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Autore: Scarlet Jaeger    18/02/2010    2 recensioni
Sono passate 2 settimane dalla fine dell'ultima guerra sacra contro Hades. I Saint e la stessa Atena, sono ancora stremati dalla battaglia. Ma al grande tempio c'è aria di cambiamenti. I Bronze Saint hanno ricevuto dalla stessa Atena, l'investitura a Gold e presidiano le case ormai vuote, dei precedenti, caduti in battaglia. Il potere di Lady Saori, ha fatto tornare in vita alcuni dei valorosi Gold, che, dopo l'estremo sacrificio, sono caduti nel paradiso dei cavalieri. Solo uno non riesce a stare bene con sè stesso e con gli altri, che lo accusano di non essere all'altezza di essere il Saint Dei Gemelli. Costretto a vivere con le discriminazioni, Kanon affronterà un nuovo pericolo, un nuovo nemico che, nascosto nell'ombra, ha nelle sue mire, una ragazza....
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gemini Kanon, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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my bright power like a star 1 Eccomi qua!! Dopo le One-Short che ho scritto ultimamente, sono tornata con una storia a più capitoli! La trama mi è balenata in mente la scorsa estate, mentre ero a lavoro, però non ho avuto il tempo di scriverla. Adesso, che ho un po' più di tempo, vorrei continuarla ^-^
La fiction è scritta in prima persona, cioè: La protagonista racconta nel presente cosa pian piano succede. Nelle parti scritte in un colore diverso, sono in terza persona, cioè il narratore non è più la protagonista, bensì esterno ^^
Con questo penso non ci sia nulla da dire ^O^ La voglio dedicare a tutte le persone che mi hanno sempre seguita e sostenuta ed a tutti gli amanti di questo anime!
Buona lettura ^_^


                                              *Protetta Da Una Stella*

Capitolo 1

-"Cosa dici Agathe? Queste rose hanno bisogno di altra acqua?"-
-"Ma Dimitra, le abbiamo annaffiate solo cinque minuti fa!"-
-"Ma con questo caldo si sciuperanno, non voglio rischiare!"-
-"E' sempre impossibile parlare con te! Fà come vuoi, poi se affoghi la pianta non prendertela con me!"-
-"Zia Agathe! Zia Dimitra! Ancora a litigare?"-Sorrido posando le mie chiavi su un ripiano e togliendomi il leggero coprispalle in seta, riponendolo sulla sedia.
-"Questa testona non collabora. Guarda queste rose tesoro, non le vedi un po' sciupate?"-
Guardo attentamente il vaso di rose rosse che tiene in mano mia zia.
-"No zia Dimitra, queste rose sono bellissime. Certo è un bene annaffiarle, ma non ogni tre secondi!"-Rido e vedo fare un'espressione come a dire: "te lo avevo detto" all'altra mia zia.
-"A proposito, ci sono altre ordinazioni?"-
-"Non lo so tesoro, guarda nell'agenda accanto al telefono. Santo cielo qua è sporco!"-
-"Se continui a trasportare quel vaso qua e là, sporcherai dappertutto!"-
-"Devo trovare una sistemazione per i nuovi fiori!"-
-"Si ma intanto posa questo, zuccona di una sorella!"-
Guardo le mie due zie battibeccare, lo fanno di continuo, ed a me piace osservarle. Mi mettono allegria.
-"Io controllo il libretto, voi cercate di trovare un accordo!"-Sorrido alle due ed apro la grande agenda degli impegni.
Eccomi qua. Mi chiamo Antares, si esatto, come la stella Antares. Ho 20 anni compiuti da poco. Ho finito il liceo da un anno, e non ho avuto voglia di mettermi a studiare ancora, frequentando l'università. Così ho deciso di lavorare con le mie due zie Agathe e Dimitra, che gestiscono un grande negozio di fiori e piante di ogni genere. Non devo nemmeno fare molta strada per arrivarci, perchè abitiamo proprio sopra il negozio.
