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Autore: ChelseaH    20/02/2010    11 recensioni
Il signorino Morgan si permetteva non solo di lasciarlo in balia della noia mandandogli messaggi che non stavano ne in cielo ne in terra, ma nemmeno rispondeva. Ok, tecnicamente era stato lui il primo a non rispondere alla chiamata dell’altro ma hey, non poteva certo tenere monitorato il cellulare ventiquattr’ore su ventiquattro, no?
Al settimo squillo iniziò a irritarsi, soprattutto perché si, era esattamente da lui non rispondere ma no, non era per niente da Colin. All’ottavo squillo stava per riattaccare stizzito quando sentì finalmente una voce all’altro capo della linea.
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bradley James, Colin Morgan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DISCLAIMER: Bradley James e Colin Morgan non mi appartengono e con questo scritto non intendo dare rappresentazione reale dei loro caratteri e/o delle loro azioni.

NOTA: Ho messo slash nei warning anche se in realtà è più una pre-slash che altro, ma per non far prendere male nessuno ho preferito metterlo ^^



Piccola, innocente teoria.



Era strano presenziare ad un programma televisivo senza Bradley ma, quella volta, i produttori dello show avevano chiesto espressamente di Colin Morgan e non del cast di Merlin.

Quindi ora era lì, tutto solo nel camerino del Paul ‘O Grady Show ad aspettare che fosse il momento di andare in onda e, fra le altre cose, che Bradley gli rispondesse a un sms che gli aveva inviato più di mezz’ora prima. Non che ci sperasse più di tanto, sapeva che il biondo quando era a casa raramente badava al cellulare, ma la speranza era sempre l’ultima a morire - che nel caso specifico morisse sempre, era un dettaglio sul quale era meglio sorvolare.

La testa di un addetto camera spuntò dalla porta informandolo che poteva prendere posto in studio nei prossimi cinque minuti e lui, infilando il cellulare in tasca per abitudine, si alzò e lo seguì, prendendo nota mentalmente del fatto che contare su un po’ di sano scambio di messaggi via sms con Bradley, non era una soluzione alla noia.



***

Bradley era irritato, i periodi liberi dal lavoro erano divertenti solo per i primi due giorni perché dal terzo in poi veniva risucchiato da quel terribile buco nero chiamato noia. Quel pomeriggio in particolar modo, non faceva altro che girare in tondo per la sua stanza, snobbando ogni tipo di intrattenimento che essa offriva: playstation, xbox, stereo, computer, dvd, tv non gli andava niente di niente. Su quest’ultima poi, c’era appiccicato un post-it con la data odierna seguita da un “registrare ‘O Grady” che non aveva il minimo senso. Perché avrebbe dovuto mettersi a registrare – o anche solo guardare - il Paul ‘O Grady Show? Probabilmente l’aveva scritto da ubriaco perché, onestamente, nemmeno si ricordava di aver appiccicato quel bigliettino privo di senso sulla tv. Andò in cucina a prendere qualcosa da bere e gli cadde l’occhio sul cellulare abbandonato sul ripiano di fianco al frigorifero. Lo prese e trovò una chiamata persa e un messaggio, entrambi di Colin.

“Hey Brad, che combini?” recitava l’sms e lui fissò un attimo lo schermo, cercando di capire lo scopo di quel messaggio. Innanzitutto lui si chiamava Bradley e non Brad e Colin sapeva bene che quell’abbreviazione gli dava ai nervi. Secondariamente, se l’amico si stava annoiando tanto quanto lui – ed era abbastanza evidente – perché non lo chiamava, glielo diceva chiaramente e organizzavano qualcosa da fare insieme? Ma forse era troppo facile per essere concepito dalla mente di mister Morgan. Fu tentato di non rispondergli ma alla fine decise che non solo gli avrebbe risposto ma l’avrebbe anche fatto a voce, così compose il suo numero a memoria sulla tastiera e accostò l’apparecchio all’orecchio.

