Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: giulina    25/02/2010    3 recensioni
L'amore....ti colpisce all'improvviso. In giornata, tra un giro in autobus, un piatto di pasta e tra qualche gioco di troppo, l'amore tra due ragazzi puù nascere senza nemmeno averlo previsto. La mia prima One-shot romantica, spero che vi piaccia.Mi raccomando commentate!!! P.s. ci sono stati dei problemi con la mia ff, quindi ho duvuta cancellarla, spero di poterla postare presto, un bacioo!!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Eccolo lì.
Come ogni mattina, lo vedo uscire dal cancello con la sua fedele sigaretta tra le dita. Io, come mio solito ,sono alla fermata dell’autobus, cuffie alle orecchie, che lo osservo. Mi siedo sulla panchina vicino alla fermata e sorrido continuando a guardarlo. Scherza e ride con i suoi amici come ogni giorno, è il suo miglior pregio, scherza e ride sempre, anche se tutto è una merda. Il vento passa tra i ciuffi scuri dei suoi capelli arruffandoglieli. In questo momento vorrei essere proprio il vento. Sorrido, ma che pensieri mi vengono in mente? Lo vedo allontanarsi da Filippo, il suo migliore amico, e sistemarsi la cartella sulle spalle. Con passo deciso si allontana dal cancello della scuola e si avvicina alla fermata da dove lo osservo ogni giorno ormai da 2 anni. Lo vedo avvicinarsi alla panchina dove sono seduta, togliersi i Ray-ban neri e sedersi accanto a me. -Signorina lo sa che mi avrebbe dovuto aspettare all’uscita?- -Mi scusi mio padrone, sono imperdonabile, ma se lei si deve trattenere un’ora insieme ai suoi amici scimmioni non è colpa mia- Gli rispondo sorridendogli appena. -Signorina mi sta prendendo per il culo?- -Si mio padrone- Questa volta gli sorrido apertamente. Un sorriso spontaneo, naturale. Lui di risposta mi da una gomitata nel fianco. -Sei un’impertinente lo sai?- -Certo!- Mi scompiglia scherzosamente i capelli e mi sorride. -Dai piccola impertinente, ecco l’autobus- Mi alzo dalla panchina odiando quel maledetto autobus che ritarda sempre ma che oggi ha deciso di anticipare. Le porte del mezzo si aprono e tutti i ragazzi appena usciti da scuola, con gli zaini pesanti sulla schiena, entrano, compresi noi due. Ci sediamo uno davanti all’altro nei posti in fondo. -Come mai non sei in motorino oggi?- Gli chiedo guardando indifferente il finestrino. -Ce l’ha Camilla- Mi risponde serio rimettendosi gli occhiali, così da oscurarmi la vista dei suoi bellissimi occhi neri. -Salutamela- Camilla è sua sorella, frequenta la quarta come me, soltanto al liceo classico. Il cellulare mi vibra nella tasca dei jeans. Lo prendo e noto che mi è arrivato un messaggio di mia madre. “ Tesoro oggi pranzi da sola, io sono in ambulatorio e Michele è da Chiara. Un bacione” Mentre sto per rispondere “qualcuno” mi frega il cellulare dalle mani. -Chi è? Il fidanzatino?- -Dai Francesco dammelo- Gli dico con un tono di voce più alto del normale. Non ho paura che legga il messaggio di mia madre, ho una fottutissima paura che vada nella cartella immagini e veda tutte le sue foto. Dio, a quel punto potrei partire per il Brasile con un volo di sola andata. -Per me va bene, non credi ci siamo troppe persone? Vogliamo fare uno show?- Capendo la presa di giro arrossisco come un peperone. -Idiota ma voi ragazzi pensate solo a quello?- -Con te davanti, si- Mi risponde sorridendo malizioso. Che idiota! -Non fare lo scemo e dammi il cellulare- Gli chiedo quasi supplicandolo e sporgendomi verso di lui. -Cosa mi dai in cambio?- Mi chiede alzando il braccio con il cellulare per non farmelo prendere e sorridendomi. -Francesco non credevo tu fossi così maniaco!- Gli rispondo imbronciandomi. -Su su fiorellino, stavo scherzando, tieni- Mi porge il cellulare ma prima legge il messaggio. -Sei sola a casa?- Mi chiede alzandosi in piedi e prendendo lo zaino sulla spalla. Io accenno un timido si. -Ti va di venire a casa mia?- Chè? Forse sto sognando, si sicuramente sto sognando. Lo guardo allibita e rossa in viso. -Giulia mi rispondi?!- -S-si- -Cosa si?- -Si, ok vengo, se non disturbo- -Tranquilla, i miei non ci sono e Camilla è in gita, siamo soli- Dio aiutami tu!! Scendiamo dall’autobus e ci avviamo per il corso per raggiungere casa sua. Siamo silenziosi tutti e due, non ci guardiamo nemmeno, io troppo imbarazzata. Dopo qualche minuto ci fermiamo davanti ad un portone. Apre con le sue chiavi e mi invita ad entrare. Dopo qualche rampa di scale arriviamo davanti al suo portone. Sul campanello ci sono scritti due cognomi: Pachetti-Corillo. La casa è molto bella, spaziosa, ben arredata. Posiamo gli zaini ai piedi del divano nel salotto e ci dirigiamo in cucina. Cammino dietro di lui e posso notare le sue spalle ben definite coperte da una maglia nera. -Allora cosa ti va di mangiare?