Coraggio da vendere.
Ne hai avuto di coraggio eh? Edward Elric?
Potevo dire di essere la ragazza più paziente di
questo mondo, ne ero più che sicura.
Ma a quanto pare le mie mani agivano prima che il mio cervello potesse
ragionare.
-Possibile che non se ne sia reso ancora conto?-
Una sera, stellata ricordo, ero intenta a riparare una mano di un carpentiere
che viveva giù in paese,
quando, dalla finestra vidi volare un sassolino.
Nervosa, mi affacciai, credendo che fosse qualche scherzo di alcuni ragazzini,
quando vidi una coda di
cavallo bionda che ondeggiava trasportata dal vento.
Possibile che i miei occhi mi stessero ingannando.
Mi affacciai meglio.
Possibile che abbia visto così male?
Vidi il viso sorridere quasi divertito
-Possibile che tu non mi riconosca più?-
abbassò lo sguardo imbarazzato lasciando cadere i ciuffi biondi sul viso
pallido, illuminato dai felini
occhi d’ambra.
-Ed? Sei tu?-
rialzò il viso lasciando che una folata di vento rivelasse il volto, ormai
cresciuto, di quel eterno bambino
diventato grande troppo presto.
Io mi chiedo con che coraggio lui sia qui, alla mia finestra, con quel
dannato sorriso ingannatore.
-Scendi-
Mi disse gentile, troppo, porgendomi il braccio destro, costruito con minuzioso
lavoro dalla sottoscritta.
Cosa potevo fare se non accettare.
Con fare disordinato gettai le chiavi inglesi sul letto, sentendone qualcuna
cadere per terra, e arrivata
all’ingresso, infilai le scarpe nere, per poi raggiungerlo dietro casa, dove
era appoggiato mogiamente al
muro mentre si guardava con aria malinconica il braccio di acciaio.
-Ed?-
mi avvicinai lentamente, un po’ timorosa.
Alzò gli occhi sorridendo, lentamente, e prendendomi una mano, sentendo quanto
fosse freddo il metallo di cui era fatto l’automail.
Ora capisco la sensazione di mancanza che aveva.
Non sentire il calore delle mani, il freddo.
Abbassai lo sguardo, fissando i miei piedi che mogiamente camminavano evitando
qualche sassolino.
-Non pensarci- disse subito capendo ciò che stavo pensando -Sono anni ormai che
ho questi arnesi…- sospirò –Ci sono cresciuto insieme-
Si fermò sul l’orlo di un burrone. Avevamo salito la
scarpata dietro casa senza neanche accorgermene.
Facendo salire gli occhi le stelle brillanti catturarono la mia attenzione,
come se facessero a gara a
quale brillasse di più, a quale fosse la più bella, la più prestigiosa.
-Winry- mi avvicinai appena tenendogli la mano e fissandolo –Ho deciso di
rimanere-
Sorpresa mi stagliai di fronte a lui.
-E Al!? Che mi dici che lui!?-
Sorrise dolcemente poggiandomi entrambe le mani sulle spalle.
-Tranquilla, è stato lui a dirmi di tornare. Ora è con Armstrong
a trattare del nostro trasferimento a Central City-
Non sapendo come reagire, istintivamente mi gettai tra le sue braccia.
-Winry?-
-Mh?-
poggiai il viso sulla sua spalla ascoltando.
-Io...-
Dannato, con che coraggio mi hai detto ti amo?
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Salve a tutti! Questa è la mia prima fanfiction
sul Edwin. Non è un granché,
però ce l’ho messa tutta per far si che potesse uscire
bene! E poi spero potrete ripagare il lavoro della mia
dolcissima Beta^^(Rikori-chan*O*)
Buona lettura!