Mi chiamo Tristessa, sono nuova di questo sito e spero che questa storia vi piaccia. L’inizio sembra molto più spensierato e banale rispetto a quello che ci sta dietro. E’ una storia romantica e particolare. Fatemi sapere cosa ne pensate, non mi piace questo primo capitolo, ma era indispensabile per introdurre i personaggi!
Sibilla guardò Chiara scendere in pista, e con un sorrisetto divertito si aggrappò esitante al braccio di Patrizia.
“Ecco ci siamo” urlò vicino al suo
orecchio, con la speranza di riuscire a sovrastare la musica martellante, “il
suo momento è arrivato!”
Patrizia sorrise, vagamente triste, e
Sibilla la imitò. Anche Patrizia, come lei del resto, era stata convinta a
recarsi alla più grande discoteca della città, il Colossos, da Chiara. Era la
prima volta che Chiara andava in discoteca, nonostante i suoi venticinque anni,
e le amiche decisero di non toglierle la soddisfazione. Sebbene non fossero
amanti delle discoteche, Sibilla e Patrizia erano molto affezionate a Chiara, e
per una volta decisero di accompagnarla.
Chiara ridacchiò e iniziò ad ondeggiare sui
suoi tacchi appena comprati, la sua gonna marrone si sollevò leggermente
rivelando i suoi grossi polpacci maschili. Si voltò, dando la schiena alle
amiche e regalando ai presenti il grosso spettacolo del suo sedere che si
muoveva a ritmo di musica. Beh… grosso… in tutti sensi, pensò Sibilla. Chiara
era una persona splendida, ma non andava d’accordo con il suo aspetto fisico e
probabilmente non c’era da stupirsene. Era parecchio bassa, parecchio grassa e
parecchio pelosa, e faceva ben poco per nascondere quest’ultimo difetto. Ma era
una ragazza veramente intelligente e colta, una ragazza veramente speciale.
Anche considerato il linguaggio che utilizzava, non proprio consono ad una
ragazza per bene come Chiara amava apparire.
“Ehy, cazzone!” urlò alle amiche
avvicinandosi appena, “venite a ballare, dai!”
Patrizia e Sibilla sorrisero, si strinsero
nelle spalle ma non si spostarono. Fu in quel momento che Patrizia notò poco
distante da loro tre ragazzi che stavano fissando Chiara. Si voltò per
informare Sibilla, e fu solo molto più tardi che si rese conto che quel momento
aveva cambiato radicalmente la vita dell’amica.
Simone stava ondeggiando la testa a ritmo
di musica quando puntò la sua preda. La sua bocca rivelò una fila di denti
bianchi e perfetti.
“Ehy! Guardate quella! Che culo!”
Cristiano seguì divertito lo sguardo
dell’amico, e quando si agganciò sul sedere di una ragazza non propriamente
carina le sue spalle si piegarono leggermente in avanti. Jonatha, seduto sul
divanetto, accennò soltanto un piccolo sorriso, poi si voltò nuovamente,
assorto in chissà quali pensieri.
“Sei uno stronzo” disse Cristiano a Simone,
“perché ti diverti a prendere in giro
la gente? Lo so a cosa stai pensando, ma stasera non è serata. Mi fa
male la testa, ho voglia di andare a casa e non ti lascerò giocare con nessuna
ragazza.”
Simone rise e lo spintonò.
“Dai, cosa te ne importa? È ancora presto e
stasera non c’è nessuna ragazza che merita la mia seria attenzione. Con quella
grassona potrò divertirmi per una buona mezzora, mi faccio offrire da bere… e
poi guarda” indicò poco lontano due ragazze allampanate e pallide, “ha anche
due amiche. Tu e Jonatha potreste intrattenerle.”
Si voltò a guardare Jonatha, che non lo
stava nemmeno ascoltando tant’era assorto. Simone scrollò le spalle e si
concentrò nuovamente su Cristiano.
“Chi lo capisce quello. Allora? Cosa ne
pensi?”
L’amico scosse la testa.
“Non mi va, None. Lascia stare quella
ragazza e andiamo a casa. Sono sul serio stanco.”
Gli occhi azzurri di Simone si
assottigliarono leggermente nello stesso momento in cui la sua bocca si allargò
nuovamente in un sorriso.
