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Autore: mamma Kellina    16/02/2010    9 recensioni
Nei primi anni del Novecento, Robert, un giovane ingegnere minerario vedovo e con un figlio piccolo e Barbara, una ragazza sarda con un triste passato che la condannava a restare zitella, hanno deciso di sposarsi solo per reciproca convenienza. Ben presto però i sentimenti e l’attrazione fisica hanno trasformato il loro patto in una situazione molto difficile da sopportare soprattutto perché nessuno dei due vuole accettare che, malgrado tutto, l’amore sta entrando a poco a poco nelle loro esistenze.
Eccovi dunque la seconda parte di questa vicenda che si svolge nelle miniere della Sardegna sud occidentale. Spero che chi ha già seguito la prima parte avrà piacere di vedere come si conclude il romanzo ma non dispero nemmeno di trovare ancora nuovi lettori. A tutti prometto una storia vivace, intrigante, meno drammatica di quella narrata finora, ma che, mi auguro, saprà ugualmente emozionare e coinvolgere.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
Capitoli:
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Capitolo 1

 

Aprile era stato particolarmente tiepido quell’anno già dai primi giorni e l’ultima domenica del mese faceva così caldo che Barbara aveva potuto indossare il suo bel vestito rosa a cui aveva abbinato una giacca grigia fattasi confezionare da Olga Ferri. Stava davvero bene anche perché la recente gravidanza non le aveva affatto rovinato la figurina snella, anzi, le aveva dato una rotondità di forme rendendola ancora più seducente. In lei invece era peggiorato notevolmente il carattere, ma questo Robert lo attribuiva alla grande preoccupazione che dava ad entrambi la piccola Neve che non cresceva come avrebbe dovuto. Per questo motivo lui cercava di essere sempre dolce e paziente con la sua ombrosa consorte nei confronti della quale provava oramai un profondo affetto.

Anche quella mattina, mentre insieme si recavano in calesse a casa dei Bradley per un invito a pranzo, le stava parlando con tutta la dolcezza possibile cercando di far scomparire il broncio dalle sue belle labbra dello stesso colore del piccolo crocifisso di corallo che oramai non toglieva più dal collo e con il  quale anche adesso stava giocherellando nervosamente.

- Andiamo, cara, non fare così – le diceva cercando di rabbonirla – neanche a Pasqua ci siamo andati ed oggi era davvero importante che accettassimo quest’ invito, lo sai.

- Sai quanto me ne importa dell’ospedale e dei  parenti arrivati! Figurati! Se sono dello stesso stampo della vecchia odiosa c’è davvero da stare allegri! Ma lo sai cosa le ho sentito dire l’ultima volta che è venuta a farci visita mentre guardava la bambina e pensava che non la capissi? “Questa cosina somiglia davvero ad un ragnetto peloso!” Non so come ho fatto trattenermi dal prenderla per un braccio e buttarla fuori, la tua amata zietta!

Per tutta risposta Robert si fece una bella risata, guadagnandosi uno sguardo furente della moglie a cui disse,  cercando di buttarla sullo scherzo:

- Lo vedi che stai incominciando a capirlo bene l’inglese?

- Forse a te non interessa che quella brutta megera disprezzi tua figlia, ma a me sì, se permetti, e non vedo perché devi costringermi ad andare a pranzo da lei. Ti giuro che questa è l’ultima volta che ti accontento, non lo farò mai più!

L’uomo, che invece adorava la tenera figlioletta, la guardò con un sorriso  e per l’ennesima volta provò a spiegarle.

- Tra qualche giorno ci sarà l’inaugurazione dell’ospedale ed è venuto ad avviarlo un loro cognato, Sean  Hopkins, che ha portato con sé due giovani medici. Inoltre è venuto ad Ingurtosu per fare pratica nella conduzione di una miniera anche Leonard Farewell,  il nipote di lady Margaret. Sir Paul mi ha chiesto espressamente di farteli conoscere tutti. Come facevo a dirgli di no?

- Glielo dicevi chiaro e tondo che non mi fa piacere conoscere altri parenti. Cosa ho da spartire con loro? Continuali da solo i rapporti con la famiglia del tuo principale!

