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Autore: Lenn chan    17/02/2010    8 recensioni
Esisteva una terra di principesse e cavalieri, dove creature misteriose davano forza a coraggiosi guerrieri. Oggi esiste una terra dove altrettanto misteriose creature animano piccoli oggetti rotanti con cui molti ragazzi amano giocare. Due mondi, due realtà, due tempi...qual è il filo conduttore che li lega? [Note: remake fino al capitolo 14; nuovo dal capitolo 15 in poi]
Genere: Azione, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hilary, Kei Hiwatari, Max Mizuhara, Rei Kon, Takao Kinomiya
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oggi sono qui per narrarvi come storie di luoghi e tempi tanto lontani possono intrecciarsi tra loro per merito mio

Salve a tutti!!!! Sono tornata!!! Si, non sono un’allucinazione!! XD So che molti di voi mi pensavano dispersa…mi dispiace moltissimo!!! Purtroppo ho avuto dei problemi personali che mi hanno portato ad allontanarmi per un po’ dallo scrivere fanfiction, problemi che poi si sono riversati anche sullo studio portandomi a rallentare un po’ anche con l’ università…quindi ecco spiegato il motivo della mia lunghissima assenza!! Ma ora sono di nuovo qua!! Pronta a riprendere tutto quello che avevo lasciato in sospeso!! Eh si, perché questa fanfiction l’avevo già pubblicata in parte. Alcuni se la ricorderanno forse, altri l’avranno dimentica e per altri ancora sarà nuova!! Spero che vi piaccia in ogni caso!! Ho deciso di riprendere in mano questa storia dall’inizio, approfittando per cambiare qualcosa della trama. Ripubblicherò tutti i capitoli che avevo pubblicato fino al numero 14, e dal 15 in poi saranno nuovi per tutti!! Ho apportato quindi delle modifiche, in alcuni casi belle succose, anche ai capitoli già pubblicati, quindi anche le persone che conoscevano già questa storia potranno trovarci qualcosa di diverso e di nuovo!! Spero che il capitolo sia di vostro gradimento!!

 

 

***

Il passato (parte I):Prologo

 

 

“Oggi sono qui per narrarvi come storie di luoghi e tempi tanto lontani possono intrecciarsi tra loro per merito mio.

Solo a me esse obbediscono, solo io ne decido le sorti, il mio potere è inimmaginabile.
Molti mi ringraziano, molti mi maledicono, molti mi temono, molti mi attendono.
Sotto infiniti aspetti posso rivelarmi ma rimarrò sempre nell'ignoto, poiché anche se conoscono il mio nome nessuno saprà mai di avermi incontrato.

Mi credono un'entità effimera e illusoria eppure non possono fare a meno di credere in me.
Perché loro hanno bisogno di credere in me.

Chi sono io vi starete chiedendo?

Io sono il Fato.

E ciò che sto per rivelarvi è tutto scritto qui, in questo libro, che andrò ora a raccontarvi partendo dalla prima pagina...

 

 

Un enorme polverone creatosi dalla sfrenata corsa di cinque cavalli purosangue si sollevò dalla terra sulla quale i destrieri poggiavano instancabili i loro zoccoli, sotto la guida di cinque giovani Cavalieri. Sembrava che il Sole gli indicasse la via da seguire, un fascio di luce penetrato tra la fitta nebbia che pareva aprirgli la strada per permettergli di allontanarsi al più presto da quel luogo di malvagità, dove parole quali perdono, rimorso o pentimento non erano conosciute. Correvano il più velocemente possibile per riuscire a sfuggire al loro inseguitore.

Uno dei ragazzi voltò lo sguardo indietro continuando a galoppare, mentre un mostro spaventoso dall’aspetto terrificante li braccava.

La raccapricciante creatura strisciava sul terreno lasciando solchi curvilinei come quelli che lasciava sulla sabbia un serpente al suo passaggio. Dal suo corpo, squamoso e viscido, spuntavano grandi spine appuntite, taglienti come quelle di cui erano provvisti i gambi delle rose. Ma mentre su questi ultimi esse erano giustificate dalla bellezza del fiore, sul mostro non c’era nulla per cui potevano essere giustificate. Era un demone, orrendo in ogni particolare.

All’estremità anteriore del corpo la bocca spalancata metteva bene in evidenza la doppia fila dei denti aguzzi, da cui colava un liquido verde e schiumoso, velenoso per chiunque fosse stata la sua preda. Non aveva occhi, era il suo olfatto sviluppatissimo a vedere per lui.

