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Autore: XShade_Shinra    17/02/2010    4 recensioni
Mentre gli Esorcisti dell'Ordine Oscuro sono in viaggio sulla nave di Anita, velocizzata da Chomesuke, Lavi e Krory hanno il cuore occupato dal ricordo dei loro due cari ormai defunti. Che, insieme, possano ritrovare la pace?
[ Shounen-ai (implicito) - Krory x Lavi / Shoujo-ai (implicito) - Mahoja x Anita / Lenalee + Miranda ]
[ FanFiction classificata 1° e Vincitrice del Premio Originalità al "Contest of Doujinshi - II° Edizione" indetto da My Pride e Valerya90 sul forum di EFP ]
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Altro personaggio , Arystar Krory/Aleister Crowley, Rabi/Lavi, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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-Un Petit Morceau (Perdu)-
Mentre gli Esorcisti dell'Ordine Oscuro sono in viaggio sulla nave di Anita, velocizzata da Chomesuke, Lavi e Krory hanno il cuore occupato dal ricordo dei loro due cari ormai defunti. Che, insieme, possano ritrovare la pace?
[Shounen-ai (implicito) - Krory x Lavi \\ Shoujo-ai (implicito) - Mahoja x Anita \\ Lenalee + Miranda]
FanFiction classificata 1° e Vincitrice del Premio Originalità al "Contest of Doujinshi - II° Edizione" indetto da My Pride e Valerya90 sul forum di EFP




Autore: XShade-Shinra
Titolo: Un Petit Morceau (Perdu)
Rating: Giallo
Genere: Romantico, Introspettivo  
Fandom: D.Gray-man
Doujinshi: "KuroRabi" + "Tsuzuki" di ERIKO (tratto dalla raccolta "Lavi en Rose" AA.VV.)
Se volete leggere la DJ in questione, mandatemi una mail dal form "Contatta Autori" (solitamente rispondo nel giro di una settimana, se non vi dovesse giungere alcuna risposta in questo lasso di tempo, mandatemi un'altra mail: vuol dire che la prima non è arrivata!) e ve la farò avere al più presto. Scusate per l'inconveniente, ma il regolamento di EFP - giustamente - non mi consente di mettere link diretti a questo genere di file.
Frammento/Citazione scelta: (N°11) "Posso resistere a tutto, tranne che alle tentazioni." [Oscar Wilde]
Avvertimenti: Missing Moment, One Shot, Shounen-ai [implicito], Shoujo-ai [implicito]
Disclaimer: Tutti i personaggi di questa storia sono maggiorenni e comunque non esistono/non sono esistiti realmente, come d’altronde i fatti in essa narrati. Inoltre questi personaggi non mi appartengono (purtroppo...), ma sono proprietà dei relativi autori; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro ma solo per puro divertimento.  
Note dell'autore: Molti, al solo vedere il pairing principale da me scelto, si saranno senz'altro sentiti poco bene. "Purtroppo" sono una sostenitrice accanita della KuroRabi, l'unico pair Esorcista x Esorcista che mi piace veramente. Questi sono comunque gusti, dunque, non mi dilungherò oltre a spiegare i miei perché! XD
La scena con Miranda e Lenalee, a differenza della Mahoja x Anita, non è stata concepita per essere Shoujo-ai, ma, se gli amanti del genere vogliono vederla in questo modo, per me va bene ugualmente.
Il titolo "Un Petit Morceau (Perdu)" è in francese e significa "Un Piccolo Pezzo (Peduto/Mancante)" ed è stato scelto per diverse ragioni: innanzitutto per il significato, poiché la storia tratta del Missing Moment presente all'interno della Doujinshi da me scelta per questo concorso; la parola "morceau", inoltre, ha una certa assonanza con la parola italiana "morso" (la pronuncia è simile), quasi come a creare una traduzione ad orecchio "Un Piccolo Morso" (questo è quello che ho voluto rendere). Nonostante queste due motivazioni, penso che quella più forte sia perché è una frase alla quale sono particolarmente legata, poiché era (ed è tutt'ora) la risposta che mio nonno mi dava ogni qual volta gli chiedevo quante zollette di zucchero volesse nel cappuccino.
Nella DJ, tra la battaglia contro l'Akuma 3 e quando gli Esorcisti lasciano la nave di Anita, c'è una notte in più e, visto che la FF si doveva basare sulla Doujinshi, ho sfruttato quell'evento per creare la mia storia.
La vicenda è da collocare in mezzo alle due parti del fanbook: inizia la notte dopo la I parte della Doujinshi "KuroRabi", e continua con la II parte "Tsuzuki".
Vi auguro buona lettura! ^^



- Un Petit Morceau (Perdu) -

La notte era ormai calata da diverse ore, quando Lavi decise di uscire da sottocoperta per fare un giro sul ponte del grande galeone di Anita. Pochi Finder erano ancora svegli per svolgere le loro mansioni, ma, con Chomesuke che spingeva a tutta velocità l'imbarcazione, era abbastanza facile governare la nave. Era stata davvero una fortuna che il generale Marian Cross avesse mandato il proprio messaggero da loro, un tempismo perfetto.
