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Autore: Laica    24/02/2010    4 recensioni
Sapeva che in tutta questa storia mancava un solo, piccolo tassello. E, ne era sicura, quel tassello in quel momento si trovava là, tra i boschi
Eh si, qui piccoli tentativi di thriller crescono...
Genere: Drammatico, Thriller, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Apollo, Silvia de Alisia, Sirius de Alisia
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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La pesante scatola premeva sulle sue gambe, che cominciavano a perdere sensibilità, tuttavia non smise e con le dita continuò a premere il contenitore contro di sé, nel vano tentativo di scaricare la rabbia

Intro

La pesante scatola le premeva sulle gambe, riuscendo a far perdere loro la sensibilità, tuttavia non smise e con le dita schiacciò ancora di più il contenitore contro di sé, nel vano tentativo di scaricare la rabbia.

Le sembrava assurdo che fosse successo proprio a lei. Lei che aveva creduto di trascorrere il resto della vita in quella che, fino a poche ore fa, era stata la sua città e la sua casa.

Se ne stava andando, probabilmente per sempre, da quella che era una delle città più grandi dello stato per dirigersi in quelli che, nella sua mente, dovevano essere i confini del mondo.

Shangri-la si chiamava, come le aveva detto suo padre, tuttavia quel nome non le diceva niente, a parte che doveva essere una città molto povera di fantasia se avevano scimmiottato il nome di una delle grandi città mitiche del mondo e di cui, molto probabilmente, la stragrande maggioranza dei cittadini ignorava l’esistenza.

Shangri-la, il suo futuro inferno. Non riusciva a credere che suo padre potesse essere entusiasta di aver ricevuto un incarico, sebbene ben pagato, in un posto così sperduto tra le montagne.

- l’aria sarà senza dubbio più buona di qui – aveva detto, esaltato, quando le aveva spiegato senza troppi giri di parole che da lì a due settimane si sarebbero trasferiti – inoltre vi farà bene crescere in un ambiente sano e così attaccato alle tradizioni.-

A lei delle tradizioni non le aveva mai potuto fregar di meno, tuttavia, sebbene in lacrime, aveva avuto la forza di accendere il PC e controllare in che razza di posto volevano portarla. E l’aveva visto, dato che il paese era così avanzato da avere addirittura un sito internet. L’aveva visto ed era rabbrividita: le scarne foto mostravano quello che era poco più che un agglomerato di case, interamente circondate da boschi.

Una ridente cittadina di montagna diceva il sito, un’autentica fregatura aveva aggiunto lei.

Lei: Silvia De Alisia, diciassette anni, bionda, pallida, informe e adesso anche futura montanara. Già si vedeva fra qualche anno, con la camicia di flanella a quadri rossi e un piccone in mano mentre abbatteva un albero.

- Silvia per favore, non fare quella faccia che deprimi anche me. -

Al suo fianco suo fratello maggiore, Sirius, la guardava nervoso. Sapeva che odiava quanto lei l’idea di trasferirsi, tuttavia sembrava affrontare la cosa in maniera più stoica, anche se i continui lamenti della sorella mettevano a dura prova la sua pazienza.

- scusa Sirius.- sbuffò lei smettendo di premere la scatola contro le sue gambe e poggiando la schiena contro lo schienale – quando pensi che manchi?-

- poco spero – sbuffò questo, mettendosi una lunga ciocca di capelli, anch’essi biondi, dietro l’orecchio – non so quanto ancora potrò sopportare tutte queste curve.- mormorò portandosi le mani alle labbra.

Si somigliavano molto lei e Sirius, per lo meno fisicamente. Entrambi biondi, avevano gli stessi occhi blu e la stessa carnagione pallida, tuttavia le somiglianze finivano lì: Sirius era un esteta, un artista. Amava dipingere, comporre poesie e aveva un gusto nel vestire che gli valeva molte invidie. Silvia, invece, era semplicemente strana. Irascibile, violenta, non era certo l’emblema della femminilità, tuttavia era sempre riuscita a vivere della luce riflessa del fratello, arrivando a una certa notorietà. Notorietà sparita in un soffio quando si era diffusa la notizia che i due fratelli De Alisia si sarebbero presto trasferiti.

- tranquillo Sirius, oramai siamo arrivati.- li interruppe la madre, indicando con un dito qualcosa di rosso che spuntava fra le varie chiazze smeraldo.

Allibita, Silvia si sporse oltre i due sedili anteriori, mentre osservava una grossa villa ottocentesca farsi sempre più grande davanti a loro – mamma ti prego, dimmi che quella non è la nostra futura casa!-

Ma non ci fu bisogno di risposte, perché la ghiaia dell’ingresso scricchiolò sotto le gomme della station wagon scura proprio in quel momento.

 

(angolo autrice)

Che bello, che bello! Oggi sono riniziate le lezioni e io ancora non ho finito di postare tutti i capitoli vecchi. Che gaudio!

Va beh che oramai posto per me stessa, in sostanza, ma se questo è il mio destino lo accetto e continuo a postare a ufo, giusto per far calare il livello del fandom.

Della fic c’è poco da dire: è un tentativo di thriller ( e sottolineo tentativo, non ho la presunzione di dire sto facendo Thriller), è più recente rispetto agli altri capitoli postati ( anche se non so definirla una cosa buona o no) e boh, non so, la mia mente è totalmente ( uao, ho fatto la rima) affollata di Bauhaus,Wiener Werkstätte e scuola di Ulm.

Mmh, quasi quasi lancio un quiz: indovinate che lezione ho seguito oggi?^O^

Via, basta idiozie

Baci

Laica

 

   
 
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