E non era solo. Insieme a tre suoi fratelli, identici a lui, rincorreva i fuggiaschi, non perdendoli di vista neanche per un attimo, quasi  quell' essere avesse un sistema nervoso paragonabile a

quello di un qualsiasi animale predatore.

-Ci sta raggiungendo!- urlò il guerriero mentre si alzava sulle staffe, tenendo le retini strette nelle mano sinistra e sfoderando la spada con la destra, preparandosi a combattere. Rallentò la cavalcata, seguito dai suoi compagni, ormai l'unica possibilità che avevano di salvarsi era combattere.

Cosa che non attardò a verificarsi, il demone infatti arrivò a loro circondandoli con l’aiuto dei suoi fratelli.

Si trattava di demoni di origine vegetale, di livello inferiore. I giovani Cavalieri non avrebbero dovuto faticare troppo per sconfiggerli, loro che avevano affrontato ben altro, loro che erano i cinque Cavalieri Sacri del regno di Saal.

Sguainarono le armi bianche e si getteranno intrepidi nella lotta che si risolse, come prevedibile, con la loro vittoria. Le loro lame penetrarono i mostri riducendoli a brandelli,  rimanendo perfettamente integre e ancora più solide, poiché si rafforzavano dopo ogni combattimento, come narrava la leggenda legata alle Armi Sacre. Ognuna di esse, di cui quei ragazzi erano i legittimi proprietari, portava uno stemma sull'elsa, così da rendere facilmente distinguibile la loro casta. All'interno di una circonferenza era raffigurato un animale mitico, a seconda del suo possessore: un drago azzurro, che traeva il suo potere dall'aria dei venti; una tartaruga nera, nata dall'acqua degli oceani; una tigre bianca, simbolo della concreta terra; un'aquila rossa, originatasi dalle ardenti fiamme del fuoco; e un drago dorato, che nella luce trovava la sua forza.

 

La nebbia si diradò lasciando il permesso alla vista di scorgere la strada che conduceva verso il loro regno, dove tornavano reduci da un'ennesima missione. Anche quella volta portata a termine con successo. Quei guerrieri erano stati addestrati fin da piccoli a combattere, faceva parte del loro destino, erano i discendenti, ormai gli unici rimasti, dell'antica stirpe dei Cavalieri Sacri, per il resto completamente sterminata.

Il loro era un mondo in cui esistevano solo due regni, entrambi molto estesi: Saal, la loro terra natia, il centro del bene, illuminata dagli dei; e Moor, il centro del male, retto dai demoni. In guerra tra loro, l'ingenerata e celebre lotta tra bene e male, luce e ombra, speranza e distruzione.

Si avvicinarono ad un ruscello d'acqua fresca e scesero da cavallo, volendo far riposare i destrieri prima di riprendere il cammino. Uno dei guerrieri volse lo sguardo indietro verso l'impervia montagna appena percorsa, sulla cui cima sorgeva Moor. Si tolse l'elmo scotendo la testa, lasciando che la sua massa di capelli biondi gli ricadesse scompigliata sugli occhi cerulei. Rimase qualche altro secondo in contemplazione del regno del male, da cui adesso si trovavano ben distanti, prima di spostare l'attenzione sui suoi compagni.

Il loro leader stava porgendo dell'erba raccolta sulla riva del fiume al suo purosangue, accarezzandogli dolcemente il muso, mentre accanto a lui un ragazzo dai lunghi capelli neri tenuti fermi in una coda, osservava curioso il loro amico più giovane, poco più di un bambino, che beveva assetato. L'unico in disparte era il Cavaliere che possedeva lo stemma dell'Aquila Rossa, in piedi fissava rigido, con le braccia incrociate al petto, la direzione per Saal, accanto al suo cavallo che sembrava rispecchiare in pieno il carattere del suo padrone: solitario, orgoglioso, indomabile, probabilmente non era un caso che il suo pelo fosse nero, completamente nero, contrariamente al colore più chiaro, dal marrone al bianco, degli altri animali. Solo le retini rosso fuoco contrastavano quel colore di tenebra.

-Finalmente vi ho trovato!- un ragazzo sbucò da dietro agli alberi, facendosi spazio tra i cespugli e cercando intanto di togliersi di dosso i rami che si erano impigliati al suo vestito.

-Ciao Kappa!- esclamò il biondo avvicinandosi a lui.

-Ciao Max- rispose quello fermandosi per riprendere fiato. Erano ore che li cercava, preoccupato che non li vedeva tornare aveva deciso di andargli incontro. Sfortunatamente per lui però non possedeva un cavallo perché non era un Cavaliere e quindi aveva dovuto farsi tutta la strada a piedi. Essere l'osservatore di cinque discendenti di una stirpe tanto nobile e importante non era affatto semplice, nonostante fosse un onore per chiunque. Effettivamente le sue capacità di guida erano notevoli, e anche lui aveva alle spalle generazioni di osservatori, dalle quali aveva ereditato quel delicato compito.