“Cambio di programma, amico. Guarda l’amica
della cicciona, quella più bassa.”
Cristiano si voltò, persino Jonatha,
rinvenendo improvvisamente dal suo stato riflessivo, si mise a fissarla qualche
istante.
“Sì, è una ragazza carina. Almeno lascerai
stare la sua amica con i tuoi stupidi giochetti.” Si sedette sul divano, anzi,
quasi vi si lanciò, e si ammutolì improvvisamente. Per lui e Jonatha la serata
poteva dirsi conclusa, per Simone iniziava in quel momento.
Simone rise e si voltò di nuovo a guardare
la ragazza, dimenticandosi del suo proposito di sedurre la cicciona, di farsi
offrire da bere e di abbandonarla sul più bello della serata.
Non era quel genere di ragazza che veniva
notata immediatamente. O meglio, era particolare e quella sua particolarità
forse spiccava, ma non era quel genere di ragazza di cui Simone si circondava
solitamente. Era alta, magra e pallida. Androgina. Capelli corti, sbarazzini,
di un bel rosso rame. Indossava uno strano vestito di seta verde, piuttosto
corto ma molto ampio, e un paio di sandali piatti. Se avesse avuto i tacchi e
un vestito più aderente sarebbe stata mozzafiato, ma a quanto pare doveva
accontentarsi di una bellezza piuttosto scialba, per una sera.
“Guarda quel tipo, è da cinque minuti che
ti sta guardando.”
Sibilla si voltò, senza fare niente per
nascondere la sua curiosità.
“Ma è lo stesso che cinque minuti fissava
Chiara.”
Il ragazzo si accorse che Sibilla lo stava
guardando e gli sorrise con due occhi talmente dolci che mai in vita sua la
ragazza aveva visto. Gli sorrise di rimando e si spostò un poco da Patrizia.
“Ma dove vai?”
“A vedere cosa vuole quel tipo.”
Patrizia sospirò e scosse il capo. Sibilla
non sarebbe mai cambiata, era sfacciata e curiosa oltre misura.
Simone continuò a sorridere dolcemente
mentre Sibilla si avvicinava, con un’espressione dura e seria. Si fermò davanti
a lui e prima di parlare lanciò uno sguardo a Cristiano e a Jonatha. Entrambi
ricambiarono lo sguardo.
“Che cosa vuoi?” disse, piegando la testa
di lato. Simone finse di non sentire e avvicinò il suo orecchio vicino alla
bocca di Sibilla. La ragazza arretrò per una frazione di secondo, ma poi
acquistò sicurezza e ripeté: “che cosa vuoi?”
Simone ridacchiò, fingendosi nervoso.
“E’ tutta sera che ti guardo, sei davvero
molto carina, lo sai?”
Sibilla sollevò un sopracciglio.
“Balle. Non mi stai guardando da tutta
sera. Mi sembrava che cinque minuti fa fossi interessato alla mia amica in
pista. E mi è parso che te la ridevi oltre misura.
“No, ti sbagli. Come ti chiami?”
Sibilla sembrò addolcire lo sguardo.
Onestamente, quel ragazzo era veramente bello. Era un po’ troppo muscoloso e
abbronzato per i suoi gusti, ma i suoi occhi azzurri e i capelli biondi,
cortissimi, gli conferivano un’aria ingenua e vagamente infantile.
“Sibilla.”
“Io sono Simone.”
Le prese una mano, sentendo che la ragazza
si era improvvisamente contratta.
“Siediti qui con me, voglio conoscerti.”
Sibilla si liberò dalla stretta. “Chiamo le
mie amiche, un attimo.”
Si voltò verso Patrizia che la stava
tenendo d’occhio e fece cenno di avvicinarsi al divanetto. Anche Chiara si
avvicinò con Patrizia.
“Sedetevi, ragazze! Loro sono Cristiano e
Jonatha.”
Cristiano sorrise a Sibilla e Jonatha si
limitò ad annuire con la testa e a voltarsi di nuovo dall’altra parte. Erano
tre bei ragazzi, nonostante fossero molto diversi tra di loro. Cristiano era
moro, non troppo alto con due occhi neri che sembravano mangiarla. Jonatha era
alto e magro, dai lineamenti duri e nordici.
