Mi stacco per un momento dai “crack
pairing”, per andare a
parlare di una coppia fanon piuttosto conosciuta. Una HitsuHina ma a
modo mio come al solito! Non chiedetemi il perchè di questa
scelta,
ma ho voluto puntarmi su un qualcosa di “classico”
Anche questa breve oneshot si colloca nella raccolta “Raining
Stones” esattamente come tutte le altre mie AU. Buona lettura!
Youth Problems
Era decisamente in
anticipo quel giorno, e lo sapeva anche senza stare li a guardare
l'orologio al polso.
Ma dopotutto Hitsugaya
Toshiro era sempre e comunque puntuale, nonostante il suo essere un
ragazzino di appena sedici anni. Pertanto, si ritrovò quasi
a
sbuffare per quella monotonia che circondava la sua vita sin da
bambino. Essere perfetti in un mondo di adulti valeva dire due cose,
fenomeno da baraccone e successo assicurato.
Era snervante vivere in un
mondo dove tutti si aspettavano da te qualcosa, e anche se lui con la
sua intelligenza era più uno da università,
frequentava ancora il
liceo ed era contento così.
Di grazia che aveva giusto
accontentato gli assillanti genitori di andare a frequentare il
prestigioso istituto informatico in città, fermandosi quindi
ad ad
abitare da suo zio Ukitake, e a fare stage in una ditta farmaceutica
che dava da lavorare a mezza popolazione.
Poi però per il resto,
preferiva vivere come un comune ragazzo della sua età.
Trovandosi
pure la fidanzatina.
Oddio, non che Hinamori
Momo fosse una delle classiche fidanzatine da liceali. Erano
cresciuti assieme fin da piccoli, e avevano passato la maggior parte
della loro infanzia a giocare in campagna dove erano nati.
Solo da adolescenti
avevano lasciato la famiglia per studiare in città.
E poi da cosa nasce cosa,
quindi piuttosto che un inutile tira e molla, alla fine era stata
Momo stessa a spronarlo a darsi una mossa.
“Cosa ti chiamo a
fare Hitsugaya, che tu per me sei sempre stato Toshiro?”
Chiacchierona e
impertinente sempre e comunque, ma alla fine non poteva darle torto.
Anche se era imbarazzante per lui accettare questo pensiero, lei
decisamente era stufa di aspettare.
Sbuffando seccato,
nonostante fosse relativamente presto – a quell'ora nel liceo
si
pranzava in mensa – decise di entrare comunque nell'istituto
per
consegnare gli orari del suo stage, e andare a trovare comunque Momo
nonostante fosse sicuramente in mensa a pranzare.
Avrebbe dovuto passare più
tardi in effetti, giusto nel pomeriggio per riaccompagnarla a casa,
ma non era colpa sua se era bravo nel lavoro che faceva.
Una volta che ebbe finito
con quelle noiosissime faccende, e parlottato un po' con l'insegnante
che organizzava gli stage, si diresse sicuro alla grande mensa.
Non dovette poi fare molta
strada ad essere sinceri. Giusto un paio di corridoi per poi trovarsi
nella grande sala piena zeppa di gente.
In effetti sarebbe stato
un po' difficile trovare Hinamori in quella folla di studenti
chiacchieroni intenti ad ingozzarsi come polli, ma lui era un
osservatore attento oltre che una mente brillante, di conseguenza
dopo aver vagato un po' con lo sguardo nella sala, la trovò.
Indosso aveva un semplice
abito di cotone, che invece di mostrarla come una giovane adulta, la
faceva sembrare una semplice ragazzina in mezzo ad una folla di
adulti infantili.
Si stava per sedere ad un
tavolo mezzo vuoto con il proprio vassoio, quindi andò verso
di lei
con un lieve sorriso sulle labbra.
Ma non fece quasi in tempo
a sedersi accanto a lei, giusto riuscì a pronunciare un
saluto e il
suo nome, che le conseguenze furono decisamente inaspettate.
“Ciao, Momo. Stai
forse...”
Ciò che fece la ragazza
con ancora il vassoio in mano fu a dir poco sconcertante. Appena vide
l'amico avvicinarsi a lei, invece di sorridergli e di esclamare
allegra il suo nome, sgranò gli occhi dal puro
terrore di
trovarselo davanti.
Lanciò un un grido
terrorizzato richiamando a se l'attenzione di qualche testa, e
allarmando in tal modo pure lo stesso Hitsugaya. Che come preso alla
sprovvista – anzi, senza come, lo era – si
congelò all'istante a
quel comportamento inconsueto.
“Non ti avvicinare
Hitsugaya! Stammi lontano!!”
La ragazza dai capelli
raccolti in una cuffia di seta, guardava il giovane allarmata e allo
stesso tempo puramente terrorizzata. Facendo addirittura dei passi
indietro, mentre il vassoio colmo di vivande nelle sue mani, tremava
sempre di più preda di forti scossoni.
“Ma... Ma che diavolo ti
prende?! Che ti avrei fatto?! Io non...”
“Non ti avvicinare e
basta! Potresti attaccarmi qualche malattia venerea!!”
A quelle parole il giovane
liceale si ritrovò a sbattere le palpebre con sempre
più confusione
in testa, mentre lo spavento della giovane si mescolava ad una lieve
rabbia che traboccava dalle sue stesse parole.
