Il caso Morto
Capitolo 1- era…
Era una
notte buia e tempestosa, una di quelle notti da schifo i cui unici pensieri che
hai in testa sono: “che bello piove! È il giorno
giusto per andare in spiaggia ed uccidere qualcuno senza lasciare traccia…” e
cose simili che ovviamente in questo tipo di giorni pensano tutti. Anche se lo negano… era una di quelle notti che piacevano
tanto a Snoopy, tant è che nessuno dei suoi racconti è mai iniziato con “era
una giornata limpida e serena”, insomma era quella stupida notte.
Il
signor Morto Felice era tutto indaffarato per gli affari suoi quando qualcuno
bussò alla porta, la casa esplose e il suo corpo sobbalzò via oscurando la luna
e provocando un’eclissi, gli astronomi di tutto il mondo osservavano
lo strano fenomeno avanzando ipotesi sul fatto. Alcuni dicevano che un
meteorite grosso quanto la casa bianca si stava per schiantare sulla terra:
Clinton colpisce ancora! Altri erano dell’idea che un grosso disco volante si fosse schiantato sulla superficie lunare, stile kamikaze,
col chiaro intento di distruggere la terra che purtroppo era fallito per un
improvviso cambio di rotta. I civili dicevano semplicemente che gli scienziati
erano dei cretini e che non c’era niente di male in un’eclissi di due giorni.
Il corpo
del signor Morto fu ritrovato solo quando riuscì a toccare nuovamente terra
creando un terremoto di XII grado sulla scala Mercalli: Scosse
Ultracatastrofiche, provocano la distruzione totale delle opere dell’uomo, il
franamento delle montagne, la scomparsa dei laghi e dei corsi d’acqua e lo
spostamento di massi rocciosi di grandi dimensioni.
Gli
scienziati persero ogni interesse per la cosa quando ne seppero la causa
rattristandosi di non poterlo far diventare uno dei grandi misteri
dell’universo e abbandonando l’idea di scrivere un libro con la speranza che
diventasse un best-seller.
I
poliziotti avrebbero arrestato il signor Morto per omicidio colposo ma
purtroppo non solo le vittime del terremoto erano morte, ma anche il signor
Morto era un cadavere e dall’autopsia risultava morto
da più di sei giorni (quando l’eclissi era finalmente terminata e aveva
lasciato il posto al terremoto devastante). Solo uno poteva risolvere il caso e
salvare l’umanità dal pericolo che incombeva sulla terra ed era celato dietro
l’omicidio: Marco Tullio Cicerone. Che purtroppo era spirato
secoli fa.
Dunque nessuno avrebbe salvato il mondo, che sarebbe stato distrutto. E,
con questa stupenda prospettiva, la terra cadde nel caos, essendo per ognuno
gli ultimi giorni di vita, tutti ne approfittavano per
far fuori il proprio vicino con l’erba più bella, suocere varie, ex, traditori,
qualcuno uccideva se stesso per evitare che lo facessero gli altri.
Il bello
era che nessuno sapeva veramente della morte di Morto, solo quattro poliziotti
che avevano promesso di mantenere il segreto. Ognuno di loro l’aveva detto solo alla moglie, e non ai figli che, ovviamente erano
dietro la porta a spiare. Le mogli avevano pensato bene di dirlo alle amiche
del tè delle 5.00 che, avevano promesso di mantenere il segreto, i bambini lo
avevano detto ai loro fidati amici che gli avevano promesso il silenzio ma che
a loro volta l’avevano detto ai loro migliori amici con la promessa di silenzio
e a forza di migliori amici lo sapeva tutta la scuola.
Anche chi di migliori amici non ne aveva.
Alcuni a
scuola, che erano, bilingue l’avevano fatto sapere agli americani che l’avevano
sparso per tutto il mondo con le e-mail. Lo sapevano pure gli africani che le
e-mail non ce le avevano. Perché qualcuno era andato
lì a rompere e a farlo sapere a tutti con la classica scusa:“vado
per civilizzare e portare pace.”
Bè,
insomma, lo sapeva tutti ormai e, a chi la notizia non era giunta non faceva
altro che seguire la moda e, cioè, scannarsi
vicendevolmente. Ormai sul mondo vigeva la legge del più forte e alcuni non
sapevano neanche perché.
Il caro
vecchio Bin non perse molto tempo: mancava poco che finisse il mondo, ma Bin
Laden non avrebbe certo permesso che fosse qualcosa di non identificato ad
uccidere il suo acerrimo nemico. Quello doveva essere un suo onore. E prima che
il mondo finisse in mille piccoli pezzettini si
sarebbe decretato il vincitore. Bin telefonò al suo amico Bush:
-pronto?-
-pronto?-
-allora, George, a chi muore
prima?-
-all right-
Era il
caos.