"Senza il suo Akuma modificato, a quest'ora la nave giacerebbe in fondo al mare, e noi con essa..."  pensò tristemente il ragazzo, mentre passeggiava "Magari anche Allen fosse stato così fortunato..."
Era ormai da giorni che l’erede di Bookman non faceva altro che pensare all’inglesino. Sentiva il dolore crescere in lui ogni giorno di più, consumandolo lentamente come un cancro. Naturalmente davanti agli altri non si poteva permettere il lusso di far trasparire le proprie emozioni, ecco perché spesso aveva bisogno di stare un po’ da solo, in modo da potersi sfogare. Allen gli mancava tanto, troppo. Era - forse - morto a causa di quel Noah, ed ogni volta che Lavi pensava al fatto che, se fosse stato al suo fianco nel bosco, lo avrebbe potuto proteggere, si sentiva sempre peggio. Che Allen fosse ancora vivo o meno era ancora da stabilire, ma una cosa era certa: senza l’Innocence, non era più un Esorcista.
"Perché doveva finire così..." si chiese "Possibile che quel Noah sia così forte?"
Assorto com'era nei propri pensieri, gli stessi che aveva da quando Timcanpy aveva mostrato loro l’accaduto, non si accorse di un ragazzo che gli si stava avvicinando.
«Non riuscite a dormire, onorevole Esorcista?» gli chiese una voce dietro di lui.
Il rosso girò appena il volto dalla parte sinistra, riconoscendo un marinaio di terza classe dai capelli castani, basso e tarchiato: Chaoji.
«Uhmm, in effetti, no.» ammise, sospirando.
«La capisco. Sono successe troppe cose ieri notte.» annuì «Anche l'altro onorevole Esorcista è ancora in giro.»
«Chi, il Panda?» chiese stupito "E' risaputo che i vecchi dormano poco, ma deve riguardarsi, non è più un ragazzino!" pensò, portandosi una mano al mento.
«No, lui è ancora nella sala principale, tiene compagnia all'Akuma dell'onorevole generale Cross. Io intendevo il suo compagno con i capelli neri ed il ciuffo bianco, la pelle pallida...» cominciò ad elencare, prima di venire interrotto dall'altro.
«Ahhh, Kuro-chan1!» esclamò, sorridendo.
Come era bravo a nascondere i propri sentimenti.
«Sì, si tratta di lui.» confermò Chaoji.
«E dov'è, ora?» chiese il guercio, guardandosi attorno «Ehy, Kuro-chaaan!» lo chiamò, mettendo le mani a megafono.
«So io dov'è, non c'è bisogno che lo chiamiate.» fece, abbozzando un sorriso «E' lì sulla coffa2.» sollevò il dito, indicando il punto di vedetta sull'albero maestro, sopra il quale girava troneggiava il gigantesco quadrante dell'Innocence di Miranda.
Lavi, quindi, prese il suo piccolo martello, dandogli l'ordine di crescere di dimensioni per poi poggiare la parte con croce in punta sul massiccio legno del ponte.
«Vado a trovarlo. Buonanotte.» lo salutò, regalandogli un sorriso «Allungati3!» a quel comando, l'Innocence allungò il manico del martellone, portando l'Esorcista in alto, fino al arrivare alla coffa.
«Yoh, Kuro-chan!» lo salutò, sbucando all'improvviso davanti a lui.
Arystar, spossato, stava seduto dentro quella cesta ad osservare il cielo visibile a sprazzi per via delle nuvole e, per poco, non gli venne un colpo per quell'entrata in scena.
«Lavi!» esclamò sorpreso, spalancando gli occhi, mentre, per non cadere con il busto, si puntellava con un gomito alle assi.
«Che ci fai qui?» domandò l'amico, compiendo un piccolo balzo aggraziato per sedersi sulla ringhiera del posto di vedetta, richiamando poi a sé l'Oodzuchi Kodzuchi4, che tornò ad essere un martellino della stazza di una mazzuola batticarne da cucina, e lo rimise al solito posto.
«Volevo stare un po' da solo per pensare, invero...» spiegò il romeno, rimettendosi seduto con la schiena appoggiata sull'albero maestro e le gambe distese.
«A cosa?» chiese il rosso, curioso come una scimmia.
«A Eliade... invero...» rispose piano, alzando il volto al cielo, tenendo gli occhi chiusi e respirando la pura aria di mare carica di sano iodio.
A quelle parole, l'occhio del giovane Bookman si allargò appena. Anche Krory aveva da poco perso una persona a lui molto cara.
«Io... non riesco a dimenticarla, invero...» sussurrò, ed una piccola lacrima gli stillò dalla coda dell'occhio, segnandogli la guancia.
«Krory, la sbarba era un'Akuma.» gli ricordò con garbo.
«Questo lo so. Sono stato io stesso ad ucciderla.» gli ricordò «Ho ucciso la persona che amavo...»
