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Autore: Tracey    28/02/2010    1 recensioni
Questa è una storia che avevo scritto tempo fa.. rileggendola mi è venuta voglia di ampliarla.. e correggerla.. quindi fatemi sapere =)°°° Oggi ho deciso di seguire i miei genitori e così mi sono ritrovata circondata dalla natura. Siamo venuti vicino ad un lago. La vista è spettacolare e anche la sensazione di libertà che sento in questo momento.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1: Incontro Movimentato.

Oggi ho deciso di seguire i miei genitori e così mi sono ritrovata circondata dalla natura.
Siamo venuti vicino ad un lago. La vista è spettacolare e anche la sensazione di libertà che sento in questo momento.
Sapendo che non avrei trovato molto interessanti i discorsi dei miei genitori e dei loro amici, ho portato il mio adorato i-pod e il mio libro preferito, “Il Cavaliere d’Inverno”.
Mentre aspetto che il pranzo sia pronto, mi allontano un pò, per cercare un posto dove leggere e ascoltare musica in tranquillità.
Proprio quando sto per arrendermi, dal trovare un posto senza insettini schifosi o roba non ancora identificata, lo vedo… Il paradiso.
Aumento il passo e controllo che in realtà non sia un’illusione.
Ma no, è tutto vero…
Così mi siedo su questa bellissima panchina di legno, che si trova proprio sotto un albero, vicino alla riva del lago.
Sento una tranquillità che solo poche altre volte nella vita ho provato.
Ma secondo voi può andare tutto così bene? Decisamente no..
Dopo solo una mezz’oretta di lettura, con un bellissimo venticello fra i capelli e i raggi che riscaldano i punti di pelle esposti al poco sole che mi raggiunge, sotto quel magnifico fogliame, mi arriva dritta, dritta in faccia una pallonata. Seguita da un “Attenta”…
Ma dico io… chi cavolo è che si mette a giocare con una stupida palla proprio vicino il lago?
Ma quest’idiota non poteva giocare da un’altra parte?

E poi avvertirmi due secondi prima, no?
E ora, oltre agli occhiali volati in acqua, al naso spiaccicato e dolorante, oltre al mal di testa che mi è appena venuto… devo pure sentire la risata di questo “babbuino”?
Poggio delicatamente il mio adorato libro sulla panchina e, senza neanche calcolare lo “scemo del villaggio”, mi avvicino lentamente… molto lentamente, alla riva per cercare gli occhiali.
Il problema è che non vedo un tubo. Mi metterei a piangere.
Voi penserete che i miei guai siano finiti… E invece no.
Perché dovete sapere che io sono una ragazza mooolto “fortunata”.
E così, abbassandomi, per sbaglio metto il piede su un sasso scivoloso e finisco con la faccia dentro l’acqua.
Le risate di quella brutta “testa di carciofo” aumentano, insieme al mal di testa.
Cerco di restare calma e ricomincio la ricerca, ma non trovo niente.
Già sento le frasi idiote di mio padre.
“Ecco ora per me puoi restare senza occhiali… Non solo mi hai fatto spendere tutti quei soldi, ora li hai anche persi. Peggio per te.”
Oppure le proposte di mia madre…
“Beh… almeno ora puoi approfittarne per mettere le lentine, hai degli occhi così belli… perchè li devi coprire con quei cosi?”
Come se anche loro non li portassero… Come se fosse colpa mia.
Mi siedo sulla riva e mi metto le mani nei capelli, bagnati, pensando a cosa dire ai miei genitori.
Sento dei passi vicino a me e una mano poggiarsi nella mia spalla.
Senza neanche girarmi so che è “lo scimmione” della pallonata.
Ma che vuole ancora?
-Stai cercando questi?- e mi mette davanti gli occhi i miei adorati occhiali.
Glieli strappo dalle mani e li inforco subito. Mi sembra di rinascere, morirei senza.
Ho ancora la mano di questo “struzzo” sulla spalla e quindi, per farlo andare via, lo ringrazio freddamente e gli volto ancora di più le spalle.
Lui ride di nuovo…
Prima non me ne ero neanche accorta, ma ha una voce e una risata bellissima.

Così mi giro per vederlo anche in faccia.
Oooohh Mio Dio!!! Questo si che è un gran pezzo di gnocco… ed è decisamente riduttivo dire solo questo.
I capelli biondissimi circondano il suo viso d’angelo e ricadono un pò su i suoi occhi.

Verdi, splendenti e sorridenti. Di un colore così strabiliante che tutta la natura che ci circonda non è niente a confronto.

Rimarrei ore a perdermi in quel sogno che sono i suoi occhi. Ma qualche altra cosa attira la mia attenzione.
Dalla camicia bianca, lasciata un pò aperta, si intravedono i pettorali… Ha un corpo stupendo.
E ora sono qui, da circa 10 minuti, con il viso color peperone, a guardarlo ed a sbavare senza neanche un po’ di orgoglio.
Lui mi aiuta ad alzarmi e mi porge la mano.
-Piacere Fabio. Scusa per la pallonata, ma mio cugino è completamente negato a giocare a calcio.
Pallonata? Quale pallonata?

-Ehm.. il piacere è tutto mio, io sono Alice…- non riesco a finire la frase, che uno starnuto mi sbilancia. Ed essendo ancora su quel terreno, decisamente troppo pericoloso per me, il risultato può essere uno solo.

Un altro bel tuffo in quel lago dall’acqua ghiacciata.

Questa volta non mi lamento per le sue risate, perché rido anche io.

   
 
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