento.

- Ciao, Inuyasha -
- Ciao. Credevo che mi avessi fatto uno scherzo -
- Sono così in ritardo? -
- No, non ti preoccupare. Allora cosa volevi dirmi stamani? -
- Bene, ti chiedo nuovamente scusa, ma mi ero completamente dimenticata che ore fossero, ero a giocare con Rin e così… -

Vedo le sue gote arrossire. Com’è buffa quando s’imbarazza.

Un leggero sorriso si dipinge sul suo viso. Che avrà da ridere? Mi sento leggermente accaldata e anche un po’ a disagio. È una sensazione che provo spesso questa e, non che mi dia noia, però non mi sento in grado di gestirla o di controllarla. Non riesco a frenare questo rossore che so di avere sul viso. E i suoi occhi divertiti ne sono la prova.
Sono rossa come un peperone.

- Allora. Me la dici o no questa cosa? -
- Io… -
- …tu? -
- Ehm -
- Che c’è ti vergogni di me? -
-No, no é che -

I suoi occhi ora mi fissano seri e rigorosi.
Non c’è che dire, è proprio bravo a impietrire le persone quando fa così.
Vorrei dirti tutto. E non è vero che mi vergogno, se potessi lo direi subito. Mi toglierei questo peso dalla coscienza una volta per tutte. Potrei soffrirci davvero tanto. Poi potresti arrabbiarti con me e… forse finiremmo per litigare e non come tutti i giorni, ma sul serio. Poi io non so come dirtelo. Come fartelo capire, io ti voglio bene. E non riesco a negare il fatto che tu sia anche molto carino. Io volevo dirtelo. Ma non ho mai pensato a come avresti potuto reagire. Ed ora, non sapendo cosa aspettarmi da te sono un po’ intimorita. Mi dispiace di essermi resa conto di questo rischio solo ora che tu mi fissi così severamente e impazientemente . Ma dovrai perdonarmi.




- Potresti darmi aiutarmi con le rune antiche? Altrimenti rischierò di far arrabbiare il mio maestro. Visto che è già molto arrabbiato con me per storia, non vorrei peggiorare la mia situazione. -
- Ah, certo. Ma che stupida a farti tanti problemi per una cosa così banale -
- Ehi stupida a chi? -
- Certo che non capisci proprio nulla. Farti tanti problemi per una stupidaggine. Ah, le donne! -
- La vuoi smettere! -
- Ma d’altronde non tutti sono furbi -
- MI STAI RIDANDO DELLA STUPIDA? -

Tutt’altro che sciocca la ragazza. Questa volta lo sguardo severo non ha funzionato.
No, non è questo che dovevi dirmi. Comunque non voglio insistere probabilmente è una cosa banale che ti sei resa conto di non dovermi dire.
E infondo sono affari tuoi, io non ho problemi con nessuno.
Io mi fido di te.

Come a solito abbiamo iniziato a litigare e poi, senza troppi problemi, ci voltiamo e ci diamo le spalle per sette minuti abbondanti. È così testardo!


È così buffa quando si arrabbia.

- Inuyasha -
- Sì? -
- Ti va di giocare un po’? -

Però è davvero bello poter contare su di lei. È la mia unica amica. L’unica che accetti la mia natura. O comunque l’unica che mi accetti per quello che sono dentro. Lei non mi ha mai chiesto di cambiare. Non mi ha mai detto di essere come lei. Lei mi ha fatto sentire orgoglioso della mia natura, da me tanto odiata. Ma sento che non saranno anni facili per due giovani, quali siamo noi. Dovrò difenderla, lo so già e non so se riuscirò sempre ad esser…
- Ehi ci sei. Inuyasha. Ti va o no di giocare? -
- Certo. E ti consiglio di iniziare a correre -
- AH! -

E tra urla e risate iniziamo a rincorrerci. È veramente molto buffo. Quando corre e poi fa finta di inciampare proprio sul punto di prendermi. Quando rimane perplesso se gli poni una domanda troppo difficile. Quando semplicemente si rovescia l’acqua sul vestito. O quando si arrabbia se lo chiamo Inu o quando si sente in colpa per avermi dato della stupida!

Corre, salta, urla…
È una scatola piena di euforia ed entusiasmo che si è rotta e che sprigiona “luce” da tutte le parti.
Passiamo sempre ore ed ore a rincorrerci, a giocare, a parlare, a scherzare o anche a prenderci amichevolmente in giro. Come ora che lei corre più veloce che può e si gira sorridente ogni tre o quattro secondi per vedere se sto per prenderla. Ogni tanto si ferma e dice:
- Fermo, ho bisogno di riprendere fiato per qualche secondo -
E dopo inizia semplicemente a correre e gridare.
Sono lieto che le nostre famiglie siano contente della nostra amicizia nonostante le loro posizioni.