Il ricordo della ragazza albergava ancora in lui, ma da quando aveva visto Chomesuke, si sentiva ancora più afflitto dal senso di colpa. Forse, se l'avesse tenuta con sé, Cross avrebbe potuto modificarla e tenerla ancora "in vita". Quella lontana notte, nel proprio castello, Arystar aveva combattuto al massimo delle forze insieme a quelli che sarebbero diventati i suoi compagni di viaggio e, durante la battaglia aveva dovuto vedersela anche con la bionda infermiera che lo seguiva, l’Akuma Eliade. Allen gli aveva ben spiegato che, grazie a quel morso, l’anima della donna era stata finalmente liberata e che avrebbe seguito Krory ovunque, standogli accanto, proprio come Mana faceva con lui.
«Fa ancora tanto male, Lavi.» sussurrò ancora, spostandosi il ciuffo bianco da un occhio.
«Pensa che, per merito tuo, ora la sua anima è felice.» provò a tirarlo su, cercando di fare un placebo anche a sé stesso.  
Il vampiro annuì, ripensando a quanto gli era stata vicino e a tutte quelle volte che gli offriva il proprio sangue velenoso e mortale.
«Lei era tanto buona, sono sicuro che andrà in Paradiso, invero.»
Il giovane Bookman storse un poco il naso, chiedendosi come avesse fatto ad innamorarsi di una donna come Eliade. Certo, aveva un fisico da Strike!5, ma… che carattere!
«Non fare quella faccia!» lo sgridò il vampiro, imbronciandosi, mentre Lavi, colto sul fatto, ridacchiava «Anche se era un’Akuma, sono certo che anche lei mi amava.»
«Beh, Kuro-chan... Non saprei...» borbottò, grattandosi la nuca «Se ne sei convinto tu, per me sta bene...»
«Ognuno ama a modo proprio... invero!» gli rinfacciò, girando la faccia. Non poteva permettere a nessuno di infangare la memoria della propria amata.
«Non ti arrabbiare!» sbuffò il rosso «Prometto che non dirò più nulla su di lei, ok?» propose, alzando le mani in gesto di pace.
L’altro non rispose, continuando a fissare il cielo, come se stesse cercando, tra tante stelle, gli occhi della donna.
“Arystar... Eppure io... avrei voluto amarti...” continuava a sentire quelle parole nelle proprie orecchie, quel lieve bisbiglio che la donna gli aveva soffiato nell’orecchio poco prima di morire una seconda volta.
«So che il suo ricordo rimarrà sempre in me.» borbottò dopo un po’ «Però, so anche che non vorrebbe che mi riducessi in questo stato, invero... Eliadeee!!!» cominciò a piangere a dirotto.
Quelle parole colpirono molto Lavi. Il giovane Walker gli aveva sempre detto che lui, qualsiasi cosa fosse successa, non si sarebbe mai fermato e avrebbe sempre continuato ad andare avanti lungo il proprio cammino. Probabilmente nemmeno lui sarebbe stato contento se avesse visto il Bookman così ridotto, anzi, era praticamente certo che lo avrebbe sgridato rilasciando il suo Dark Side.
«Sì, lo penso anche io.» fu d’accordo, scendendo dal suo trespolo per sedersi accanto all’amico «Comunque piangersi addosso non serve, Kuro-chan!» disse, fingendo allegria, prendendogli un lembo del mantello per pulirgli il naso dal moccolo «Proviamo a pensare ad altro!»
«Tipo?» domandò il giovane uomo.
«Beh, potremmo fantasticare sulla forma delle nuvole.» disse, alzando gli occhi al cielo «Quella, ad esempio!» indicò una nuvola lontana, baciata dai raggi della luna «Secondo te a cosa assomiglia, Kuro-chan?»
«Assomiglia a Eliade...» rispose, facendo venire a Lavi una gran voglia di buttarsi a mare da lì.
«Ma... non dovevamo distrarci?» gli ricordò, con un sorriso tirato.
«Uhm, va bene, ci riprovo...» borbottò poco convinto.
Rimase interi secondi a fissare il cumulonembo indicatogli, finché non decise il verdetto:
«Una locomotiva!»
«Eh?!» fece, sconvolto, cercando non solo di capire come Eliade si fosse trasformata in una locomotiva, ma anche solo come avesse fatto a vedercela!
«Sì, vedi? E' lo sbuffo del treno!» si espresse meglio, ridendo appena.
«Forse è meglio se cambiamo modo di distrarci.» propose - impose - educatamente, massaggiandosi il collo, al quale teneva ancora calata la bandana verde.
Krory notò quel gesto e si preoccupò per il rosso.
«Hai problemi di cervicale, invero?»
«Uhn, no.» rispose, senza dare ulteriori spiegazioni, girando lo sguardo dall'altra parte.
«Cosa c'è, Lavi?» chiese, preoccupandosi.
La risposta del Bookman non fu verbale: pizzicò un lembo della bandana e la spostò verso il basso, mostrando al compagno di viaggio il motivo della sua sofferenza.
«Hai ancora i miei segni.» notò, indicando il ragazzo, con la mano guantata.
Era veramente dispiaciuto per la scoperta, ma, quando Lavi era stato colpito da un proiettile di sangue d'Akuma, morderlo era stata la prima cosa che gli venne in mente; in questo modo aveva potuto depurare il sangue del ragazzo e fare il "pieno carburante" di energia.
