Nel mezzo del cammin dalla mia scuola mi ritrovai per una strada oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura capir cos'era la cosa strana e scura che al veder a terra tremai di paura! Tant' è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch'i' vi trovai, dirò de l'altre cose ch'i' v'ho scorte. Io non so ben ridir com'i pensai, di usar quel che strano quaderno parea nel modo in cui effettivamente l'usai. Ma poi ch'i' a tre pagine già fui giunto, là nella stanza ove riposar soleo m'apparve un essere immondo, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite di strani indumenti scuri e le ali nere che incutean timore. Allor fu la paura un poco queta, che lo shinigami lesto di presentò con il nome di Ryuk. E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l'acqua perigliosa e guata, così l'animo mio, ch'ancor fuggiva, il pensier d'abbandonare il quaderno che non lasciò già mai persona viva. Poi ch'èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la penna e la carta, sì che a giustiziar criminali oramai era cosa fatta. Ed ecco, quasi al cominciar de la trasmissione, comparire in televisione un uomo, credea di scovato aver il mio io; e oramai mi si mostrava dinanzi il volto, eppur da quando il nome scrissi, più volte rimembrai quel vòlto. Temp' era dal principio del mattino, e 'l sol montava 'n sù con quelle stelle ch'eran con lui quando l'amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì, modo recordo con dolore l'inganno 'n cui caddi tempo addietro inganno da L il lesto inventato; ma non sì che paura non mi desse la vista che m'apparve d'un giuramento. L parea che contra me venisse con la test' alta e con rabbiosa decisione, sì che parea che l'aere ne tremesse. Ed entrambi ci sfidammo innanz'a tutto il mundo, che modo avremmo superato l'altro, e come eterni nemici si salutan eterno giuramento prestanno, la mia sentenza di morte, e la sua di inganno. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne 'l tempo che perder lo face, che 'n tutti suoi pensier piange e s'attrista; e io presto iniziai a pensare a ch'aluni risvolti potea la profession di Kira appropinquare. Mentre ch'i' rovinava in vorticosi pensieri, mio padre, 'l comandante de la nemica spedizione tosto l'idea mi porse. Quando vidi costui nel gran salone, "Miserere di te", gridai a lui, "se nel tuo caso urge aiuto, lo fornirò di certo". Rispuosemi: "Non omo, omo già fosti, e li parenti miei furon de giustizia portatori, ambedui fieri sarebber d'averti al mio fianco." E così l'accesso ai suoi documenti con un'astuzia degna dello primo del Giappone mi procurai e avendo volti e appellazioni de le persone ch'io giustiziar voleo, più facile ancora fu per me proseguir il cammino. "Ma tu perché ritorni a tanta noia? perché non sali il dilettoso monte ch'è principio e cagion di tutta gioia?". Mi disse lo shinigami, offrendomi di cognoscere l nome delle persoe ch'io di mira avevo preso, con uno scambio de li occhi, chi però la vita mea dimezzata avrebbe per sempre. Ma io rifiutai la offerta, chè per la mia missione sulla terra servìa più d'una vita, chè neanche dieci me sarebbero bastate. De render'l mondo placido et sereno il mio obiettivo, senza più 'l timore de li villani e delinquenti chi strade, dì e notte albergano, attentando alla vita delle ordinarie persone. Chè 'l mondo diventasse più sicuro, lavorai sine socio, tentando di riportar l'umana razza alla pace e alla fratellanza e ho natura sì malvagia e ria, che mai non empie la bramosa voglia, e dopo 'l pasto ho più fame che pria. Molti son li animali a cui m'assomiglio, che imboccata una strada con la morte o la vittoria pagano la lor decisione e scelta, de certo irrevocabile. Dapprima di un alleato non sentii il bisogno, ch'è il pensiero mio a farmi da guida, ma L altrettanto veloce di mente fu e la mia strategia sovente urgea rinnovo, chè non scoprissero ch'io, Light Yagami, in realtà Kira fossi. Chè in paesi como questi, saepe lo reo e 'l colpevole risultano mutabili, poichè nessuno, a maneggiar le gride, como cita 'l Manzoni, è reo o colpevole. I son gli innocenti a perire: udirai le disperate strida, vedrai li antichi spiriti dolenti, ch'a la seconda morte ciascun grida; e vederai color che son contenti nel foco, perché speran di venire quando che sia a le beate genti. E al fine non sai mai se il tuo destino sarà propenso o no, a lasciarti vivere in pace, perchè il crimine va avanti, e pochi sono quei che d'animo bono tentano di restaurare l'antico ordine originario dell'innocenza e dell'umiltà, che pare che Dio sia scomparso e l'umano genere in balia delle proprie grettezze in un abisso, un oscuro baratro sa caduto, appropinquandosi a tanto mera fine che uno dovea pur tentare di salvarlo e quel qualcuno son io, chi giustizia e giudizio sono chi di mea iniziativa il mondo guiderò, sarò il Dio di un nuovo mondo, chè io sono la giustizia.