In verità le mie zie, non sono realmente mie parenti. Sono stata adottata da loro 20 anni fa, nel piccolo orfanatrofio di Atene, città dove attualmente viviamo. Mi hanno raccontato di non essersi mai sposate, ed aver sempre vissuto insieme, così grazie ad una loro amica, sono venute a conoscenza di me. Hanno deciso di adottarmi, così piccola e con una storia brutta alle spalle. Io non so nulla di questa storia, mi hanno solo detto che la mia vera madre, o qualcuno per lei, mi abbandonò sugli scalini della struttura, con solo una piccola chiave dorata al collo, come ciondolo. Non si è mai saputo chi fosse, nè da dove venisse. Sembra non avermi partorito ad Atene, perchè non risultava nessun bambino nato il mio stesso giorno. Non so nemmeno chi fosse mio padre. Nulla. Ma sinceramente non ho mai pensato veramente di mettermi alla ricerca dei miei veri genitori. Sto bene qua con loro due. Sono simpatiche, divertenti e si prendono cura di me come due vere mamme. E di questo gliene sono riconoscente, così ho deciso di aiutarle in negozio. Certo però, vorrei avere una madre ed un padre, e vivere con una famiglia normale. Molte volte però, ultimamente, mi sono sognata di cercarli, ma non ho nessuno che mi aiuti, nè elementi con cui partire. Quindi, me ne sto tranquilla e buona quaggiù.
Continuo a sfogliare l'agenda, fermandomi al giorno di oggi.
-"C'è solo un'altra consegna. Mi metto subito a lavoro, sono dei vasi di Geranei da portare all'orfanatrofio."-Mi avvicino alle mie zie cercando il loro consenso.
-"Quanti vasi sono?"-Mi chiede zia Agathe.
Lei è la più anziana delle due. Si sta avvicinando ai suoi 60 anni, ma è ancora arzilla e tuttofare. E' un po' cicciottella, ma questo non la ferma di certo. Porta sempre i suoi capelli brizzolati in una crocchia sulla nuca, e gli occhialoni rotondi calati sul naso. I suoi occhi, di iridi celesti, esprimono tanta dolcezza e simpatia.
-"Sono dieci."-Concludo chiudendo l'agenda.
-"Vieni cara, carichiamoli sulla jeep."-Mi sorride l'altra mia zia, Dimitra.
Lei è più giovane di zia Agathe di 5 anni, e si nota molto perchè tra le due è sempre quella più curata. Ha i capelli corti e rossi, che le ricadono attorno al viso, e gli occhi azzurri. Ha un fisico slanciato e snello, al contrario della sorella. Ma molti lineamenti in Dimitra, sono ripresi dalla sorella.
-"Certo, non sono molti, e non pesano nemmeno."-Le sorrido.
Inizio a caricarli sul retro, già sporco di terra, della nostra Jeep che usiamo per le grosse consegne.
-"Ecco, è l'ultimo!"-Esulto.-"Prendo le chiavi e mi metto in marcia."-
Mi dirigo alla scrivania, dove teniamo la cassa e gli appunti. Prendo le chiavi e mi do una sistemata allo specchio.
Oggi fa abbastanza caldo, e mi sono vestita con dei jeans leggeri, converse, e la cannottiera rosa con il marchio del negozio. Ho raccolto i miei lunghi e lisci capelli blu in una coda alta, mentre i miei occhi color smeraldo osservano se c'è qualcosa fuori posto.
Porto al collo, sempre, la piccola chiave che avevo il giorno che mi hanno trovata. E' completamente d'oro e tutta lavorata, di tipo vecchio*.  Inciso sopra, in argento, c'è scritto: ANTARES, il mio nome. Presumo che lo abbiano scoperto così. Non ho mai capito a che serve o cosa apre, ma forse è solo qualcosa che mia madre voleva che tenessi. Non ne ho idea, per ora non mi ha mai causato problemi.
-"Dai Antares, è tutto pronto!"-Mi sento chiamare.
-"Arrivo!"-Urlo osservando la mia figura per l'ultima volta.
Salgo in Jeep e saluto le zie, tranquillizzandole che sarei andata piano e con prudenza. Parto.
Tiro giù tutti i finestrini per sentire la brezza primaverile scompigliarmi i capelli. Guido piano, fino all'incrocio alla fine della via. Collega la strada principale alle altre vie.