«Mi hai dato proprio un bel morso.» sorrise per non far pesare l'accaduto al vampiro «Senza di te, il vecchio Panda avrebbe ripescato il mio cadavere solo per menarlo e poi ributtato ai pesci!» la buttò sulla battuta, tremando comunque al pensiero del vecchio che infieriva sul suo cadavere pieno di cozze e alghe.
«Sì, ricordo la ramanzina che ti ha fatto stamattina, anzi voleva anche che mi donassi un altro po' del tuo sangue.» ricordò, annuendo.
«La mia risposta rimane no.» patti chiari, amicizia lunga.
«Ma sono così depresso... forse un poco di sangue potrebbe giovarmi...» sussurrò, tentando nuovamente di avvicinare il volto al trapezio del guercio, il quale gli mise una mano davanti alla faccia per allontanarlo.
«No.» rispose, sguardo depresso e tono annoiato.
«Uffa...» uggiolò ancora il vampirico Esorcista, leccandogli il palmo della mano.
«Bleah!» fece, scuotendo la mano per liberarsi della bava di cane Krory.
L'Esorcista romeno rise alla faccia schifata dell'erede di Bookman, era proprio divertente, ma, di certo, lo era un po' meno per il rosso che, stizzito dal gesto, si asciugò la mano nel mantello del compagno, stando attento a non utilizzare la parte usata poco prima per pulirgli il naso. Ormai quel mantello sarebbe stato da lavare o, meglio, da dare in pasto alla pattumiera.
«Non è divertente...» commentò, una volta terminato di strofinarsi il palmo fino a farlo diventare dello stesso colore dei suoi capelli.
«Mah, sarà... Però con te mi diverto sempre, Lavi.» gli sorrise, alzandosi in piedi «Torniamo di sotto?» propose. All'apparenza sembrava stesse meglio.
«Ok.» asserì l'altro, levandosi a sua volta per poi scavalcare la ringhiera di legno e restare sospeso nel vuoto «Vieni!» lo invitò, ingrandendo nuovamente la sua Innocence per poi fissare la pesante testa a mazza sulla ringhiera , in modo che, afferrato il manico come prima, si allungasse e si potesse così arrivare sul ponte.
«Va bene.» sorrise, seguendo l'esempio del ragazzo, afferrandosi all'impugnatura con entrambe le mani.
«Si vaaa!!!» esclamò il guercio, trascinando così entrambi di sotto, fino al ponte.
«Waaa!!!» urlò l'altro, aggrappandosi al collo del Bookman come a volerlo strozzare.
I loro abiti frusciavano contro l'aria, muovendosi all'indietro con un effetto scenico non da poco, fino a piegarsi verso l'altra parte una volta che sfiorarono la pavimentazione di legno, seguendo l'ondulazione dei capelli dei ragazzi, compresi quelli di Lavi, per una volta piegati alla legge di gravità.
«Plin-Plong. Piano terra!» rise il rosso, cercando di tranquillizzare il compagno, ancorato a lui come fosse un gatto terrorizzato.
«Non farlo mai più quando sono in questo stato!» guaiolò, sciogliendosi e colando sul pavimento.
Lavi scosse la testa e fece ritornare l'Oodzuchi Kodzuchi delle sue dimensioni normali.
«Andiamo, Kuro-chan!» disse, prendendolo per sotto un'ascella, trascinandolo con sé «Scommetto che gli altri saranno in pensiero.»
«Già, chissà cosa staranno facendo le ragazze, ora... invero.» borbottò Krory, mentre il Bookman lo portava a strascico per la nave.

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«Scusami, sono solo un peso...» sussurrò Miranda, camminando nel lungo corridoio insieme a Lenalee, la quale si sorreggeva sulla stampella.
«Non preoccuparti, Miranda.» le sorrise la cinese, posandole una mano sulla spalla, come a volerle trasmettere un po' della propria forza «E' naturale che voglia andare a farti una doccia, almeno ti sveglierai un poco.»
Entrambe, a passo malfermo, camminavano piano. Il loro fisico era debilitato dalle ferite della guerra; la stanchezza delle notti passate insonni, e del combattimento contro gli Akuma per proteggere la nave, cominciava a farsi sentire pesantemente. Entrambe, però, erano forti e determinate: non avrebbero mai mollato. Miranda si era ripromessa di tenere attivato il proprio Time Recovery finché avesse potuto, continuando a combattere insieme all'altra, la quale continuava ad andare avanti nonostante la condizione nella quale si trovava, con le gambe le che dolevano e la certezza di non poter evocare l'Innocence in quello stato.
«Sono... arrivata al punto... di dover chiedere che qualcuno controlli che non mi addormenti...» uggiolò, aprendo la porta della camera con bagno che Anita aveva predisposto per loro due «Tu dormi pure un po’, mentre mi lavo...» le propose con un sorriso stanco.
«No.» rifiutò garbatamente, la cinese, sedendosi sul soffice letto «Ti aspetto sveglia.»
«Non... Non ce n'è... bi-- bisogno.» balbettò appena, togliendosi il giubbotto dell'uniforme.
