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Autore: SignoraOscura91    20/02/2010    4 recensioni
"Ma quella volta si sbagliava: passando accanto alla strada, vide dal marciapiede due macchine, l’una di fronte all’altra, divise solo da una buca ellittica di circa quattro metri di diametro, probabilmente lì molto prima che i due mezzi arrivassero. Ma la cosa più assurda è che la buca, ad occhio, sarà stata profonda circa otto metri ed attorno ad essa si potevano notare benissimo residui di un qualcosa color verdastro, appiccicoso e molliccio quasi come fosse stato muco o addirittura: albume d’uovo." Una gita scolastica, un nuovo ragazzo misterioso tra i compagni e uno strano "essere" sono gli ingredienti di questa storia...
Genere: Azione, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Eccoci qua! Questo è il primo capitolo di un'altra mia storia su un manga che adoro troppo: Shugo Chara!! Spero che vi piaccia!                                                               Cla-Cla

 

“Dentifricio…c’è…Spazzolino…messo…Asciugamani…presi…Shampoo…NOOOO!!! Mi sono scordata di comprarlo, e adesso come faccio?!” – Casa Hinamori. Secondo piano. Stanza quattro: camera di Amu.

Un grido aveva inondato quell’immenso pianerottolo color porpora e dalla sua foga era quasi riuscito a far tremare i quadri che decoravano la parete del corridoio. E lì, distesa per terra, sull’enorme e addobbante tappeto bianco, una ragazza dai lunghi capelli rosa si stava disperando e crogiolando sulle sue ginocchia convinta che ciò che aveva combinato le sarebbe costato caro prezzo. Con i suoi capelli, distesi lungo il pavimento, agiatamente ricopriva metà dell’ammattonato.

“Amu calmati! Basta ricomprarlo, c’è tempo fino a domani!” – Un piccolo esserino addobbato con una gonna verde pisello le si era avvicinata con fare protettivo e consolatorio. E dopo aver allungato quelle che tutti noi definiamo “braccia” aveva cercato invano di stringerla, anche semplicemente per allentare la tensione e far calmare un po’ la ragazza.

“Sii! E’ vero, ho ancora un po’ di tempo! Basta che prenda 120 yen dal salvadanaio e corra al supermercato dietro casa a comprarlo… non ci metterò molto!” – Si alzò dal parquet , un po’ intontita dalla velocità del suo salto in piedi e come in un battito d’ali, alzò un braccio al cielo in segno di buon esito, di grande riuscita, per la sua immediata fuga all’attacco di panico improvviso pre-gita.

Gli altri due Shugo Chara sul letto (gli esserini) si librarono in volo non appena videro Amu avanzare verso di loro per prendere il golfino grigio appoggiato al letto sul quale si erano precedentemente sdraiati. Il loro sguardo stupito non abbandonò per un singolo istante qualunque mossa facesse la ragazza.

Dal letto Amu, si spostò in visuale del comodino, sopra al quale risiedeva indisturbato da tempo un dolce e roseo maialino che Amu aveva assunto (come diceva da piccola) per proteggere e controllare le sue finanze. Lo guardò per qualche secondo, poi, allungò una mano, lo prese e lo capovolse per farne uscire precisamente 120 yen. E infine, sempre con grande e accurata delicatezza, lo ripose di nuovo al proprio posto.

Dai cassetti che componevano il comodino d’avorio tirò fuori una gonnellina bianca che da tempo non indossava e che, dopo essersi indiscretamente svestita del suo pigiama e delle sue paffute pantofole, indossò con aria elegante e aggraziata.

Scelse poi un paio di scarpette grigie da abbinare perfettamente al suo golf e con fare disinvolto, prese le uova degli Shugo Chara (nelle quali precedentemente si erano chiusi proprio i 3 esserini), le attaccò alla sua solita e pacata cintura ed uscì con i soldi da utilizzare nella sua unica e affannosa compera.

Per la strada non c’era nessuno , né una macchina, né una bicicletta ed il vento aveva iniziato a soffiare come per far sentire quell’aria gelida che caratterizzava da sempre la stagione autunnale. Gli alberi si muovevano appena, quasi per inerzia e perché mossi da una forza esterna subentrata a controllare adeguatamente il loro lieve ondeggiare.

