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Autore: Tristessa    22/07/2005    5 recensioni
Sibilla è una ragazza allegra, amante della cultura e della letteratura. Ha 24 anni, e non ha ancora conosciuto un ragazzo che condivida con lei momenti speciali e particolari, che le faccia battere il cuore all'impazzata. Ma una sera, nel posto più improbabile, dove non avrebbe mai pensato di poter conoscere il ragazzo che da sempre sogna, incontra una persona... che saprà farla vivere davvero per la prima volta. Tra strane fotografie e misteri che accerchiano la figura di Cristiano, Sibilla si innamorerà.
Genere: Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sibilla guardò Chiara scendere in pista, e con un sorriso divertito si aggrappò esitante al braccio di Patrizia

 

Mi chiamo Tristessa, sono nuova di questo sito e spero che questa storia vi piaccia. L’inizio sembra molto più spensierato e banale rispetto a quello che ci sta dietro. E’ una storia romantica e particolare. Fatemi sapere cosa ne pensate, non mi piace questo primo capitolo, ma era indispensabile per introdurre i personaggi!

 

 

 

Sibilla guardò Chiara scendere in pista, e con un sorrisetto divertito si aggrappò esitante al braccio di Patrizia.

“Ecco ci siamo” urlò vicino al suo orecchio, con la speranza di riuscire a sovrastare la musica martellante, “il suo momento è arrivato!”

Patrizia sorrise, vagamente triste, e Sibilla la imitò. Anche Patrizia, come lei del resto, era stata convinta a recarsi alla più grande discoteca della città, il Colossos, da Chiara. Era la prima volta che Chiara andava in discoteca, nonostante i suoi venticinque anni, e le amiche decisero di non toglierle la soddisfazione. Sebbene non fossero amanti delle discoteche, Sibilla e Patrizia erano molto affezionate a Chiara, e per una volta decisero di accompagnarla.

Chiara ridacchiò e iniziò ad ondeggiare sui suoi tacchi appena comprati, la sua gonna marrone si sollevò leggermente rivelando i suoi grossi polpacci maschili. Si voltò, dando la schiena alle amiche e regalando ai presenti il grosso spettacolo del suo sedere che si muoveva a ritmo di musica. Beh… grosso… in tutti sensi, pensò Sibilla. Chiara era una persona splendida, ma non andava d’accordo con il suo aspetto fisico e probabilmente non c’era da stupirsene. Era parecchio bassa, parecchio grassa e parecchio pelosa, e faceva ben poco per nascondere quest’ultimo difetto. Ma era una ragazza veramente intelligente e colta, una ragazza veramente speciale. Anche considerato il linguaggio che utilizzava, non proprio consono ad una ragazza per bene come Chiara amava apparire.

“Ehy, cazzone!” urlò alle amiche avvicinandosi appena, “venite a ballare, dai!”

Patrizia e Sibilla sorrisero, si strinsero nelle spalle ma non si spostarono. Fu in quel momento che Patrizia notò poco distante da loro tre ragazzi che stavano fissando Chiara. Si voltò per informare Sibilla, e fu solo molto più tardi che si rese conto che quel momento aveva cambiato radicalmente la vita dell’amica.

 

Simone stava ondeggiando la testa a ritmo di musica quando puntò la sua preda. La sua bocca rivelò una fila di denti bianchi e perfetti.

“Ehy! Guardate quella! Che culo!”

Cristiano seguì divertito lo sguardo dell’amico, e quando si agganciò sul sedere di una ragazza non propriamente carina le sue spalle si piegarono leggermente in avanti. Jonatha, seduto sul divanetto, accennò soltanto un piccolo sorriso, poi si voltò nuovamente, assorto in chissà quali pensieri.

“Sei uno stronzo” disse Cristiano a Simone, “perché ti diverti a prendere in giro  la gente? Lo so a cosa stai pensando, ma stasera non è serata. Mi fa male la testa, ho voglia di andare a casa e non ti lascerò giocare con nessuna ragazza.”

Simone rise e lo spintonò.

“Dai, cosa te ne importa? È ancora presto e stasera non c’è nessuna ragazza che merita la mia seria attenzione. Con quella grassona potrò divertirmi per una buona mezzora, mi faccio offrire da bere… e poi guarda” indicò poco lontano due ragazze allampanate e pallide, “ha anche due amiche. Tu e Jonatha potreste intrattenerle.”