- Tanto per cominciare i due medici non li conosco neanche io e poi, se è pur vero che Leonard è spocchioso e antipatico, Sean è una persona amabilissima. È il vedovo della sorella minore di Margaret,  Henrietta,  ed anche se non  ho avuto il piacere di conoscerla di persona, Julie mi diceva sempre che era una donna molto diversa dalle sorelle. Trovavano tutti che avrebbe potuto essere lei sua madre tanto le rassomigliava in bellezza ed in dolcezza.

- Che bella famiglia ti sei trovato per imparentarti!  – commentò lei, acida – Angeli del Paradiso pieni di ogni virtù o serpi velenose.  Una via di mezzo non era possibile, eh?

Robert sorrise e non raccolse la provocazione anche perché erano nel frattempo arrivati a varcare il cancelletto d’ingresso della proprietà dei Bradley. Giovanna stava venendo loro incontro per accogliere Barbara. Da quando l’aveva aiutata la sera del parto, la ragazza nutriva per lei una gratitudine sconfinata e con molta naturalezza la baciò affettuosamente sulle guance mentre il marito si allontanava per andare a portare il calesse nella scuderia.

Dalla terrazza del primo piano i coniugi Bradley avevano assistito alla scena in compagnia del nipote Leonard  che chiese stupito:

- Ma cosa fa? Bacia la serva?

- Gente di qui! – commentò con disprezzo la zia, meritandosi un’occhiataccia del marito il quale a volte non sopportava l’atteggiamento di palese superiorità usato dalla moglie con il prossimo. Lui invece si alzò per andare ad accogliere i due giovani seguito da Leonard che anche da notevole distanza aveva notato quanto la signora Forrest non fosse per niente male.
Farewell era un giovane di una trentina d’anni, decisamente di bell’aspetto. Non aveva un fisico massiccio, ma ugualmente la sua figura era proporzionata ed elegante. Sul bel viso giovane, sotto le sopracciglia piacevolmente all’insù, spiccavano due occhi di un blu profondo ed un sorriso simpatico dai denti perfetti. Era accuratamente sbarbato però in compenso portava i capelli di un biondo caldo piuttosto lunghi e ben pettinati in una foggia molto alla moda. Le ragazze impazzivano per lui che non mancava occasione per esercitare il suo fascino da dongiovanni. Decise di farlo anche con la moglie di Robert  perché, ora che la vedeva da vicino, aveva modo di  apprezzarne ancora di più il visino grazioso, la bella bocca piena e gli occhi di un nocciola così chiaro  e luminoso da ricordare l’ambra. Con galanteria le prese tra le sue la manina inguantata e se la portò alle labbra mentre lo zio faceva le presentazioni e Robert si avvicinava.

- Ecco,  finalmente ho l’onore di conoscere la famosa moglie dell’ingegnere Forrest  - le disse.

- Famosa? E perché famosa? – gli chiese lei guardandolo con diffidenza.

- Oh, non immaginate quanto si sia parlato di voi in famiglia! Tutti si chiedevano come avesse fatto questo signore a dimenticare in così poco tempo la mia dolce cuginetta Julie. Ora io vi ho veduta e ho capito che nessun uomo normale avrebbe potuto resistere a tanta grazia e bellezza!

- Smettila! – gli disse secco Robert a cui quell’individuo dava sui nervi peggio della zia e trovando veramente inopportuno che si mettesse a fare il cascamorto proprio con sua moglie. Ma quest’ultima proruppe in una risata divertita e ritirando la mano che ancora l’altro tratteneva tra le sue, gli disse scherzosa:

- Davvero sarebbe bene smetterla, signore, se non altro per il bene di vostra zia: non sopporterà che suo nipote, sangue del suo sangue, possa farmi dei complimenti per quanto falsi e cortesi  possano essere!

- Falsi? Ma se non sono mai stato così sincero in vita mia!

- Attenzione allora, perché rischiate grosso. Mostrate di trovarmi brutta e deficiente se volete farla contenta, non è così sir Paul?

- Barbara, smettila anche tu per favore – la rimproverò il marito notando lo sguardo imbarazzato dell’anziano nobiluomo.

Presala per un braccio, la condusse in salotto dove li aspettavano gli altri.

 

- Spero che quello sconsiderato di Sean si decida a tornare in tempo per il pranzo – disse l’anziana signora dopo avere presentato loro i due giovani medici ed aver fatto un po’ di conversazione – È uscito a cavallo per andare a vedere la miniera più di un’ora fa!

