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Autore: MkBDiapason    27/02/2010    8 recensioni
[Storia Conclusa]“Dunque Bones…sai il motivo principale del perché sei qui?...è per via di questa mia irrequietudine che mi tormenta oramai da giorni!...Voglio riavere il totale controllo di questa nave!e voglio liberarmi di tutti coloro che in questo preciso istante cospirano contro di me!Il vanesio e pretenzioso piano di Spock per usurpare il mio posto non avrà l'illogico esito che si aspetta!" “Ed io?cosa dovrei fare?”domandò McCoy“ Mi aiuterai…semplicemente mi aiuterai a liberarmi di lui…per sempre.” Nel medico crebbe così un inquietudine allarmante. In parte probabilmente era conscio di non poter tenere fede al piano del capitano...
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James T. Kirk, Leonard H. Bones McCoy, Spock
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un ringraziamento speciale va a coloro che mi hanno esortato a scrivere una fic su star trek!!XD

Dedicata a Charlie, Rowen, Eerya *w*.

 

- In a Mirror, Darkly -

1

 

 

L’Enterprise sondava pigramente gli abissi della galassia, attendendo ordini dall’Impero.

L’equipaggio sul ponte ostentava una certa insofferenza a causa del malumore del capitano Kirk.

Erano ormai ore che durava l’attesa, e l’infelice status emotivo degli ufficiali di plancia era direttamente proporzionale alla crescente irritabilità del capitano.

"Tenente Uhura,tenti di stabilire di nuovo il contatto!" sbottò  vorticando violentemente nella direzione della donna con la sedia "sono ore che perlustriamo questa zona!ne ho fin sopra i capelli!"

Il tenente annuì flebilmente  mentre con grazia le sue mani tentavano il contatto.

Kirk tornò a voltarsi in direzione dello schermo, massaggiandosi le tempie,si lasciò sfuggire un brusco sospiro,l’altra mano impegnata in un febbrile tic sul braccio della poltrona.

Mentre la donna alla postazione delle comunicazioni gli riferiva che non vi era alcuna novità, l’uomo scattò in piedi rumorosamente e,borbottando parole poco piacevoli, si diresse verso il turboascensore.

"Tenente,contatti l’infermeria!...voglio il Dottor McCoy nel mio alloggio…ORA"

Con quest’ultimo ordine,il capitano si eclissò dalla scena. Un sospiro di sollievo si levò sonoramente nell’aria.

"Nervosetto oggi…il capitano" lo canzonò Chekov con una smorfia.

Sulu si lasciò sfuggire una risata sommessa "Da quando il sign. Spock ha osato contraddire una sua decisione davanti a tutti, sembra soffrire di paranoia…è convinto che l’intero equipaggio complotti alle sue spalle…e che al contrario appoggi il Vulcaniano…"

"Non ha tutti i torti a pensarla in questo modo…se fossi in lui,le spalle,me le guarderei persino durante il sonno!" sentenziò il guardiamarina russo. 


***

 

Kirk sfrecciava attraverso il lungo corridoio che doveva condurlo al suo alloggio gettando convulsamente gli occhi severi in ogni direzione , come se solo le sue occhiate bastassero a inibire gli animi ribelli dei suoi sottoposti,che a loro volta tendevano ad abbassare lo sguardo al suo passaggio,dando l’impressione che i silenziosi ammonimenti giungessero realmente alle loro menti.

Questa parvenza contribuì a tranquillizzare il capitano,mentre un sorriso soddisfatto e baldanzoso si accingeva a comparire sul suo volto ora pressoché sereno.

Una volta giunto nell’alloggio si abbandonò sul letto.

Quando udì l’interfono e la voce del tenente Uhura che lo esortava a rispondere , ringhiò seccato e la serenità che sembrava aver riacquistato svanì in un lampo.

Trascinandosi per inerzia verso il maledetto apparecchio rispose con voce aspra "Qui Kirk.Che c’è?!"

"Capitano,il dottor McCoy non è in infermeria…e..." 

Prima che potesse concludere la frase l’uomo la interruppe bruscamente.

