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Autore: Rota    25/02/2010    3 recensioni
Avete mai visto gli angeli?
Così perfetti, così bianchi, così alti ed integerrimi?
Li avete ammirati come esempi di pura e ineluttabile fede, come qualcosa di irraggiungibile se non col martirio del corpo.
Se loro sono il bianco, noi saremmo il nero?
Questa è un’altra semplificazione. Se uno non è bello, deve essere necessariamente brutto?
Chi crede che il sentimento avverso all’amore sia l’odio, sbaglia completamente.
E’ l’indifferenza che distrugge più dell’Inverno.

[Sebastian centric; SebastianGrell]
[Lievemente Nonsense]
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Sebastian Michaelis
Note: What if?, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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it's used to be told ...
Se dico che non mi piace mi mandate dei pomodori? xD
Ma orsù, sapete che grande autostima riservo a me stessa xD
Ormai mi conoscete.
Dunque, doveva essere una SebastianGrell. Doveva. Ora c'è Sebastian con una spruzzatina di Grell, molto in fondo.
Non uccidetemi per questo xD
Spero comunque possa piacervi ^^
Buona lettura :3




It’s used to be told






Si usa pensare che i demoni siano semplice e puro male.
In realtà, semplificando il tutto si potrebbe anche dire così – che noi non siamo altro che una macchia di nero che tenta di farsi spazio nel bianco abbagliante del cielo.
Ma la semplificazione è una cosa adatta alle menti elementari e che si accontentano di poco. Non di certo degna della mente contorta di un Demone.
Per cui, non guardatemi con aria di sufficienza credendo di potermi imbrigliare facilmente in qualche definizione spicciola – io rifuggo ogni prigione, anche concettuale.
Non guardatemi con quegli occhi superiori. Chi non sa non è padrone di nulla.
Vi dirò io qualcosa su di me, vi aiuterò a capirmi meglio.
Ma non crediate che questo corrisponda alla – pura e semplice – verità: sarebbe come chiedermi di smentire la mia stessa natura.
Sta a voi credermi o no, io vi racconto e basta.

Avete mai visto gli angeli?
Così perfetti, così bianchi, così alti ed integerrimi?
Li avete ammirati come esempi di pura e ineluttabile fede, come qualcosa di irraggiungibile se non col martirio del corpo.
Se loro sono il bianco, noi saremmo il nero?
Questa è un’altra semplificazione. Se uno non è bello, deve essere necessariamente brutto?
Chi crede che il sentimento avverso all’amore sia l’odio, sbaglia completamente.
E’ l’indifferenza che distrugge più dell’Inverno.

Siamo pensiero, noi Demoni – immenso pensiero.
Chi non si fa domande si affida semplicemente a qualcosa di più alto. Ma noi non abbiamo la minima fede se non in noi stessi, per cui ci accontentiamo del dubbio.
E il dubbio è pensiero.
Un grigio pantano di melma che invischia la mente e solo poche volte la porta all’azione.
Ma se il dubbio diventa certezza, è la più grande forza che possa mai esistere.
A quel punto i nostri artigli non conoscono pietà e la determinazione non vede ostacoli.
E’ la forza di chi porta una ragione sulle proprie spalle.

Non sappiamo amare, noi Demoni?
No, direi che possiamo farlo – eccome.
Ma certo non è l’amore alto e delicato che congiunge gli amanti alla nuova vita, non è l’amore che vezzeggia le creature e le fa risplendere.
E’ un amore egoistico, totalizzante, quasi univoco.
Non avete mai goduto nel sentirvi chiamare da un sussurro accorato di pura passione?
Mentireste a voi stessi piuttosto che ammetterlo. Perché avete paura di cadere e di non rialzarvi più.
Non riuscite ad andare oltre le sterili leggi che vi ancorano alla razionalità, non riuscite ad amalgamare questa alla più tenera e dolce passione che vi fa battere il cuore in petto.
Siete patetici, perché rinunciate a voi stessi per dei dettami che vi impediscono di concedervi all’istinto.
Non è ipocrisia, questa? Non è bestialità?
Poi vi stupite dei pazzi, dei malati mentali, dei folli…
Loro sono semplicemente umani molto sinceri, altri no.
I folli, già… i folli che innalzano a stemma immortale ideali condivisi solo dal loro intimo animo.
Quali esseri sono più meritevoli di attenzioni che non questi?