- Non ti preoccupare, mia cara, ha promesso di rientrare in tempo e Sean le promesse le mantiene sempre, lo sai – le rispose il marito.

- Insomma, non capisco proprio perché ti sei intestardito tanto a far venire Sean  Hopkins ad aprire il tuo ospedale! Non ce n’era assolutamente bisogno con questi due bravi giovanotti.

Dal suo tono si capiva chiaramente come tra lei ed il cognato non dovesse correre buon sangue. Uno dei due medici, un giovane di nome Peter O’Connor tanto biondo e lentigginoso da sembrare quasi un albino, si sentì in dovere di prendere le difese dell’assente mentre con imbarazzo si puliva le spesse lenti in un fazzoletto.

- Il dottor Hopkins è un medico di grande esperienza, milady. Io ed il mio collega Hawnks non sapremmo neanche da dove cominciare per mettere su un ospedale.

- Anche voi siete due valentissimi medici – intervenne sir Paul – ma certo mio cognato è la persona giusta. Ha lavorato tanti di quegli anni in India in condizioni così precarie che adesso l’ospedale di Ingurtosu gli sembrerà altrettanto bello del Royal London Hospital!

- Sarà, ma adesso si è fatto tardi e noi ci mettiamo a tavola con lui o senza di lui – affermò acida la padrona di casa conducendo gli ospiti nella sala da pranzo dove c’era una tavola apparecchiata con cura.

Si erano accomodati da pochissimo quando finalmente arrivò il ritardatario. Barbara l’osservò attenta e ne rimase colpita. Non era giovane, poteva avere circa sessant’anni, ma aveva il fisico ancora asciutto e prestante. Benché abbastanza calvo e con la barba molto brizzolata, sotto le sopracciglia ancora completamente nere splendevano due occhi scuri pieni di intelligenza e d’ironia che insieme al sorriso simpatico e tutto fossette, gli donavano un aspetto davvero molto giovanile.

Anche con lui furono fatte le presentazioni e per dire qualcosa la ragazza commentò:

- Forse avrò qualche difficoltà a comunicare perché mi sento decisamente in minoranza: sono l’unica italiana tra tanti inglesi!

- Inglesi?! – le rispose Sean fingendosi scandalizzato – Signora mia, non cominciamo con queste parole, per favore. A questo tavolo è degnamente rappresentato il Regno Unito di Gran Bretagna. C’è il signor O’Connor che è un irlandese, vostro marito che, come sapete, è un gallese e, modestia a parte, il sottoscritto, che è un fiero scozzese puro sangue….

- Non cominciare tu con queste solite polemiche, per favore. Sei noioso – lo apostrofò la cognata, infastidita.

Lui, senza darsene per inteso, continuò:

…poi ci sono gli inglesi, quelli sopportabili come Paul ed il dottor Hawnks e quelli che invece rompono le scatole a tutti, vedi mia cognata e suo nipote Leonard.

Quest’ultimo rise beffardo e provocò lo zio:

- Intanto ve le abbiamo suonate a tutti!

- Non è detto che sarà sempre così, figliolo, non è detto!

Le battute sembravano scherzose, ma per paura di aver introdotto senza volere un argomento sgradito, Barbara intervenne ancora, senza rendersi conto di peggiorare la situazione.

- Conosco perfettamente la storia e la geografia,  ma pensavo che dopo tanti anni avreste dovuto superare le vostre antiche differenze anche perché almeno su una cosa vi trovate tutti d’accordo.

- E quale sarebbe questa cosa, sentiamo? – le chiese Leonard.

- Per usare un’espressione del dottor Hopkins, andare a rompere le scatole al resto del mondo con l’imperialismo!

Un silenzio imbarazzato cadde sulla tavola e tutti la guardarono un po’ scandalizzati per un attacco tanto inaspettato al Grande Impero. Solo Sean proruppe in una risata divertita ed alzando verso di lei un calice colmo di vino, con un sorriso simpaticissimo, affermò:

- Brindo a voi, figliola, che in due semplici parole avete riassunto anni di esperienza fatta dal sottoscritto in Sudafrica e in India. Ma andateci piano a ferire il patriottismo dei miei connazionali,  “God save the King”, prima di tutto.

