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Autore: _EpicLoVe_    18/02/2010    1 recensioni
Ovunque al mondo Wendy avrebbe riconosciuto quel viso. Un viso mai dimenticato, stampato nella memoria giovane di una bambina inesperta, un volto scolpito nel tempo e mai tramutato, un volto bellissimo.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Peter è morto

PETER E' MORTO

I boccoli raccolti in una crocchia ordinata sul capo, il viso candido incorniciato da un dolce ciuffo ribelle scivolato via, le labbra sorridenti e le guancie arrossate, gli occhi bellissimi e grandi coperti da una splendida maschera.                                                                                        
 
Il corpo sottile fasciato da un antico vestito di seta drappeggiato di fronzoli e ornamenti.       
E a completare il travestimento una bellissima coroncina di strass poggiata sul capo.                               
Era questo Wendy Angela Moira Darling quella sera, una bellissima principessa in un ballo in maschera.                                                                                                                                                
“O mio Dio Wendy tesoro sono stanchissima, non potremmo fermarci un attimo?” le chiese sorridendo la sua migliore amica Janet.                                                                                             
Si avvicinarono al bancone e ordinarono due bibite.                                                     
“Fa davvero molto caldo” si lamentò Wendy prendo il ventaglio e iniziando a farsi aria.     
Janet si voltò verso di lei con un sorrisino complice stampato sul viso.                            
“Sta entrando Lord Marcus e si sta dirigendo qui da noi” la avvisò.                                        
Wendy sorrise volgendo discretamente lo sguardo al giovane uomo che si stava avvicinando a loro.      
“Salve ragazze” esordì il giovane con fare amichevole quando fu loro vicino. Janet gli sorrise.      
“Non porti maschera questa sera Janet?” chiese il ragazzo.                                          
“No, per una sera avevo voglia di girare a viso scoperto” rispose semplicemente lei sorseggiando il suo cocktail. Il ragazzo sorrise e si voltò a guardare la principessa seduta accanto loro.                           
“Miss Darling” sorrise poi  piegandosi a baciarle delicatamente la mano.                   
Wendy sorrise civettuola e lo guardò attentamente negli occhi.                                                
“Mi avete riconosciuta” osservò.                                                                                  
Il ragazzo sorrise spavaldo.                                                                                                              
“Come potrei non riconoscere una tale bellezza?!?” rispose.                                      
Janet rise scolando completamente il liquido dal suo bicchiere.                                          
“Già…senza contare che ovunque ci sono io c’è anche Wendy e viceversa” commentò vaga.  Marcus le rivolse un occhiata di sbieco e poi tornò a sorridere a Wendy.                                          
“Mi concedi questo ballo?” le chiese mentre una dolce musica si diffondeva nella sala.                
 
La ragazza annuì stringendo la sua mano e lasciandosi guidare in pista.                    
 Marcus aveva una strana attitudine per il ballo. Era senz’altro un ottimo danzatore ma la violenza e quella goffaggine tipica dei ragazzi non sembrava abbandonarlo mentre danzava. Per questo risultava un po’ troppo cruento nei movimenti, ma aveva pur sempre un buon ritmo e probabilmente anni di lezioni di danza dietro di sé.                                   
Senza contare che il suo bell’aspetto e le paroline dolci che le sussurrava nell’orecchio erano senz’altro piacevoli. Stava giustappunto sorridendo ad una sua battutina quando lo vide.       
Un bellissimo pirata danzava al centro della sala facendo roteare splendidamente la sua dama. Era un bellissimo ragazzo, i capelli biondi scomposti ai lati e nascosti dal vistoso cappello nero, il corpo alto e muscoloso coperto da un elegante vestito da pirata. Non sembrava quasi un pirata dall’eleganza e la finezza dei movimenti.                                                                                   
Ovunque al mondo Wendy avrebbe riconosciuto quel viso.                                              
Un viso mai dimenticato, stampato nella memoria giovane di una bambina inesperta, un volto scolpito nel tempo e mai tramutato, un volto bellissimo.                                                   
Boccheggiò assorta perdendosi  nei tratti delicati di quel volto e proprio mentre lei lo fissava lui si girò a guardarla.                                                                                                                          
Rimase immobile e vagamente sorpreso nel vederla, i suoi occhi incredibilmente verdi si spalancarono emozionati e sembrarono quasi brillare alla luce forte che invadeva la sala.        
La musica finì ma lei a mala pena la sentì.                                                            
Rimase immobile a guardare quel giovane uomo che le si avvicinava a passo sicuro e la strappava dalle mani di Marcus chiedendole un ballo.                                                      
Iniziarono a danzare in modo sicuro e leggiadro, l’uno perso nello sguardo dell’altro.               
Lui teneva una mano nella sua e l’altra a sorreggerle la schiena, il corpo stretto al suo e una particolare abilità per la danza.                                                                                                
“Wendy Angela Moira Darling” sussurrò improvvisamente lui e la sua voce divenne musica alle sue orecchie. Deglutì a fatica e cercò di parlare.                                                                                
 
