La nave viaggiava tranquilla attraverso
lo spazio senza alcun nemico da affrontare.
Le uniche priorità erano quelle di procurarsi
cibo e acqua che incominciavano a scarseggiare. Sul ponte di comando tutti gli
ufficiali erano ai loro posti intenti a visualizzare sullo schermo principale
il pianeta più vicino sul quale sbarcare.
“capitano, potremmo scendere sul
pianeta Domino! Si trova abbastanza vicino e i suoi abitanti hanno fama di
essere una popolazione pacifica…”
Suggerì il primo ufficiale Yattaran, seduto sul pavimento metallico mentre, apparentemente distratto, armeggiava con
i suoi inseparabili modellini tra le mani.
“Se nessuno ha altre idee… per me va
bene.” Rispose il capitano guardando gli
altri membri dell’equipaggio. Come sua abitudine se ne stava seduto sulla sua
poltrona con le braccia incrociate sul petto intento a vigilare sugli
avvenimenti.
“magari potremo fermarci qualche giorno
e fare un giro per distrarci un po’…..” suggerì Tadashi facendo scorrere sul
suo schermo le immagini del pianeta.
“Ma tu sei già distratto di tuo!! E poi
non possiamo rimanere a lungo…dobbiamo raggiungere il quinto settore….” Rispose
ironicamente Kei, prendendo in giro Tadashi.
“qualche ora di sosta farà bene a
tutti.” Rispose concisamente Harlock alzandosi e
raggiungendo il timone dell’Arcadia.
Poco dopo scesero su Domino e come da
accordi ognuno si diresse verso la destinazione prestabilita.
“Allora andiamo a portare un po’ di
scompiglio??” disse ridendo Yattaran
Il magazzino era abbastanza affollato e
per evitare di farsi riconoscere i tre erano sbarcati con una navicella senza
simboli riconoscibili e si erano vestiti con abiti diversi dalle loro uniformi.
Si diressero verso il settore dello
scatolame orinandone un grande quantitativo; Poi acquistarono farine, zucchero
e olio e altri generi di prima necessità. Uscirono per ritirare tutta la merce e dopo averla caricata sulla
navicella, Yattaran fece rientro alla Base lasciando che i due ragazzi
facessero una passeggiata per la metropoli.
Nel frattempo il capitano e il dottor
Zero si erano procurati i medicinali che stavano scarseggiando nell’infermeria
dell’Arcadia . Anche loro si erano camuffati per non farsi riconoscere e non
allarmare gli abitanti del pianeta. Non avevano alcuna intenzione di depredare
la merce anzi, l’avevano regolarmente pagata. E soprattutto non volevano che
qualcuno potesse avvisare le forze d’ordine del Triangolo del loro
avvicinamento al quinto settore.
Mentre Harlock e il dottore facevano
rientro sull’astronave, Kei e Tadashi passeggiavano indisturbati per la città.
All’improvviso si udirono delle sirene.
Le persone cominciarono ad indietreggiare
verso i bordi della strada per far passare una navicella che stava sopraggiungendo
in quel momento scortata da altre navette militari.
Poi si sentì un urlo: qualcuno si era
gettato in mezzo alla strada per bloccare il passaggio dei mezzi ma, era stato
quasi travolto.
“ che succede….perchè quell’uomo si è
gettato contro le navette??” disse Kei mentre cercava di avvicinarsi passando
tra una persona e l’altra.
Tadashi la seguiva a ruota per capire
cosa diavolo stesse accadendo. Giunti a pochi passi videro le navette di scorta
ferme e i soldati ai loro lati. Dalla navicella bianca stava per scendere
qualcuno , ma da quella posizione né Kei
né Tadashi potevano vedere bene di chi si trattasse. Poi la gente cominciò ad
arretrare ulteriormente per fare spazio,
quasi fosse impaurita.
“E’ il governatore Arcan con la sua
scorta!!!” mormorò un anziano signore che stava vicino a Tadashi.
Si fecero largo tra la gente fino a giungere a pochi metri dal centro della
strada. Gli uomini della scorta erano subito intervenuti per bloccare il
ragazzo che si era mezzo in mezzo al passaggio. Gli puntarono le armi contro e
lo immobilizzarono completamente, sebbene questo non opponesse alcuna
resistenza né dimostrasse intenzioni pericolose.