Uno squillo, niente.

Due squilli, niente.

Tre, quattro, cinque, sei, niente.

Il signorino Morgan si permetteva non solo di lasciarlo in balia della noia mandandogli messaggi che non stavano ne in cielo ne in terra, ma nemmeno rispondeva. Ok, tecnicamente era stato lui il primo a non rispondere alla chiamata dell’altro ma hey, non poteva certo tenere monitorato il cellulare ventiquattr’ore su ventiquattro, no?

Al settimo squillo iniziò a irritarsi, soprattutto perché si, era esattamente da lui non rispondere ma no, non era per niente da Colin. All’ottavo squillo stava per riattaccare stizzito quando sentì finalmente una voce all’altro capo della linea.

“Bradley, idiota!” il tono del moro, oltre a essere oltremodo basso, era un misto di rabbia, imbarazzo e qualcos’altro che non riusciva a definire.

“Grazie eh.” gli rispose, cercando di decifrare la reazione dell’amico, con scarsi risultati.

“Ti sembra il momento di chiamare?!” proseguì Colin, sempre bisbigliando e con sempre più imbarazzo nella voce.

“Scusa se ho visto la tua chiamata e il tuo messaggio e ho pensato che magari dato che-“

“Ti chiamo dopo!” taglio corto Colin.

“Ho pensato che ti stessi annoiando e visto che anch’io mi annoia-“ proseguì imperterrito Bradley.

“James!” stavolta Colin urlò e, di sottofondo, si sentirono delle risate quasi come se ci fosse un pubblico.

“Ma dove sei?” gli chiese, finalmente intuendo che forse c’era qualcosa di sbagliato in quella chiamata.

“Accendi la tv razza di idiota!” così dicendo, Colin terminò la chiamata lasciandolo nel bel mezzo della cucina interdetto.

Tv.

Post-it.

Paul ‘O Grady Show.

Corse ad accendere la televisione giusto in tempo per vedere un bel primo piano di Colin paonazzo, con le mani affondate nelle tasche dei jeans e gli occhi puntati a terra, probabilmente nel tentativo di scavarsi una fossa con la forza del pensiero.

“Il bello della diretta, che dimostra anche quello che tutti dicono sempre, ovvero che Colin Morgan e Bradley James sono inseparabili non solo sul set.” stava commentando ‘O Grady, visibilmente divertito.

Bradley non poteva crederci, non solo si era scordato che Colin sarebbe stato ospite dello show – insultandolo anche mentalmente per non essere lì con lui a salvarlo dalla noia - ma l’aveva pure chiamato in diretta nazionale, facendolo sprofondare di vergogna di fronte a un’intera nazione. Certo, Colin poteva anche evitare di sedersi in studio con il cellulare acceso per cui, a conti fatti, non era esattamente colpa sua.

“Si... noi... siamo amici.” il balbettio del ragazzo riportò la sua attenzione al televisore.

“Forse dovremmo far tenere a tutti i nostri ospiti il cellulare a portata di mano costringendoli a rispondere a tutte le chiamate, si potrebbero scoprire altarini interessanti.” scherzò ‘O Grady.

“Qua non c’era nessun altarino!” si difese Colin che, già imbarazzato dalla situazione generale, evidentemente non aveva capito che il presentatore non si riferiva a lui nello specifico.

“Ah no?” chiese l’uomo, approfittando dell’attimo di smarrimento del povero Colin.

