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Autore: LyndaWeasley    15/02/2010    6 recensioni
Artù abbassò il capo e, quando vide la cosa per cui il suo servo si stava sganasciando dalle risate, chiuse gli occhi cercando di mantenere la calma; prese entrambi i lembi dei pantaloni strappati e si coprì.
«Ti scandalizzi per questo?» disse seccato tenendosi stretto il suo amico. «Per un paio di mutande?».
Merlino continuò a sorridere. «Per un paio di mutande
lilla vorrete dire» rispose Merlino soffocando ancora una risata».
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Camelot ♥'
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~Una giornata diversa~

 

Non si era mai ritrovato in una situazione bizzarra come quella: sì certo, ne aveva passate di tutti i colori cercando di salvare la pellaccia a quell’esemplare maschio ritardato quale era il suo principe, ma mai gli era capitata tale assurdità in vita sua.

Era rannicchiato come un povero scoiattolino indifeso all’interno di un piccolo carretto di legno e non si sarebbe certo stupito se quello avesse ceduto da un momento all’altro; ogni secondo che passava era uno scricchiolio in più per la sua povera schiena che, ne era sicuro, ancora qualche minuto e si sarebbe spezzata in due.

Quella vecchia volpe di Artù, d’altro canto, se ne stava irrequieto –ma almeno più comodo di lui-, e si rigirava i lacci delle scarpe tra le dita.

«Sapete quando vi ho detto che siete un asino reale?» se ne uscì fuori Merlino con voce strozzata, cercando di mantenere la calma. Artù sghignazzò.

«Come dimenticare il tuo primo giorno di umiliazione a Camelot?» sospirò sognante l’altro, nascondendo a stento un briciolo di ilarità nella voce.

«Si, bè..» riprese Merlino incenerendolo con lo sguardo, «Mi sbagliavo. Di grosso pure.. Voi non siete un asino reale, semplicemente siete un mulo abbastanza tonto da escogitare piani così idioti!».

Con suo sommo stupore, il principe non si degnò nemmeno di fulminarlo guardandolo come al solito ed esibendo una delle sue espressioni sadiche che, solitamente, sottointendevano: “gogna”.

«Che poi» riprese il giovane mago cercando invano di assumere una posizione più comoda –ma come diamine faceva Artù?- che almeno non gli recava danni permanenti al suo fisico già deboluccio, «Nella posizione più scomoda ci devo stare io.. Tutto per la vostra incredibile mancanza di organizzazione».

Artù sbuffò, fissando Merlino con una strana luce divertita negli occhi che gli davano un’aria assolutamente comica.

«Suvvia, Merlino, sei sempre che ti lamenti» soffiò il giovane principe, «Hai anche avuto l’onore di rientrare a far parte del mio piano assolutamente perfetto».

«Io faccio sempre parte dei vostri subdoli piani perché altrimenti voi non sapreste nemmeno a chi rivolgervi» boccheggiò Merlino in preda ad una crisi di astinenza dall’aria, che ormai pareva mancare. «E comunque vi avevo avvertito che qualcuno al villaggio vi avrebbe certamente riconosciuto anche conciato così..».

Artù sorrise sotto i baffi e si sporse appena entrando nel cono di luce che proveniva da una fessura del carretto; a dire il vero era conciato così male che Merlino pensò che anche suo padre avrebbe faticato a riconoscerlo: il volto sporco di terra, i capelli scompigliati con qualche filo d’erba.. Per non parlare dei vestiti! Artù aveva abbandonato il suo abbigliamento da principe per indossare i vestiti di seconda –o di duecentesima, fate voi- mano che gli aveva procurato il suo servo.