“Ma è un ragazzino…..avrà si e no dodici
anni!! E poi non è nemmeno armato….” Disse Kei a Tadashi mentre osservavano la
scena avvicinandosi ulteriormente.
Le guardie cominciarono ad interrogarlo
sui motivi del suo gesto, ma il ragazzo era talmente impaurito che non riusciva
a dire una parola. Forse nemmeno lui sapeva spiegarsi il motivo per cui si era
messo in mezzo alla strada. Una guardia spazientita lo colpì con un calcio :
“Deciditi a parlare o farai una brutta fine!!” gli intimò con rabbia. Il
ragazzino scoppiò a piangere.
D’impulso Kei attraversò la strada e si
lanciò verso di lui. Com’era possibile che le guardie del governatore, capo del
famoso Triangolo della Pace, usassero delle maniere così barbariche con un
bambino??
“Smettetela subito!! Non vedete che ha
paura di voi??” disse mettendosi tra
loro ed il ragazzino.
Tadashi si mise le mani nei capelli “oh
no! E adesso che cosa succederà???” mormorò tra sé e sé alzando gli occhi al
cielo. “il solito istinto di protezione di Kei…..”
Tutta la folla rimase come paralizzata da quella scena. Si
aspettavano che da un momento all’altro qualcuno dei soldati premesse il
grilletto per eliminare quella giovane donna che aveva osato mettersi in mezzo.
“che cosa sta succedendo?” chiese una voce maschile che proveniva dal
fondo del corteo.
Era la voce del governatore Arcan che,
vedendo la confusione e udendo le grida della folla, era sceso dalla sua navicella e si stava
avvicinando alle guardie.
“non preoccupatevi governatore Arcan, è
tutto sotto controllo. Questo ragazzino è inciampato ed è caduto in mezzo alla
strada. Ora sua madre è venuta a prenderlo per portarlo via” rispose il capo delle guardie.
“Non sono sua madre e questo ragazzino
stava per essere picchiato dai vostri uomini!!” rispose Kei.
Non riusciva a vedere il governatore
che era ancora distante, ma aveva una gran voglia di dirgliene quattro in
faccia. Poi si girò verso il ragazzino e lo aiutò a rialzarsi :
“tutto bene ? ora vai via, ci penso io qui.”
Gli disse accarezzandogli
“Credo che ci sia stato un equivoco”
disse con voce calma il governatore.
“Ma quale equivoco! I Vostri uomini lo
stavano picchian……..” A kei morirono le
parole in gola.
Girandosi si era trovata il governatore
a pochi centimetri di distanza. Arcan era un giovane alto dai capelli corvini,
sciolti sulle spalle e due occhi azzurri incorniciati da lunghe ciglia nere.
Nella sua divisa bianca di governatore era davvero magnifico e lei ne era
rimasta colpita.
“mi dispiace per il loro
comportamento….probabilmente temevano qualche azione ai miei danni.” Disse Arcan guardando Kei diritto negli
occhi.
“ accidenti….quanto è bello…” pensò Kei ricambiando lo sguardo. “Può
darsi….ma non si tratta così un bambino!!” rispose dopo essersi ripresa.
“Giusto. Prenderò dei provvedimenti
disciplinari per la mia scorta.” disse il governatore. Poi aggiunse a voce più
bassa: “Ma voi chi siete, posso sapere
il vostro nome e dove abitate? Vorrei che vi fossero recapitati dei
fiori…..per premiare il vostro coraggio ed omaggiare la vostra bellezza …e
chiudere questo spiacevole incidente.” Rispose
prontamente Arcan. Si avvicinò, prese la mano di Kei e la baciò come un vero
gentiluomo.
Dopo alcuni secondi il soldato tornò con
un cilindro di velluto rosso legato da un nastro di raso bianco. Poco lontano Tadashi , nascosto tra la
folla che era rimasta ad osservare , seguiva la scena.
“Ma che succede….il
governatore fa il cascamorto con Kei???” disse a bassa voce , pensando che
nessuno lo sentisse.