Davanti a me c'è il grande cancello d'entrata, marrone e maestoso, di un Tempio. Nessuno sa cosa c'è dentro, perchè nessuno ci è mai entrato. Non ho mai visto quel cancello aprirsi. Le alte mura ci impediscono di guardare. Dietro il cancello c'è solo un'alta scalinata che si perde dietro una curva rocciosa. Dalla strada possiamo vedere alcuni piccoli Templi, posizionati uno più in alto dell'altro. Riesco a contarne 12, prima dell'ultimo, grandissimo e lussuoso. Ma cosa c'è prima del primo Tempio, nessuno lo sa. Dicono che è benedetto dagli Dei, e che è stato luogo di addestramento di alcuni cavalieri. Ma sinceramente non ho mai visto cavalieri o persone strane da queste parti. Sono sicura però che al suo interno è abitato, a volte si sentono combattimenti ed allenamenti. Ma da chi praticati, è ombra.
Arrivo di fronte all'orfanatrofio, dove mi stanno aspettando tre donne in tenuta da giardinaggio.
-"Grazie per la consegna signorina."-Mi sorride una donna abbastanza giovane, con i capelli castani.
-"Prego, è il mio lavoro. Mi chiami pure Antares."-Le sorrido aprendo il retro della Jeep. Le vedo guardarmi sorprese.
-"Antares? Scusami se ti sembrerò invadente. Ma tu sei stata adottata?"-
Mi giro sorpresa anche io.
-"Si, mi conoscete?"-Osservo i loro visi.
-"Ma allora sei tu. Sei stata adottata da questo orfanatrofio. Solo tu hai questo nome. Mi fa davvero piacere rivederti, così bella e grande. Quanti anni sono passati, umh.."-
-"20"-Le sorrido, scaricando il primo vaso.-"Ho 20 anni."-
-"Sei diventata molto bella, davvero. "-Si complimenta la signora più bassa.
-"Grazie."-
Non sapevo che le persone in questo orfanatrofio si ricordassero di me, un po' mi fa piacere. Almeno so che sono unica, fin ora non ho conosciuto nemmeno una persona con il mio stesso nome. Forse è proprio questo a rendermi diversa, o la chiave per il rebus dei miei genitori. Alla fine, quel che mi lasciarono è proprio una chiave con il mio nome.
-"Vedo che la porti ancora."-La signora mora indica il mio ciondolo.
-"Certamente. E' un ricordo, forse l'unico, dei miei genitori."-Le vedo sorridere.
-"Grazie a quel ciondolo, abbiamo scoperto il tuo nome. E' stato molto utile."-Continua.
-"Spero che sarà utile anche per scoprire qualcosa su di loro."-Le rassicuro.
-"Vuoi cercare informazioni sulla tua famiglia d'origine?"-Mi chiedono scaricando l'ultimo vaso, e portandolo insieme agli altri nel grande giardino, dove molti bambini stanno giocando.
-"Bè, sarebbe una buona idea."-Rispondo poggiando per terra i tre vasi che ho in braccio.
-"Capisco, ti auguriamo buona fortuna allora. Ma non so come puoi voler conoscere le persone che ti hanno abbandonato."-
Ha ragione. So di essere stata abbandonata, dimenticata, ma dentro di me so che è stato per qualcosa di veramente necessario. Nessun genitore, abbandonerebbe un figlio, almeno io sono di questo parere.
-"Sono sempre le persone che mi hanno creato. Il mio destino evidentemente era già scritto."-Le sorrido. Loro abbassano gli occhi.
-"Buona fortuna allora Antares, e quando vuoi, torna a trovarci."-Mi sorride la più grande porgendomi i soldi dei Geranei.
-"Lo farò, grazie mille, per tutto!"-Saluto e mi dirigo all'entrata.
Osservo alcuni bambini ridere e giocare spensierati. Sono tutti bambini come me, senza una famiglia. Ma ridono e scherzano come se nulla fosse. Forse, se non ci fossero state le mie zie, a ques'ora potevo essere ancora qua. Sorrido, per fortuna sembrano non pensarci, o non tutti.