-Come mai sei arrivato fin qui? Sai che è pericoloso, siamo distanti da Moor ma è meglio essere prudenti- gli disse il leader dei Cavalieri.

-Lo so, Takao- rispose. -Ma ero preoccupato per voi, non vi vedevo tornare-

-Preoccupato di cosa? Sai benissimo che noi riusciamo sempre a cavarcela!- assicurò il più giovane del gruppo, Daichi, non senza vantarsi.

-A dire la verità sono venuto anche per un altro motivo- aggiunse. Il mentore si sedette su un tronco di un albero caduto e prima di continuare il discorso prese un profondo respiro. Sembrava dover dire qualcosa di molto difficile.

-Il Profeta ha previsto che molto presto una grande sventura si abbatterà su Saal- pronunciò solenne, serio come non mai.

-Cosa ha predetto?- domandò il Cavaliere dai lunghi capelli neri, Rei, preoccupato. Quando il Profeta prevedeva qualcosa la maggior parte delle volte era qualcosa di catastrofico.

Kappa prese una strana palla di vetro dalla tasca della sua tunica, porgendola ai ragazzi che la osservarono incuriositi.

La sfera si illuminò di un colore arancio a intermittenza, si spengeva per poi riaccendersi subito dopo, e sembrava quasi invitare i presenti ad avvicinarsi. Anche Kai, fino ad allora rimasto in disparte, si accostò al gruppo, contemplando in silenzio quello che la loro guida aveva da mostrargli.
Improvvisamente il paesaggio intorno a loro cambiò, non c'era più il ruscello dall'acqua cristallina, non più alberi e cespugli o la radura che li aveva avvolti fino a poco prima. Al loro posto c'era tutt'altro.

 

…Il buio, una città distrutta sotto le tenebre, in cielo né pianeti né stelle, e intorno solamente un cumulo infinito di macerie. Le strade erano deserte, o per la precisione deserte di esseri umani. Camminavano per le vie schiere di demoni, quasi andassero a formare uno squadrone, un intero esercito di migliaia di membri e dalle loro facce sembravano proprio essere stati loro gli artefici di tutta quella desolazione.

E poi in un attimo un altro frammento, un'altra scena, un uomo inginocchiato a forza davanti ad uno di quei mostri. L’essere gli teneva una mano sulla fronte. Sulle loro teste levitava un cristallo nero che, nonostante le sue modeste dimensioni, imponeva pesantemente la propria presenza.

L'uomo urlava straziato chiudendo gli occhi dal dolore ma quando li riapriva essi diventavano neri, quasi impossibili da distinguere dalla pupilla e la sua espressione cambiava, diventava malvagia come quella di chi lo aveva ridotto in quello stato…

 

E poi...una luce improvvisa e di nuovo i ragazzi si ritrovarono nel luogo in cui prima si erano fermati a ristorarsi. Si guardarono intorno stupiti, ciò che gli era apparso davanti agli occhi non c'era più da nessuna parte.

-Ma...che è successo?- domandò Takao, confuso.

-Il Profeta ha detto che dovevate vederlo con i vostri occhi- spiegò il loro osservatore accennando alla sfera che teneva ancora stretta tra le mani. Sospirò e la rimise in tasca.
-Stai dicendo che quello che abbiamo visto è quello che in realtà ha visto anche il Profeta? Era una sua previsione?- chiese Rei.

-Esatto- annuì l’altro.

-Ma è terribile- commentò Max ricordando ancora quelle scene drammatiche. Era terribile ma soprattutto senza senso, non riuscivano a comprendere come potesse accadere tutto quello. Il loro mondo sarebbe stato ridotto così dai demoni se qualcuno non fosse intervenuto a fermarli. Avevano imparato infatti che le visioni del Profeta erano il futuro che sarebbe potuto sopraggiungere in caso nessuno fosse intervenuto a cambiarlo. Quindi c'era ancora qualche possibilità di impedire che ciò accadesse, il problema era sapere come fare.

Erano immersi nelle loro riflessioni quando un fruscio attirò la loro attenzione. Immediatamente gli sguardi dei Cavalieri saettarono in direzione dei cespugli alle loro spalle, mettendosi in allerta. Erano abbastanza lontani da Moor ma c'era comunque la possibilità che un demone li avesse seguiti e si preparasse ad attaccarli. Senza attendere oltre sguainarono le loro spade, pronti a difendersi se qualcuno avesse provato a colpirli.