Eppure io gioco, io gioco perché posso farlo. Vedo il confine delle regole imposte, lo varco come e quando voglio.
Se mi piego a reverenza, lo faccio perché nel rialzarmi possa godere del potere conferitomi dalla mia stessa volontà. Potrei con un sol gesto rompere tutto, potrei soverchiare quanto mi lega agli esseri umani.
Ma è più divertente – dimostra quanto posso essere alto – attenersi a queste stupide catene.
E’ per il mio divertimento, per la mia persona che sono qui, a godere della vostra insulsa compagnia. Voi che siete così bassi, voi che siete così infimi, crogiolatevi nelle vostre stupide elucubrazioni, nei dubbi e nelle piccole vendette.
Non sapete che di un attimo fulgido, per cui ogni insana tendenza masochistica può anche essere perdonata da un sorriso accomodante.

Sono così attraente da apparire irresistibile?
Sono forse un buco nero che ingloba tutto – ma è una debolezza condivisa cercare la luce nella notte, solo per riuscire a guardarsi attorno con più sicurezza.
E’ quando due occhi mi puntano che diventa ancora più seducente il gioco.
Si sorride, si scherza, e si arriva a smontare ogni certezza: questo è il momento più bello di tutti.
Chi ha le mani sporche di sangue non può fare cose tanto gentili e nobili, così chi striscia nel fango non può credere di alzare la testa al cielo impunemente.
Questo pretendere di essere qualcosa di più mi dà fastidio – e allora divento cattivo come ci si aspetterebbe da uno come me.

Erano due occhi rossi che mi fissavano, mi fissavano con insistenza.
Mi era venuto il dubbio che riuscissero a vedere tutto questo dentro di me, tutto ciò che sono ed ero.
E’ bastato che la bocca si aprisse pronunciando parole dal tono acuto per farmi vacillare terribilmente.
Cos’altro potevo dare – se non disprezzo – a quell’essere tanto insignificante?
Era uno Shinigami, eppure si comportava come un uomo.
Ridicolo, assolutamente ridicolo. Non potevo sopportarne la vista.
E i modi lascivi, e la parlantina, e quel rosso imperante che riempiva lo sguardo.
Per una volta ho avuto la netta sensazione di non comprendere bene qualcuno. E’ stato spiazzante, devo dirlo.

Ma se è nella natura dei codardi rifuggire i problemi, piuttosto che farli esistere, io li frantumo in tanti pezzi.
Niente può fare cadere un Demone, quantomeno niente di così insulso – sarebbe stato un affronto.
La sua anima, poi il suo corpo.
Sono rimasto però invischiato nella mia stessa trappola.

Oh, quello Shinigami era palesemente ridicolo. Palesemente e ineluttabilmente ridicolo.
E semplice, tanto semplice che pareva uno scherzo della natura.
-Ti amo, Sebas-chan! Talmente tanto che potrei morire per te!-
Di futilità si riempiva la bocca, quasi trovasse piacevole nausearmi fino allo stremo.
Lo volevo zittire, lo volevo annullare. Lo volevo cenere.
Questo ha solo aumentato il disprezzo che avevo negli occhi ogni volta che il mio sguardo capitava su di lui.
Essere insulso…

E’ stato nel suo amore vischioso che ho ritrovato una traccia di corrispondenza.
Era un folle che sapeva amare solo a modo suo, rifiutandosi di farlo alla maniera convenzionale.
Era così dolce che probabilmente sarei morto di diabete al solo toccarlo.
Ma l’ho fatto, volendo constatare cosa potessi provare al contatto – non lascio niente al caso, o non potrei possedere la giusta conoscenza per schiacciare il mio nemico.
Ho capito quanto il suo amore assomigliasse al mio.

Ed è stato a quel punto che tutto è cambiato – tutto, come a dire niente.

Ha cominciato ad essere piacevole baciarlo, ha cominciato ad essere gratificante toccarlo.
E benché la sua voce fosse ancora piuttosto sgradevole, zittirlo non parve più una tortura.
Coerente con me stesso e quello che sono, ho trovato in lui più contatto che altrove.
La sua è semplicemente una visione alternativa della vita, qualcosa che non condivido e non comprendo appieno – ma sono un Demone, per cui la rispetterò fino a battermi per essa.
Perché gli angeli combattono ciò che non è bianco. Io piuttosto mi lascio affogare con delizia in un mare di rosso sangue.

Questa è la differenza tra il pregiudizio e la semplice realtà che io vi racconto.
Sono mille facce e solo una al contempo.
Sono il niente e il nulla, il sì e il no in un solo secondo.
Che voi ci crediate oppure no per me non fa la minima differenza.
Resta così, anche se voi lo negate – anche se diventate ciechi all’occorrenza.

Io, intanto, continuerò ad arridervi dall’alto dei cieli.

   
 
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