Si voltò a guardare Jonatha, che non lo stava nemmeno ascoltando tant’era assorto. Simone scrollò le spalle e si concentrò nuovamente su Cristiano.

“Chi lo capisce quello. Allora? Cosa ne pensi?”

L’amico scosse la testa.

“Non mi va, None. Lascia stare quella ragazza e andiamo a casa. Sono sul serio stanco.”

Gli occhi azzurri di Simone si assottigliarono leggermente nello stesso momento in cui la sua bocca si allargò nuovamente in un sorriso.

“Cambio di programma, amico. Guarda l’amica della cicciona, quella più bassa.”

Cristiano si voltò, persino Jonatha, rinvenendo improvvisamente dal suo stato riflessivo, si mise a fissarla qualche istante.

“Sì, è una ragazza carina. Almeno lascerai stare la sua amica con i tuoi stupidi giochetti.” Si sedette sul divano, anzi, quasi vi si lanciò, e si ammutolì improvvisamente. Per lui e Jonatha la serata poteva dirsi conclusa, per Simone iniziava in quel momento.

Simone rise e si voltò di nuovo a guardare la ragazza, dimenticandosi del suo proposito di sedurre la cicciona, di farsi offrire da bere e di abbandonarla sul più bello della serata.

Non era quel genere di ragazza che veniva notata immediatamente. O meglio, era particolare e quella sua particolarità forse spiccava, ma non era quel genere di ragazza di cui Simone si circondava solitamente. Era alta, magra e pallida. Androgina. Capelli corti, sbarazzini, di un bel rosso rame. Indossava uno strano vestito di seta verde, piuttosto corto ma molto ampio, e un paio di sandali piatti. Se avesse avuto i tacchi e un vestito più aderente sarebbe stata mozzafiato, ma a quanto pare doveva accontentarsi di una bellezza piuttosto scialba, per una sera.

 

“Guarda quel tipo, è da cinque minuti che ti sta guardando.”

Sibilla si voltò, senza fare niente per nascondere la sua curiosità.

“Ma è lo stesso che cinque minuti fissava Chiara.”

Il ragazzo si accorse che Sibilla lo stava guardando e gli sorrise con due occhi talmente dolci che mai in vita sua la ragazza aveva visto. Gli sorrise di rimando e si spostò un poco da Patrizia.

“Ma dove vai?”

“A vedere cosa vuole quel tipo.”

Patrizia sospirò e scosse il capo. Sibilla non sarebbe mai cambiata, era sfacciata e curiosa oltre misura.

 

Simone continuò a sorridere dolcemente mentre Sibilla si avvicinava, con un’espressione dura e seria. Si fermò davanti a lui e prima di parlare lanciò uno sguardo a Cristiano e a Jonatha. Entrambi ricambiarono lo sguardo.

“Che cosa vuoi?” disse, piegando la testa di lato. Simone finse di non sentire e avvicinò il suo orecchio vicino alla bocca di Sibilla. La ragazza arretrò per una frazione di secondo, ma poi acquistò sicurezza e ripeté: “che cosa vuoi?”

Simone ridacchiò, fingendosi nervoso.

“E’ tutta sera che ti guardo, sei davvero molto carina, lo sai?”

Sibilla sollevò un sopracciglio.

“Balle. Non mi stai guardando da tutta sera. Mi sembrava che cinque minuti fa fossi interessato alla mia amica in pista. E mi è parso che te la ridevi oltre misura.

“No, ti sbagli. Come ti chiami?”

Sibilla sembrò addolcire lo sguardo. Onestamente, quel ragazzo era veramente bello. Era un po’ troppo muscoloso e abbronzato per i suoi gusti, ma i suoi occhi azzurri e i capelli biondi, cortissimi, gli conferivano un’aria ingenua e vagamente infantile.

“Sibilla.”

“Io sono Simone.”

Le prese una mano, sentendo che la ragazza si era improvvisamente contratta.

“Siediti qui con me, voglio conoscerti.”

Sibilla si liberò dalla stretta. “Chiamo le mie amiche, un attimo.”

Si voltò verso Patrizia che la stava tenendo d’occhio e fece cenno di avvicinarsi al divanetto. Anche Chiara si avvicinò con Patrizia.

“Sedetevi, ragazze! Loro sono Cristiano e Jonatha.”