Il piano di Artù, se così si poteva chiamare, consisteva nel passare una giornata da semplice contadino abbandonando i suoi privilegi da regale: Merlino l’aveva trovata un’ottima idea se così il principe voleva farsi trattare come un normale cittadino almeno per un giorno, fin quando non gli aveva riferito che sarebbe andato in giro con lui e senza cercare di sabotare la sua immagine. A quel punto Merlino lo aveva avvertito che sicuramente l’avrebbero riconosciuto, d’altronde era il principe!: così Artù, su consiglio del mago, aveva deciso di sporcarsi la faccia di terriccio.

Idea alquanto idiota  rendere la sua faccia un letamaio vivente, aveva pensato Merlino.

A maggior ragione quando un bambino aveva deciso di rincorrerli perché non aveva mai avuto l’onore di conoscere il principe di Camelot e, da quanto avevano capito i due delle strilla del ragazzino, desiderava ardemente diventare un Cavaliere: i due baldi giovani furono costretti così a nascondersi per evitare che qualcuno notasse Artù.

«E comunque» riprese Merlino per l’ennesima volta, in tono scherzoso, «Potevate dirlo che volevate rinchiudervi da qualche parte con me».

Inutile dire che si guadagnò un’occhiata a dir poco intimidatoria da parte di Artù.

«Mi domando se ci sei o ci fai» sibilò quest’ultimo ghignando, «Se quella tua testolina bacata spara baggianate a caso o se le pensa veramente.. Non ti capirò mai, Merlino».

Meglio così si ritrovò a pensare Merlino, arrossendo lievemente.

«Dici che se ne sia andato?» domandò Artù ad un tratto, alludendo al bimbo, «Non so che direbbe mio padre se mi vedesse in questo stato.. Gli ho accennato che io e te saremmo andati a caccia!».

«Non saprei..» sussurrò Merlino in preda agli spasmi di dolore che ancora lo colpivano, «Però non nego che l’idea di uscire da qui per scoprirlo mi alletta molto».

Artù lo strattonò per un braccio, che gli fece scappare un mugolio.

«Tu non vai da nessuna parte! Se quel marmocchio è ancora qua fuori ci seguirà!» esordì Artù.

«Se sto ancora qualche secondo qua dentro divento come un’acciuga!» esclamò Merlino cercando di scrollarsi dalla stretta di Artù: Dio solo sapeva quanto non lo sopportava quando faceva così!

«Bè, ti sarai sacrificato per salvarmi la vita, Merlino» lo canzonò il principe sorridendo, «In tal caso ti sarò devoto per sempre».

«No, sarete devoto per sempre al mio cadavere» rispose Merlino, sarcastico. «Sarò attento».

Senza nemmeno far caso alle continue proteste di Artù, Merlino scoperchiò il carretto e finalmente uscì da quella topaia sentendosi improvvisamente le articolazioni fare dei grandi festeggiamenti; si stiracchiò e scese dal carretto, non facendo caso alla vasta gamma di epiteti con i quali Artù lo stava apostrofando.

Si guardò intorno e non c’era nessuno, fortunatamente: bussò dalla parte in cui dovrebbe esserci stata la testa di Artù, sperando malvagiamente di averlo un po’ intontito con il tonfo.

«Potete uscire» disse, «Non c’è nessuno qui nel raggio di, ehm.. Cinque miglia?».

Con uno scossone Artù saltò fuori dal carro in legno, esibendo la sua figura del tutto trasandata e, anzhe lui, contento finalmente di poter respirare aria pulita: puntò un dito minaccioso contro Merlino dedicandosi ad un’espressione seria e malevola.

«Se quel bambino, per caso, fosse ancora nei paraggi sarà l’ultima persona che vedrai!».

Merlino storse il naso e fissò il padrone con uno sguardo a dir poco divertito.

«Ehm, sire..» cominciò indicando prima Artù poi portandosi una mano alla bocca, in segno di disagio. «Sire, i vostri.. I vostri pantaloni».

Artù abbassò il capo e, quando vide la cosa per cui il suo servo si stava sganasciando dalle risate, chiuse gli occhi cercando di mantenere la calma; prese entrambi i lembi dei pantaloni strappati e si coprì.