«Va bene così. Dormirò domani.» rispose, dondolando gli arti inferiori.
La tedesca non osò insistere, e posò i pantaloni e la maglietta sulla spalliera della sedia, prima di andare in bagno, lasciando la porta accostata.
La cinese però non seppe resistere oltre con gli occhi aperti, non essendo abituata alle notti in bianco come l'amica. Quel letto era così soffice, così caldo... Una tentazione troppo forte per ignorarla.
"Magari, mi sdraio..." sussurrò già per metà nel mondo dei sogni "Chiudo solo... gli... occhi..." pensò, lasciandosi cullare dalle braccia di Morfeo.
Miranda, mentre Lenalee dormiva, era assorta nei propri pensieri insicuri e tristi.
"Sono tutti così gentili con me..." sussurrò, togliendosi gli ultimi capi d'abbigliamento prima di entrare in doccia, portando addosso solo il Time Record "Se non fosse per tutti quei Finder che mi hanno protetta, appena dopo il rilascio dell'Innocence, morirei di certo..."
Con la testa e lo sguardo basso, posò la mano sulla manopola della temperatura, girandola tutta sul freddo.
"Questo mi sveglierà sicuramente..." pensò, per poi aprire il getto d'acqua che la investì in pieno «KYAAAAAAAAAAA!!!» l’urlo per lo shock termico, che la aveva trasformata in una statua di ghiaccio umana, rimbombò nel bagno.
«Mirandaaa!!!» gridò Lenalee, svegliatasi di soprassalto, alzandosi e prendendo la stampella per precipitarsi a soccorrerla, pensando ad un nuovo attacco da parte degli Akuma.
«So-- Sono... pro-- proprio u-- un'imbra-- na-- na-- nata!» si rimproverò la bruna, con dei ghiaccioli al posto dei lacrimoni agli occhi, battendo i denti.

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Intanto, Anita, nella propria cabina, controllava le carte nautiche sparse sulla scrivania.
«Non manca tanto.» sorrise un po' triste.
Sapeva bene che l'onorevole Esorcista Miranda Lotto non avrebbe retto ancora per molto e ciò avrebbe decretato la loro fine. Sperava almeno di riuscire ad avvicinare la nave il più possibile a Edo.
«Almeno voi tre vi salverete... Chaoji, Maosa, Kie... » sussurrò a bassa voce, con un nostalgico sorriso sulle perfette labbra, prima di sentire un lieve bussare alla porta «Chi è?» chiese, voltandosi verso l'ingresso.
«Sono io, padrona.» si presentò Mahoja, aprendo la porta «E' tardi, dovreste andare a riposare.» le disse premurosa.
«No, non preoccuparti, Mahoja.» sorrise, avvicinandosi al donnone «Nella sala principale c'è una ragazza veramente stanca ma che non vuole mollare, anche se ogni secondo che passa sente di stare per crollare. Non saranno certo poche ore di sonno arretrato a fermarmi.»
«Come vuole.» chinò il capo, facendo per uscire.
La bodyguard era sempre stata molto affezionata al capitano della nave ed avrebbe combattuto sempre per lei, difendendola da tutti e da tutto, ma quel veleno, che oramai era entrato in circolo a quasi tutto l'equipaggio, era un letale virus al quale nessuno avrebbe avuto scampo. Almeno sarebbe morta con la sua amata padrona e, ne era certa, l'avrebbe servita anche nell'aldilà.
«Ah, Mahoja?» la richiamò, mentre andava verso una piccola credenza.
«Sì?» chiese ella, posando la mano sulla maniglia della porta.
«Ti andrebbe di bere un po' con me?» domandò, prendendo una bottiglia di pregiato alcolico, un liquore regalatole da Cross «Anche tu l'hai capito, vero?» chiese, richiudendo le ante del mobiletto «Questa sarà la nostra ultima notte... insieme a quella dei miei uomini... Domani mattina darò loro ordine di preparare tutto per la scialuppa.»
La donna con la croce tatuata sulla lingua annuì, non riuscendo a rifiutare quell'invito, rientrando nella cabina e chiudendo la porta alle proprie spalle. Sì, anche lei sapeva bene che il tempo per loro due era finito, e ringraziò profondamente Anita per quegli istanti che le permetteva di trascorrere con lei.
«Brindiamo, Mahoja.» sorrise la mora «Agli onorevoli Esorcisti.»  
«Agli onorevoli Esorcisti.» ripeté l'altra, sollevando il bicchiere di cristallo pieno fino a metà, facendolo tintinnare con quello della cinese "E a lei, padrona."
Anita ne bevve appena un sorso, inumidendosi le labbra, mentre il donnone lo buttò giù tutto d'un fiato, a impatto zero.
«Mahoja, da quanto tempo sei al mio servizio?» domandò il capitano.
«Da dieci anni, padrona.» rispose marziale «Da quando sua madre è venuta a mancare insieme ai miei genitori durante l'attacco.»
«Già, eravamo così giovani all'epoca. E tu mi hai sempre servito con fedeltà e lealtà...» sussurrò, come se stesse nuotando nei ricordi «Non mi hai mai chiesto nulla... Mai una singola cosa...»