C'è una bambina triste seduta accanto al cancello. Ha grosse lacrime che le scendono sulle guance rosee, ma lei sembra non badarci. Tira su con il naso e tiene un fiore in mano.
Mi avvicino e mi accuccio di fronte a lei.
-"Ciao piccola."-Le sorrido. Lei mi guarda e smette di piangere.
-"Ciao."-Mi saluta lievemente.
-"Perchè piangi?"-Le chiedo porgendole un fazzolettino, che porto sempre in tasca. Lei lo prende timidamente.
-"Oggi hanno adottato la mia amichetta. Mentre a me non mi adotta nessuno."-Riprende a piangere, e mi si stringe il cuore.
-"Non piangere, vedrai che qualche papà e qualche mamma verranno a prendere una bella e dolce bambina, e prenderanno te."-Cerco di tirarle su il morale, inutilmente.
-"Voglio la mamma."-Dice quelle parole tristi tra le lacrime. Non posso fare altro che capirla, anche se sono grande, io la capisco benissimo. Capisco cosa si prova a crescere senza una madre ed un padre, anche se hai due persone accanto che ti vogliono bene.
-"Vedrai piccola, una mamma verrà. Sai, anche io non ho nè la mamma, ne il papà. Sono stata adottata proprio qua, da due signore stupende."-Mi siedo accanto a lei, che mi guarda con speranza, asciugandosi le lacrime con le mani.
-"Davvero?"-Mi chiede illuminandosi. Io annuisco.
-"Si davvero. Ma anche se adesso non hai un papà ed una mamma, hai accanto tanti amici, tante signore che si prendono cura di te. Non sei sola!"-Le do un buffetto su una guancia e lei sorride.
-"Grazie!"-Si alza di scatto.-"Apetta, ti regalo una cosa."-La vedo correre dentro l'edificio e tornare tutta affannata, con in mano una piccola bambola di pezza.
-"Lei è una delle mie bambole. Me l'ha regalata la mia amichetta che è stata adottata. Mi ha detto di tenerla, così mi avrebbe fatto compagnia. Ma adesso anche tu hai bisogno di un'amica. Hai detto che sei come me."-Le sorrido, che dolce che è.
-"E' davvero molto bella. Come si chiama?"-
-"Antares."-Mi viene in cuore in gola. La bambola si chiama come me.-"La maestra ci ha fatto conoscere le stelle, e ci ha detto che è la stella più grande e luminosa. E la bambola me l'ha regalata la mia amica, quindi deve essere la più bella, come la stella più grande."-Resto in silenzio, osservando gli occhi verdi della bambola, come i miei.
-"Grazie piccola, è davvero bella."-Sorrido.
-"Prego."-
-"Come ti chiami?"-Le chiedo.
-"Julia"-Mi risponde allegramente.-"E tu?"-
-"Come una stella..."-Le sorrido, ma lei fa la faccetta di chi non capisce.
-"JULIA!!"-Sento chiamare il suo nome dalla donna di prima.-"VIENI, TI VOGLIONO CONOSCERE!"- Accanto alla donna ci sono due persone, un uomo ed una donna giovanissimi, con un viso sereno.
Julia mi guarda felicissima.
-"Forse mi adottano."-Esulta. Io l'abbraccio.
-"Sicuramente piccola. Buona fortuna."-
-"Adesso non ho più bisogno della bambola, Antares farà compagnia a te!"-
-"Certo, la terrò sempre con me!"-Sono commossa dal gesto della piccola, che mi saluta con la manina correndo verso l'ingresso.
Mi dirigo verso la Jeep, ancora osservando la bambola. Quella bambina potevo essere io anni fa, a piangere perchè nessuno mi adottava, e perchè mi sentivo sola. Ma adesso non lo sono più. Ho zia Agathe e zia Dimitra. Adesso, anche la mia omologa, che mi starà vicino nei difficili sentieri della mia vita.
Fine cap 1


Ecco concluso il primo capitolo ^_^ Questo è servito per conoscere un po' la nostra protagonista! Allora, come vi è sembrato questo inizio?
ps. Ovviamente i cavalieri arriveranno! :P
Spero vi sia piaciuto! Aspetto il vostro parere! :P
Un bacione a tutti!!
  
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