Malattie veneree?
Sicuramente – e lo stesso Hitsugaya ne era consapevole
– non
erano poi più tanto disposti a tenersi
semplicemente la mano
per strada, o abbracciarsi per salutarsi.
Entrambi si erano accorti
come nel loro rapporto fosse ormai divenuto riduttivo
darsi
dei lievi baci sulle labbra nel caso si trovassero nel corridoio
della scuola possibilmente soli.
Volevano fare il grande
passo e diventare così una coppia a tutti gli effetti. Ci
pensavano
già da un po' ad avere esperienze sessuali come due veri
fidanzati,
ma era sempre arduo compiere tale gesto senza essere sommersi di
vergogna virginale.
Ma qui, in quello stesso
momento, Momo si comportava come una pazza isterica come... Come se
lui fosse un lebbroso!
“Ma io non sono malato!
E... Dannazione! Abbassa la voce che ci stanno guardando un mucchio
di persone!”
In effetti parecchie
persone stavano guardando quella scena tra il perplesso e
l'incuriosito. Lui, il geniale Hitsugaya cocco dei professori, alle
prese con una scenata simile.
“Oh ti prego! Non dire
fesserie che lo sai benissimo!!”
La voce della ragazza ora
si stava facendo quasi tremolante mentre gli occhi le si gonfiavano
di lacrime amare.
Toshiro non seguiva la
faccenda e provando ad avvicinarsi a lei per cercare di calmarla, ne
aizzò solamente l'atteggiamento ostile.
“Stammi lontano
accidenti! Aizen sama mi ha detto che posso rischiare
la vita
se provo a fare sesso con te! E noi ci siamo pure baciati con la
lingua la settimana scorsa! Chissà cosa mi avrai
trasmesso...!”
Pareva indignata e
sull'orlo delle lacrime per ciò che era successo la
settimana
scorsa. Un piccolo episodio della loro vita che doveva rimanere nella
loro intimità, invece che essere divulgato per mezza sala.
Ciò rese il giovane
ragazzo ancor più esasperato e irritato per quel suo
atteggiamento
isterico. E per di più, stava iniziando a capire
perchè lei si
stava comportando in quel modo inappropriato. Facendo divertire mezzo
liceo e sputtanando lui stesso.
C'era Aizen alla radice di
quel suo comportamento, e la cosa non doveva essere assurda, dato che
persino Hinamori faceva stage nella stessa ditta farmaceutica dove lo
faceva lui.
A orari differenti certo,
e in uffici altrettanto differenti, in modo che nessuno dei due
riuscisse mai ad incontrarsi.
Ma non era difficile da
scordare che lei il più delle volte gli parlava con toni
entusiasti
di Sosuke Aizen. Un uomo che lei sembrava ammirare ciecamente, ma che
mai si sarebbe aspettato fosse così capace di plasmarla a
tal punto.
Gliela aveva plagiata
sotto il naso lentamente, e il fatto che lei si fosse confidata a tal
punto con quel bastardo - raccontandogli persino del loro primo
bacio e dei loro “progetti” - ne era la prova
lampante.
Conscio quindi che Sosuke
aveva ordito quel piccolo piano quasi sicuramente per sputtanarlo,
perchè pure li il caro Hitsugaya, aveva saputo farsi
riconoscere con
le proprie doti mal comprese dagli adulti maligni. E quale miglior
piano se non mettergli contro la stessa Momo?
Questo non fece altro che
aumentargli il nervoso addosso, mentre tentava ancora una volta di
avvicinarsi alla ragazza.
“Hinamori, p-piantala di
dire queste cose accidenti! Ci stanno guardando tutt...”
La calma era la virtù dei
forti, ma non di Hinamori, e quasi neppure di lui stesso.
Quell'ultimo suo gesto di
portarla alla ragione, venne mal accolto dalla ragazza che, con un
ultimo urlo terrorizzato, scappò letteralmente via
lanciandogli
addosso il vassoio pieno di cibo.
In un atto estremo di auto
difesa.
Pezzi di pollo lesso e di
insalata, andarono a spiaccicarsi con forza sulla felpa di Hitsugaya.
Mentre il discreto cartoncino del latte, schizzò tutto il
suo bianco
fluido addosso alla sua povera faccia sconvolta.
Come ultimo, a rompere
quel glaciale silenzio, ci pensò il rumore del vassoio
stesso una
volta rovinato a terra.
Poi ancora silenzio, in
quella grande sala ghermita di gente, e con un ragazzo con una
espressione in volto a dir poco sconvolta. Ed infine, le odiose
risatine dei compagni che compiaciuti di vedere il secchione conciato
così dalla propria fidanzata, riempivano delicate il grande
ambiente.
Ma che nella testa del
ragazzo rimbombavano come tamburi di guerra da tanto che erano
fastidiose.
E dallo sconcerto, il
passo verso la rabbia cieca fu assai breve, tanto che si
allontanò
da quel posto cercando di asciugarsi il volto sporco di latte fresco
di freezer.
E un solo pensiero che
accompagnavano i suoi passi, ossia che Aizen stesso gliela avrebbe
pagata in un modo o nell'altro per quel che aveva fatto ad Hinamori.