23/02/2010
11 recensioni- Ragazzi?-
- Zitto, Ringo!- abbaiarono i due litiganti con sguardi furiosi.
Il maltrattato e bistrattato batterista si risedette sbuffando, osservando di sottecchi i due amici che discutevano amorevolmente a pochi metri di distanza. Oh, se si azzuffavano. Si azzuffavano come cane e gatto, come suocera e genero, come Achille ed Ettore, e anche peggio. In una sola mezz'ora la scintilla si scatenava e la storia ricominciava da capo, come al solito, qualunque fosse la causa. A volte litigavano anche per l'argomento su cui discutere.
Insomma, litigavano solo come John Lennon e Paul McCartney potevano fare.
Quando era ora di far baldoria, però, erano i primi a farsi avanti; certo, John con quella superiorità mistica e Paul con quella sorta di arroganza ilare; comunque fosse, ponderava Ringo, quando erano ubriachi diventavano simpatici. Così simpatici da sopportarsi l'un l'altro.
Sentì la porta aprirsi e richiudersi, rumore che accese in lui la speranza. Si girò a fissare l'entrata della stanza, dove poco dopo fece capolino il viso arrossato dal freddo di George, intabarrato nel suo cappotto nero.
- Oh, George, mia luce e mia salvezza!- esclamò il batterista teatralmente, saltando in piedi.
L'ultimo arrivato lasciò cadere a terra la custodia rigida della chitarra, svestendosi dei numerosi capi d'abbigliamento, scosso dai brividi. Ignorando completamente la captatio benevolentiae di Ringo, incrociò le braccia al petto e osservò per la prima volta da quando era entrato i due uomini che litigavano.
Poi, ghignando, domandò: - Ok, che mi sono perso?-.
- Cosa vuoi esserti perso?- borbottò Ringo. - La solita storia.-.
- Io lo trovo divertente.- affermò George, seguendo interessato i battibecchi dei due uomini.
Ringo strabuzzò gli occhi. - Divertente?! Tu sei pazzo. Non fanno altro che litigare, dalla mattina alla sera.-
George scoppiò a ridere, mentre lo studio di registrazione rimbombava sempre più di schiamazzi. - Sembrano una vecchia coppia di sposati.-.
- Ti ho sentito, George!- si intromise Paul furente, lasciando un attimo di tregua a John.
Il chittarrista ammutolì, finché i due non ricominciarono a litigare animosamente.
Infine, con un sonoro "Basta, me ne vado!", Paul afferrò basso e cappotto e tenne fede alle proprie parole chiudendosi sonoramente la porta alle spalle.
La stanza cadde nel silenzio più totale.
John si sedette, appoggiando i gomiti alle ginocchia e nascondendo il viso fra le mani; la tensione era palpabile nell'aria, tanto che Ringo, nel tentativo di stiracchiarsi, si beccò un'occhiataccia da parte di George a causa del rumore prodotto.
Quando il silenzio superò i quindici minuti, Ringo iniziò a rimpiangere i battibecchi degli altri due Beatles.
- Sono stato un coglione, vero?- proruppe John, schiudendo le mani e fissando gli occhi nel vuoto.
- Non più coglione del solito.- lo rassicurò George con una pacca confortante sulla schiena.
- Siamo in vena di sproloqui, eh?-.
Il tono acido di Paul fece voltare gli altri tre musicisti: quella sua maniera di apparire e scomparire senza emettere alcun suono a volte li terrorizzava; eppure quella detestabile qualità non fu mai amata da John come in quel momento.
- No, non più del solito.- boccheggiò George meravigliato.
Paul si sistemò un ciuffo di capelli con soddisfazione, per poi avanzare con il suo solito passo sicuro e riporre l'amato basso nel posto che gli spettava.
Ringo rise sotto i baffi: aveva sempre sostenuto segretamente che Paul odiasse nel profondo chi insultava John. Quello era un suo privilegio.
- Faceva freddo fuori.- spiegò con tono di sufficienza Paul, in risposta agli sguardi divertiti di John.
- Già, freddo.- gli fece eco quello, sornione.
- Sì, freddo, John. Devo spiegarti cos'è?- chiese con irritazione il bassista.
- Oh, vi prego, uccidetemi!- si lamentò Ringo, vedendo le sue speranze di provare qualche pezzo in frantumi. Inaspettatamente, attirò su di sè l'attenzione degli altri, che scoppiarono in una sonora risata collettiva.
- Ok, tregua.- sancì Lennon, asciugandosi le lacrime. - Paul?-.
- Sono d'accordo. Altrimenti rischieremo di perdere un membro dei Beatles.- scherzò l'altro con il suo caratteristico sorriso disteso.
George sospirò sollevato e, armato di chitarra, si avvicinò a Ringo.
- Tu hai un potere divino, amico.- bisbigliò ammirato, per poi allontanarsi con espressione scioccata.
Ringo rimase seduto un attimo ad assaporare la pace, sentendosi un eroe, anzi, un super eroe. Se ne stava lì, godendosi i sorrisi d'intesa di John e Paul, lo scambio di battute scherzose fra George ed il bassista, il pacato strimpellare delle chitarre e...
Il batterista si sentì minacciosamente osservato dal gruppo.
- Ringo...- proruppe John. - Si può sapere perché non alzi il tuo prezioso culo e non lo sistemi davanti alla batteria?-
Il maltrattato Beatle si alzò farfugliando: - Sera di una giornata dura...-.
Niente più gloria, Ringo.
Ok, avrei alcune cose da dire.
Ad esempio: io adoro (letteralmente) Paul e Ringo. Li adoro. Certo mi piacciono anche George e John, ma Paul e Ringo sono i miei Intoccabili. E, sì, li tratto malissimo! XD
Poi: sì, un certo feeling fra John e Paul c'è. Implicito, ma c'è. Insomma, sarebbero stati una coppia perfetta! Anche George la pensa come me! XD
Infine, un piccolo appunto: L'ultima frase di Ringo è proprio "A hard day's night", frase che soleva pronunciare spesso (l'ho appreso da Wikipedia, e sicuramente ne saprete più di me! XD).
Essendo la mia prima fan fiction che scrivo sui Beatles, mi piacerebbe tanto sapere come sono andata. Aiutate una povera pazza con una piccola recensione (soprattutto se ho sbagliato qualcosa a livello storico O.O).
(Ho superato il test??).
A presto (spero!),