"Se è nel suo alloggio smuovilo!!"

La donna esitò a rispondere "Capitano,mi ha detto di riferirle che è momentaneamente impossibilitato a raggiungerla nel suo alloggio..." udendo una sorta di sospiro rassegnato,il tenente domandò "vuole che chiami l’infermiera Chapel?"

"Che vuole che me ne faccia di quell’incompetente??!!Kirk chiudo."

Furente si lasciò ricadere sul letto.

Se non l’equipaggio,almeno i suoi pensieri lo avrebbero condannato a morte certa.

Doveva aver la certezza della fedeltà assoluta dei suoi uomini.

E’ necessario che inizi a giocare bene le mie carte… pensò “Il dottore è l’unico di cui possa veramente fidarmi, e così deve continuare ad essere…”.

Kirk era conscio di esercitare un controllo pressoché assoluto sul suo ufficiale medico, ma al contempo era a conoscenza di un altrettanto controllo,che da lì a poco avrebbe potuto costituire un grave ostacolo: l’influenza che Spock esercitava sul dottore sembrava apparire altrettanto consistente e…pericolosa.

Ma mentre questi si fondava più sul terrore in sé, il suo di controllo fondava le sue radici principalmente nella semplice gerarchia militare e,forse, in un qualcosa che poteva definirsi “amicizia”.

Il capitano sapeva anche bene che McCoy nutriva una certa ostilità nei riguardi del primo ufficiale -e questo avrebbe facilitato il tutto- ma anche un certo interesse (un dettaglio a suo parere comunque irrilevante)che necessitava giusto di un certo “monitoraggio”  e non avrebbe costituito problema alcuno.

Pertanto, se Spock disponeva dei mezzi su cui far affidamento per esercitare il suo dominio di terrore( e per mezzi si intendono le “stregonerie mentali”della sua razza) , Kirk non potendo permettersi di giocare con gli stessi mezzi, doveva far affidamento unicamente sull’affabilità e la tolleranza, o per meglio dire, l’umanità.

Il capitano conosceva il dottore. Sebbene conducesse una vita dissoluta, sostanzialmente era incapace di spregiudicatezze e –cosa più importante- incapace di machiavellismi. Questo particolare lo rendeva un buon partito. Inoltre la sua incapacità di bassezze derivava fondamentalmente da un’inettitudine radicata nella sua persona e,forse, persino da una certa bontà e ingenuità. E questo ancor più lo rendeva malleabile.

Avere l’appoggio del dottore significava aver in mano la sezione medica,e quindi, tenere le redini del gioco.

Con l’ufficiale medico al suo fianco le probabilità di levarsi dai piedi il Vulcaniano senza destare troppi sospetti si innalzavano considerevolmente.

“Basta il suo appoggio… un incidente…un conseguente miracolo… e riavrò la dignità,il rispetto che la mia carica esige…” mormorò sibillino.

“E avrò finalmente pace!”

Con l’eccitazione che ardeva in ogni fibra del suo essere sorrise,e attese pazientemente che il suo caro amico si degnasse di fargli visita…

 

***

 

Il dottore appariva stremato.

Con il volto immerso nel cuscino,sonnecchiava rumorosamente, mentre un braccio pendolava rilassato da una parte del letto.

 Scott lo aveva accompagnato nell’alloggio e lo aveva malamente adagiato sul letto maledicendosi per avergli concesso un bicchierino di troppo di quell’invitante Brandy Sauriano.

Non sopportando il suo rumoreggiare ebbe premura di voltarlo per permettere al medico di dormire serenamente e di permettergli di assumere una posizione consona a riacquistare una parvenza di decoro, sebbene il suo volto portasse i segni di una sbronza coi fiocchi.

"Maledizione a me!... maledizione,e maledizione!...e ma non mi freghi più la prossima volta!sappilo!" mugugnava il capo ingegnere.

Fu lui a contattare il tenente Uhura pregandole di non riferire al capitano la verità dei fatti.