- -Oh per me va bene tutto- Gli rispondo mettendomi a sedere su uno sgabello del tavolo ad isola. -Mmm- Si gratta con una mano i capelli scuri mentre fissa pensieroso il frigo. -Pasta al sugo?- Mi propone all’improvviso facendomi prendere un colpo. -P-perfetto- Chiacchieriamo mentre la pasta cuoce ed anche mentre mangiamo. Adoro stare con lui, mi fa stare bene, mi fa sorridere. -Ti aiuto a lavare i piatti- Gli propongo appena finiamo di mangiare e lui accetta volentieri. Mi avvicino al lavandino e mi rimbocco le maniche della camicia. Prendo un piatto ed incomincio a lavarlo con una spugnetta. -Allora, sono un bravo cuoco?- Mi chiede mentre asciuga il piatto che gli ho passato. -Mmm diciamo che è meglio se non partecipi ad un programma tipo la prova del cuoco!- Gli sorrido continuando a lavare le posate. Lui mi guarda con una faccia tra lo stupito e l’arrabbiato e poi sfodera un sorriso da mozzare il fiato. -Ah si?- Mi chiede avvicinandosi pericolosamente. -S-si- Sussurro. All’improvviso prende il rubinetto mobile e mi spruzza tutta l’acqua addosso. Io rimango immobile. Non me lo sarei mai aspettato. Lo fulmino con lo sguardo dopodichè gli tiro addosso la mia spugnetta piena d’acqua. Incomincio a ridere come una matta per l’assurda faccia che ha fatto ed incomincio a correre per la cucina per non farmi prendere da lui che mi insegue. -Brutta strega! Mi ha mezzato!- -Io??? E te??- Ridiamo e corriamo. Non mi sono mai sentita bene come in questo momento. Corro ma mi blocca con le spalle al muro mentre lo vedo avanzare verso di me. -Pietà, chiedo pietà!- Lo prego. -Eh no mia cara, non la scamperai così facilmente- Mi guarda con uno sguardo malizioso che ha il potere di scuotermi di brividi. -Come posso fare per farmi perdonare, mio grandissimo padrone?- Chiedo con un tono di voce molto drammatico. -Chiudi gli occhi- Mi risponde serio. Chiudo gli occhi e aspetto. -Guarda che l’omicidio è un reato ch- La frase rimane a metà. Succede quello che non avrei mai immaginato che potesse accadere. Lo avevo sognato, desiderato, sperato. Le sue labbra, delicate e soffici, sulle mie. Dopo un’attimo di smarrimento ricambio il bacio appoggiando le mani sulle sue spalle. È un bacio dolce, carico…d’amore? Dopo qualche minuto ci stacchiamo. Io, imbarazzatissima, tolgo le mie mani dalle sue spalle e abbasso lo sguardo. Potessi scavarmi una buca con una pala lo farei! Lo sento ridere piano. -Giulia sei buffissima- Bene, si prende gioco di me? Non rispondo ma alzo lo sguardo. I suoi occhi neri brillano. Posa un altro bacio sulle mie labbra. -Perché?- Gli chiedo. -Perché il bacio?- Chiedo con la voce ancora tremolante. -è come chiedere il perché….. del tramonto, il perché della pioggia, il perché della vita, non c’è….. un perché,- Le sue parole sono vere l’ha dette dal cuore. -Forse perché ti piaccio?- Gli chiedo facendo scontrare i nostri sguardi. -Piacere è un po riduttivo, direi che forse è perché sono innamorato di te- Tum-tum tum-tum tum-tum Il mio cuore ha preso a fare le capriole. Questa volta sono io a baciarlo con tutto l’amore che possiedo. Mi ama? Lui ama me? -Perché?- Mi chiede lui quando stacco le mie labbra dalle sue. -Non c’è un perché, forse mi sono innamorata di te- Vi prego se è un sogno non svegliatemi. Incomincio a tremare, probabilmente per il freddo visto che ho la maglietta e i pantaloni completamente zuppi. -Vieni- Mi prende per la mano e mi fa uscire dalla cucina. -Ma sono bagnata fradicia non posso fare nulla vestita così- Lui si avvicina a me e mi sussurra nell’orecchio. -Credo che i vestiti non servano per quello che ho in mente io- Mi guarda con degli occhi colmi di desiderio e amore, si, proprio amore.




Come ogni mattina sono seduta sulla panchina della fermata ad aspettare l’autobus che come ogni giorno è in ritardo. Il posto accanto a me sulla panchina viene occupato. -Quante volte ti devo dire che mi devi aspettare all’uscita?!- - E io quante volte ti devo ripetere che non posso aspettare i tuoi comodi- Gli rispondo mettendo il cellulare nello zaino. -Signorina lo sa che è una persona molto impertinente?- -Certo, è per questo che mi ami no?!- Gli chiedo guardandolo dritto negli occhi. -Bè non ha tutti i torti- Mi risponde baciandomi, e come ogni volta, mi sciolgo come se fosse il nostro primo bacio.

   
 
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: giulina