“Ragazzo, il governatore ha fama di
avere il cuore di ghiaccio….come i suoi occhi! E’ capace di spararle appena si
girerà di spalle…” gli rispose una vecchina che aveva udito le sue parole.
“Spero di incontrarvi nuovamente, Kei.
Se mai capitaste nel Triangolo della pace, venite a farmi visita. Mi troverete
sul pianeta Nexus….” Così dicendo Arcan
le si avvicinò e fissandola intensamente negli occhi le prese nuovamente la
mano portandosela alle labbra. Poi si
allontanò rientrando nella navicella bianca. Il corteo ripartì velocemente
verso l’astroporto.
“Se hai finito di flirtare con quello,
possiamo ritornare sull’Arcadia! Si domanderanno che fine abbiamo fatto.” Disse
Tadashi con tono stizzito dopo aver raggiunto Kei che, era rimasta immobile in
mezzo alla strada con l’astuccio rosso nella mano e lo sguardo imbambolato.
L’Arcadia era atterrata tra le montagne
di Domino dove stava per scedere la notte e dove avrebbero sostato fino al
giorno dopo; sarebbero poi partiti per raggiungere il quinto settore appena si
fosse fatto chiaro. Nella cabina del capitano, Tadashi, Kei
e Yattaran stavano riferendo su quello che era accaduto quel pomeriggio.
“ah!ah! allora avete incontrato il
governatore Arcan!!!?? E com’era?”
chiese con tono incuriosito Yattaran.
“Kei, a te che impressione ha fatto?
Tadashi mi ha riferito che hai avuto un incontro piuttosto ravvicinato con lui….”
Chiese Harlock seduto dietro la sua scrivania.
“ A proposito, che cosa c’era dentro
l’astuccio rosso??” intervenne Tadashi.
Kei lo fulminò con lo sguardo. Se non
si fosse trovata al cospetto del capitano, si sarebbe tolta uno stivale e lo
avrebbe lanciato sulla testa di Tadashi. “Ma perché non si fa gli affari suoi?? Cosa gli interessa
sapere dell’astuccio rosso??”
pensò scocciata.
“ A me è sembrato…molto
educato…..questo è tutto.” Rispose Kei rivolgendosi ad Harlock, cercando di rimanere
il più naturale possibile.
Non poteva certo dirgli che Arcan le
era sembrato uno schianto e che quegli occhi azzurri le erano arrivati dritti
al cuore….già era proprio così. Si meravigliò da sé per quei pensieri.
“Ora potete andare. Domani partiremo
verso il quinto settore.” Concluse Harlock congedando i suoi uomini.
“Kei…..aspetta un attimo…” aggiunse
Harlock , mentre Tadashi e Yattaran stavano uscendo.
“cosa c’era dentro l’astuccio rosso??”
le domando’ con un mezzo sorriso sul viso.
Kei era stupita, non si aspettava che
Harlock fosse curioso di sapere il contenuto del cilindretto di velluto e
probabilmente lo stupore le si leggeva in viso chiaramente.
“…capitano, come da regolamento, l’ho
esaminato con il metal detector e con lo scanner. Non ci sono tracce di
meccanismi esplosivi o altro genere di materiale pericoloso….quindi ho pensato
che potevo tenerlo….” rispose avvicinandosi alla scrivania. Frugò
nel fodero della sua Cosmo-gun ed estrasse rapidamente l’astuccio di velluto.
“Non l’ho ancora aperto….se vuoi lo
faccio ora.” Disse allungando verso Harlock la mano in cui teneva l’astuccio.
Harlock lo prese e cominciò ad
esaminarlo.
“non capisco perché tutti sono
così curiosi di sapere che cosa ci sia lì dentro. Perfino Harlock ! Non è da
lui comportarsi in modo invadente….” pensava tra
sé e sé Kei.
Dopo alcuni minuti di studio, Harlock depose
il cilindro sulla scrivania e si appoggiò allo schienale della sedia chiudendo
gli occhi e incrociando le braccia sul petto. Rimase così per alcuni istanti,
assorto in chissà quali pensieri. Poi riaprì gli occhi e guardò Kei che nel
frattempo era rimasta sulle spine in attesa di una risposta.
Che cosa le avrebbe detto il capitano?
Le avrebbe chiesto di aprire quel piccolo scrigno in sua presenza?