“è il mio nome” mormorò piano.                                                                                 
 
“Lo so. È l’unico nome che non dimenticherei per nulla al mondo” rispose lui tranquillamente e di nuovo Wendy sentì il fiato mancarle.                                                                                       
“Non parli ragazzina?” le chiese lui con un sorriso e lei lo fissò intensamente.                         
“Hai anche imparato a ballare” osservò. E lui rise. Fu una risata strana, roca, bellissima ed eccitante. Una risata adulta, una risata che aveva perso tutto lo splendore di quella fanciullesca innocenza. E Wendy inorridì.                                                                                                                      
“Si tra le tante cose” rispose vago mentre la faceva girare in un complicato valzer.            
“Perché Peter? Perché l’hai fatto?” chiese fredda mentre lui continuava a sorriderle.              
Il ragazzo continuò a sorriderle mentre danzavano leggeri al centro della pista.                                            
“Sai il tempo passa, le cose cambiano” commentò vago stringendosi nelle spalle.                      
“Ma non tu Peter” sospirò dolcemente lei e le sembrò quasi che il dolore le stesse scoppiando nel petto. “Il tempo non scorre nella tua vita, tu non cambi” sibilò lei.                               
“Davvero?!? Guardami” rispose bruscamente lui continuando a sorridere.                             
“Ti pare che io sia sempre lo stesso?!? Guardami Wendy, sono cambiato anche io, sono cresciuto” e queste parole la ferirono profondamente.                                                                                   
Distolse lo sguardo per non doverlo guardare negli occhi e si accorse che molti li stavano guardando. Danzavano al centro della pista ed erano una coppia perfetta. Un pirata e una principessa. Erano i pezzi perfetti di un puzzle.                                                               
“La tua dama ci sta guardando con particolare insistenza” sentenziò Wendy quando i suoi occhi incrociarono quelli della ragazza dal vestito giallo con cui Peter stava ballando prima. Ma lui sorrise e non sembrò scomporsi.                                                                                                 
“Gelosia” mormorò nelle sue orecchie.                                                                                           
La musica finì lasciando spazio ad un mormorio assordante e subito dopo un’altra dolce melodia si diffuse nella sala.                                                                                       
“Usciamo fuori?” le chiese Peter piegandosi sul suo orecchio e lei annuì.                                    
Si allontanarono tenendosi per mano nella sala affollata. Lui camminava avanti e la teneva stretta quasi avesse paura di perderla tra tutta quella gente.                                     
 L’aria fredda le colpì il viso e le spalle nude e lei rabbrividì mentre si dirigevano verso i giardini illuminati della grande casa.                                                                                              
Peter si fermò accanto ad un profumato cespuglio di rose e si voltò a guardarla, sorrise dolcemente portandole le mani al viso e le sfilò la maschera in un gesto delicato.                  
“Ti ho aspettato tanto” esordì improvvisamente Wendy rompendo il silenzio che aleggiava su di loro. “Ma non sei mai arrivato” concluse tristemente.                                                     
 
