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Autore: La_Blair    20/02/2010    1 recensioni
Quanto è bello svegliarsi un mattina e vedere che tutto è coperto di neve.Su quella neve torniamo bambini, giochiamo, corriamo, perdendo la cognizione del tempo. Sono sicura che anche i nostri due gemellino preferiti abbiano vissuto molte giornate su quella neve. Che abbiano giocato fino a sfinirsi.Ed ora, in ogni fiocco che cade, immagino come deve essere stato.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Tom, alzati! Tom, dai, fratellino ti prego! SVEGLIATI!” grida Bill, saltellando sopra il letto del fratello.

“Mmm…Ma che vuoi? Razza di rompiscatole!” borbotta Tom, coprendosi la testa con il cuscino. “Sono solo le 7 e mezzo!”

“Ma oggi è una giornata speciale!” insiste l’altro.

“Cioè?”

Bill scende dal letto e con un gesto brusco scosta la tenda, e fuori dalla finestra appare un bianco paesaggio. “C’è la neve!!!!!” esclama il moro, emozionato, tirando per un braccio il gemello, per farlo alzare.

Tom sbuffa, senza muoversi di un centimetro. “Ho sonno.”

“Ma dai, sei cattivo…Io volevo giocare a palle di neve con te…ma se tu non vuoi…” sussurra Bill, abbassando lo sguardo, afflitto, e facendo finta di uscire dalla stanza.

Tom gli lancia un’occhiata, poi rassegnato si alza.

“Va bene, va bene, hai vinto tu.”

“Sììììììììììììììììììììì!” grida Bill cominciando a lanciargli addosso guanti, cuffia, sciarpa  giacca.

“Ehi, ma io sono ancora in pigiama!”

“E allora! C’è la neve Tomi! Dobbiamo andare!” e detto questo spalanca la porta della camera, con quella buffa cuffia con il pon-pon.

Tom, ancora assonnato, lo segue lentamente, trascinandosi a fatica verso la porta d’ingresso.

«Cosa mi tocca fare, di domenica mattina!» pensa sconsolato, ma in fondo sa che si divertirà con il suo fratellino.

Infilati i guanti apre la porta ed esce.

Non fa nemmeno in tempo a dire quanto sia freddo, che qualcosa di freddo gli gela naso, occhi, bocca e orecchie. Una pallata di neve.

“BILLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLL! Adesso me la paghi!” esclama ridendo e cominciando a rincorrere il fratello.

Bill corre e ride, felice come un bambino. Alla buffa cuffia ha abbinato una sciarpa a righe colorate e guanti azzurri, identici a quelli di Tom.

Aveva insistito lui per comprarli uguali.

«Dai Tomi, così quando nevicherà potremo metterli insieme!”» aveva detto qualche mese prima.

Bill adorava la neve, sin da quando erano piccoli, ed il gemello, che invece preferiva starsene dentro casa a bere una bella tazza di cioccolata calda, era costretto a fare migliaia di pupazzi di neve.

Tanto alla fine la febbre la prendeva sempre Tom, e Bill che gli teneva tutto il tempo la mano perché si sentiva in colpa.

Anche ora che avevano 18 anni, questa specie di tradizione continuava.

Mentre Tom sta ammucchiando un po’ di neve, per tirare ancora una pallata di neve a suo fratello, sente Bill lamentarsi.

“Ehi, che hai?”

“Ho fatto una storta correndo.” Piagnucola Bill, massaggiandosi la caviglia.

“Dai, rientriamo a casa. Ci metti un po’ di ghiaccio e passa tutto.” Lo rassicura Tom, prendendolo sottobraccio per aiutarlo a camminare.

“Ma il pupazzo di neve? Io volevo farlo…” sussurra l’altro, triste.

“Dai, lo faremo domani!”

“Ma io volevo farlo oggi, adesso.” Insiste Bill.

