Sono
qui, profondamente dispiaciuta, a scrivere una testimonianza, che forse
non
avrà senso, e non sarà letta.
La
notizia della morte di L mi ha addolorata profondamente, e siccome mi
rendo
conto che se qualcuno non fermerà Kira, arriverà
la fine anche per me, ho
deciso di lasciare ricordo di un qualcosa a me molto caro.
Nessuno
mi conosce. Vivevo nella Wammy’s House fino a due anni fa. Mi
chiamano Ellie.
Ellie, come “piccola Elle”. Ho poco più
di 19 anni e sono stata abbandonata
alle porte della Wammy’s House pochi mesi dopo la mia
nascita. Era chiaro a
tutti che la Wammy’s House non fosse un comune orfanatrofio,
e ciò mi fa
pensare che forse, i miei genitori, mi abbandonarono lì di
proposito. In ogni
caso, non ho mai avuto notizie di loro. Per i bambini della
Wammy’s, è
estremamente vietato ricercare informazioni sulla propria famiglia.
Immagino
sia per evitare possibili fughe. Solo oggi mi rendo conto di quanto
quei
bambini siano davvero indispensabili per il mondo.
Sono
cresciuta lì, abituata a quei trattamenti che solo oggi
definisco “fuori dalla
norma”. Ero
anche abituata a vedere
l’istituto tappezzato di L gotiche, ma non me ne fu spiegato
il significato
prima dei miei sei anni.
Roger
chiamò da parte un gruppetto di noi, credo fossimo in otto,
nel suo ufficio, e
ci disse:
“Bene,
bambini. E’ ora che io vi parli di Elle.” ci fece
sedere sul tappeto davanti
alla sua scrivania, e lui, con nostra sorpresa, si
inginocchiò vicino a noi.
“Elle
è la giustizia.” Disse subito “E senza
di lui, il mondo andrebbe in rovina.”
Ricordo
che intervenni dicendo:
“Ma,
Roger-dono, il mondo va già in rovina.”
Lui
sorrise amaro, e replicò:
“Senza
Elle non si potrebbe neanche vivere, mettiamola così.
E’ per questo che è nata
la Wammy’s House: nel caso Elle venisse a mancare,
sarà tra i bambini
specialmente dotati qui presenti, che verrà scelto il suo
successore. Inoltre,
è tra voi che Elle personalmente sceglierà i suoi
stretti collaboratori. Non vi
siete chiesti perché io abbia radunato proprio
voi?”
Uno
dei bambini vicino a me rispose:
“Roger-dono,
l’unica cosa che abbiamo in comune sono i test che facciamo.
Nulla di più.
Suppongo che abbiamo caratteristiche di personalità simili
tra di noi.”
Roger
annuì, e riprese:
“Voi
siete i bambini più affini a Elle. Primizie, per lui. La
settimana prossima,
Eru-sama sarà qui, apposta per vedervi. Forse
sarà la vostra unica occasione di
poterlo vedere in volto. Fate del vostro meglio per
piacergli.” Ci annunciò.
Durante
la settimana, tutti i bambini del mio gruppo, si diedero da fare per
trovare i
vestiti migliori, o le acconciature più adatte. Alcuni erano
amici tra di loro.
Io ero sola. Nessuno mi consigliava cosa indossare. E poi, ero
così piccola di
statura, che mi toccavano abiti piuttosto infantili. I miei lunghi
capelli neri
contrastavano la mia struttura minuscola, e mi facevano assomigliare a
una
Teru-Teru-Bozu.
Il
giorno in cui Elle arrivò, non fu difficile scoprirlo. Tutte
le domestiche
erano in gran subbuglio per rendere la Wammy’s splendente, ed
erano stati
disposti ovunque vassoi pieni di caramelle alla frutta.
C’era
chi credeva che Elle si sarebbe fermato a parlare con noi bambini, ma
io sapevo
che non poteva essere così. Infatti, non fece altro che
passarci davanti di
sfuggita nel corridoio. Gli altri erano molto più grandi di
me, mi spinsero,
finii dietro di loro, e a causa della mia statura, non
riuscì a vedere Elle, e
neppure a farmi vedere da lui.
L’unica
cosa che scorsi, fu un pezzetto di maglietta bianca, le sue spalle
curve, la
sagoma fine, e i capelli scuri arruffati sulla sua nuca.
Rimasi
delusa, ma presto ebbi modo di rifarmi. Infatti, a me fu permesso di
studiare
altre discipline, tra cui la capoeira, i miei risultati primeggiavano
su tutti,
fino al punto che Elle chiese di me a Roger. Personalmente.
Rimasi
agghiacciata e felice, quando lo seppi. Gli altri bambini, cominciarono
a
odiarmi.
Poi,
ebbi la mia soddisfazione. Era nel periodo in
cui si vociferava di Kira, il cosiddetto "serial killer dei
criminali". Mi dissero che Elle aveva bisogno di me. Pensai che ci avrei rimesso la vita,
ma ero felice di
farlo. Per Elle, in nome della giustizia. Io avrei aiutato Elle.
Roger
mi raccomandò di comportarmi in maniera del
tutto perfetta con lui, perché era, a detta sua, un soggetto
volubile e
capriccioso.
Incontrai
L per la prima volta a 17 anni. All’epoca
non avevo un nome. Ero solo A.