Volevo dirti che ti amo
Mostro
Sono passati due mesi. Troppo pochi secondo qualcuno. Troppi e basta secondo me. Due mesi di angoscia e tormenti. Due mesi di incubi. Due mesi di urla che squarciano le notti e di bagni di sudore anche se il gelo intirizzisce il mondo. Due mesi di sensi di colpa.
Due mesi senza di lei. Senza la mia fragolina che solo col suo dolcissimo profumo mi faceva star bene.
Lei non c'è più. Ed è tutta colpa mia.
E' morta per colpa mia. Non posso fare a meno di ripetermelo.
Mi sento come il vecchio marinaio di una ballata inglese condannato a raccontare in eterno la sua storia come punizione per il male che aveva fatto. Ma non lo posso paragonare a me. Lui aveva ucciso un uccello, io la donna che amo.
Sì, perché anche se lei non c'è più, io la amo ancora e non riuscirò mai ad andare avanti. Non riuscirò mai a dimenticare, a far finta che lei non sia esistita, che per me non abbia avuto alcun valore, che io mi sono distrutto con le mie stesse mani.
L'avevo coinvolta io in tutto quello, in quel maledetto progetto che aveva mietuto vittime ancora prima di iniziare: papà, mamma, il piccolo Daisuke, la mia infanzia e adesso anche lei.
La mia ultima ragione di vita.
Ma lei non c'è più ed io invece sono qui, al posto suo, torturato dai sensi di colpa per aver distrutto un'altra famiglia che di male non aveva fatto nulla, anzi, aveva messo al mondo la più bella, la più dolce, la più magnifica delle creature.
E io gliel'ho portata via.
Sono un mostro.