- Tu sei una persona strana ed  insopportabile, ma hai fatto sempre il tuo dovere per la Patria per cui ti concedo di parlare. Piuttosto è intollerabile che le critiche alla nostra politica debbano venire da una ragazzetta ignorante che non si è mai  mossa da un paese selvaggio come questo – commentò davvero irritata la padrona di casa, poi, rivolta all’incauta, le disse duramente -  Non vedo come possiate permettervi di tranciare certi giudizi, cara mia.

Alle parole sprezzanti della nobildonna, Barbara sollevò orgogliosamente il viso ed apparve ancora più bella mentre con gli occhi che le lampeggiavano rispondeva:

- Forse perché ci ha pensato mio padre a crescermi con gli ideali di Diderot e di Voltaire, forse perché mi ha insegnato a non accettare la sopraffazione ed il militarismo. Anche se non mi sono mai mossa dalla Sardegna, vi assicuro che ho studiato abbastanza da  dare punti a tante signorine di buona famiglia cresciute nei migliori collegi con la convinzione che gli unici loro doveri siano imparare a ricamare e scodellare figli perché diventino carne da macello al comando del primo tiranno a cui verrà la voglia d’inventarsi un’altra guerra.

Margaret Bradley fece un sorriso acido e rivolta a Robert gli disse, prendendolo in giro:

- Hai visto come sei stato fortunato ad aver trovato in questo buco sperduto una moglie così saggia ed illuminata? Peccato tu non l’abbia fatto prima! La povera Julie si poteva anche risparmiare di morire a vent’anni per colpa tua!

A quelle parole tutti guardarono l’ingegnere Forrest che aveva un’espressione di un tale imbarazzo sul viso da fare addirittura pena.

Barbara fu molto addolorata  nel vederlo incolpare con così tanta perfidia.

- Colpa? Robert avrebbe la colpa della morte di vostra nipote?-  si ribellò -  Ah no, mi dispiace, se davvero ci fosse stata la colpa di qualcuno per questa orribile cosa, allora sarebbe stata soprattutto di vostra sorella!

La vecchia si irrigidì e batté un pugno sul tavolo.

- Come vi permettete di dire una cosa simile! -  l’apostrofò irritata.

- Mi permetto perché se i genitori avessero rispettato la scelta della figlia e non l’avessero cacciata di casa, forse non sarebbe  stata costretta a venire in questo posto dimenticato da Dio e dagli uomini e, delicata com’era, avrebbe potuto fare una vita più consona a quella a cui era abituata.

- In pratica state dicendo che anche se Robert non era del rango di mia cugina avrebbe  dovuto godere i privilegi di aver spostato un’aristocratica senza che i miei zii facessero nulla per impedirlo? – obiettò Leonard mentre Maggie sembrava pietrificata.

- Non sto dicendo questo. Robert non sarà un baronetto, ma ha dimostrato ampiamente di non aver spostato Julie per interesse. Qualcuno avrebbe potuto offrirgli un’opportunità migliore per lavorare e mantenere sua moglie con più agiatezza di quanto non abbia potuto fare sir Paul che è stato l’unico ad aiutarli. Pensateci, milady, se soltanto la vostra nobile sorella avesse agito come ha fatto vostro marito, forse adesso Julie sarebbe ancora viva!

- Questo giovanotto non è il tipo da accettare aiuti: non vedete con quanto spregio ha rifiutato che Ilary si prendesse cura di suo nipote? – le fece di rimando la signora.

- Prendersi cura? Ma se voleva portarglielo via! E voi questo me lo chiamate aiuto? Togliere ad un padre il figlioletto? Avrebbe potuto magari proporgli una occupazione a Londra, oppure offrirgli di  pagargli, con le sue notevoli possibilità economiche,  la migliore delle istitutrici, insomma avrebbe avuto tanti altri modi per aiutarlo senza costringerlo a risposarsi in tutta fretta.

- Costringerlo a risposarsi! Ma non fatemi ridere, ragazza!

- Barbara, adesso smettila.

La voce di Robert risuonò forte ed aspra nel rimproverare la moglie, ma lei lo guardò come in preda ad un’ansia che tutti gli astanti, imbarazzati da una simile discussione, notarono.