“No! Cioè... siamo amici. Io e Bradley. E poi... – Bradley osservandolo comprese che dalla tv stava per riversarsi un fiume di parole infinito perché Colin, quando era in quello stato, o se ne stava zitto a scavare fosse con la forza del pensiero, oppure partiva in quarta e non si fermava più – Insomma. E’ Bradley! Anche se fossi gay... e specifico che non lo sono... voglio dire, Bradley! No, Bradley proprio no. Magari che ne so, Orlando Bloom. Presente? Ma Bradley James, non lo affibbierei nemmeno al mio peggior nemico. Fare sesso con Bradley, oddio che pessima immagine. Perché voi non lo avete mai visto la mattina, in boxer e canottiera e ha quel non so che di... di... ma ecco, Bradley, che schifo!” Colin in studio si fermò per riprendere fiato, Bradley a casa fissava lo schermo della televisione allibito e ‘O Grady tentava di darsi un po’ di contegno lottando contro l’impulso di buttarsi in terra e iniziare a rotolare dalle risate. Alla fine il programma riprese, Colin venne congedato per lasciar spazio a un altro ospite e Bradley continuò a fissare lo schermo della tv allibito.

Bradley, che schifo.

Questa se la sarebbe decisamente legata al dito, altro che Orlando Bloom, lui era mille volte meglio sotto ogni punto di vista. Ma Colin aveva gli occhi? E dire che aveva avuto il privilegio di vederlo mezzo nudo un sacco di volte, lui al suo posto sarebbe diventato gay all’istante solo per una notte con se stesso. Razza di ingrato di un irlandese, altro che povero piccolo Colin messo in imbarazzo durante una diretta tv, aveva avuto esattamente ciò che si meritava.

Il cellulare, che teneva ancora in mano, suonò e anche senza guardare chi chiamava sapeva di chi si trattava.

“Non credere che siamo pari solo perché ho detto in tv che fai schifo.” borbottò Colin, chiudendo poi subito la chiamata. Telepatia, ecco cosa c’era fra loro. Bradley formulava un pensiero e Colin lo chiamava per dare risposta a quel pensiero. E poi, pensandoci meglio, il moro non sembrava esattamente schifato mentre si immedesimava nella parte di “Colin Morgan si riscopre gay e vuole Bradley James”. No, non lo era affatto, ci avrebbe messo la mano sul fuoco. In fondo si possono dire molte cose a parole, contraddette però sia dal tono che dall’espressione. Se solo avesse registrato la puntata come diceva il post-it, ora avrebbe potuto riguardarsela e analizzare ogni singolo fotogramma del monologo di Colin. Però, se avesse registrato la puntata, si sarebbe anche ricordato che Colin era ospite, non l’avrebbe mai chiamato e, di conseguenza, il monologo-dichiarazione non sarebbe mai esistito.

Ok, forse stava volando un po’ troppo di fantasia, da monologo nato da uno stato di vistoso imbarazzo l’aveva trasformato in una dichiarazione d’amore alla sua persona. Come se ciò non bastasse, gli procurava più fastidio il pensiero che fosse stato solo un vaneggiamento senza senso che non l’ipotesi che Colin non fosse schifato da lui.

Ok, doveva fermare quella catena di pensieri subito. La noia giocava decisamente brutti scherzi, non era il caso di dare troppo peso ne al libero galoppare della sua mente ne tantomeno alle reazioni isteriche di Colin a uno stupido programma televisivo.

Però, improvvisamente, non vedeva l’ora che l’amico andasse a reclamare vendetta.

Così, magari, avrebbe potuto dargli una dimostrazione pratica del fatto che lui non faceva schifo. E, sempre magari, appurare se le sue teorie sul monologo erano vere.

Del resto che male c’era a dare una piccola lezione pratica a Colin testando allo stesso tempo qualche sua piccola, innocente teoria?



NOTE.

Questa è una RPF che ho scritto tipo un mese e mezzo fa e poi, come spesso mi capita, mi sono scordata nei meandri del mio Mac.

Beh, eccola qui, un piccolo raccontino tragicomico pre-slash, niente di elaborato ma mi sono divertita a figurarmi la situazione xD

Colgo l'occasione per ringraziare chi ha commentato o anche semplicemente apprezzato silenziosamente le mie precedenti shot su questo fantastico pairing o su Merlin, grazie di cuore <3

E già che ci sono vado ad aggiornare anche la longfic su Merlin xD

   
 
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