“Sono venuto, ogni giorno” rispose lui gelido e quando lei si voltò a guardarlo sorpresa lui non si girò a guardarla.                                                                                                      
 
“Ascoltavo le tue storie nascosto dietro alla finestra, controllavo che i bimbi sperduti si comportassero bene. Ti vedevo crescere” ci fu un attimo di silenzio e lui si voltò finalmente a guardarla. “Crescevi Wendy, ogni giorno di più, il tempo sembrava tiranno su di te. Nel giro di pochi anni sei cambiata, da bambina sei diventata una bellissima donna”.                            
Improvvisamente un lampo saltò  negli occhi azzurri della ragazza.                                  
“è per questo che sei cresciuto. È per questo che hai lasciato l’Isola” dichiarò stupefatta.         
Lui non rispose, si limitò a sorriderle.                                                                                    
 “Perché non sei venuto da me Peter?” gli chiese dolorante.                                          
“L’ho fatto, ma quando sono arrivato tu eri così…bella ed agitata, stretta nel tuo vestito blu. Ti stavi preparando per andare a qualche festa. Erano tutti così contenti. Ho visto i bimbi sperduti, divenuti ormai ragazzi, e ho visto te sorridere a quel giovane uomo con cui stavi ballando poco fa” il ragazzo sospirò. “Era un quadretto così perfetto, mi dispiaceva quasi rovinarlo” sospirò.
Wendy sembrò pensarci.                                                                                                         
“Due anni fa. È stata la prima volta che ho visto Marcus. È il figlio di alcuni nobili amici della zia, ci teneva che lo conoscessi” spiegò brevemente.                                                                
“é stato due anni fa” disse di nuovo incredula. “Com’è successo? Quanti anni hai ora?”.                
Il ragazzo sospirò prima di risponderle.                                                                          
“è stato molto strano. Sapevo che stando lontano dall’Isola ci sarei riuscito. Ho vissuto nel tuo mondo per un po’, il tempo è passato più velocemente per me. In soli due anni sono riuscito a recuperare tutti gli anni persi. Ho vent’anni ora, proprio come te. Sono tornato a casa, dai miei genitori, ho scoperto di avere due sorelle. Mia madre ha pianto quando mi ha visto. Ho una famiglia ricca, sai?!? Ho conosciuto Jhoanne, una mia vicina di casa e figlia di un ricco banchiere. Ho preso lezioni di danza e lezioni di vita. È grazie a Jhoanne e le mie sorelle che ho imparato tutto. Mio padre mi ha assicurato un posto di lavoro. Lavorerò in banca anche io, avrò una vita tranquilla. Invecchierò e poi morirò” aveva uno strano tono la sua voce, era malinconico e di una soffocante amarezza. Wendy lo guardò compassionevole e tese la mano ad accarezzare il suo viso. Lui le sorrise e per la prima volta dopo tanto tempo Wendy rivide quel bambino conosciuto anni prima. Era lì, fermo davanti a lei e le sorrideva.                                                     
  “Come stanno i bambini?” chiese lui cambiando bruscamente espressione.                          
Wendy sorrise. “Benissimo direi” commentò. “Il più piccolo ha quindici anni adesso” spiegò.          
“E i gemelli?” chiese Peter,  Wendy gli sorrise di nuovo.                                                      
“Continuano a fare danni ma stanno benissimo”.                                                       
Peter le sorrise.                                                                                                 
“Peter caro non credi sia il caso di tornare dentro? Non vorrai ammalarti proprio ora?” entrambi si girarono al suono di una dolce voce femminile. E Wendy la vide, la dama dal vestito giallo, affacciata dalla balconata, una bella dama dal sorriso gentile. Peter le sorrise.           
“Si, arrivo subito Jhoanne” rispose risulto mentre lei si girava e tornava dentro di fretta.        
Di nuovo il ragazzo tornò a fissarla intensamente negli occhi.                                            
“Ci sposiamo la settimana prossima” e di nuovo Wendy sentì il dolore scoppiarle nel petto. Boccheggiò per qualche secondo alla ricerca di qualcosa da dire ma non trovò nessuna parola adatta.                                                                                                                                                        
“E Trilli?” chiese invece. Peter sorrise malinconicamente.                                                 
“è sull’Isola con le altre fate” rispose.                                                                                                           
 