Dopo cinque minuti di conversazione,
Sibilla si rese conto che il solo scopo di Simone era quello di infilarle le
mani nelle mutandine. E anche qualcos’altro, aggiunse mentalmente. Cristiano si
era accorto che Patrizia e Chiara si stavano annoiando e aveva iniziato a
parlare con loro. Evidentemente, era un ragazzo simpatico perché Patrizia e
Chiara continuavano a ridere e si erano sciolte come raramente le aveva vista
fare con un ragazzo. Più di una volta aveva cercato di inserirsi nel dialogo ma
Simone non glielo aveva permesso. Quando si concentrò nuovamente sul suo
interlocutore, si rese conto che la stava fissando con uno sguardo falsamente
ammaliato.
“Hai degli occhi stupendi, lo sai? Che
colore sono? Verdi? Azzurri? Gialli?”
“Gialli?” chiese stupita Sibilla
arricciando il naso, “No. Sono azzurri, credo.”
“Bellissimi…”
Si avvicinò, con la testa piegata di lato
come se fosse pronto a baciarla “Posso vederli più da vicino?”
Sibilla si allontanò all’istante, piegando
le labbra in un’espressione turbata.
“Senti, bello mio, smettila di fare il
cascamorto perché non otterrai nulla, chiaro?”
Simone parve divertito. Si umettò le labbra
e sorrise.
“Mi piacciono le ragazze che mi resistono…”
e appoggiò la sua mano sulla coscia semi scoperta di Sibilla. La ragazza si
alzò di scatto, e Simone, come se fosse preparato a quella mossa, la prese per
un braccio e la calò sulle sue ginocchia.
“Smettila, lasciami andare” disse lentamente,
per niente turbata.
“Non vuoi divertirti un po’? chiese con
voce roca e sexy, prendendo ad accarezzargli la schiena. Non si era accorto che
il vestito le lasciava scoperto un grosso lembo di pelle liscia e sottile.
“Non con te.”
Chiara notò subito che l’amica si trovava
in difficoltà, si alzò e guardò Simone con quanto più odio poteva.
“Brutto troglodita del cazzo, non hai
sentito la mia amica? Smettila di fare il cazzone o giuro che ti castro a
morsi.”
“Che cazzo vuoi tu, orso grizzly? Gira
allargo!”
Fu in quel momento che Cristiano si alzò,
prese per il braccio Sibilla e la spinse dietro la sua schiena. Jonatha osservò
la scena con un sorrisetto malizioso e divertito.
“Basta, None. Stasera stai esagerando.
Lasciale stare, tutte e tre.”
“Perché devi sempre metterti in mezzo? Mi
stavo divertendo e lo sai che quando conosco una ragazza voglio essere lasciato
in pace, e stasera ne ho conosciuta una!”
Sibilla riuscì a staccarsi dalla presa di
Cristiano e si allontanò con le amiche, lasciando Cristiano e Simone a
discutere.
“A quanto pare stasera ti è andata male,
perché hai conosciuto una delle poche ragazze non abbastanza deficiente da
darti corda. Andiamo a casa adesso, non ho voglia di discutere stasera. Mi fa
male la testa, come ti ho già detto, e ho bisogno di dormire.”
Jonatha si alzò di scatto in tutta la sua
altezza, stiracchiandosi il collo, come se non vedesse l’ora di andarsene.
Simone contrasse le labbra e non disse più nulla. Cristiano era il suo migliore
amico, e non c’era nessun altro a cui dava tanto ascolto quanto a lui. Forse
aveva davvero esagerato, ma quella ragazza aveva iniziato ad interessarlo
davvero. La guardò allontanarsi e scomparire in mezzo a minigonne tutte
uguali e a capelli biondi tutti della stessa
lunghezza. Forse si era lasciato scappare l’unico fiore in mezzo a tutta quella
verdura.
Non so se vi piacerà questo inizio, mi affretterò a scrivere il seguito. Spero mi vogliate lasciare un commento e dirmi cosa ne pensate di Simone e Cristiano! Ovviamente Sibilla è la protagonista, e nel prossimo capitolo la conoscerete meglio… e ancora più ovviamente questa è una storia d’amore e mi piacerebbe sapere per chi fate il tifo… ciao e alla prossima!
Tristessa