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Autore: Rota    26/02/2010    3 recensioni
E’ dolore quello che tinge di rosso la tua esistenza, Eliade.
Dolore per l’impotenza di cui sei pregna: puoi uccidere, sì; puoi schiacciare una vita tacciandola di mera inutilità, sì… ma oltre a questo non sei capace di fare altro.
Tutto quel che sei risiede nel tuo nome. Sei un Akuma, dolce Eliade: altro non ti è concesso.
Forse questa consapevolezza ha guidato i tuoi occhi la prima volta che si sono posati sulla superficie di uno specchio.

[Eliade centric]
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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the beauty Una ff Eliade centric ambientata PRIMA dell'arrivo di Lavi e Allen al castello di Crowley.
Spero possiate goderne =)






The Beauty







“Se esistesse un uomo che non posso uccidere, quello sarebbe l’uomo che mi distruggerà…”


E’ dolore quello che tinge di rosso la tua esistenza, Eliade.
Dolore per l’impotenza di cui sei pregna: puoi uccidere, sì; puoi schiacciare una vita tacciandola di mera inutilità, sì… ma oltre a questo non sei capace di fare altro.
Tutto quel che sei risiede nel tuo nome. Sei un Akuma, dolce Eliade: altro non ti è concesso.
Forse questa consapevolezza ha guidato i tuoi occhi la prima volta che si sono posati sulla superficie di uno specchio.
Ti sei vista, ti sei ammirata, allora come fai adesso.
Hai trovato una ragione in te stessa che non fosse il semplice uccidere – perché era bello far scorrere il sangue di quegli inutili esseri umani, era appagante soddisfare la tua natura di Mostro – hai trovato una ragione che ti facesse sorridere dolcemente.
Sei bella, Eliade. Sei molto bella.
Gli occhi grandi e chiari, la candida pelle morbida, la labbra rosse, i capelli folti… Tutto in te grida: “Ammiratemi!” senza che la volgarità prenda posto deturpandoti minimamente.
Sei bella, Eliade.
Tanto bella che a stento si può davvero credere che tu sia una macchina assassina.
Non ti bastava, però, quello che potevi ammirare da te – la meraviglia nei tuoi occhi. Sarà forse il ricordo lontano dell’anima umana insita in ogni Akuma, sarà forse quella vitalità che ormai è tua, ma non ti accontenti più di quello che ti è stato consegnato. Il tuo essere vanitosa non si ferma alla sola forma.
Hai visto donne scialbe brillare – le hai uccise subito –; hai visto gli sguardi di alcuni uomini voltarsi altrove – non l’hai potuto sopportare.
Sulla tua lingua una sola domanda: come?
Non potevi concepirne il significato, per questo la tua curiosità ti divorava completamente.
Volevi brillare, Eliade, essere qualcosa di più di quanto già eri – l’evoluzione bramavi, il principio stesso della vita che più non ti appartiene.
L’unico modo con cui potevi arrecare qualche cambiamento in te era morire; questo ti ha fatto vacillare per qualche istante.
Era dunque così? Era la sola modifica possibile?
Sì, Eliade – non poteva essere altrimenti.
Dolore e impotenza: queste sono le basi prime per un Akuma, e tu certo non fai differenza.
Però qualcosa è cambiato, benché tu non ne sia stata la diretta causa. E’ cambiato nel momento in cui qualcuno ti ha guardata con quegli occhi brillanti dell’amore che tanto avevi desiderato.
Ironia del destino, hai dovuto aspettare proprio un Esorcista – un nemico giurato, un temibile avversario.
Però… però ne è valsa la pena. Completamente.
-Sei bella, Eliade…-
Non te lo dice la sua lingua, te lo dice direttamente la sua anima, il suo cuore.
Crowley non conosce i veli dell’imbarazzo – il sentimento è nuovo anche per lui, come potrebbe essere malizioso?
E’ ingenuo, come il più puro degli amanti.
Quando ti sei sentita così bella, Eliade? Quando così viva?
Non di certo quando venivi sommersa da complimenti adulanti, non quando lo zelo di certi tuoi ammiratori grondava di puro miele appiccicoso.
Ma lo sai anche tu che questa sensazione non può durare – non sei compatibile se non con la morte nera.
La tua ricerca di appagamento si è lentamente trasformata nella ricerca di una felicità terrena, di vitalità che hai dimenticato.
Questo, però, è proibito agli esseri come te.
La tua natura vince la razionalità che vuoi imporle, ogni ragione deve essere sgomberata dalla mente.
Allora hai fatto un patto con te stessa.
Perché l’hai capito, Eliade – vero? – Hai capito come andrà a finire giunta a questo punto.
Morirai per mano del solo uomo capace di ricevere il tuo amore – e di sopportarne il peso gravoso e intenso.
Con questa speranza nel cuore continui a vivere al fianco di Crowley.

Sarebbe bello, infinitamente, che fosse proprio lui…
   
 
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