- Perché devo smetterla? Non sto dicendo forse la verità? Tu adoravi tua moglie e mai e poi mai avresti pensato di risposarti se non fosse stato per tuo figlio. Credi che non lo abbiano capito tutti che per te non sono degna neanche di camminare sul suolo calpestato dalla tua Julie? Non ti sei accorto che poco fa Leonard mi ha addirittura presa in giro?

- Non dite così – intervenne questi chiamato in causa – io non volevo affatto! Però, se siete convinta di questo, mi spiegate allora perché l’avete spostato se sapevate che amava ancora mia cugina?

- Perché? Perché sono una donna e a noi non è dato scegliere autonomamente o lavorare per poter fare anche a meno di sposarci per vivere.

Aveva risposto con gli occhi bassi ed un rossore che le si era diffuso sul viso, ma un po’ più calma. Approfittandone per cambiare discorso, il dottor O’Connor le chiese:

- Lavorare? Sentiamo, quale lavoro vi sarebbe piaciuto fare? La maestra forse?

- No, dottore, mi sarebbe piaciuto fare il vostro. Mio padre, che era un valente medico anche lui, per anni provò ad inculcare in mio fratello la sua stessa passione, ma dovette rinunciare. Ricordo che diceva sempre che ero io quella portata per gli studi e la medicina  e  che sarei stata un ottimo medico.

Lady Bradley scoppiò in una sonora risata ed anche se si era sentita abbastanza soddisfatta dall’ammissione di Barbara di non essere all’altezza della nipote, ugualmente non seppe trattenersi dal prenderla in giro.

- Una donna medico! Non si è mai visto!

- Non l’hai mai vista tu, cara cognata – intervenne a questo punto Sean Hopkins calmo calmo – l’Università di Zurigo accetta anche studenti di sesso femminile ed ormai numerose ragazze diventano medici.

- Peccato allora essere nata in questa terra selvaggia e non aver avuto mezzi! – sospirò la ragazza guardandolo con i suoi begli occhi tristi.

- Certo, peccato, signora Forrest. Anzi, se vivevate a Londra avreste potuto anche seguire Emmeline Pankhurst che ha fondato “L’Unione nazionale sociale e politica delle donne”. Non è così zio Paul, non ce la vedi la signora Forrest a militare  tra le suffraggette? – commentò ancora molto ironico Leonard sollecitando lo zio che per tutto il tempo della spiacevole conversazione se ne era stato zitto e contrariato.

Invece gli rispose Barbara:

- Lo avrei fatto e non tanto perché m’interessa la politica o il voto alle donne, ma perché trovo insopportabili le continue vessazioni a cui vanno sottoposte, come il non poter esprimere mai le loro capacità lavorative.

Notando che oramai la giovane era sull’orlo di un collasso nervoso dal modo in cui si passava la  mano tremante tra i riccioli della nuca, Sean intervenne in suo soccorso:

- Sono perfettamente d’accordo con voi. Nella mia lunga vita ho avuto modo di apprezzare tante volte le enormi capacità femminili e devo confessarvi di avere la convinzione che come medici a volte le signore sarebbero molto più sensibili ed attente di noialtri uomini.

- Quale sciocchezza! Le donne svengono ad ogni nonnulla! – obiettò il giovane nipote dei Bradley.

- Io ho visto delle semplici suore assistere imperterrite alle operazioni chirurgiche più cruente e medicare le ferite più ripugnanti con il massimo sangue freddo – testimoniò il dottor Hawnks.

- Ma le suore non sono donne! – rise il giovane.

La discussione si fece più generale e Barbara ne approfittò per starsene un po’ zitta a riprendersi senza però osare di alzare lo sguardo sul marito il quale se ne stava silenzioso ed irritato.

 

Alla fine del pranzo, Robert si rivolse ai padroni di casa e agli ospiti per prendere congedo perché la loro bambina doveva essere allattata.

- A proposito come sta la piccola? – chiese sinceramente interessato sir Bradley.

- Bene, grazie.

- A me non è sembrato che stesse tanto bene. Scusate se ve lo dico,  ma non la vedo crescere molto – intervenne la moglie, desiderosa di ferire ancora la ragazza.

- Vi sbagliate invece, sta benissimo – la contraddisse questa.

L’altra però, senza dar peso a quelle parole, continuò rivolta al cognato.

- Sean, dovresti andare a farle una visita. Chissà quanti bambini denutriti hai visto in India ed in Sudafrica. Un tuo consiglio potrebbe essere prezioso.