“Senti, se ti fa male la caviglia non puoi farlo, quindi adesso entriamo a casa.” Conclude il discorso il fratello, con decisione.

Aprono la porta, e Bill raggiunge la cucina zoppicando esageratamente, mentre Tom lo guarda scuotendo la testa. Il solito insofferente.

Il moro si siede, stranamente silenzioso, e guarda fuori dalla finestra il giardino innevato.

“Vuoi un po’ di ghiaccio?” gli domanda Tom, ma l’altro scuote la testa senza nemmeno guardarlo.

“Fratellino, non fare l’offeso, non volevo risponderti male, scusa. Solo che la neve ci sarà anche domani.” Si scusa Tom, sedendosi accanto a lui.

“E se si scioglie stanotte? Se improvvisamente spunta fuori il sole e la neve domani non c’è più?” si lamenta Bill, sempre più triste. “Volevo il pupazzo di neve. Come quando eravamo piccoli.”

Tom non sa che dire, Bill rimarrà per sempre un bambino.

“Ho un’idea!” esclama improvvisamente. “Fallo tu! Io ti guardo dalla finestra!” propone allegro Bill.

Il gemello spalanca gli occhi. Tornare di fuori al freddo per un dannato pupazzo di neve?!?

“Dai, Bill…Non mi va…Ti prego…”

“Ma Tomiiiiiiii! Io sto male, sono costretto a stare seduto. Fammi questo piacere…Stiamo sempre in giro, magari l’anno prossimo, quando nevicherà, saremo in giro a far concerti. E non vedremo la neve. Per favore!!” lo supplica Bill, arricciando il labbro e guardandolo intensamente con i suoi occhioni truccati di nero.

“Uffa però! Sono sempre il tuo servetto!” si lamenta Tom, rinfilando la cuffia sopra i suoi biondi rasta e andandosene al freddo ed al gelo.

Arrivato in giardino lancia un’occhiata a suo fratello, che sorride felice attraverso il vetro della finestra. Ha poggiato un foglio sul vetro, con su scritto “Io in cambio ti preparo la cioccolata calda”.

Mmm…Messa così, sembra uno scambio abbastanza equo.

Tom comincia a lavorare, ammucchiare neve, cercare sassolini.

Lavora costantemente sotto lo sguardo affettuoso di Bill, che sorride come uno scemo, tutto il tempo.

Finito tutto, Tom si siede stremato a terra. Ha tanto freddo, ma sta sudando! Si appoggia con la schiena sul pupazzo di neve e nasconde il viso tra le mani. Non ha nemmeno la forza di alzarsi.

“Tomiiiiii! TOMI COS’HAI??!?!?” grida Bill, correndo in suo aiuto. Per fortuna che era costretto a restare seduto per il dolore -.-“.

“Ho tanto freddo.” Borbotta quello.

“Oh no, stai maleeeeeeeeeee! Vieni dentro, ti porto a letto.” Esclama il gemello, trascinandolo dentro casa, fino alla loro camera. Tutto il tempo continua a ripetere che è colpa sua.

“E’ tutta colpa mia se stai male, fratellino. Colpa mia! Perché ti ho costretto ad uscire con questo freddo??” grida quasi piangendo.

“Shhhh! Bill, stai zitto. Fammi dormire dai…” mormora Tom.

“Tu mi odi adesso, vero? Non mi vuoi più vedere…Lo so, lo so…” continua imperterrito l’altro a dire.

“Ma che dici…Voglio solo dormire…Cantami qualcosa, cantami «In Die Nacht»…”

Bill comincia a cantare, piano, appoggiandosi a braccia conserte sopra la pancia di Tom.

E lentamente si addormentano entrambi.

Simone apre lievemente la porta e li vede. Anche quest’anno Tom si è preso la febbre e Bill gli fa da crocerossino.

Richiude la porta sorridendo. Quando si sveglieranno vorranno sicuramente due tazze fumanti di cioccolata, e silenziosamente si dirige in cucina per prepararle.

  
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