Sapeva come Kirk non tollerasse le assidue sbornie del medico e benché fosse sempre indulgente nei suoi riguardi, avendo appreso del malumore del capitano, Scott si riservò dal menzionare la ricaduta del dottore, dubitando questa volta di un ulteriore indulto.

"Ehi…ti conviene darti una ripulita prima di far visita al capitano!mah!...se ti guardasse tua madre nemmeno ti riconoscerebbe!...sei peggio che uno straccio!" lo avvertì cullando la speranza che le sue prediche gli sarebbero pur giunte,in parte.

McCoy  bofonchiando nel sonno, dava quasi l’impressione di esser conscio del brusio dell’amico, ed il suo volto si contrasse in una smorfia di sdegno.

Scott realizzò che il medico non gradiva i suoi rimproveri e, seppur minimamente, ne fu scontento quel tanto che gli bastava a perdere la pazienza.

"Ah!bene…se la metti in questi termini io me ne vado,ho già fatto troppo!...addio!" stizzito si diresse verso l’uscita gettando un ultimo sguardo verso la salma che sembrava invece riacquistar vitalità considerato che il primo fisico gesto ,che il dottore si degnò di mostrargli, fu l’agitare una mano irrequieta, come un chiaro invito a lasciare l’alloggio.

Senza proferire nulla più, l’ingegnere si limitò a scuotere la testa rassegnato e abbandonò la stanza con passo celere.

Il medico si portò una mano alla fronte per controllare la temperatura del corpo che a suo parere doveva  essere in preda ad un incendio. Persino la salivazione era del tutto assente.

Rizzandosi in piedi, memore dei cauti consigli dell’ingegnere, si diresse in bagno,barcollante a causa dei sensi ancora ottenebrati dall’alcool.

"Una buona doccia è quel che ci vuole…" sibilò.

 

Una volta ottenuto il ristoro di cui sentiva il bisogno,e debellate le tracce della sbornia, rapidamente prese a vestirsi.

"Dottore!...è possibile averla qui,o no?" la voce del capitano Kirk risuonò prepotentemente nell’alloggio.

McCoy ,riconoscendo quel grave tono di voce, si avvicinò all’interfono e con delicatezza si limitò ad una risposta breve e d’assenso.

"Certamente…Jim".

 

***

 

"Finalmente!avevo perduto le speranze!" sbottò Kirk sarcastico vedendo entrare il suo ufficiale medico.

Il capitano sedeva alla scrivania,una gamba accavallata sull’altra elegantemente.

"Prego!si sieda!" benché la richiesta sarebbe dovuta apparire come un invito, suonava terribilmente come un ordine. Questo rese inquieto il medico,il quale dopo una momentanea esitazione,prese a sedere di fronte al suo superiore, ostentando una certa apprensione.

I suoi occhi caddero sul drink che accuratamente Kirk versava nei rispettivi bicchieri.

"Dunque…Bones, spero che si sia riservato dall’accettare drink vari…perché è mio desiderio essere suo compagno di bevuta almeno per oggi."

Il capitano levò uno sguardo indagatore verso il suo ospite, cogliendolo in totale imbarazzo.

"…Ma suppongo che ha già avuto modo di cadere nella sua sbornia giornaliera…vero? Era questo l’impedimento?..." McCoy sgranò gli occhi cercando di distogliergli dal suo superiore.

"…e andiamo,Bones!…lei lo sa che ho sempre mostrato benevolenza verso questo suo peccato…" il calore amichevole della sua voce si eclissò per lasciar spazio ad un tono glaciale   "non vorrà di certo iniziare a mentirmi…" il suono della frase risultò come una tacita minaccia alle orecchie del dottore.

"Capitano, non mi permetterei mai di mentirle su certe sciocchezze!...è incredibile come non le si possa nascondere niente." rispose con fare allegro per smorzare la tensione che sembrava aleggiare nel freddo alloggio.

"Lei mi conosce,non sarei capace di nasconderle niente! Malgrado tutto, un bicchierino con lei me lo faccio volentieri!" concluse prendendo in mano il bicchiere e innalzandolo per un brindisi, Kirk emulò il gesto del suo sottoposto.