«Ti scandalizzi per questo?» disse seccato tenendosi stretto il suo amico. «Per un paio di mutande?».

Merlino continuò a sorridere. «Per un paio di mutande lilla  vorrete dire» rispose Merlino soffocando ancora una risata. «Veramente il fatto divertente siete proprio voi.. Non so spiegarvi, ma in queste condizioni fate estremamente ridere».

Artù finse un ghigno divertito, prima di voltarsi e cercare di sistemarsi laddove i pantaloni gli si erano lacerati scoprendo un paio di mutande color lilla, probabilmente uscendo violentemente dal carretto.

«Non è colpa mia se questo era l’ultimo paio!» sbottò il principe quando, voltandosi nuovamente, aveva scoperto che il suo servo era ancora preso dalle risa.

 Fu istintivo il gesto che fece Artù poco dopo: preso dalla voglia di rendere omaggio alla sua umiliazione, raccolse con finto interesse una delle quattro spade che erano posizionate sopra al carretto in cui avevano alloggiato fino a pochi minuti prima e, con disinvoltura, lacerò i pantaloni di Merlino con un gesto netto.

Il giovane mago, preso alla sprovvista, volse lo sguardo ai piani bassi per controllare i danni, quando vide che il taglio nei pantaloni scopriva pure le sue mutande, si coprì con un rapido gesto della mano. Artù, preso dalle risate questa volta a suo favore, roteò la spada e la riconficcò dove l’aveva presa.

«Mmmh, verde » disse fingendo di essere interessato, «Non mi piace molto il verde..»

«Ehi, non è giusto!» si agitò Merlino cercando di non mostrare il verde acido dei suoi mutandoni, «Non sono stato io a rompervi le brache!».

«Merlino, è sempre colpa tua» si giustificò Artù on tono autoritario, «E di certo io..» ma s’interruppe quando vide l’espressione attonita appena comparsa sul volto del ragazzo moro, sbiancandolo.

Il principe si voltò alquanto seccato e ciò che vide sbiancò anche lui: il bambinetto di prima, quello che ambiva a diventare un Cavaliere di Camelot.

«Principe Artùùù!» strillò il bambino cominciando a corrergli incontro.

Artù si voltò verso Merlino con espressione cadaverica. «Merlino-comincia-a-correre » sillabò, ma il ragazzo rimase a fissarlo senza capire. «Corri!» tuonò più forte il principe sorpassando Merlino e dirigendosi verso il castello.

Merlino rimase qualche secondo fermo, come pietrificato, poi cominciò a correre seguendo Artù, con le mani ancora strette a coprire i suoi bei mutandoni verdi.

 

~The End~

 








Spazio Autrice:

Ma buonasera a tutti** Ebbene, eccomi uno dei miei lavori durante gli, come amo chiamarli io, sclero-time! Sono dei momenti in cui mi vengono in mente storie assurde e senza senso logico ò.ò
Ebbene ho deciso di postarla così, perchè non so che fare xDD
Che dire, spero vi sia piaciuta e vi abbia strappato un sorriso, come i tanti sorrisi che ho sfoggiato io durante la stesura^^ Mi sono divertita molto a scriverla! Poi ho messo avvertenze slash perchè io l'ho scritta pensando a quello, anche se non si accenna molto nella shot..
Ho postato questa storia, anche come omaggio alla fine della seconda stagione di Merlin ç____ç *corre contro il muro e sbatte la testa* Dio solo sa quanto io sia triste per il fatto di dover aspettare mesi e mesi per la terza serie .-.
Beh, ora basta.. Vi prego di lasciarmi un commento, che fa sempre piacere^^

Buona serata a tutti, alla prossimaaa <33

P.s. Per chi volesse, sto scrivendo una storia con piaring diversi dal solito, ovvero con l'introduzione di un nuovo personaggio^^ The Cult of the Damned - La Setta dei Dannati
   
 
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