Ormai Amu non era molto lontana dal market e non appena girato l’angolo che collegava la sua via a quella della strada principale, si trovò di fronte il vero problema di quella insolita desolazione che qualificava le strade quel pomeriggio: un incidente, probabilmente causato dalla mancanza di senso civico di alcune persone. Solitamente era cosi per quasi ogni incidente perché per fare i furbi tutti erano spronati a passare col giallo al semaforo o a scattare al verde senza accertarsi di dare precedenze o quant’ altro.

Ma quella volta si sbagliava: passando accanto alla strada, vide dal marciapiede due macchine, l’una di fronte all’altra, divise solo da una buca ellittica di circa quattro metri di diametro, probabilmente molto prima che i due mezzi arrivassero.

Ma la cosa più assurda è che la buca, ad occhio, sarà stata profonda circa otto metri ed attorno ad essa si potevano notare benissimo residui di un qualcosa color verdastro, appiccicoso e molliccio quasi come fosse stato muco o addirittura: albume d’uovo.

Amu non si preoccupò più di tanto, in quel momento aveva cose più importanti a cui pensare, come preparare la sua valigia per la gita o persino comprare il suo shampoo preferito: Sakura Shower Shampoo, adatto alla sua morbida capigliatura e perfetto per la tenuta del suo roseo colore naturale.

Arrivò in un lampo al supermercato, forse per la voglia che le era presa di ritornarsene a casa sua o forse per la poca voglia che aveva di uscire quel pomeriggio. D’altronde aveva una valigia a casa da finir di fare e non aveva tempo da perdere: si maledì per tutto il tratto di non aver imposto al suo cervello il ricordo dell’acquisto ma ormai era andata come doveva andare.

Non appena dentro si precipitò al reparto al piano terra “cosmetici e cose di casa”.

Sugli scaffali, sia a destra che a sinistra, c’erano file e file di diversi shampoo, ognuno adatto ad una diversa capigliatura: dai ricci, ai lisci, dai biondi ai blu e poi lo vide… il suo tanto e sperato “Sakura Shower Shampoo” (SSS). Allungò una mano per accaparrarselo quando…

“L’ultimo SSS tutto mio!!” – Una bambina dai lunghi capelli rosa aveva messo le mani su quel prodotto molto più in fretta di lei e lo guardava con quei grandi occhioni verdi, caratterizzanti il suo rotondeggiante volto.

Amu aprì la bocca come per dire qualcosa che sarebbe parso come un “rendimelo, l’ho visto prima io, bambina viziata”, ma non disse nulla.

Niente… guardò solo la bambina correre dalla sua mamma con fare gioioso e con aria sognante, come se quello shampoo fosse stata l’utopia di tutta una vita spesa a cercarlo. Sul volto di Amu apparve un sorriso: non avrebbe potuto mai toglierle quello shampoo di mano e non lo avrebbe mai fatto. Era cosi bello vedere felici le persone e soprattutto bambini. Quel suo sorriso quasi le ricordava quando anche lei era cosi felice e noncurante come quella bimba e le ricordò che se qualcuno a quel tempo fosse arrivato per toglierle il suo shampoo preferito avrebbe sofferto molto, per quanto bambina potesse essere.

Così prese un’altra marca di shampoo per i suoi capelli, per giunta anche più economica (w il risparmio! m(>.<)m), e si avvicinò alla cassa ripensando ancora a quella dolcissima bambina.

Ma non appena tornata sul punto cruciale dell’incidente…

“COSA?!” – La buca enorme e profonda era completamente sparita, come se non fosse mai esistita e come se tutto quello che avesse visto prima fosse stato solo un brutto sogno mai svelato – “Non può essere!” – Pensò Amu.

La strada era piatta e piana, forse più bella di prima, e per di più non c’era rimasto alcun residuo dell’ “albume”.

Se lo era sognato? Aveva preso una botta? Eppure le era sembrato così reale… l’incidente, le macchine, la buca: tutto così maledettamente reale! Scosse leggermente la testa rosa e senza proferire altro si diresse nuovamente a casa sua, con un nuovo acquisto in mano ed altrettanti dubbi in mente a cui avrebbe dovuto dare presto una logica e sensata spiegazione.

 

 

 

 

 

  
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