-Chi c'è?- domandò il leader dei Cavalieri riducendo gli occhi a due fessure, concentrandosi su ogni minimo rumore.

Una giovane fanciulla venne avanti, uscendo dall'ombra e rivelando il suo volto colpito dai delicati raggi del sole ormai al tramonto, che lasciavano un puro colore rossastro nel cielo sempre più buio. Indossava una lunga veste bianca scollata, stretta in vita da una sottile fascia color oro annodata sul fianco destro, e che le lasciava le spalle scoperte sulle quali ricadevano morbidi i suoi capelli castani, lo stesso colore dei suoi occhi, grandi e profondi.

-Chi sei?- Takao le si avvicinò per poterla guardare più da vicino ma qualcosa non glielo permise. La mano del suo compagno Rei gli si era posata su un braccio e stringeva la presa quel tanto che bastava per impedire al ragazzo di accostarsi ulteriormente.

-Guardala attentamente- gli suggerì.

L'attenzione del guerriero fu catturata da uno strano simbolo, un piccolo segno sul petto della sconosciuta, tra il seno e il collo. Rappresentava due rose i cui steli si intrecciavano tra loro mentre le due corolle sbocciavano sotto la luce di una corona.

-La Principessa Hilary...- mormorò quello.

-I cinque Cavalieri Sacri...ed il loro osservatore- concluse la ragazza rivolgendo lo sguardo al ragazzo bruno, più bassino, e che non era in armatura.

-Perché siete qui? E' pericoloso- la avvertì Max rimettendo la spada nel fodero, seguito dai suoi compagni.
-Il re, mio padre, vuole parlarvi- rispose lei in tutta la sua eleganza.

-Il re? E cosa vuole?- le domandò Kappa, sorpreso che il re volesse vederli. La giovane alzò appena lo sguardo verso il cielo prima di rispondere.

-Vi sta aspettando...andate prima che il sole tramonti- fu l’unica cosa che aggiunse.

I Cavalieri si consultarono con lo sguardo, decidendo poi di fare come gli era stato detto, capendo che la Principessa non gli avrebbe dato ulteriori spiegazioni. In silenzio ripresero i loro cavalli avviandosi verso il regno di Saal, camminando al passo, tutti eccetto uno di loro, che attese ancora fin quando i suoi compagni non furono abbastanza lontani.

-Tu non vieni?- la sua voce profonda e virile fece volgere gli occhi della fanciulla verso chi le aveva posto quella domanda.

Hilary si avvicinò a Kai, fermandosi solo quando gli fu di fronte, osservando le sue iridi ametista. Si alzò in punta dei piedi avvicinando il viso a quello dell'altro avvertendo il suo respiro caldo sulla pelle.

-Ci rivedremo Cavaliere- sussurrò a due centimetri dalla sue labbra, prima di indietreggiare e voltarsi per poi sparire di nuovo nell'ombra, allo stesso modo in cui era comparsa.


Dall'intreccio del mio filo dipendono tanti destini; cosa sarebbe il mondo senza di me?
Un mondo senza speranza.

Un mondo senza attesa.

Un mondo senza dolore.

Un mondo senza gioia.

Un mondo senza futuro...

 

 

***

 

Ed eccoci alla fine di questo primo capitolo!! E’ da molto tempo che non scrivo quindi mi farebbe davvero piacere sapere una vostra opinione in proposito…a dire la verità mi sento un po’ arrugginita, spero di fare meglio nei successivi capitoli!!

Ringrazio davvero tutte le persone che mi avevano già sostenuto in questa storia, spero di ritrovarvi ancora!!!^^ Le vostre recensioni mi hanno dato la spinta di ritornare a scrivere, grazie!!! Avrei voluto ringraziarvi uno per uno ma eravate tantissimi!!!^^ Dal prossimo capitolo però prometto di rispondere personalmente ad ogni vostro commento, e sarò ben felice di accettare qualche critica e consiglio, se servono per far migliorare questa storia!! Grazie davvero a tutti!!!

In questo capitolo abbiamo visto i nostri amati bladers in una versione un po’ “insolita”. Nel prossimo ritorneremo a quelli che conosciamo noi!! Ma non anticipo altro!! Eheh!!!^^

Prima di lasciarvi voglio ancora dirvi che non mi sono dimenticata dall’altra mia fic più recente “Chimera”. Non mi piace lasciare le cose a metà, perciò presto tornerò ad aggiornare anche quella storia!!^^

 

 

 

 

 

  
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