- Non ce n’è bisogno, grazie – obiettò ancora Barbara molto offesa, ma impallidì quando Robert intervenne a sua volta.

- Davvero Sean, mi farebbe piacere se venissi a vederla e ti sarei grato se dessi uno sguardo anche a mia moglie: è molto stanca e nervosa negli ultimi tempi e forse ha bisogno anche lei di una cura.

Notando che la giovane era diventata rossa come una fiamma, il buon medico gli si rivolse con un sorriso gentile.

- Eh già, Robert, capita spesso alle giovani mamme! D’altronde  mettere al mondo un bambino non è cosa da poco e noi uomini, così come le donne che non hanno mai avuto figli, non possiamo neanche immaginare quale dispendio di energie fisiche e psichiche comporti.

Poi si rivolse alla giovane e prendendola per un braccio, la invitò a seguirlo.

- Venite con me, adesso vi darò qualcosa. Vedrete, vi sentirete subito meglio!

Per non offenderlo con un rifiuto e provando un’enorme gratitudine per lui perché aveva preso le sue difese sia con la vecchia odiosa che con quel cretino del marito, Barbara lo seguì, pur sapendo che non avrebbe preso alcunché.

Nel frattempo Robert stava salutando gli altri. Quando si avvicinò a Leonard, questi gli rivolse uno dei suoi sorrisi migliori ed alzando le sopracciglia ironico,  gli sussurrò per non farsi sentire dalla zia:

- Certo che dopo mia cugina tutta rossori e sentimento deve essere una bella fatica un peperino simile, non è vero?  Però, accidenti, che fuoco quella donna! Complimenti, mi piace molto lo sai? Quasi quasi cerco di rubartela.

Leonard aveva voluto solo scherzare ma la risata soddisfatta sulla sua faccia da schiaffi finì per far montare su tutte le furie Robert.

- Riesci sempre ad essere sgradevole ed inopportuno! - gli disse a denti stretti e con uno sguardo pieno di indignazione.

In quel momento per fortuna Barbara ritornò insieme a Sean che le stava facendo delle raccomandazioni e dopo aver salutato anche lui, si allontanarono.

In silenzio risalirono sul calesse e ripartirono però dopo un poco l’uomo le si rivolse con la collera per così tanto tempo trattenuta.

- Insomma si può sapere cosa accidenti ti è preso? – le urlò.

- A me? Cos’è preso a me? E tu che mi hai fatto passare per pazza davanti a tutti?

- Perché non è da pazza il modo come ti sei comportata? Che bisogno c’era di dire tutte quelle cose spiacevoli a lady Margaret?

- Una volta tanto mi sono presa la soddisfazione di cantargliene quattro e poi non ho fatto altro che dire la verità.

Senza accorgersi nella sua agitazione di stare imprimendo alla cavallina che tirava il calesse un’andatura troppo sostenuta, lui la guardò con sdegno.

- Già e guarda caso la verità è venuta fuori proprio oggi. Non è piuttosto che volevi farti notare dai tre bei giovanotti seduti a quella tavola? Almeno uno in particolare deve averti colpito al punto tale da  indurti ad incoraggiare le sue avances  dichiarando pubblicamente perché ci siamo sposati.

- Che stai dicendo!? – replicò la donna davvero stupita ed offesa – Mi dispiace, ma non mi conosci affatto se pensi questo di me.

- Infatti, non ti conosco. D’altra parte ho conosciuto e sposato una donna completamente diversa da ciò che sei diventata adesso. Io sto cercando di avere pazienza, Barbara, ma ti assicuro, sei diventata davvero insopportabile.

- È cambiato qualcosa da allora.

- Certo, è nata Maria Neve, ma non puoi accusarmi di non esserti vicino nelle difficoltà che stai incontrando con lei. Forse se la smettessi con questo atteggiamento astioso nei miei confronti, potremmo affrontare le cose con più calma.