Cristiano sorrise a Sibilla e Jonatha si limitò ad annuire con la testa e a voltarsi di nuovo dall’altra parte. Erano tre bei ragazzi, nonostante fossero molto diversi tra di loro. Cristiano era moro, non troppo alto con due occhi neri che sembravano mangiarla. Jonatha era alto e magro, dai lineamenti duri e nordici.

Dopo cinque minuti di conversazione, Sibilla si rese conto che il solo scopo di Simone era quello di infilarle le mani nelle mutandine. E anche qualcos’altro, aggiunse mentalmente. Cristiano si era accorto che Patrizia e Chiara si stavano annoiando e aveva iniziato a parlare con loro. Evidentemente, era un ragazzo simpatico perché Patrizia e Chiara continuavano a ridere e si erano sciolte come raramente le aveva vista fare con un ragazzo. Più di una volta aveva cercato di inserirsi nel dialogo ma Simone non glielo aveva permesso. Quando si concentrò nuovamente sul suo interlocutore, si rese conto che la stava fissando con uno sguardo falsamente ammaliato.

“Hai degli occhi stupendi, lo sai? Che colore sono? Verdi? Azzurri? Gialli?”

“Gialli?” chiese stupita Sibilla arricciando il naso, “No. Sono azzurri, credo.”

“Bellissimi…”

Si avvicinò, con la testa piegata di lato come se fosse pronto a baciarla “Posso vederli più da vicino?”

Sibilla si allontanò all’istante, piegando le labbra in un’espressione turbata.

“Senti, bello mio, smettila di fare il cascamorto perché non otterrai nulla, chiaro?”

Simone parve divertito. Si umettò le labbra e sorrise.

“Mi piacciono le ragazze che mi resistono…” e appoggiò la sua mano sulla coscia semi scoperta di Sibilla. La ragazza si alzò di scatto, e Simone, come se fosse preparato a quella mossa, la prese per un braccio e la calò sulle sue ginocchia.

“Smettila, lasciami andare” disse lentamente, per niente turbata.

“Non vuoi divertirti un po’? chiese con voce roca e sexy, prendendo ad accarezzargli la schiena. Non si era accorto che il vestito le lasciava scoperto un grosso lembo di pelle liscia e sottile.

“Non con te.”

Chiara notò subito che l’amica si trovava in difficoltà, si alzò e guardò Simone con quanto più odio poteva.

“Brutto troglodita del cazzo, non hai sentito la mia amica? Smettila di fare il cazzone o giuro che ti castro a morsi.”

“Che cazzo vuoi tu, orso grizzly? Gira allargo!”

Fu in quel momento che Cristiano si alzò, prese per il braccio Sibilla e la spinse dietro la sua schiena. Jonatha osservò la scena con un sorrisetto malizioso e divertito.

“Basta, None. Stasera stai esagerando. Lasciale stare, tutte e tre.”

“Perché devi sempre metterti in mezzo? Mi stavo divertendo e lo sai che quando conosco una ragazza voglio essere lasciato in pace, e stasera ne ho conosciuta una!”

Sibilla riuscì a staccarsi dalla presa di Cristiano e si allontanò con le amiche, lasciando Cristiano e Simone a discutere.

“A quanto pare stasera ti è andata male, perché hai conosciuto una delle poche ragazze non abbastanza deficiente da darti corda. Andiamo a casa adesso, non ho voglia di discutere stasera. Mi fa male la testa, come ti ho già detto, e ho bisogno di dormire.”

Jonatha si alzò di scatto in tutta la sua altezza, stiracchiandosi il collo, come se non vedesse l’ora di andarsene. Simone contrasse le labbra e non disse più nulla. Cristiano era il suo migliore amico, e non c’era nessun altro a cui dava tanto ascolto quanto a lui. Forse aveva davvero esagerato, ma quella ragazza aveva iniziato ad interessarlo davvero. La guardò allontanarsi e scomparire in mezzo a minigonne tutte

 uguali e a capelli biondi tutti della stessa lunghezza. Forse si era lasciato scappare l’unico fiore in mezzo a tutta quella verdura.

 

Non so se vi piacerà questo inizio, mi affretterò a scrivere il seguito. Spero mi vogliate lasciare un commento e dirmi cosa ne pensate di Simone e Cristiano! Ovviamente Sibilla è la protagonista, e nel prossimo capitolo la conoscerete meglio… e ancora più ovviamente questa è una storia d’amore e mi piacerebbe sapere per chi fate il tifo… ciao e alla prossima!

Tristessa

  
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