«Chiedo solo di stare con voi fino alla fine.» disse con voce ferma.
«Lo so, ma io vorrei poterti accontentare in qualcosa. Non hai nulla da chiedermi?» domandò, guardandola con occhi dolcissimi e le guance appena rosate dal liquore «Qualsiasi cosa mi sia possibile fare per te, la puoi considerare già fatta.»
«Meglio che non mi facciate certe proposte.» la fermò, con un abbozzo di sorriso sul volto.
«E perché? » chiese, perplessa.
«Perché sarebbe un invito decisamente troppo allettante per lasciarselo sfuggire.» rise, versandosi un altro bicchierino.
«Uhn?» fece Anita, sollevando un sopracciglio "Non capisco... Che sia già brilla?" si chiese, allungando anche il proprio bicchiere per un altro brindisi.

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Lavi e Krory erano ormai tornati all'ampia stanza che usavano per riunirsi, nel cassero6. Il romeno aprì la porta e fu sorpreso nel vedere che non c'era dentro nessuno.
«Uhn, dove saranno, invero?» borbottò ad alta voce, entrando insieme al compagno. Un gorgoglio nel suo stomaco si fece sentire non poco, ma nessuno osò dire qualcosa a riguardo: sembrava un ruggito degno della pancia di Allen.
«Probabilmente Miranda sarà uscita a prendere un po' d'aria, accompagnata da Lenalee: toccava a lei stare sveglia.» gli ricordò il Bookman, sempre molto attento ed informato.
«Sì.» concordò, andando verso il tavolino con la scacchiera.
Quando l'Akuma 3 li aveva attaccati, lui e il vecchio Bookman stavano giocando a scacchi e i pezzi erano ritornati a posto, esattamente come erano all'ultima mossa.
«Uhmm...» borbottò tra sé e sé, guardando il piano bianco e nero «Lavi?» chiamò.
«Dimmi, Krory.» sorrise, andando ad aprire la grande vetrata.
«Ti va una partita a scacchi?» propose.
«Ehy, Chomesuke!» salutò il guercio, sporgendosi oltre il parapetto per salutare l'Akuma.
«Ma mi stavi ascoltando?!» ruggì Krory, avvicinandosi alla vetrata, con una vena pulsante alla tempia.
«Chochochochooo... Lavi!» lo salutò invece l'Akuma, ben felice di vederlo; si era da poco abituata a sentirsi chiamare con quel buffo nomignolo e non con il suo vecchio nome "Sachiko". Da diverse ore stava spingendo la nave verso Edo e doveva essere davvero stanchissima, ma non voleva fermarsi: era importantissimo sia per gli Esorcisti che per sé stessa raggiungere la terraferma.
«Ancora a...» fece per chiederle, il rosso, prima di bloccarsi di botto «Che ci fa il Panda insieme a te e Timcanpy?» domandò, invece. Il vecchio Bookman era acciambellato come un gatto sul testone di Chomesuke, come se stesse stringendo a sé il golem dorato, anch'esso dormiente.
«Mi ha tenuto compagnia, cho!» rispose l'Akuma, rallentando appena la sua folle corsa per poter così parlare «Abbiamo chiacchierato.»
Lavi sospirò depresso. Sicuramente il vecchio aveva approfittato del suo buon cuore per estorcerle qualche informazione come solamente lui era capace di fare, così da ampliare il bagaglio culturale di Bookman.
«Ah, capisco...» ridacchiò in risposta, grattandosi la nuca.
«Vi porterò fino a Edo, cho!» disse con voce felice «Voi riposate pure!»
Lavi annuì e rispose al "sorriso".
«Va bene, ma fai una pausa se vedi che non ce la fai più.»
«Non preoccuparti, chochochochochooo!» lo tranquillizzò ancora, riprendendo a muovere velocemente il galeone.
Il guercio alzò appena la mano per salutarla, ma Krory lo riportò dentro, tirandolo per il colletto dell'uniforme e chiudendo la finestra.
«Kuro-chan?!» fece sorpreso, sentendosi trascinare verso i divanetti.
«Prima mi hai ignorato.» si imbronciò.
«Ma dai, Kuro-chan!» ridacchiò, pensando che l'amico si fosse arrabbiato sul serio «Ero solo andato a salutare Chomesuke!»
Il romeno sembrava diverso da poco prima, un po' come se avesse attivato la sua Innocence, che lo faceva cambiare caratterialmente. La colpa era tutta da attribuirsi alla presenza dell'Akuma: l'odore di Chomesuke l'aveva risvegliato, e con lui la fame di sangue che aveva; la voglia di mordere il messaggero di Cross era molto forte, ma non poteva permettersi questo lusso o l'avrebbe senz'altro uccisa, ben sapendo di non essere in grado di controllarsi in quella situazione.
«Sgrunt! Allora, la facciamo o no questa partita a scacchi, invero?» domandò con aria di chi la sapeva lunga.
«Beh, perché no?» rispose lui, sorridendo.
«Sai, il Time Record di Miranda ha fatto ritornare i pezzi com'erano prima che venissimo attaccati. Stavo giocando con Bookman... Vogliamo continuare la partita?» chiese, sperando che il rosso accettasse.