"A cosa brindiamo,capitano?"

L’uomo ripose il bicchiere lasciando interdetto l’ufficiale medico.

"Prima di brindare voglio che tu mi assicuri della tua lealtà nei miei riguardi…Bones,mi sei fedele?"

la domanda lo colse visibilmente di sorpresa,tanto che era improbabile che il suo superiore non l’avesse notato.

Quella domanda risuonò come la supplica amorevole di un condannato a morte desideroso unicamente di accondiscendenza da parte dei suoi cari.

Il breve tentennamento che però ebbe per rispondere fu sufficiente a farlo insospettire.

"Allora,dottore?" lo incalzò biecamente.

"Andiamo, Jim!che storia è questa?" brontolò confuso.

 Con ancora il drink in una mano, levò l’altra verso una spalla dell’uomo che aveva di fronte, e con un languido sorriso e uno sguardo vibrante confermò la sua fedeltà.

"Non metterai in dubbio proprio la mia di fedeltà…ti sono fedele come pochi su questa nave. Spero che mi credi…" sul viso del capitano si fece strada un sorriso felino.

"Allora?vogliamo brindare adesso?" propose il dottore.

"Me lo dica lei a cosa brindiamo…" disse l’altro divertito.

McCoy levò nuovamente il bicchiere in aria, seguito stavolta dal capitano.

"Alla sua brillante ed epica carriera!...e…alla nostra indissolubile amicizia" concluse.

"Alla nostra amicizia" ribadì Kirk con aria compiaciuta.

I due risero sorseggiando di gusto il loro drink mentre i loro sguardi penetranti si intendevano in una vicendevole complicità.

O almeno così sembrava…

 

***

 

McCoy tentava invano di  convogliare le idee in modo tale da plasmare un pensiero organico.

Ora sedeva nell’infermeria, le gambe tese sul tavolo, dondolando per conciliare quel delicato processo.

Quel che accadde poco prima nell’alloggio del capitano aveva un che di insolito.

 

***

 

Sebbene brindassero apparentemente con spensieratezza , il dottore nutriva il desiderio di darsi alla fuga, sgattaiolare via nel modo più indolore possibile.

Poco dopo il rinnovo del “giuramento di fedeltà”, Kirk iniziò a rivelare lui le sue intenzioni:

 

"Dunque Bones…è inutile seguitare con questi convenevoli…" appena i loro bicchieri sfiorarono il tavolo, il capitano esordì serioso.

"Sai il motivo principale del perché sei qui?...è per via di questa mia irrequietudine che mi tormenta oramai da giorni!..." confessò con tono quasi rammaricato.

Una delle mani gesticolava in modo convulso, quasi come se avesse perso il controllo dell’arto.

Il dottore osservava con attenzione il suo paziente e prima che egli potesse proseguire nel discorso, lo interruppe giocosamente.    "Mi stai tacitamente chiedendo di somministrarti qualche…droga?", un pugno volteggiò nell’aria per cadere brutalmente sulla scrivania. Per una frazione di secondo, McCoy credette che il colpo fosse indirizzato alla sua persona.

L’esito di quella escandescenza lo rasserenò.

Comprese allora che la ricreazione si era conclusa con il brindisi e che con essa anche i giochi.

"Dottore…lei sa che esigo la massima efficienza dai miei ufficiali!e che non tollero i piantagrane…tanto meno i pagliacci!" La frase echeggiò chiaramente come un ammonimento ed il medico, deglutendo sonoramente, si rabbuiò in volto annuendo mestamente e rivolgendogli una tacita scusa.

Kirk notò il cambiamento di espressione, ne fu compiaciuto, e la sua voce si addolcì inaspettatamente come per premiare l’obbedienza del suo sottoposto.

"Io ho bisogno di te,Bones…ho bisogno principalmente del tuo appoggio e delle tue capacità. Voglio riavere il totale controllo di questa nave!e voglio liberarmi di tutti coloro che in questo preciso istante cospirano contro di me!Tutto questo deve finire!non posso più permettere che sulla mia nave continui ad aleggiare questa aria sovvertitrice!...Il suo vanesio e pretenzioso piano per usurpare il posto di capitano non avrà l’illogico esito che si aspetta..."