“è un po’ arrabbiata con me ma io so che di nascosto viene a trovarmi spesso. L’ho invitata al matrimonio, spero ci sarà”. Wendy scosse la testa.                                                                      
“L’hai lasciata sola, l’hai abbandonata” mormorò sommessamente e subito dopo si pentì del tono di accusa nella sua voce. Peter si voltò a guardarla intensamente.                                          
“Tu hai abbandonato me”  rispose gelido e di nuovo lei non trovò risposta.                     
Peter si voltò per andare e mosse qualche passo avanti. Wendy sentì le lacrime salirle agli occhi ma le trattenne.                                                                                                                                       
“Tu non sei così Peter, questo non è quel bambino che io conoscevo” disse. Lui si voltò a guardarla.                                             
“Infatti non sono più quel bambino Wendy, sono cresciuto” urlò in risposta.                          
“Non dovevi farlo Peter, non dovevi lasciare che loro vincessero. Tu dovevi continuare ad essere te stesso, sempre”.                                                                                     
“Era quello che volevi Wendy” disse lui sconvolto. Lo sguardo addolorato e lucido.        
“Io non volevo…” ma lui non la lasciò finire.                                                          
“Ricordi Wendy?!? Mi hai chiesto di venire con te, mi hai chiesto di crescere, di diventare grande. Era così che mi volevi, era questo che tutti volevano. Hai vinto Wendy, sono diventato grande. Adesso non ho solo pensieri felici, adesso devo anche pensare alle cose da grandi. Adesso non riesco più a volare” Peter sillabò le parole con così tanta intensità che la colpirono come un pugno nello stomaco, lei rimase senza respiro.                                                               
“Peter…” mormorò dolcemente con le lacrime agli occhi, ma lui scosse la testa.                       
“No Wendy, Peter è morto” mormorò voltandosi e lasciandola sola.

Spazio autrice:  Salve a tutti. Ho scritto questa breve storia qualche giorno fa pensando a Peter Pan. All'inizio era partita come una shot, in seguito ho deciso di dividerla in due capitoli altrimenti sarebbe stata una shot troppo lunga.    Ci tengo a spiegare che io ho una specie di ossessione per Peter Pan. Lo adoro! é sempre stato uno dei miei cartoni preferiti, da quando ero piccola, ma è una passione che non è morta nel tempo anzi...ho sempre continuato ad adorare questo ragazzo e l'Isola Che Non C'è...Trilli, Wendy, i pirati e i bimbi sperduti. Non c'è niente in questa storia che io non abbia amato alla follia. Ho visto tutto il materiale possibile su questa fantastica storia e ho amato tutto.              Con questa piccola premessa ci tengo a specificare che questa shot per me è altamente blasfema (naturalmente in relazione alla figura di Peter) perchè ho tradito l'intera storia e credetemi pensare a questa possibile versione della storia mi addolorava profondamente mentre scrivevo. Ma come ho già detto questo è solo un piccolo esperimento che spero vi possa piacere. Ho scritto anche altre cose su Peter Pan ma questa è la prima su questo argomento che pubblico su efpfanfic. Spero davvero tanto che vi possa piacere. Il prossimo capitolo sarà postato presto.
              Cari saluti _EpicLoVe_
  
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