«Ovvio!» rispose subito «Non sai di avere davanti un maestro in questo gioco!»
Era più che certo che il Panda fosse in netto vantaggio o di posizione o di pezzi rispetto al romeno, quindi sarebbe comunque stata una facile vittoria.
Krory sorrise soddisfatto, andandosi a sedere sul divanetto dalla parte dei bianchi, con un piccolo ghignetto. Lavi non poteva certo immaginare che la parte bianca l'avesse usata Bookman a suo tempo, visto che, mentre giocavano sottocoperta, il rosso era andato sul ponte dove poi era stato attaccato.
«Quindi non ti dispiacerà se mettiamo in palio qualcosa?» domandò.
«Cosa vuoi che ci giochiamo?»
«Se vinco io posso finalmente morderti.» disse annuendo.
«E se vinco io?» chiese Lavi, guardandolo non troppo convinto.
«Decidi tu.»
«Uhmm...» rimase per un attimo a pensare, per poi trovare un giusto accordo «Quando torneremo alla Home mi pulirai la camera.» tra sé e sé pensò che solo un pazzo o un'impresa di pulizie avrebbe potuto accettare quella proposta, ai suoi occhi, impari.
«Perfetto, accetto.» rispose invece Krory, sorridendo in modo pacifico.
«Davvero?» chiese incredulo.
«Sì, non c'è problema. Il castello che mi aveva lasciato mio nonno era molto grande ed Eliade non ce la faceva a pulirlo tutto da sola, quindi la aiutavo.» spiegò, anche se in realtà era certo di avere la vittoria in tasca.
«Ah, va bene...» borbottò, sedendosi all'altro divanetto.
Appena anche il guercio prese posto, notò subito la posizione catastrofica dei pezzi.
"Vecchio Panda, che cosa hai combinato? Spero tanto che tu avessi una strategia perché, altrimenti, non vedo tante possibilità di vittoria!" pensò, cercando di non dare a vedere all'altro il proprio sgomento.
«Toccava ai neri.» lo avvisò, dandogli il vantaggio della mossa, da grande cavaliere.
«Ah, sì...» borbottando, cercando di capire qualcosa della possibile mossa da fare.
Dopo parecchi minuti scosse la testa e fece quella che pensava fosse la soluzione migliore, ma Krory rispose subito muovendo il cavallo.
«Scacco al re.» lo avvisò.
"Ti odio, Panda..."
Inutile dire che la partita durò pochi minuti, con la vittoria schiacciante del vampiro, il quale sorrise divertito all'ultima sua mossa:
«Scacco matto.» disse contento.
Lavi, invece, continuava a fissare il tavolino con il suo re preso d'assalto dai pezzi avversari, incredulo di aver perso.
«Ho vinto.» sorrise Krory, alzandosi. Finalmente la sua fame sarebbe stata placata e avrebbe potuto riprendere un po' di energie.
«Ah... Aspetta, Kuro-chan!» pigolò Lavi, cominciando a sudare freddo «Pa-- Parliamone!»
«Prima mi sfami, poi ne parliamo...» patteggiò il vampiro.
«Eheh...» ridacchiò Lavi, alzandosi di scatto e correndo via, buttando in terra la poltroncina.
«Torna qui!» pretese il romeno, usando l'ultimo rimasuglio di energie che aveva per placcare il ragazzo, afferrandolo per il tronco con una stretta degna di un pitone.
«Uffa! Non è giusto!» disse, iniziando a scalciare «Devi avermi imbrogliato!»
Già, i conti non gli tornavano! Bookman lo batteva sempre a scacchi quando era più piccolo.
«Uhmm... Beh, anche se fosse, ho vinto.» borbottò, respirando il buon odore dei capelli rosso fuoco del ragazzo.
«Che stai dicendo?» chiese, assottigliando lo sguardo.
«Che ti pulirò lo stesso la camera quando torniamo. Diciamo che siamo pari.» spiegò «Faremo uno scambio equo.»
Lavi, sentendo la stretta allentarsi, liberò appena una mano e si mantenne al braccio dell'Esorcista.
«Sei diventato un baro...» sussurrò, con la mente rivolta ad Allen e quella partita a poker in treno.
«Esagerato... E' solo la fame che mi spinge a fare così. Molte volte mi sono dovuto trattenere dal mordere la mia Eliade o l'avrei uccisa.» spiegò.
Junior sbuffò e si abbassò un poco la bandana ancora tenuta al collo, scoprendolo.
«Lo vuoi davvero?» chiese, sentendosi il fiato caldo del vampiro sul trapezio.
«Certo...» bisbigliò, quasi sensuale.
«Allora mi morderai quando la mia camera sarà tirata a lucido!» esclamò di colpo, con aria saggia, facendo per andarsene. Ma non aveva capito che il vampiro si era destato dal suo sonno...
«Ormai è troppo tardi, Lavi...» sussurrò Krory, bloccandolo da dietro per le spalle, mentre nascondeva il volto nella cavità del nudo collo del rosso.
«Kuro-chan?» lo chiamò, sentendo la calda ed umida lingua del vampiro accarezzargli il collo, facendolo tremare; ma il suo non era un tremore dato dalla paura, sembrava ben altro.