Barbara non replicò nulla e si limitò a girare la testa fingendo di guardare il panorama. Era tutto inutile: Robert continuava a ragionare con la sua mentalità egoistica prettamente maschile. Aveva perduto la testa per lei poco meno di un anno prima, l’aveva desiderata ed avuta, punto e basta. La loro bambina era stata una conseguenza di quell’episodio casuale, ma siccome era un galantuomo, si prendeva cura di loro così come aveva promesso. Neanche lo sfiorava l’idea che era andata con lui perché se n’era innamorata, non pensava alla sua delusione quando le aveva detto chiaro e tondo che quanto c’era stato tra loro non era molto diverso da un rapporto occasionale avuto con una qualsiasi altra donna, magari anche solo una prostituta. Era questa la cosa che la faceva stare male e che, unita alla preoccupazione per la salute della bambina e al suo stato psicofisico, l’aveva fatta diventare acida e bisbetica. Perché lo era diventata davvero, se ne rendeva conto.

Guardando il mare in lontananza, si chiedeva dove fosse finito tutto l’amore tenero ed appassionato provato una volta per quell’uomo, un amore per il quale aveva sopportato persino di non essere ricambiata pur di stargli accanto. Ora avrebbe preferito mille volte rimanere da sola come era accaduto tanti anni prima con Filippo piuttosto che trovarsi accanto chi l’aveva ferita provando per lui solo un sordo rancore che le avvelenava la vita ogni giorno e la portava a manifestargli ogni momento la sua scontentezza. Spesso si avvedeva di stare sbagliando, ma non riusciva a frenarsi e lo sgomento per il comportamento sgradevole assunto, la faceva vergognare di se stessa e provare un grande abbattimento. Anche adesso le stava accadendo  perciò se ne stava silenziosa e triste senza neanche guardare il marito.

Intanto Robert si era  calmato ed aveva trattenuto la corsa del cavallo. Sembrava quasi stessero facendo una bella passeggiata nel pomeriggio soleggiato e sereno, ma l’uomo conosceva bene gli improvvisi silenzi della moglie e quella sorta di torpore in cui si rifugiava quando cadeva in depressione. Sapeva che stava  attraversando un periodo molto difficile e sapeva pure di essere stato la principale causa del suo malessere con un comportamento del quale si era assai pentito. Oramai aveva la certezza di non nutrire per lei  soltanto stima e gratitudine così come avrebbe voluto quando l’aveva sposata.  Non era  stata una cosa improvvisa, non aveva superato alcuna linea di confine tra il suo modo di sentire nel momento in cui l’aveva allontanata ed ora, semplicemente si era reso conto che il ricordo di Julie ogni giorno di più cominciava a farsi meno doloroso mentre la felicità di Barbara gli sembrava sempre più importante. Forse la promessa fatta di non amare più nessuna altra donna era già stata mancata ed anche se i loro rapporti non erano mai ritornati intimi, provava per lei un sentimento davvero profondo. Se fosse  rimasta la creatura solare e serena che per un momento aveva riportato la gioia nella sua vita desolata, avrebbe cercato un riavvicinamento, ma Barbara era molto cambiata. Ora mostrava quasi di detestarlo e non faceva nessuno sforzo per instaurare con lui un rapporto più sereno. Avrebbe voluto trovare il coraggio di parlarle, chiarirsi, chiederle almeno perdono, ma anche lui aveva un carattere chiuso e difficile e spesso riusciva persino a peggiorare le cose. Lo aveva fatto quello stesso pomeriggio quando l’aveva accusata di aver voluto farsi notare dai giovani ospiti dei Bradley. Una strana gelosia era stata la sua prima reazione, però, ripensando alla cosa con più calma, scorgeva nella calorosa difesa di Barbara la sua naturale ribellione nei confronti della perfidia di  lady Margaret. Forse avrebbe dovuto addirittura ringraziarla per questo.

Intanto erano arrivati a casa ed era sceso dal calesse per aiutarla a scendere a sua volta.

- Che hai, non ti senti bene? – le chiese con la massima dolcezza possibile e poi, quasi in un soffio, aggiunse – Scusami per prima, sono stato assai ingiusto con te.

Lei lo guardò e  gli disse con un sorriso amaro:

- Non ti preoccupare, ingegnere, va tutto benissimo, è tutto sotto controllo.

Robert oramai detestava quella frase che gli ripeteva sempre più spesso per chiudere ogni possibile forma di comunicazione. La consapevolezza di non essere nulla per lei se non un estraneo a cui manifestare disprezzo, lo feriva profondamente ed ancora di più lo portava a chiudersi in sé.

   
 
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