Poi improvvisamente la sua caviglia vacilla, si guarda in torno assente con gli occhi spalancati, perde l’equilibrio e cade a terra poggiando fortunatamente le braccia in avanti e distraendomi dai miei pensieri.
- Kagome! -
- Ahi, ahi. Che botta! -
- Ti sei fatta male? -
- Insomma, ad essere sinceri stavo meglio prima -
- Sei sempre la solita -
- Ma perché sempre io devo cadere nel bel mezzo di una lotta e fare le mie solite figure? -
- Perché altrimenti non saresti la Kagome che conosco! -

Continua a guardare la caviglia poi alza lo sguardo e si china sul mio ginocchio che ha iniziato a sanguinare. Lo scruta attentamente e arriccia il naso.
- Mi sa che te lo sei anche infettato. La caviglia, ti fa male se faccio cos... -
- Ahi! Sì, mi fai male -
- Però non sembra grave, sarà una semplice distorsione -
- Pazienza, ormai é fatto. Guarirà presto. E poi io sono una ragazza forte e non temo niente -


I suoi profondi occhi iniziano a luccicare. Come al solito cerca di fare la dura e la forte, ma è fragile e non ci può riuscire.
- Dai, ora andiamo a cercare qualche erba medica. Oppure ti accompagno a… -
- NO. Io preferisco rimanere qui e arrangiarmi -
- Ok, come vuoi tu -
Non voglio tornare a casa proprio ora. Voglio stare ancora con lui, ancora qualche minuto. Non voglio tornare a casa.

Mi prende in braccio e mi appoggia ai piedi di un albero molto delicatamente. Alza il capo e mi guarda.
- Vado a cercare delle erbe, aspettami qui ci metterò una decina di minuti al massimo -
- Sì, grazie Inu -
- Ah, io mi impensierisco per te e tu, mi prendi in giro? -

Ecco come ogni volta con quel tono infastidito, ma affettuoso o non saprei dirvi come, mi fa scoppiare a ridere, mentre ancora continua a borbottare tra sé e sé.
- Ma guarda un po’! -

In breve tempo scompare tra gli alberi.
Lui è davvero una persona unica. Non ho mai conosciuto nessuno come lui.
È così semplice, sicuro di sé, dolce, altruista, allegro, buffo, simpatico e anche un po’ burbero. Quando parlo con lui mi sento libera dal peso dei problemi e delle preoccupazioni. Sento di poter essere me stessa, perché lui mi accetta in tutti i modi. Lo conosco da tanti anni, credo che a volte riesco a capire quello che pensa. E poi dietro il suo atteggiamento rude c’è tanto affetto. È anche il mio punto di riferimento, la sicurezza fa da punto fisso per me.
Il semplice fatto che sia sempre disposto ad aiutare tutti, che sia pronto a rischiare e che sia tanto premuroso mi rende così felice. Sì lui mi piace così com’è, come mezzo-demone.
Lui mi piacerebbe!?
Lui mi piace.
Già credo che lui mi piaccia sul serio.
Credo che vorrei poter sapere che i suoi occhi brillano per me.
Per poter condividere i miei e suoi problemi solo con lui.
Per poter contare sulla sua stabilità e sulla sua forza interiore.
Per poter donare a lui la mia allegria e i miei sorrisi.
Per poterlo amare.
Ma non posso…
Una lacrima nasce sul mio viso e scompare sotto il mento.
La mia indecisione, la mia fragilità potrebbero danneggiarlo o addirittura farlo soffrire. La sua posizione, la mia… le nostre famiglie potrei essere l’anello debole che fa rompere la catena
E se anche iniziasse tutto bene, potrebbe finire… e potrei perderlo anche come amico.
Non voglio, non posso rischiare di perderlo.
Non riuscirei a esistere senza la sua esistenza.

- Kagome -
- … -
- Ma che fai, sei ancora qua? -

- Dai vieni a ripararti. Non senti che piove? -

Piove?
Alzo lo sguardo e mi accorgo solo ora che sono tutta bagnata e anche piuttosto infreddolita.
Possibile che non me ne sia accorta prima?

- Kagome, non dirmi che ti faceva così male da non poterti alzare -
- No. Io, non me ne ero accorta -
- Cosa? Ma come non te ne eri accorta? Vieni dai andiamo in una grotta-

Aggrappata alla sua casacca rossa, nascondo il mio viso tra la veste e mi stringo a lui.

Forse è stanca, meglio fermarsi qui vicino.
Giunti in una caverna illuminata dal celo, infestato dai lampi, mi accorgo che si è addormentata.
Cercando di non svegliarla, mi siedo, le faccio una fasciatura alla caviglia e poi la faccio stendere sulle mie gambe.
La pioggia continua a cadere turbinante dal cielo provocando un scroscio che mi culla.

Mi sveglio e vedo che anche lui dorme, piove ancora e le sue orecchie si muovono a ritmo regolare. Poi sento che ha perso calore nelle mani.
Possibile che un tipo come lui abbia freddo? Ma che importa. L’importante è che stiamo bene entrambi.
La sua casacca rossa mi mantiene perfettamente calda. E se può scaldare me, può scaldare anche noi.
Mi tiro su e seduta accanto a lui mi appoggio al suo petto.
Pendo la casacca e la metto sopra di noi, in modo da coprire entrambi.
Dopo pochi minuti sento il suo braccio avvolgermi la schiena e stringermi a sé. Il miei sogni diventano realtà. Quel momento di amicizia diventa per me, e purtroppo solo per me, qualcosa di più che so che lui negherebbe davanti a chiunque e che forse scorderà già domani. Ma io lo ricorderò per sempre, ne sono sicura.




Ok, ammetto che dal primo capitolo non si capisce molto de contesto narrativo. Ma state certi che nel prossimo tutto vi sarà più chiaro e definito.

Ciao ciao

  
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