«I vampiri sono come gli squali: quando percepiscono l'odore del sangue, impazziscono, lo sai?» domandò, passando le mani sul petto del ragazzo.
«Certo...» rispose, prendendolo con garbo per i polsi.
«So resistere a tutto, Lavi, tranne che alle tentazioni...» gli sussurrò poco prima di affondare i denti nella carne tenera e dolce di Junior, assaporando quel metallico gusto dato dal suo sangue.
«Ora mi... mi trasformerai in un vampiro?» domandò, tentando di buttarla sullo scherzo, ma l'Esorcista non gli rispose, perso com'era nel gustare quanto l'altro gli aveva offerto «Ah... Kuro... chan...» sussurrò il suo nome, avvertendo il dolore impastato di sensualità di quel gesto. La prima volta che Krory lo aveva morso era in uno stato di incoscienza e non aveva sentito nulla, quella volta, invece, poté avvertire distintamente tutto, in un turbinio di sensazioni che gli fece girare la testa, forse a causa del poco apporto di sangue - e quindi di ossigeno - al cervello, e, per un attimo, si accorse che la figura di Allen gli pareva lontana ed offuscata, senza che avvertisse più dolore nel cuore che, a discapito del suo futuro ruolo, continuava a battere; come fosse sotto l'effetto di un narcotico, di una potentissima droga, capace di farlo scuotere in mille brividi ed anestetizzargli il dolore.
"Hai un buon sapore... E' così diverso da quello amaro di chi ha una Innocence di tipo parassita, e da quello degli Akuma..." pensò, perdendosi in quel buon sapore che lo trasportò per un attimo in una specie di bolla dove erano presenti solo loro due, mentre i problemi, le preoccupazioni e i ricordi rimanevano fuori senza intervenire, senza dargli disturbo, senza ricorrerlo.
Il caldo e rosso sangue del ragazzo, dello stesso colore dei suoi capelli, sembrava dare nuova vita a Krory, come un fiore secco al quale qualcuno donava dell'acqua stillante direttamente dalla fonte più pura delle gelide montagne innevate. E mentre, disperato, succhiava quei rubini liquidi, il suo spirito affamato veniva placato e domato, la testa gli si svuotava, senza che lui sentisse più quel ruggito.
"Ora... sto meglio..." pensò l'Esorcista romeno, cavando fuori i canini per leccare la ferita sul collo di Junior dalla quale usciva ancora del sangue "Sapevo che quel gusto che avevo avvertito quando ti avevo salvato non era dato solo dal sangue degli Akuma."
Quella chermisi bevanda corroborante lo aveva rinvigorito, facendogli finalmente tornare la forza di sempre, nel modo migliore possibile.
Si era appena allontanato, che, subito, l'erede di Bookman si girò verso di lui, afferrandogli la lunga giacca dell'uniforme.
«Aspetta...» sussurrò, portandosi sulla fronte la bandana, scoprendo così il bianco collo segnato dai quattro fori «Mordimi ancora...» gli chiese, come una preghiera "Così, anche solo per un poco, non penserò a lui..."
Krory ingoiò a vuoto, ma non si fece ripetere due volte quella proposta.
«D'accordo...» sussurrò, calando nuovamente su di lui.
"Aiutami a dimenticare..." pensarono insieme, mentre i denti affondavano di nuovo nella ferita, trascinando entrambi in un mondo dove c'erano solo loro due, lontano dai fantasmi che li perseguitavano.

§Fin.§
XShade-Shinra

つづき...




-Note:
1 Kuro-chan: è il soprannome che Lavi ha appioppato a Krory. Rispetto alla versione italiana "Crowlino", a mio parere, questa giapponese è più scherzosa, poiché Kuro significa nero (e poi mi ricorda tanto il gatto protagonista di "Cyborg Kuro-chan").
2 Coffa: come spiegato, è il punto sulle navi usato tipicamente come vedetta; la classica cesta di legno montata sull'albero maestro dal quale il marinaio urla "Terra!".
3 Allungati: in giapponese sarebbe "Shin", ho preferito usare la traduzione.  
4 Oodzuchi Kodzuchi: è il nome originale dell'Innocence di Lavi.
5 Strike!: anche Eliade aveva provocato uno Strike a Lavi, con tanto di Yoshi.
6 Cassero: detto più comunemente Castello di poppa.

つづき: questi caratteri vogliono dire "Tsuzuki", ossia "continua", li avrete sicuramente visti nell'anime Lupin III alla fine di ogni puntata. E' stato messo per indicare che la FF prosegue con la storia nella seconda parte della Doujinshi, dall'omonimo titolo.



Risposte alle Recensioni:

x My Pride & valerya90: Grazie alle Giudici per aver lasciato il loro commento anche qui. ^^

x yaoilove: Wow! Ho azzeccato (quasi) tutti i tuoi personaggi preferiti! ^-^v Sono contenta che il finale ti sia piaciuto (e che ti piacciano Krory e Lavi insieme *commossa*). Grazie per i complimenti! ^*^

  
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