"Aspetta, Jim…temo di non seguirti…a chi ti riferisci?" domandò ingenuamente l’altro.

"Spock!...e a Spock che mi riferisco!quel maledetto!!quel bastardo!!" ringhiò colpendo stavolta il muro con un pugno. McCoy sgranò gli occhi. La sua non era sorpresa, ma preoccupazione.

Non era al corrente di quel che il capitano era in procinto di architettare,ma la cosa lo inquietava non poco.

"Ed io?cosa dovrei fare?" chiese innocentemente.

Kirk allungò le braccia verso il tavolo, rilassando il corpo lo protese in avanti per portare il volto a pochi centimetri di distanza da quello del suo sottoposto.

"Mi aiuterai…semplicemente mi aiuterai a liberarmi di lui…per sempre." 

Le ultime parole suonarono come una condanna.

"Mi stai chiedendo di… ucciderlo?" chiese tentennando, malgrado la chiarezza della richiesta.

Il capitano inarcò un sopracciglio notando il disagio del medico "Mi sembra palese…" si limitò a dire.

"Non sono stato chiaro?..."

"Al contrario,capitano …è solo che, se mi è concesso esprimere un opinione, del tutto personale aggiungerei, mi sembra una soluzione estrema, vi sarà pure altro modo per…" Kirk lo interruppe bruscamente "Come hai voluto ben sottolineare, è una tua opinione del tutto personale! Parli di altri modi?! E’ un vulcaniano!...seppur bastardo rimane pur sempre uno stramaledetto vulcaniano!Hai mai visto il suo volto incrinarsi mai dalla paura?oppure dal dolore?!sta lì che vaga per la mia nave, ritto e fiero macchinando congiure su congiure!!e dunque?!cosa può fermare un vulcaniano se non la morte?!...Capisci,Bones?è un incubo che non ha fine!lui è la mia maledizione,e non avrò pace sino a che non lo vedrò esalare l’ultimo respiro!". 

Come in preda ad una febbre i suoi occhi brillavano di una lucida follia, si dimenava teatralmente, il tono della voce altalenante risuonava macabro, ma era un altalenare controllato di certo non era un discorso sconclusionato, e ciò che poteva apparir come un vagheggio febbrile non era altro che eccitazione.

"Comprendo,Jim…oh…i vulcaniani sono macchine così perfette…la loro perfezione esercita su di me un fascino che non ha eguali…" McCoy sembrò languire in fantasie.

"Certamente…in senso medico." Ci tenne a precisare.

Il capitano era a conoscenza dell’interesse medico che egli nutriva per Spock, un interesse che sfiorava il morboso.

"Avanti, Bones… forse avrai la possibilità, anzi certamente avrai l’onore di vederlo soffrire…morire."

"In effetti…l’idea è allettante." asserì il dottore.

Morte?...o no…così tanta perfezione… i suoi pensieri però vagavano oramai in un limbo di agghiacciante delizia.

Sotto le sue mani aveva visto perire molti terrestri e altre creature poco piacevoli, ma il fato sino ad ora non aveva mai concesso lui l’occasione di estasiarsi dinanzi un contorto e straziato moto di agonia di un corpo vulcaniano…solo per metà.

Solo l’idea di lambire quella singolare carne e di poterne carpire i miracoli della biologia ...

Non avrebbe permesso a nessuno di rendere vane le sue speranze.

"Ti consentirò di giocarci per soddisfare la tua curiosità,ma nulla più…una volta fatto, lo voglio morto…intesi?" chiarificò Kirk. McCoy udendo la voce del suo superiore si ridestò malvolentieri dalle sue fantasie.

"Sì,capitano…sì…e grazie per la gentile concessione."  Rispose debolmente.

"Molto bene. Confido in te,Bones…" concluse l’altro congedando il suo ufficiale medico.

Quest’ultimo si rizzò in piedi e con un gesto meccanicamente reverenziale della testa abbandonò l’alloggio.  

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