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Autore: Eulalia    18/07/2005    1 recensioni
questa fanfiction l'ho finita, l'ho fatta con l'ausilio di un'amica suonata.
Genere: Comico, Demenziale, Drammatico, Horror, Malinconico, Mistero, Sovrannaturale, Thriller, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il caso Morto

Il caso Morto

 

Capitolo 1- era…

 

Era una notte buia e tempestosa, una di quelle notti da schifo i cui unici pensieri che hai in testa sono: “che bello piove! È il giorno giusto per andare in spiaggia ed uccidere qualcuno senza lasciare traccia…” e cose simili che ovviamente in questo tipo di giorni pensano tutti. Anche se lo negano… era una di quelle notti che piacevano tanto a Snoopy, tant è che nessuno dei suoi racconti è mai iniziato con “era una giornata limpida e serena”, insomma era quella stupida notte.

Il signor Morto Felice era tutto indaffarato per gli affari suoi quando qualcuno bussò alla porta, la casa esplose e il suo corpo sobbalzò via oscurando la luna e provocando un’eclissi, gli astronomi di tutto il mondo osservavano lo strano fenomeno avanzando ipotesi sul fatto. Alcuni dicevano che un meteorite grosso quanto la casa bianca si stava per schiantare sulla terra: Clinton colpisce ancora! Altri erano dell’idea che un grosso disco volante si fosse schiantato sulla superficie lunare, stile kamikaze, col chiaro intento di distruggere la terra che purtroppo era fallito per un improvviso cambio di rotta. I civili dicevano semplicemente che gli scienziati erano dei cretini e che non c’era niente di male in un’eclissi di due giorni.

 

Il corpo del signor Morto fu ritrovato solo quando riuscì a toccare nuovamente terra creando un terremoto di XII grado sulla scala Mercalli: Scosse Ultracatastrofiche, provocano la distruzione totale delle opere dell’uomo, il franamento delle montagne, la scomparsa dei laghi e dei corsi d’acqua e lo spostamento di massi rocciosi di grandi dimensioni.

Gli scienziati persero ogni interesse per la cosa quando ne seppero la causa rattristandosi di non poterlo far diventare uno dei grandi misteri dell’universo e abbandonando l’idea di scrivere un libro con la speranza che diventasse un best-seller.

I poliziotti avrebbero arrestato il signor Morto per omicidio colposo ma purtroppo non solo le vittime del terremoto erano morte, ma anche il signor Morto era un cadavere e dall’autopsia risultava morto da più di sei giorni (quando l’eclissi era finalmente terminata e aveva lasciato il posto al terremoto devastante). Solo uno poteva risolvere il caso e salvare l’umanità dal pericolo che incombeva sulla terra ed era celato dietro l’omicidio: Marco Tullio Cicerone. Che purtroppo era spirato secoli fa.

Dunque nessuno avrebbe salvato il mondo, che sarebbe stato distrutto. E, con questa stupenda prospettiva, la terra cadde nel caos, essendo per ognuno gli ultimi giorni di vita, tutti ne approfittavano per far fuori il proprio vicino con l’erba più bella, suocere varie, ex, traditori, qualcuno uccideva se stesso per evitare che lo facessero gli altri.

Il bello era che nessuno sapeva veramente della morte di Morto, solo quattro poliziotti che avevano promesso di mantenere il segreto. Ognuno di loro l’aveva detto solo alla moglie, e non ai figli che, ovviamente erano dietro la porta a spiare. Le mogli avevano pensato bene di dirlo alle amiche del tè delle 5.00 che, avevano promesso di mantenere il segreto, i bambini lo avevano detto ai loro fidati amici che gli avevano promesso il silenzio ma che a loro volta l’avevano detto ai loro migliori amici con la promessa di silenzio e a forza di migliori amici lo sapeva tutta la scuola. Anche chi di migliori amici non ne aveva.

Alcuni a scuola, che erano, bilingue l’avevano fatto sapere agli americani che l’avevano sparso per tutto il mondo con le e-mail. Lo sapevano pure gli africani che le e-mail non ce le avevano. Perché qualcuno era andato lì a rompere e a farlo sapere a tutti con la classica scusa:“vado per civilizzare e portare pace.”

Bè, insomma, lo sapeva tutti ormai e, a chi la notizia non era giunta non faceva altro che seguire la moda e, cioè, scannarsi vicendevolmente. Ormai sul mondo vigeva la legge del più forte e alcuni non sapevano neanche perché.

Il caro vecchio Bin non perse molto tempo: mancava poco che finisse il mondo, ma Bin Laden non avrebbe certo permesso che fosse qualcosa di non identificato ad uccidere il suo acerrimo nemico. Quello doveva essere un suo onore. E prima che il mondo finisse in mille piccoli pezzettini si sarebbe decretato il vincitore. Bin telefonò al suo amico Bush:

 -pronto?-

 -pronto?-

 -allora, George, a chi muore prima?-

 -all right-

Era il caos.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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